Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCXIII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\213 (1728), S. 126-131, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4553 [aufgerufen am: ].


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Lezione ccxiii.

A quelli, che studiano di non farsi intendere.

Zitat/Motto► Scire tuum nihil est, nisi te scire hoc sciat alter.

Pers. Sat. I. 27. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► MI è sempre comparsa strana la massima sostenuta qualche volta dentro le scuole, e spiegata in antico verso latino che dice. Si sciat hoc alter, Scire tuum nihil est. Se un altro sà ciò che tu sai il tuo sapere è nulla. Non vi è più sensibile piacere per un buon naturale, del [127] poter soddisfare, o illuminare la mente degli altri. Potrei aggiognere, che questo esercizio è naturalmente seguito dalla sua mercede; è quasi impossibile, che chi lo pratica non riporti qualche vantaggio. La lettura de’ Libri, e le occorrenze della vita ci somministrano, tutti i giorni, materia di pensare, e di riflettere. Ci è naturalissimo il desiderare, che i nostri pensieri sieno vestiti di parole, senza le quali ci riesce difficile d’averne noi stessi una chiara e distinta idea. Quando vengono così espressi, non vi è niente, che meglio discuopra se sono giusti, o falsi, quanto l’effetto, che producono nell’altrui mente.

Mi lusingo d’avere, nel corso delle mie Speculazioni, trattati diversi soggetti ed avvanzate molte massime circa la vita civile, incognite al grosso de’ miei Leggitori, o almeno che il poco numero di quelli, che ne aveano qualche idea, le custodissero come tanti segreti riserbati à proprio uso senza la intenzione di communicargli al Pubblico.

Ciò che mi conferma in questa opinione sono molte Lettere de’ miei corrispondenti, che mi rimproverano d’avere gettata la scienza alla indiscretezza del volgo, e di averne fatta, come si esprimono, una pubblica Prostituta. Un’altro mi accusa, che ho esposti i Secreti della Prudenza, ed i risalti della Politica agli occhi di tutto il Mondo.

[128] La bassezza di animo, che si vede in queste Lettere, rende tanto meno stupore quanto è comparsa in tutti i secoli. Ebene 3► Exemplum► Abbiamo per anco una Lettera, che Alesandro il Grande scrisse al suo Precettore Aristotile, sopra l’avere questo Filosofo pubblicate alcune delle sue Opere. Alessandro si lagna perche avea fatto conoscere à tutto il mondo, ciò che gli avea insegnato in particolare, e conclude: Che vorrebbe più tosto superare il rimanente degli Uomini in sapere, che i Possanza Lovesa di Padilla Contessa d’Aranda Donna di gran sapere. Si dolse che il famoso Graziano avesse pubblicato il suo Trattato del Prudente, perche avea spiegate agli occhi del volgo quelle massime, che deveano riserbarsi alla notizia de’ Grandi. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Molti ritrovano tanta sodezza in queste obiezioni, che per giustificare gli Autori citati, pretendono ch’eglino abbino affettato uno stile oscuro, affinche le loro opere on fossero intese, che da poche Persone.

Perseo il Poeta Satirico affettava la oscurità per altro motivo; ed un Autore moderno ne rimane sì poco soddisfatto, che scrivendo ad’un Amico, dice Voi mi di dite di non sapere decidere se Perseo sia buono, o cattivo Poeta, perche noll’intendete. Ed io sostengo, che, appunto per questo, non è buono Poeta. In fatti come si puole formare giudizio di ciò che non si capisce.

[129] Che che ne sia, quest’arte di scrivere con in intelligibile maniere si è molto avvanzata anche in molti Autori moderni.

Dopo avere osservata, la universale inclinazione degli Uomini di furegare in un Secreto, e la riputazione acquistata da molti al favore di termini oscuri, e di frasi imbrogliate, sono fino gionti, per rendersi anche più astrusi, a scrivere senza veruna idea. Quest’arte, nella maniera che viene oggidì praticata da una infinità di celebri Autori, consiste nel gettare, a caso, certo numero di parole che formano diversi Periodi; e lasciare al Leggitore curioso il rompimento di capo, nel penetrarne il senso.

Gli Egizj, che impiegavano de Geroglifici per esprimere varie cose, ne hanno rappresentato uno, che rattiene la propria scienza, e le proprie scuoperte dentro se stesso, sotto la figura d’una Lanterna sorda chiusa da tutte le parti, la quale benche illuminata al di dentro, non tramanda punto di luce a quelli, che la rimirano. Per me, disposto a communicare, di tempo in tempo, al Pubblico tutto ciò, che mi parerà degno di stima, vorrei piu tosto essere paragonato ad una Lampana che si consuma, ed arde per lo vantaggio di tutti li passaggeri.

Terminerò questo Foglio colla storia della Tomba in cui Rosa Croce stava sepolto. [130] Non vi è chi non sappia, che questo Alchimista avea fondata la setta della Rosa Croce, e che i suoi Discepoli aspiravano sempre à nuove scuoperte col dissegno di mai communicarle al rimanente degli Uomini.

Ebene 3► Allgemeine Erzählung► “Certa Persona ch’ebbe occasione di cavare un poco all’ingiù nel luogo dove questo Filosofo era sepolto, vi ritrovò una Porticella fiancata, alla destra, ed alla sinistra da una muraglia.

La curiosità naturale, e la speranza di qualche Tesoro, la obbligarono a sfondare la porta. Sorpreso subito da un lampo di luce, scuoprì un bellissimo volto, nel di cui fondo vi era la figura d’un Uomo Armato, affiso ad’una Tavola, sopra di cui stava col capo appoggiato sul braccio sinistro.

Tenea un tronco di Asta nella destra, ed avea una Lampana accesa dinanzi a lui. Subito, che il curioso ebbe fatto un passo dentro la stanza, la statua si levò, e si tienne in piè: quando n’ebbe fatto un altro passo, alzò la mano, che tenea il tronco; ed allorche venne al terzo, diè un terribile colpe, che ruppe in mille pezzi la Lampana, e lasciò fra le tenebre lo spaventato curioso.

All’udire di tale Avventura, il Popolo della Campagna si portò con Torce o, Lanterne accese alla Tomba, è si scuoprì che statua di Bronzo, [131] non era altro che una specie di Orologgio, che il Pavimento della stanza era formato di mobil asse, e che di sotto vi erano varie fuste, le quali a misura, che vi si caminava di sopra produceano gli effetti, ora descritti.” ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3

Il Rosa Croce, per quanto riferiscono i suoi Discepoli, avea posta questa invenzione in uso, per far vedere al mondo, ch’egli avea ritrovato il segreto delle inestinguibili Lampane degli antichi, per impedire, che se ne approffitassero altri. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1