Habet natura, ut aliarum omnium rerum sic vivendi modum; senectus autem peractio aetatis est tanquam Fabulae: cujus defatigationem fugere debemus, praesertim adjuncta satietate.
c. 23.
È cosi improprio per un vecchio, dice l’oratore Romano, il desiderare la forza d’un Giovane, quanto a questi l’aspirare alla forza d’un Toro, o d’un Cavallo. Queste brame sono ugualmente opposte alla natura, che dovrebbe servire di guida in tutto ciò, che non è contrario alla giustizia, alle Leggi, ed alla Ragione. Benche ogni vecchio sia stato giovane, ed ogni giovane speri d’essere vecchio, pare vi sia una discordia inumana frà queste due stagioni della vita. Questa infelice mancanza di commercio nasce da una sciocca superbia, o da una focosità stravagante nella Gioventù; e da un avvilimento poco ragionevole, o da una compassione mal’intesa nella età avvanzata. Un Giovane, che non aspira se non alla virtù, ed un vecchio, che non ha veruna inclinazione alla dissolutezza, non sono punto interessati in questo discorso.
Il Giovinotto che stà sull’aria di Damerino ed il vecchio stolto, che brama le impertinenti qualità giovanili, saranno i soli oggetti del nostro dispregio. Confesso, che quest’ultimo termine è un poco avvanzato, ma in quale maniera si ponno trattare un Giovane stordi-
Che che ne sia, veggiamo ciò, che ha perduto col numero de’ suoi anni. Non è più in istato di soddisfare le Passioni della sua gioventù. Ma la Ragione, che non è stravolta, ha maggiore la forza. Un Vecchio nobile, che discorrea l’altro giorno n Ah’ che questo era un buon tempo; è vero, repplicò l’altro, ma non eramo allora, come oggi, in calma. Non dee essere poca soddisfazione, per noi l’avere passati nel nostro viaggio i grandi calori della Gioventù. La vita, massimamente ne’ Giovani dissoluti; è una Febbre; i piaceri, che vi si gustano, non sono che sogni d’un Febbricitante. Non è meno ridicolo il desiderare, che ritorni quella staggione di vita, di quello sarebbe in Uomo sano, l’avere rincrescimento, perche più non gode que’ magnifici Palagj, que’ viali incantati, e quelle Campagne fiorite che lo dilettavano, durante l’accesso e l’interrotto sonno d’una grave malattia.
Per questo riguarda i ragionevoli piaceri, soli degni della natura umana, che consistono nel godere un buon nome, il commercio di oneste persone, e la speranza d’un bene eterno, quanto più s’invecchiamo, siamo tanto più in istato di risentirne il contento. Se distinguiamo, in diversi atti, la nostra vita, al lume della Ragione, l’ultimo atto merita la preferenza. L’arricordarsi d’una Gioventù impiegata nella pratica delle virtù, dona all’anima un nobile e tranquillo piacere; e quelli, che hanno la disgrazia di non potere riflettere, con soddisfazione, sopra la loro vita passata, ponno almeno consolarsi, di non essere più esposti alle passate tentazioni, ed a’ passati pericoli di cadere nelle tesse pazzie, è molto a proposito Chi vuol essere vecchio per lungo tempo, dee incomminciare per tempo a doventarne. In fatti, se non ci spogliamo degli abiti cattivi, prima che la età ci renda incapaci di esercitarli, se ne avvediamo troppo tardi, e la passione resta nel cuore, benche non più in istato di soddisfarla.
Quel povero Soldato nell’Ospitale, che perdette un braccio, nelle ultime guerre di Levante, quando il freddo si fà pungete, prova tutte le mattine dolore nella estremità de’ suoi diti sepolti di la dal mare.
Il Desiderio di comparire nel mondo, e d’esservi applauditi, per qualità da niente, fà che i Giovani dispregino i vecchj, e che questi rasegnino con mala grazia le qualità della Gioventù. Questa è una generale confusione nell’uno, e nell’altro sesso. In vece di seguire la naturale destinazione delle nostre anime che dovrebbono scegliere, o disapprovare ciò, che la natura, e la ragione ci dettano, abbracciamo il disordine, e corriamo dietro à Fantasmi.
La età avvanzata, in una Persona virtuosa dell’uno, o dell’altro sesso, è accompagnata da una certa autorità, che la rende preferibile a tutti i piaceri della Gioventù. Se i rispetti, le somessioni, e le riverenze apportano qualche piacere a chi le riceve, la età avvanzata d’un virtuoso, non n’è mai