Citazione bibliografica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "Le reputazioni", in: Lo Spettatore italiano, Vol.4\38 (1822), pp. 240-247, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.902 [consultato il: ].
Livello 1►
Le reputazioni
Citazione/Motto► Vitae postscenia celant
(Lucr.).
Nascondono costoro quello che è dentro le scene della vita. ◀Citazione/Motto
Livello 2► La riputazione gabba altrui più che null’altra cosa. Quanti sono avuti in pregio ed acquistano nome e gloria per le bontà e per le virtù di cui si credono dotati, ma che veramente non hanno! Dai sembianti giudica il mondo; e se peravventura non gli è bisogno di cercare addentro, più volte fa onore a tale che si vorrebbe avere solamente in dispregio. Non è il vero ch’egli addimandi soverchio, e malagevolmente dia la sua voce; anzi presso che sempre egli restituisce più che non piglia, rimeritando la briga che uomo prende di piacergli. Per la qual cosa infiniti per interesse si mettono la larva della virtù tanto dal volgo appregiata; ma compenso trovano di questo raffrenamento nel discorrere agli opposti vizi, senza tema di perdere la loro reputazione.
Livello 3► Exemplum► Di ottimo marito e di tenerissimo padre ha nome Mellione, e ad accattarlo ha egli tenuti questi modi. Non avendo ingegno, nè altra dote per cui si monta in fama e s’acquista splendore, deliberò egli di vestirsi la maschera di quelle morali qualità le quali più che altro [241] sono considerate nel mondo, come quelle che può ciascheduno stimare. Una donna prese per moglie, la quale nè bella era, nè costumata, nè piacevole, ma grandissima dota aveva e fortuna. Egli le mostrò maraviglioso affetto e tenerezza e studio inestimabile, per modo che era chiamato lo specchio de’coniugati. Non però che daddovero egli di tanto onore fosse degno; ma sapeva sì segretamente fare, che de’suoi avvolgimenti pur suspizione non fu mai presa. Essendogli nato un figliuolo, volle per se stesso guidare l’educazione di lui. Ben è questo il primo dovere di un padre, andava ripetendo, dovere sacro così come quello di lattare i proprii figli che la natura ha ingiunto alle madri. Egli divulgava ed esaltava la sua affezione, la sua cura e la sua sollecitudine, allora appunto quando, per risparmio di salario, il suo figliuolo era accomandato alla discrezione di un ignorante maestro. Dopo il sesto anno del matrimonio a Mellione morì la moglie. Or chi potrebbe descrivere il gran dolore ch’egli ne mostrò? Andò col mortorio all’esequie fra tante lagrime e tanti sospiri e tanti singhiozzi, che si temette non ei si venisse a disperare.
Ma non fu l’anno della vedovanza passato, che a Mellione furono proposti parecchi partiti assai buoni, sì per la dota e sì per la persona. Diceva la gente: Beata colei a cui tocca! E così, mercè della fama che aveva di essere de’migliori mariti, Mellione pigliò non pur la seconda, ma eziandio la terza moglie. Ma si darà fede a tutte le cose che coloro i quali il [242] conobbero dimesticamente, rapportano? Mellione con la trascuranza, con la dislealtà e con la tirannia ha fatte di cordoglio morire le due ultime mogli, le quali, per giunta, furono da tutti biasimate, senza essersi di lui suspicato alcun male; perchè non veniva questione s’egli fosse il miglior de’mariti. Trionfava intanto sì ferocemente dell’acquistata riputazione, che di due altri figliuoli natigli dalle due ultime mogli pessimo governo fece; ed egli medesimo li licenziò alle ribalderie, onde si facessero rei, per poterli privare dell’eredità. Di quei miseri non fu chi si desse pensiero, nè chi ardisse difenderli. E più ancora, che se essi si rammaricavano, erano riputati figli sconoscenti e contumaci; perciocchè chiaro suonava per tutto il mondo, essere Mellione tenerissimo padre. