Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCXXIV", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.6\324 (1730), S. NaN-96, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4752 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cccxxiv.

Alli Faceti sopra il nome di Bianco.

A quelli che danno ne’ trasporti,
per altro di buon naturale.

Zitat/Motto► Magni nominis umbra.

Lucan. Lib. I. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Metatextualität► Voglio quivi communicare al pubblico due Lettere assai curiose; la prima mi viene da una specie di fantasma, che si puole dire non abbia mai scritto a chi che sia nel mondo. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Filosofo.

Ebene 4► Selbstportrait► Io discendo dall’antica Famiglia Bianchi, nome assai noto presso le Genti dedite agli affari. Si legge sempre in que’ piccioli spazi vuoti d’uno scritto, che perciò appunto si chiama spazio in bianco, ed appartengono al diritto del-[90]la nostra Famiglia. Così io mi considero, come Signore d’ un Feudo, che a diritto di pretendere tutte le terre deserte, che non hanno Proprietario. Sono prossimo parente del Signor Tale, e del Sig. Tale, che si dicono venuti qui in occasione delle guerre. Si parla più spesso di me ne’ politici Congressi, che di qualsivoglia altra Persona. Il mio nome si scrive, ò più tosto non si scrive … così.

Io posso mettere mano in tutto, e comparire sotto ogni sorta di Figure. Posso diventare Uomo, Donna, ò Fanciullo. Vengo, alle volte, Metamorfizato in un Millesimo, in un giorno del mese, ò in un’ora del giorno. Rapresento [sic] ben sovente il valore d' una ’buona somma, e sono per ordinario impiegato nel primo sussidio, che si destina per i Prencipi. Ho servito, di tempo in tempo, in luogo di molte migliaja di soldati, e d’ innumerabili attrecci militari.

Con tutto ciò, Signore, o motivo di lagnarmi d’ una cosa, cioè [91] che io non venga impiegato, se non in certe premurose occasioni; e che appena ritrovata una persona propria a riempire il mio posto, vi si mette subito, in mio pregiudizio. ◀Selbstportrait ◀Ebene 4

Se mai siete stato all’Opera, prima ce si apra la Scena, avrete veduta la maggior parte de’ Palchetti d’intorno al Teatro, occupati da persone della mia Famiglia, ce si ritirarano subito, e cedono il luogo a quelli, per i quali erano riservati.

“Ma le più illustri Famiglie de’ Bianchi, sono quelle, ce si collocano ne’ posti più ellevati, fino ce si ritrovino persone di maggiore conseguenza, per occuparli. Ve n’è una di questo Ceppo capace d’ogni sorta di impiego. Puole servire, abbisognando, di ufficiale militare, di ministro di Stato, di Governatore, di tutto ciò, ce vi piace. Ne o conosciuti molti del mio nome, che si ponno dire nati sotto felice pianeta; arrichirsi, comparire [92] nel mondo, ed essere in gran credito, prima, ce certi Signori di sfera potessero convenire frà di loro, che debba pretendere il loro posto. Mi sovviene pure di uno, il quale godette sì lungo tempo certo luogo vacante, ò che almeno si dee considerare come tale quando rimane occupato da un Bianco; che diventò troppo fiero per essere scavalcato.

“Del resto, già che vengo ritrovato sì comodo, e sì utile in tuti li ben’ ordinati governi, vi priego di rifflettere al mio stato, e di non permettere, che più lungo tempo, venga abbusata la mia pazienza, e che non sia impiegato ad ogni tratto nel riempiere un vuoto. Questo abbuso senza burlare, non puole se non cagionarmi delle opilazioni, e rendermi assai pallido. Che che ne sia, mi raccomando alla vostra protezzione, e sono con tutto il rispetto &c.

Il Bianco
P.S.

[93] P.S. “Vi mando quivi ingionto un Formolario, fatto da un Procuratore di Campagna, per due Gentiluomini, de’ quali non sapeva il nome, né questi anno giudicato a proposito di communicargli l’affare sopra di cui transigeano. Lo chiama egli stesso un Atto in Bianco, e l’ha letto in mia presenza nelle seguente maniera che vi farà, via più, vedere di quale utilità io sia nel mondo.

Ebene 4► Zitat/Motto► Io sottoscritto Nobile abbitante della Città di nelle Contea di, confesso d’ essere debitore della somma di al Signor per avermi procurate le seguenti cose e prometto al detto Signor di pagargli la detta Somma di alli del mese di prossimo, in piena di ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4 ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Aspettando di poter esaminare il caso di questa chimerica Persona, [94] porrò qui l’altra Lettera, che pare venga da una Dama composta di carne, e d’ossa, come tutte le altre della sua specie. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Filosofo.

Ebene 4► Fremdportrait► “Io sono moglie d’un assai onesto Gentiluomo di buonissimo naturale, ma soggetto ad eccessivi trasporti. Bisogna che tutto ceda dinanzi a lui quando egli è in collera; per altro subito, che gli è passata, riesce del miglior umore si possa ritrovare. Quando gli si accende la bile, rompe tuta la porcelana, che gli viene alla mano, ed il giorno seguente me ne compra il dupplicato. Posso dire, senza iperbole, che dopo il nostro matrimonio, me ne a rotte, per tanto valore, che servirebbe di Patrimonio ad’ uno de’ nostri Figli.

“Subito, ce incomincia ad infastidirsi, quanto si ritrova a portata della sua Canna d’ In-[95]dia, rimane roversciato per terra. Avevo da lui, una volta, ottenuta la parola, ce non darebbe più in trasporti; ma niente vi guadagnai. Ebene 5► Exemplum► Un giorno vedendomi fare qualche cosa, che gli dispiaceva, roverciò, con un Calcio, una grande scona, che, non era una settimana, aveva pagata dodici doppie. Posi allora tutti gli framenti ascieme, gli diedi il suo bastone, e pregai, che andando in collera, si sfogasse contro quella Porcellana già rotta. Ma nel giorno vegnente all’ udire una commissione di poco suo genio, che diedi ad un domestico, diventò sì furioso, che gettò in terra una dozzina di tazze da Thè, ce si ritrovano in sito esposto ad un colpo di roverscio.

Dopo feci portare tutta la mia Porcellana in una camera, dove non praticava, ma questa precauzione non fù di gran giovamente, avvegnache, i miei Specchi se n’ andarono in mille pezzi. ◀Exemplum ◀Ebene 5

[96] Tutte le volte in somma, ce va in collera, se la piglia contro tutto ciò, che è fragile, e se non ritrovasse niente, sopra di che sfogare la sua bile, non sò se le mie ossa fossero sicure. Vi scongiuro dunque, mio caro Signore, dirmi se vi è qualche rimedio per malattia sì strana, e se non ve n’ è, abbiate la bontà di pubblicare questa Lettera. Il mio Sposo, che assai stima i vostri scritti, e li legge con molto piacere, vedrà almeno, con questo, che disapprovate la sua condotta. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4 ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1