Lo Spettatore italiano: La domestica felicità
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Niveau 1
La domestica felicità
Citation/Devise
Statevi lieti colla famiglia vostra, ed usate que’beni
che v’ha concessi fortuna. Assai è pregiato e onorato,
assai è in istato e in dignità chi vive senza vizio e
senza disonestà
che v’ha concessi fortuna. Assai è pregiato e onorato,
assai è in istato e in dignità chi vive senza vizio e
senza disonestà
(Pandolfini, Giov. della fam.).
Niveau 2
I più grandi e più savi uomini che mai fossero, si sono ingegnati
d’avere intorno ai loro focolari quel dolce ristoro che dopo lunghe e faticose cure richiedesi. E
per sollazzarsi coi semplicetti trastulli dei lor figliuoli, e con la compagnia della lor famiglia,
hanno chiuse le orecchie alle lodi, e date le spalle agli onori che loro il mondo rendeva. E invero
ch’essi conoscevano apertamente che i loro amici, eziandio de’migliori, erano da qualche interesse
mossi a dimostrar loro affezione, e che il volgo, qual che si sia la sua meraviglia e il suo ardore,
non sempre nelle cose che giudica e pregia, sente addentro e dirittamente. Ma d’altra parte i
servigi e le carezze che nella propria casa si ricevono, e la gioia e la festa che alla mensa si
prendono, frutto sono di verace dimestichezza e d’affetto. L’uomo spesse fiate cianciando co’suoi
fanciulli, avvegnachè tenerissimi siano, dimentica i travagli durati in oste e in città; poichè a
muovere le piacevoli affezioni nell’animo nostro vale più che tutt’altro la veduta de’figlioletti
che desiosamente il diletto gustano degl’innocenti lor giuochi. Le passioni della
natura si manifestano tutte senza artificio, e prestano al filosofo che vede, materia di
considerazione aggradevoli. Nè l’entrare e mescolarsi nei semplici sollazzi della puerizia,
diminuisce in alcuna maniera la dignità dell’uomo; che anzi è egli una delle più pure vene che
dolcezza riversino e consolazione. Oltre a ciò, egli giova molto ed aiuta ad ammendare il cuore
nostro, il quale di necessità piglia alcuna qualità di quello che ha intorno a sè, perchè
l’innocenza come il vizio s’apprende e si comunica colla pestilenza dell’esempio.
Or parecchi vi sono che giudicano, questa dolcezza domestica sì certa e sì pura esser degna
che se ne dilettino e ne gioiscano solamente quegli animi deboli che si trovano insufficienti ad
imprendere grandi cose; ond’è che commettono altrui l’educazione dei figliuoli e il governo della
lor casa. Ma con piccolo studio si discerne che costoro i quali a questa eccellenza di spirito
presumono e schifano i comunali modi del vivere, altro non sono che egoisti, i quali ogni cosa che
immediatamente non porga diletto e non renda utilità alla loro persona, dispregiano e vilipendono.
Agli uomini veramente grandi non piacque mai di farsi superiori a questo sentimento, che adorna pure
ed onora l’umanità.
Un matrimonio per tempo stretto, e da virtuoso amore spirato, e consigliato dalla ragione, è
il più certo pegno ad avere felicità. Imperciocchè dagli obblighi che ingiunge l’ufficio di marito e di padre, nasce la benevolenza e l’umanità. E colui che si ritrova un’amorosa
moglie e un tenero figliuoletto che da lui solo aspettano sostentamento e soccorso, malagevolmente
sarà egli tratto dietro a falsi piaceri, e non si darà mai alla dissipazione ed all’infingardia. Un
padre che ha una nascente famiglia a far entrare in così reo secolo, si guarderà? per quanto è da
lui, di dar loro alcun tristo esempio, la cui pestilenza, come quella che dalla paterna autorità
fosse lor venuta, non avrebbe medicina, nè riparo. E così molti che rimanendo celibi avrebbero
menata lor vita senza vantaggio degli altri, in tanta malvagità di costumi e di vizi, si sono
renduti ragguardevoli membri della società, e aggiunsero a sì alto grado di moral perfezione, quanta
non avrebbero mai potuto acquistare per altra via. Il dispregio in che abbiamo i piaceri domestici,
è un segno evidente che l’età nostra è guasta, ed è altresì un manifesto argomento della tenebrosa
ignoranza in che ci troviamo rispetto al verace nostro bene. E così fatto dispregio è contrario non
meno alla ragione e al buon senso che ai principii della morale; perchè la generale esperienza di
tutti i tempi ha dimostro che l’uomo solamente in casa sua trova vera consolazione. L’affetto che
noi portiamo alle cose insensate che da molto tempo ci stanno intorno, è un argomento che la natura
ci ha formato alla domestica felicità; perchè nella casa paterna tutto ci aggrada; e ci ridice la
storia delle ore che in quella abbiamo passate, e tutto ci rinnuova la dipintura dei
sentimenti, dei trastulli e delle memorie dei primi dì nostri, e produce in noi certi pensieri, dai
quali con diletto ci lasciamo occupare. E se per avventura ne dimoriamo lontani, l’immaginazione vi
unisce l’idea della felicità che nella fanciullezza abbiamo ivi gustato, e più soave e più gradita
ce ne rende la rimembranza.