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Avuto è Filelfo per un esempio degli amici: e veramente egli ragiona de’suoi continuamente, estolle le loro virtù, magnifica l’ingegno loro: ma nota ch’egli non giunge amistà se non con chi gli può ben fruttare, ovvero per le ricchezze, ovvero per la stima; e ch’egli tuttodì studia di trarne sua usura. Ma per li suoi amici che ha operato Filelfo? Vuote dimostrazioni, senza più. Altro non è egli che un egoista con la maschera d’amico, la quale egli è pronto a cavarsi sempre che la sua utilità gliel consigli. Avvenne che procacciando un suo amico, chiamato Monaldo, di avere una carica assai ragguardevole, avea sì ben presi i passi, che i concorrenti erano stati tutti mandati indietro, ed egli era già presso ad avere il suo intento, quando se ne venne a Filelfo [243] per fargli parte della sua allegrezza. Ma La mattina seguente Filelfo si trovò essere della sperata carica possessore. Volle Monaldo del tradimento far motto: ma perciocchè la genta estimava Filelfo per lo migliore amico che mai forse nascesse, fu Monaldo calunniato per calunniatore. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Fama è che Lesinio sia molto buon cittadino: e che ha egli operato per acquistare siffatta reputazione? Nel tempo che la patria ebbe alcuna lieta e prosperevole ventura, costui fece feste, dispensò a’poveri e consolò qualche infelice. Ma della fama che gli è data è egli degno? Rispondano coloro a’quali è noto il suo infame monopolio, e sanno che ha fatto patire disagi ai suoi concittadini per fornire di vettovaglie i nemici della patria. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► La liberalità di Lisippo è ammirata per tutto il mondo; imperciocchè prevede gli altrui bisogni, e preoccupa eziandio la vergogna del dimandare a cui intende egli di esser cortese. Nè solamente per le magnificenze ch’ei fa, ma per la piacevolezza ancora con cui le fa, accatta l’altrui benivoglienza. Egli spesse fiate ha fatte sue larghezze a persone che egli non conosceva, e talvolta ha soccorsi i suoi manifesti nemici. E per conseguente ognuno esalta la liberalità di Lisippo, ed è celebrato per lo più magnanimo e cortese uomo che ancor ci fosse. Fa mestieri però eccettuare dal numero de’suoi panegiristi il folto stuolo de’suoi creditori e quello degli operai a’quali non paga la lor mercede. La costui celebrata generosità ha radice nell’interesse e nell’ambizione. Soddisfare [244] a’debiti è giustizia, e non se ne può attendere gloria; ma donare e spendere ha in sè grandezza, e però si procaccia nome e riputazione. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Valmoro è commendato per uno de’franchi uomini e de’sicuri: con tutto ciò la natura non gli ha dato l’ardire, quantunque egli sia arrogante e prosuntuoso. Si trovò egli un dì ingaggiato ad una quistione d’onore, e voleva in principio rifiutare il cartello della sfida; ma la sua moglie, valente donna e di gran cuore, non sofferì tal codardia. “Voi sapete, prese ella a dirgli, quanto è quell’amore che io vi porto; non pertanto se voi domani non combatterete, io non intendo più d’avere a fare con un vile, e vergognandomi di voi, mi raccoglierò dentro d’un monistero. Fora meglio per me il perdervi, che il conservarvi senza onore.” Valmoro fece a sè violenza, e ricevette la tenzone; e di tanto lo amò la fortuna, che poco mancò non avesse morto il suo avversario. Da indi non pur non ebbe più di tali cimenti, ma potè senza tema d’infamia rifiutare più d’un invito per la gran prova che aveva fatta del suo valore. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Noto è a tutti Logio per molte sue opere e per moltissimi nomi accademici: egli ha fama di letterato, e non havvi chi pensi a contrastargliela; anzi aspettasi da lui una grande e grave opera da molto tempo annunziata. E s’uomo lo sollecita a pubblicarla, modestamente egli risponde: Che Montesquieu meditò vent’anni sopra lo Spirito delle leggi. Chi crederebbe che la riputazione di Logio è tutta quanta un’usurpazione? Costui, tanto ricco di beni di fortuna, [245] quanto povero d’ingegno, ha comperato a caro mercato più che mezzane opere, e le ha fatte, non senza grande spesa, lodare e magnificare ai giornali. Dall’Arcadia hanno incominciato i suoi titoli accademici, ed a mano a mano è divenuto delle più celebrate accademie; anzi la sua casa medesima è a modo d’un’accademia, dove molte fiate sono lette le sue così dette opere, ed eziandio presenti i veri autori. Logio argomenta come Paolo di cui fece versi Marziale; cioè che quello che uomo compra, può di ragione chiamar suo1 . ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Ismenia schiva l’usar de’mondani, e si ritrova in tutte le compagnie dove si fanno opere di misericordia e pietà. L’interno della sua casa nulla presenta da cui traluca il lusso; anzi tutte le masserizie si confanno molto bene, alla semplicità delle sue vestimenta. Se vi sono dipinture, nulla sanno di profano, e tutte consigliano alla santità. Tutti i tavolieri del suo appartamento sono sparsi qua e là di libri spirituali e di trattati di morale. Ismenia largheggia in elemosine, e nell’uscir di casa, e nell’entrare alla chiesa, e nell’andar a diporto, pur che sia chi la guardi. Va spesso a visitar gli spedali e gli alberghi de’poverelli, aiuta e solleva la languente umanità. In brieve, Ismenia è riputata per la più pia e per la più caritatevole donna del mondo. Ma ignorasi che accesa di smaniante amore per lo giovinetto Batillo, cui potrebbe esser madre, niuna via lascia [246] intentata per soddisfare alla sua insensata passione; e che le sostanze de’figli consuma, de’quali è rimasa tutrice, per presentare di bei doni ogni dì al suo caro garzone, tanto a far sì che taccia, quanto ad accattarne l’affetto. Nondimeno Ismenia è tanto abituata ne’servigi di pietà, che ella, eziandio quando si ritrova sola, adora e prega come se volesse fare al cielo discredere l’amor suo per Batillo, e come se, per più facilmente gabbar la gente, si sia messa a gabbare Iddio. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Celina non altramente è chiamata che specchio di coniugal fedeltà. Fornita della più lusinghevole avvenentezza femminile, e nel bel fiore dell’età, ella è stata in matrimonio accoppiata ad uno di ben sessanta anni, uomo da nulla, ma senza stima ricchissimo: perchè tutti par, che abbiano di lei compassione, come di donna che sia vittima dell’ambizione e dell’avarizia. Di una schiera di amanti, presi veramente della sua bellezza, i quali l’hanno vagheggiata e servita lungamente, nessuno ha potuto aver da lei cosa che gli piacesse. Celina è tutta del suo consorte, ch’ella ha invaghito con la sua dolcezza, con la sua compiacenza, non che con la sua rigida virtù. Non vi date fretta però a canonizzare Celina come uno specchio di fedeltà coniugale; perocchè tale si va per la sua anticamera avvolgendo, che potrebbe darvi una solenne mentita. ◀Exemplum ◀Livello 3
Livello 3► Exemplum► Erinna sembrava sempre infestata dalle Furie. Da mane a sera udiasi gridare, tempestare, minacciare. Non lasciava pure un istante di proverbiare le sue fanti e i suoi servi. Ma [247] innanzi a tutti il suo marito era il martire delle sue spiacevolezze e della sua bizzarria: il quale all’ultimo, non potendo più avanti quest’inferno sofferire, propose di recider l’infelice catena; e l’avria fatto, se ciò non fosse che Erinna di subito mutò modo. Come l’infermo ritrova posa, posciachè l’assalto del male si rimane; così la bizzarra femmina, in piccolo spazio d’ora, fece succedere la benignità e l’amorevolezza alla rabbia ed al furore, e attese con tutto l’animo a render contenti e felici coloro che aveva acerbamente tormentati. Ora si esalta con somme lodi Erinna per la forza usata in se medesima per vincersi e riformare la sua indole fiera. Ma non si sa che il miracoloso autore di tal metamorfosi è un amante. Spesse volte incontra che non ha sì dolce donna, nè sì compiacente, come quella che fede non tiene. ◀Exemplum ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1
1Carmina Paulus emit, recitat sua carmina Paulus.