Tantae ne animis coelestibus irae?
Virg. En. 1. 15.
Alcuni Rabbini dicono, che il primo omicidio commesso, al mondo, venne da una disputa di Religione. Che che ne sia, se avessimo tutta la storia del zelo, dal tempo di Caino fino a nostri giorni, la vedremmo piena di tante tragiche scene, di tanti omicidj e di tante stragi, che un Uomo di senno starebbe assai occulato sopra un principio di questa natura.
Se ogni zelatore esaminasse bene la sua coscienza, non dubito sovente non ritrovasse, ciò che intitola zelo, non essere altra cosa, che Superbia, Interesse, o malignità. Un Uomo, che siegue delle opinioni differenti da un altro, s’innalza sopra di lui, nel proprio giudizio, e si crede molto più dotto per ogni verso. Questa immaginaria superiorità eccita la sua superbia, ed infiamma il suo zelo. Si essamini il principio e la condotta de’ Corifei delle nuove Riforme, si considerino le divisioni e subdivisioni de’ loro seguaci; e vedrassi, come in uno Specchio, che la superbia n’è stata e n’è di presente, la condottiera; assistita però sempre dall’interesse.
L’interesse, parimente, impegna un interesse più estensione dell’ordinario; e l’applicherò, sì allo spirituale, come al temporale. L’Uomo si compiace nel vedere, che sì aumenta il numero de’ suoi partiggiani, ogni Proselita è una specie di nuovo argomento, che stabilisce le sue massime. Conclude, che i suoi principj sono dimostrativi, e tanto meglio fondati, quanto li ritrova conformi alla ragione degli altri come alla propria. L’Atteo mostra tanto ardore nella propagazione dè suoi empj dogmi, quanto ne ha un vero ortodosso per la gloria di Dio: prova convincente, che vi puol’ essere molta illusione sul punto del Zelo; e che l’interesse vi ha sovente la sua parte.
Non è meno da temersi, che la Malignità si nasconda sotto le apparenze di Zelo. Alcuni ponno avere qualche malizia nel cuore, da loro assopita, e quasi affogata, con un principio di Religione; ma se questa malizia trova qualche pretesto per iscopiare, si che non lo giudichino incompatibile con i doveri d’un Cristiano, non ammette più termini, e si abbandona ad ogni sorta di eccesso. Così il zelo è un grande soccorso per uno spirito maligno, sot-
Dopo avere parlato de’ falsi Divoti pieni di zelo per la Religione, non posso, che rivolgere la mira contro una specie de’ mostri, che non si crederebbero possibili nel mondo, se di fatto non se ne vedessero molti, cioè i Zelatori per l’Atteismo. Se crederebbe, che questi gran Filosofi, benche assai di sotto, per ogni altro verso, a quelli che professano qualche Religione li sorpassassero almeno in questo, e che non dovessero il debole, di far comparire la sua origine, del solo desiderio di piacere a Dio. Ma non è che troppo vero, che cercano di stabilire il loro dogma empio, con tanta violenza, contesa, rabbia, furore, come se la salute del Genere umano ne dipendesse. Vi è qualche cosa di cosi ridicolo, e di cosi perverso in codesta specie di Zelanti, che non si sà a quale maniera appigliarsi per rappresentarli al naturale. Questa è una sorta di Giuocatori, che di continuo giano, e si dispettano, benche giuochino di niente. Stancano incessantemente i loro amici, per istrascinarli nel loro partito, benche confessino eglino stessi, che non vi è niente da guadagnare, nè per gli uni, nè per gli altri. In somma il Zelo per l’atteismo, è pìu assurdo, se gli è possibile dello stesso atteismo.
Gà che si tratta di questo impercet-