Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCLXXII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.5\272 (1729), S. NaN-119, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4842 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cclxxii.

Alli Ballerini, e Ballerine.

Zitat/Motto► Ed vera incessu patuit Dea.

Virg. AEneid. 1. 409. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Exemplum► Quando Enea l’Eroe di Virgilio si perdette nel Bosco, nè sapea in quale Paese si ritrovasse, se gli accosta una Dama, in abito da caccia, gli dimanda, se ha veduta passare per là una Giovane, com’ella, presso poco, vestita, occupata, ò dietro a qualche cacciaggione, ò a qualche altro esercizio nel Bosco, come fanno le Cacciatrici, l’Eroe le risponde, con tutto il rispetto dovuto allo splendore della sua Beltà, di non avere veduta la Persona ch’ella ricerca; indi protestandosi di venerarla, qual Dea, la priega di volere servire di Guida ad uno smarrito straniero. La di lei aria manifestò in lei qualche cosa sopra l’esser umano; ma benche fosse tale, il Poeta non la fà conoscere per la Dea della Bellezza, se non dopo aver ella fatti alcuni passi. In fatti allora si spiegano, in tutta la loro estesa, i vezzi d’una Persona graziosa, allora ciascu-[112]na parte, e ciascun tratto si distingue, con particolare maniera. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Da questo proviene, che io sono grande ammiratore del Ballo; quando sia onesto. Il fine dal Ballo è di rilevare la Bellezza, e renderla più gradita, e perciò le contorsioni, e le positure grotesche apportano più nausea, che piacere. Sì come nella Poesia vi sono de’ talenti gossi, e facchinosi, che si occupano a fabbricare Accrostici, ed Anagrammi, così ritrovansi de’ Ballerini, che pretendono saperne più di tutti, perche fanno straordinarj i lor salti. Questi meritano presso poco, il premio dato a colui, che avea appresa l’arte di gettare un grano di miglio, facendoio passare per lo foro d’un Ago. Ne venne regalato d’uno stajo, acciò potesse trattenersi in sì nobile esercizio. La maniera di Ballare su i nostri Teatri, è diffettuosissima nel proposito, nè sò concepire, come si lusinghino alcuni di piacere agli Spettatori colle positure, e contorsioni, dalle quali sarebbono tormentati eglino stessi se le facessero. Il famoso Ballerino Princietto potrebbe, in questo dare Lezioni migliori. In tutti i Balli, ch’egli inventa, ha sempre riguardo al Carattere di quelli, che debbono praticarli. Non cerca di piacere con improprj giri, ma con movimenti conformi al genio di quelli, che [113] rappresenta. A’ Contadini, e Facchini dà certe mosse, quali si accordano, colla loro grossolaggine, ò ch’eglino stessi piglierebbono, come graziose. In fatti ho veduti de’ suoi Balli, che potrebbono insinuare a Poeti Comici buffonesche idee. Sono piacciuti [sic] al gusto di certe Genti, che sono incapaci di conoscere d’onde venga la loro eccellenza, non per altro, se non perche sieguono la natura; la dove riescono loro dispiacevoli le contorsioni, senza che possano indovinarne la causa, e perche repugnano alla natura.

Quando si riflette sopra l’inesprimibile vantaggio, che si ritrova nel giugnere a qualche perfezione in questa arte, non si può, che grandemente meravigliarsi, nel vedere fino a quale punto venga trascurata. Metatextualität► La seguente lettera ha qualche cosa, nel proposito, di assai naturale, e perciò voglio quì regalarne li miei Leggitori. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Mio Signore.

