Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCLXII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\362 (1730), S. 56-66, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4328 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione CCCLXII.

Alle Giovani, che si lasciano sedurre.

Zitat/Motto► Perside, sed duris genuit te cautibus horrens
Caucasus, Hyrcaneque admorunt ubera Tigres.

Virg. En. L. 6. 366.2.4. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Metatextualität► PRonto a lasciare ogni cosa subito, che si tratta di prestare il minimo servigio alle Persone di merito particolarmente infelici, voglio quì pubblicare la seguente Lettera, che mi capita alla mano. E sì gentilmente formata, che non le o cambiata una sola parola. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Filosofo.

Ebene 4► Selbstportrait► Mi lusingo, che non solamente avrete compassione dell’infelice, e doloroso stato in cui sono, con mol-[57]te altre del mio sesso caduta, ma che cercherete in oltre di rimediarvi. Confido pure, che non ne rimarrete offeso, nè crederete, che il mio fine sia di giustificare la mia colpevole imprudenza, ò d’impegnarvi alle mie discolpe. Non vi è niente più lontano dal mio pensiero. Sò troppo bene, che in alcune delle vostre Lezioni avete con molta efficacia censurate le Persone ree di tali trascorsi. Non avevo appena sedici anni, ed ero, se mi è permesso il dirlo, nel fiore della mia bellezza, quando un Perfido, maledetto, e vile, venne a corteggiarmi, e sotto promesse di matrimonio, mi rese la più infelice di tutte le Donne. Dopo avermi sedotta, ed impegnata a lasciare i miei Parenti, benche Persone di considerazione, e di onore, in meno di trè mesi mi abbandonò. Fra tanto eglino non volevano più vedermi, nè udire a parlare di me e posso dire, che allora sarei veramente morta di fame senza il soccorso di una Donna, ch’era stata [58] serva in nostra Casa. Che che ne sia, piacque alla Provvidenza Divina liberarmi ben presto da quell’infelice, e miserabile stato. Un Gentiluomo mi vide, vivamente mi amò, e mi sposò. Mi riconciliai subito co’ miei Parenti, e potrei vivere tanto felice nella mia nuova situazione, quanto era prima sfortunata, se non vi fossero certe anime vili al mondo, che mi si rendono insoportabili. Metatextualität► Io non dubito, che non abbiate tanto onore, e tanta compassione per avvisarli in qualche vostro Foglio volante, che hanno un grande torto, in cosi maltrattarmi. ◀Metatextualität Sono quasi cinque anni, che sono maritata, e non sò di essere mai uscita di Casa senza il consenso del mio sposo. Ridotta a credere alle importunità di alcune mie Parenti, vado fuori piu sovente di quello vorrei, anzi contro il mio genio. Allora soffro agonie mortali. Quell’uomo, ò piu tosto, quel mostro, pratica tutti que’luoghi, dove mi porto. Indegno, e vile. [59] Perche non voglio ammettere le sue abbominevoli visite, ed i suoi nefandi appuntamenti, fa tutto il possibile per disonorarmi. Mi lasciò destituta di Amici, e di Danaro, nè mai si degnò informarsi della mia persona fino a tanto, che per mia disgrazia, mi vide in un’Adunanza ornata di diamanti. Allora sì rinovò la sua passione, e pretese il simulatore darmi ad intendere, che si pentiva del tratto usatomi. Allora pose in opra tutti gli artificii, che l’aveano ajutato a perdermi; ma non s’immagini di potermi un altra volta sedurre. Abborrisco, e detesto la sua indegna passione; e siccome non puole, che avvedersene, non tralascia niente per infamarmi, ò la faccia per divertimento, ò per dispetto. Non lascia mai, dissi, di ritrovarsi, e farsi da me vedere, in tutte le pubbliche Adunanze, ed ivi spiega tutta la industria per isvaporare la sua malizia. Ha raccontata in somma ben spesso la nostra infelice avventura a tutti i suoi A-[60]mici, che non sono pochi, a segnò, che non è più fra di loro segreta; credono perciò d’avere diritto di meco famigliarizarsi. Se mi salutano, e che per civiltà corrisponda, si pigliano certe libertà, le quali non riescono meno dispiacevoli a me, che alle mie Compagne. Se rivolto in altra parte gli occhi, ò mi dimostro infastidita, s’irritano, e si dicono all’orecchio. E’ quella . . . . Il tale . . . . , e fanno tante smorfio fino, che in me si fissano tutti gli occhi dell’Adunanza. Questo non non è il tutto: inventano mille falsità, in mio pregiudizio, sotto la falsa idea ricevuta nel mondo: Che quella, che ha accordati i suoi ultimi favori ad’uno, li puole accordare a cento. ◀Selbstportrait ◀Ebene 4 Vi supplico di avvertire i colpevoli, che non vi è niente di più indegno del loro procedere. Non dubito, che l’Autore del mio disastro non rifletta, esser’ egli il da voi pigliato di mira. Forse anche i vostri consigli lo impegneranno ad opporsi alla in-[61]solenza degli altri. Quanto è dolorosa, e crudele la sorte di queste Donne infelici, nel vedere, che gli uomini si vantano, e si gloriano di ciò che forma la nostra vergogna, ela nostra disgrazia. Voi avete l’arte di rendere detestabili sì odiosi costumi; cercate dunque, e per mio amore, e per quello di tante altre, pari a me sfortunate, benche non ardiscano confessarlo; cercate, dico, di far vedere, che non è meno indegno d’un uomo il vantarsi de’ ricevuti favori, e così denigrare la riputazione del nostro Sesso, di quello fosse il ricevere una mentita, ò una guanciata, senza mostrarne risentimento. Nel numero di quelle, che leggono, ed ammirano le vostre Lezioni, sono & c.

