Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCXVI", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\216 (1728), S. 143-147, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4556 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione ccxv. (sic!)

Alle Persone dispiacevoli nelle Conversazioni.

Zitat/Motto► Cum tristibus severè, cum remissis jucundè, cum senibus graviter, cum juventute comiter vivere.

Cic. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► CIcerone dipinge Catilina col dire Ebene 3► Zitat/Motto► ch’era cogli afflitti mesto, cogli allegri gioviale; coi vecchj grave, e coi Giovani grazioso: ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3fin quì forma parte d’un Carattere vizioso, che io non riferisco se non per quello si accorda colle regole della Giustizia, e dell’onore: Aggiogne Ebene 3► Zitat/Motto► ch’era ardito co’ malvaggj, e lascivo co’ dissoluti. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3 Ma io non abbado a codesti tratti, mentre non ho in mira se non compiacenza onesta che rende un Uomo di buona Conversazione, e non quella d’un Uomo di soliti affari, e di ambiziosi progetti. La pieghevolezza di animo, che si accomoda all’umore di tutti non puol’essere gradita quando non venga dal naturale; se si affetta per distinguersi riesce la più inutile, e la più indecente prostituzione, che si possa mai concepire. Fare un Personaggio, che non è naturale col solo fine di attraersi gli eloggi da quelli che non hanno discer-[144]nimento e il più spregevole disegno si possa formare. Per doventare la gioja degli altri, o per non interrompere i loro divertimenti bisogna compiacersi, di buon cuore, con loro. Vi è niente di più nojoso del vedere molte persone, che dovrebbono starsene sole, cercare di continuo compagnia. Quelli che meno riflettono, sono i più inclinati ad inferiori simili noie, starebbono molto meglio starsene ritirati ad annoiarsi da se in vece d’infastidire gli altri per doventare di buon umore. Non già che non si debba scarricarre ad un Amico il proprio cuore in qualche imbarazzo o in una grave afflizione. voglio solamente dire, che dobbiamo essere disposti di accomodarsi al tenore della compagnia, o totalmente bandirsene, è proprio, senza dubio d’un temperamento felice il poter vivere con tutte le sorte di umori. Questo mostra un animo disposto a ricevere tutto ciò, che piace agli altri, senza sposare le sue idee.

Ebene 3► Fremdportrait► Mi piace perciò il Carattere di Acasto Lo ritrovate nelle Conversazioni de’ saggi, degli insolenti, de Buffoni, de begl’ingegni, e delle Persone gravi, benche non abbi in se stesso cosa che lo possa rendere, in particolare, grato ad alcuno degli accennati; ma possiede naturalmente un buon senno, un buon cuore, ed è prudente in maniera che ciascheduno può far valere il [145] proprio talento presso di lui, e perciò senza quasi mai contribuire alla conversazione, non è mai stato in qualche luogo una volta, dove non sia il ben venuto anche un'altra. Si puol’anche dire, che un Uomo, che hà spirito, e sapere, in vece d’essere gradito, doventerà incommodo alla maggior parte degli altri, quando non abbi le buone qualità di Accasto. ◀Fremdportrait ◀Ebene 3 Le persone di talento si lusingano di essere grati perche si lusingano d’essere tali; e perciò doventano la più sciocca compagnia del mondo, si beffano degli assenti, scherniscono, con disobbligante maniera i presenti, senza riflettere, che il pizzicare, o stuzzicare una Persona fino à farle perdere la tramontana; o l’attacarla elle sola, e cosi distinguerla dalle altre, è un egualmente offenderla.

Il più sicuro mezzo di rendersi alle Persone gradito, è il mostrare di compiacersi della loro compagnia, e più tosto essere a parte del loro trattenimento, che volerne somministrare egli stesso. Un Uomo di questa tempra non è, per verità, ciò che, d’ordinario, s’intitola buon Compagno; egli è però tale nel suo fondo. In tutto ciò che dice, o fà, ha qualche cosa di amabile, che gli guadagna i cuori più di quello farebbono i più vivi scherzi d’ingegno, o le meglio condite buffonerie. La debolezza della età in una [146] Persona di questo Carattere, ha un non so che di simplicità naturale, che dee attrarle del rispetto, quando anche non fosse gran cosa degna di stima. La prosunzione de’ Giovani, che nasce dalla vivacità, e non dalla insolenza, merita qualche compatimento. L’uomo formato dalla natura per essere grato nelle Compagnie, rende ciò ch’è dovuto à ciascheduno, estenua i loro diffetti, fà lodare le buone qualità, e mostra di ricevere legge dagli altri, e non di volerla loro prefiggere. Che si dee, per tanto, giudicare di quelli, che senza riguardo à ciò che si discorre nella Compagnia dove arrivano, pigliano l’aria di messaggiero, e diffusamente raccontano ciò che hanno veduto, o udito, come se fossero stati spediti a posta per informarsene? quelli che si addunano per divertirsi non sanno perdonare ad uno nuovamente sopragionto, che tuona colla voce, che rompe loro la testa colle sue avventure, e chiude a tutti la bocca. Se costui viene dal mercato vi irà, vogliate, ò non vogliate tutto ciò che si denduto (sic!), o comprato in quella mattina, con vutte (sic!) le circostanze de’ seguiti contratti; e benche trattiate di più rilevante soggetto, un Giovane Goffo o verrà dall’altra parte della Città, vi si porrà sedere vicino, per dirvi che la tale Dama da lui visitata di fresco è molto vezzosa, confidandovi ciò che ha passato con lei. [147] Cicerone nel 2. Libro dell’Orat. dice, Ebene 3► Zitat/Motto► “che si ponno insegnare tutte le cose fuori che l’arte d’essere faceto, venendo inserito dalla natura senza bisogno di scuola. Non è così del Carattere di cui parlo;” ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3 si ponno benissimo acquistare tutte le creanze della vitacivile. Ma quello non sò che, che piace a tutto il mondo, che è sempre di staggione, e che in ogni minima azione risplende; egli è un talento della natura. Non corre de precetti, che si dassero sopra la buona creanza come delle Regole sopra la Poesia: che si ponno bene, per quanto si dice, prevenire i cattivi Poeti, ma non se ne può fare un buono. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1