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Exemple
Innumerabili sono e differentissime tutte le dipinture dell’Iliade~k
che l’abbondante fantasia d’Omero vi ritrasse; ma niuna ve n’ha che tanto gli animi prenda, quanto
quella dipintura di famiglia nella quale è immaginato l’Addio d’Ettore e di Andromaca; il cui
piacere non solamente il cuor tocca, ma la mente ancora pasce ed avviva. Perocchè l’eroe per
diventare amabile, lascia d’esser terribile. Noi con meraviglia il veggiamo nel battaglievole campo,
quando è tutto armato e folgoreggiante; ma più assai ne piace, quando pone giù l’elmo, perchè al
piccolo suo figlioletto non dia paura il tremolare del crestato cimiero. E nel vero mentre che
intorno intorno si combattono le guerre, e l’ire incrudeliscono e si percuotono, quel dolce atto di
domestico amore ci riconforta ed allegra; ed è per noi un incantesimo il guardar quelle braccia che
dopo non guari tempo siano esercitate ad uccidere e ad esterminare i nemici, adoperarsi
a far vezzi al caro figlio in fra gli abbracciamenti dell’amor paterno.
Niveau 3
Exemple
E per certo Cicerone fu lo specchio dei buoni mariti e dei buoni
padri, avvegnachè fosse uno de’primi uomini del tempo antico. In mezzo alla gloria ond’era rivestito
ed incoronato, e della quale n’era egli debitore al suo ingegno ed alla sua virtù, scrive come per
lui niuna parte della vita e stata sì bella e gioconda, come quella ch’egli colla sua dolce
consorte, con la cara Tullietta e col suo diletto Cicerone ha vivuta.
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Exemple
Sento, diceva Eugenio, che il solo pensiero di casa mia è di un
allettamento soave e particolare. Certamente le persone colle quali abitiamo, ne accrescono la
dolcezza; ma eziandio senza esse quella passione che di sè ci mettono i luoghi e le cose della
città, della magione, della stanza ove alberghiamo, ha sopra di noi una forte e gran signoria. Uom
duro e corrotto assai dee esser colui il quale, tornando dopo un mese, può senza commovimento
l’uscio della sua casa riaprire, benchè non v’abbia amici e parenti che gli si rallegrino e gli
facciano festa. Quanto a me, io ne sono talmente intenerito e commosso, che quando rientro in casa e
nelle mie camere, soglio sedermi or qua or là presso alle cose, come se tanti amici miei mi fossero
intorno. Non è da negare che in questa maniera di sentire v’è forse un poco di malinconia; ma non è
malinconia che ingeneri noia e fastidio, e renda l’uomo nemico di società. Io vi discuopro al
contrario semi di benevolenza verso noi e verso gli altri; e dico verso noi stessi, perchè io estimo
che la pace e l’amistà che abbiamo col nostro cuor proprio, è la migliore disposizione e attitudine
alla virtù, siccome n’è un guiderdone il più accetto e il più caro. Seppe ben che si
far la natura, quando ci dispose ad amare anche le cose insensate. Da indi nasce la carità della
patria, e quei vincoli che ritengono gli abitanti delle più sventurate regioni contenti nei luoghi
alpestri e sterili della patria terra. Fra i popoli ben ordinati questo sentimento di casa mia è
d’alimento alle virtù utili della domestica vita, perch’esso è quello che contro ai piaceri della
dissolutezza e dell’intemperanza oppone lo schermo del riposato gioire, della sobrietà, della
parsimonia e dell’amore de’suoi; tutte qualità che quantunque non sembrino maravigliose, pur
contengono in sè la felicità di ciascun uomo e quella di tutta la società.