Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCXLVII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\247 (1728), S. 320-325, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4587 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione ccxlvii.

Alli Scrittori di novità.

Zitat/Motto► Occupet extremum scabies,

Hor. A. P. v. 417. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► E’ Segno manifesto di pessimo cuore l’essere inclinato alla maldicenza. Non fa piacere a chi è di nacurale sincero. Proviene sempre dal trascurare ciò, che è degno di stima, e dall’ infastidirsi, nel vederlo in altri. Se questo non fosse, come potrebbono la virtù, e la Beltà irritare un maldicente a segno di non poter soffrire, che se ne parli, senza vibrare strali, che l’abbattono, o la oscurano?

Ebene 3► Exemplum► L’altro giorno in una visita, certa Dama venne bruttamente attaccata da un’altra, il di cui carattere non avea troppo buono odore. Ella sostenne, con assai calma le ingiurie, e rispondea. Mia buona Dama: Sparagnatemi, se vi piace; non posso starvi a fronte: Io non dico male d’alcuno, nè sono avezza udirne dire contro di me. ◀Exemplum ◀Ebene 3 I deboli di spirito credono, che la riputazione consista, nel numero de’ voti, che nella Folla ottengono a loro favore; ma è inseparabile dalle virtuose azioni. Siegue naturalmente il me-[321]rito, come s’ombra il corpo; quando siete attorniato dalla Folla questa ombra non si discerne, ma quando la Folla da voi s’allontana, la ombra comparisce di nuovo. Gli accidiosi, gli oziosi, e gli Altieri sono quelli, che più amano i deboli raconti, che si fanno per la Città contro il terzo, è l quarto. Vi è pure una infinità di Persone troppo accidiose per escire di Casa, e di troppo cattivo naturale per aprire le bocca nelle Conversazioni, se non venissero animati dal piacere di mormorare. Rimasi, l’altro giorno assai divertito Ebene 3► Exemplum► nell’osservare una Dama, che leggea una lettera ricevuta in quel punto; Vi ritrovò le seguenti parole. Con tutta la sua grand’ aria, il Sig. N. ha intese certe cose, che l’hanno indotto a rompere il matrimonio. Non passò più avanti, e subito commandò si attaccassero i Cavalli alla Carozza. Che una Giovane di merito avesse perduto il di lei buono stabilimento, era nuova di troppo grande conseguenza, per aspettare, che un'altra avesse il piacere maligno, di avisarne la prima, la sua Rivale, e le di lei invidiose. ◀Exemplum ◀Ebene 3 L’ Avversione nel ricevere le vantaggiose relazioni, non è meno inseparabile dal maldicente, di quello sia la prontezza nel divolgare le cattive. Si puole concepire niente di più indegno, e vile del compiacersi di ciò, che dovrebbe cagionare dolore? un naturale di questa tempra riescirà sempre [322] odioso alle Anime nobili, e ben nate. Il soldato Persiano, che inveiva contro Alessandro, il Grande, venne, con giustizia, rimproverato da un ufficiale, che gli disse. Sei pagato per combattere Alessandro, non per mormorare di lui.

Cicerone, in uno de’ suoi Placiti, rilevando quelli, che calunniavano il di lui partito: disse: Ebene 3► Zitat/Motto► Trà quelli, che hanno ajutato a spandere certi falsi rumori, ve ne sono molti che hanno abbracciato l’avversario Parcito; ve ne sono molti dichiarati nemici di quello, che io difendo; ve ne sono molti che naturalmente inclinano alla calunnia, nè ponno tollerare si dica bene d’ alcuno. Non vi è cosa più leggera della maldicenza; cosa, che con maggiore facilità si avvanzi; cosa che sia ricevuta con tanta soddisfazione; cosa che sì universalmente si spanda. Se qualcheduno di que’ disavantaggiosi rumori è fondato, non intendo, che ne divertiate la vista, o lo estenuiate; ma se viene avvanzata qualche cosa di tale natura, senza che alcuno possa dire da chi l’ha intesa; o se chi l’attesta, l’ha ricevuta da un altro, di cui non gli sovviene il nome, e l’ha creduto sì poco degno di sede, che non ha giudicato a proposito l’ arriccordarsene; non dubito, che simili Testimonianze, non vi compariscono, troppo frivole, per riceverle in pregiudizio dell’ onore, e della innocenza del vostro Compatrioto. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3 Quando un cattivo rumore, viene seguito alla sua traccia per accetarsene si per-[323]de sovente, frà queste specie di Genj, che ci vengono dall’ Oratore dipinti. Non è per tanto indegna, e vile debolezza il turbarsi di ciò, che viene sparso frà la Gente di tale Carattere.