Ebene 4► Exemplum► Io sono vedovo, nè ho che una Figlia, la quale da suoi primi anni, avea molta inclinazione a bagatellare. Per educarla, non potei darle, da principio, che una specie di Governatrice, la quale ebbe cura di accompagnarla, da [114] per tutto, e di vegliare sopra i suoi passi. Obbligato ad essere sovente fuori per miei affari, intesi da’ miei vicini, che la nostra Serva, in mia assensa, ammette i servidori Giovani del vicinato, a divertirsi in Casa, mentre mia Figlia si applicava a trastullarsi, e correre per la contrada. Io stesso la sorpresi, una volta, quando era in età di undici anni, mentre giuocava alla fossetta, con altri Fanciulli. Questo mi fè risolvere a metterla in una buona Accademia, e di accompagnarla con una Giovanetta molto assennata, per la quale volli pagar la dozzena sul medesimo piè di mia Figlia, perche avesse una fedele Amica. Non m’informai di lei, se non di tempo in tempo; mi bastava sapere, che si portava bene, e ch’era al coperto di que’ pericoli, ai quali la gioventù è per ordinario esposta. Dopo molte istanze, fui, ultimamente, impegnato, d’intervenire ad uno de’ loro Balli. Non vi saprei esprimere il turbamento del mio cuore, quando vidi mia Figlia levarsi dal suo luogo per ballare, quale avea quindici anni. Non avevo provato, in mia vita, simile inquietezza, nè credo potesse essere maggiore, se avessi arrischiato di perdere tutto ciò, che possiedo al mondo: In tanto mia Figlia si avvanzò, coll’aria più graziosa, e più [115] modesta, che avessi mai veduta; e gettando sopra di me una rispettosa occhiata, come se mi temesse più d’ogn’altra persona dell’adunanza, ed io le feci un segno colla testa, che parve l’assicurasse. Allora la mia, una volta Scioccarella, divenuta oggi una delle più graziose del bel Sesso, pigliò un aria di Maestra, che ispirava il più sommesso rispetto. Quando si voltò verso di me, e mi vide rapito in estasi, le fuggì il più gentile sorriso del mondo, e la osservai, in tutti li suoi movimenti, piena di gioja, nel vedere suo Padre contento. Mio Signore potete rappresentarvi da voi stesso, meglio di quello ch’io sapessi dirveli, tutti li differenti aspetti d’una Giovane, che balla, e che spiega tutte le sue bellezze, colla mira sovra tutto, di piacere a quello, che l’ha posta al mondo. Nò, non credo, che l’Amante di mia Figlia possa mai sentire la metà del piacere, che io gustai in quel giorno. Non mi sarebbe mai venuto in mente, che un Arte, la quale mi era sempre parsa ridicola, e dispregievole in se stessa, avesse potuto innalzare quelli, che la esercitano ad una perfezione sì grande. Non vi è alcun metodo certamente, che si avvicini a questo per dare alle Giovani un sentimento di ciò, che vagliono, e della loro dignità. Per quello riguar-[116]da certe Ballerine, d’insipida gajosità, e sfacciate; e questo più tosto viene dal loro cattivo naturale, che per difetto dell’Arte. Confesso che mia Figlia ha guadagnata la mia stima per la maniera, con cui balla; e che ho tanta considerazione per lei, quanta ne abbi avuta per sua Madre, già che ha ereditate quelle buone qualità, che le brillavano sul volto, mentre ballava. Egli è certo, benche lo dica io stesso, che in un quarto d’ora ella fè comparire i principj d’una Vergine modesta, d’una tenere Sposa, d’una generosa Zia, d’una buona Madre, e d’una indulgente Padrona. ◀Exemplum ◀Ebene 4 Così non tralascierò mezzo veruno di procurarle uno Sposo, che sia degno di lei. Voi mi avete levato d’abbaglio, ed ammiro, con voi, un Arte, sopra la quale avevo creduto burlaste, in raccomandarne la pratica. Debbo pure, giovedì prossimo, dare un Ballo per mia Figlia, e se vi degnaste intervenirvi, la vedreste a ballare, ò ballereste voi stesso con lei, che lo riceverebbe a grande onore. Sono & c. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 4

E’ qualche tempo, che ho parlato di un Trattato, in proposito del ballo, che dee, per quanto intendo, in breve, escire alle stampe. La mia Tesi vi sarà posta in tutta la sua evidenza. E sono convinto, dopo averlo letto, che se [117] quest’ Arte venisse assoggettita a certe regole, sarebbe una strada mecanica [sic] d’ispirare, con dolcezza, una buona educazione, ed anche d’imprimere la virtù in certe anime, che non la riceverebbono da verun altro metodo ordinario.

Ebene 3► Exemplum► Chi vedesse ballare Marianna, mi comprometto, per quanto fosse inclinato alla sensualità, che non formerebbe verun reo pensiero verso di lei, anzi, all’opposto, ne rimarrebbe pieno di stima, e di rispetto. Fui, la settimana passata, nel Gabinetto d’una Dama, dove vidi una grande Bamboccia, ch’ella adornava, in cento differenti maniere, per mostrare, ciò, che la varietà degli ornamenti, è capace di produrre sul medesimo volto. Il Ballo produce un effetto, che non è meno maraviglioso nella Persona di Marianna. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Ebene 3► Exemplum► Cloe è molto gentile, ma non è gran cosa meno Scioccarella. Ella ha buon orecchio, e ben posto il taglio, ma la innocente sorride tanto fuori di proposito, e cerca di piacere, con sì ridicola affettazione, che vi si osserva la bambolaggine, dal capo fino ai pie, quando balla. Dovete sapere, che per quanto sia quest’Arte commune, mai nessuno è stato buono Ballerino, che nonabbi [sic] avuto buon senno. Se questa massima è vera, lascio a’ miei Leggitori il giudicare, quale idea debbano avere di quegl’ im-[118]pertinenti, che volteggiano, che cappriolano, che gambettano, che ciurlano, e fanno mille pericolosi salti, ò piegature più adattate agli irragionevoli, che agli Uomini, in vece di appigliarsi, con perfezione, a ciò, che la sola figura umana è capace di eseguire. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Parerà forse strano, che un Filosofo, come son io, il quale mostra di non fare stima se non della virtù, raccommandi, con tanta premura, ciò che dalle Persone più assennate viene trattato da Bagatella. Ma con buona pace, di codesti Saggi, io credo non abbino ben esaminata la facenda, e perciò si riducano a biasimarla. Debbo in oltre, per mia giustificazione aggiugnere, che io cerco di condurre al servigio dell’onore, e della virtù tutto ciò che si ritrova nella natura capace di apportarci qualche innocente piacere. Forse non sarebbe difficile il provare, che il vizio tende per se stesso a distruggere il piacere, e la virtù da se medesima, vi ci porta. Quando volessimo limitarci a soli regolari piaceri nel godere i beni di questo mondo, questa verità non avrebbe necessità di prove. Tutti la sentirebbono; e ciascheduno ritroverebbe, che vi è uno stretto vincolo frà tutte le cose veramente belle, e degne di lode, principiando dal più elevato senti-[119]mento dell’anima, fino al gesto più indifferente del corpo. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1