Ebene 3► Fremdportrait► Una considerabile Città, particolarmente famosa per le insolenze, e per le divisioni, che regnavano fra suoi abbitanti si è finalmente ridotta per concerto delle principali Famiglie ad essigliare la maldicenza, la Invidia, la malizia, e tutte le false insinuazioni, dalle quali venia lacerata. Vivono in oggi que’ Cittadini con si buona intelligenza, che non pensano se non a divertirsi, in occasione di una vecchia, e fastidiosa Dama, che si chiama la Contessa Bessona. Questa Eronia, da molti anni, ha superate tutte le più brave Ciarlere, che hanno fatto spicco in quella Patria, sia nelle invenzioni, sia nella facilità di esprimersi, ò pur anche nella malignità! Ella è di temperamento robusto, e vigoroso, benche principj à mancarle la vista, e patisca debolezza di gambe. Perciò da una parte più attenta, e dall’ altra obbligata a custodire la Casa, la sua Camera è diventata il ricettacolo di quanto accade, sia di bene, o di male nella Città; con questa differenza, che la di lei memoria è assai più fedele nel rattenere il male. Gode in oltre la prerogativa ordinaria de’ vecchj, d’arricordarsi, cioè più di ciò, che ha imparato [324] in gioventù di quello è accaduto da pochi anni. Ha finalmente il coraggio di non amare veruno, e di odiare tutto il mondo. Pasquino non serve per la metà si bene; a scuoprire la malizia de’particolari in Roma, come questa vecchia ivi contribuisce à farla sventare. Ella non conosce un solo Autore di tutto ciò le viene riferito; benche possa repplicarlo parola per parola, e così mettere in giuoco tutta la Città senza offenderne gli abbitanti. Ella è di umore sì inquieto, e sì torbido, che sgrida tutti quelli, che le stanno d’ intorno; è sorpresa alle volte da qualche impeto di rabbia, vuole in subito cambiare di Casa. Per soddisfarla la fanno girare d’ intorno a quella, in cui dimora; e le persone, presso le quali dee andare d’ intelligenza colle altre, si ritrovano pronte a riceverla nella sua medesima stanza. A certo accordato tempo, la Padrona presso di cui si crede alloggiata, viene istruita a disgustarsi con essa lei, il che riesce facile, giusta la sua antica usanza, e quando si vuole perfezionare la burla, si stuzica a segno, che risolve, sù due piè di passare ad altra Famiglia, Così è stata in tutte le Case della Città, senza esser quasi escita dalla propria stanza; e tutte le cose che ciascheduno, nel proposito, le dice per ingannarla, la rendono il tapeto della generale astuzia, e la pub-[325]blica novellista di tutte le maldicenze, colle quali una Donna puole intaccare la riputazione d’ un'altra. Da questo ne nasce, che tutti li cattivi racconti svaniscono, ed alle volte rimane, anche qualche verità affogata. Quando si vuole screditare qualche voce di mal’ odore, basta dire: Oh! Questo si ritrova nelle memorie della Contessa Beffona

Chi riceve svantaggiose impressioni d’ un altro senza esame, non merita sede maggiore della Contessa Beffona, la quale non puole giudicare di ciò le viene riferito se non coll’ orecchio, che sovente la inganna. Vi sono persone maldicenti, le quali sospendono l’uso delle facoltà perdute dall’ accennata Contessa, in vece d’ impiegarle nel rendere al loro Prossimo la dovuta giustizia. ◀Fremdportrait ◀Ebene 3 Mi tengo obbligato d’ avisare il bel Sesso, che quasi in tutte le Famiglie della Città, vi è qualche volontaria Contessa Beffona. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1