Lesbia.

P.S. Sopporto la mia disgrazia, con tanta maggiore impazienza, per apunto avere mercoledì passato ricevu-[62]to in pubblico un’ altro affronto. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Assolutamente convengo colla sfortunata, ed amabile Lesbia, essere tanto indegno l’insultare una Donna nella situazione, in cui ella è quanto il ricevere, con tranquillità, una mentita, ò uno schiaffo, quando non venga da più alto principio. Metatextualität► Ella è una verità, che non si puole mettere in dubbio, e che m’ingegnerò d’illustrare, quando me lo permetta, col seguente Rifflesso. ◀Metatextualität

E’ argomento di Poltroneria il bevere un affronto senza mostrarne risentimento veruno, ed un esporsi a soffrirne degli altri. Non è minore viltà l’insultare una Creatura, che non ha la forza, ò non è in istato di ripararsi. Qualsivoglia epiteto dia l’accennato Indegno a questa pover Dama, da lui così disornata, e tradita, non avrò scrupolo nel dare a lui stesso i titoli di Poltrone, e vile.

Un uomo, che giugne a ferire una Donna, puole far conto ti a-[63]vere perduta la riputazione presso l’uno, e l’altro Sesso, fino che vive. Non vi è ingiuria, siasi quanto si voglia atroce, che possa auttorizare il Forte a maltrattare il Debole. Nella situazione, in cui si ritrova la povera Lesbia, non puole implorare l’ajuto di verun’altro, che la vendichi d’un insulto mille volte più crudele d’una guanciata. S’ella ardisse aprire la bocca, sà bene il Perfido, che uno Sposo, un Fratello, un generoso Amico, si esporrebbe volontieri alla morte per farle giustizia.

Un Animo nobile, per quanto sia arrabbiato contro il suo nemico, appena l’ha in suo potere, che depone ogni risentimento. Un Amico, che ò per gelosia, ò per qualche disgusto, si è allontanato dalla Persona amata, non puole vederla cadere in qualche disgrazia, senza raccogliere almeno in parte la prima sua tenerezza, e sentirne qualche rimorso. Che diremo pertanto della ingratitudine di colui, che dopo a-[64]vere posti in oblivione i favori da lui sollicitati con tanti trasporti, puole insultare le disgrazie da lui medesimo cagionate, e divertirsi della pena de lui medesimo inferitale, con tanto piacere? Vi è una sola Creatura al mondo, che tende insidie alla debolezza delle arte, e che trionfa ne’ mali cagionati da suoi artificj. E chi l’immita non lascierà un giorno di riceverne la ben dovuta ricompensa.

Metatextualität► Che che ne sia, rimetto la mia bella Corrispondente alla direzione della sua prudenza, e della sua modestia; abbandono il suo nemico, con tutti suoi complici a’ rimorsi del loro porprio cuore; e termino con un esempio assai memorabile, della vendetta, che una Dama Spagnuola si pigliò contro un infedele amante. Puole servire a far vedere, che la più tenera di tutte le Passioni produce i più terribili effetti, quando è convertita in odio; ed anche a distorglieee la Gioventù dagli Amo-[65]ri illeciti. Ho inteso, che quest’Avventura, benche abbia l’aspetto di Romanzo, sia veramente accaduta. ◀Metatextualität

Ebene 3► Exemplum► Sono molti anni, che un Gentiluomo estero, ritrovandosi a Madrid, ebbe l’incontro di uccidere un uomo, in tempo di notte, sulla pubblica strada. Rifuggiato sotto il portico d’una Chiesa, rimase sorpreso nel toccare, che non era chiusa la porta, e nell’osservar vi dentro un debole lume. Ebbe il coraggio di entrarvi, e di avvanzarsi verso qual poco splendore.

Ma non fu ordinario lo spavento nel vedere una Donna travestita escire da un Sepolcro, con un coltello insanguinato in mano. Il Fantasma se gli accostò, e gli dimandò a che fosse venuto in quel Luogo. Credendolo egli senza dubbio uno spirito, non tenne occulto il proprio fatto; ed ella, così gli parlò: “Forastiere, voi siete nel mio caso: Ho commesso come voi, un omicidio. Sappiate, [66] che io sono una Dama di nobile Famiglia; Un vile, e perfido, che mi aveva disonorata, se n’era vantato. Io gli feci subito dare per mezzo d’un Sicario la morte; ma non contenta di averlo immolato alla mia vendetta, hò ottenuto dal Custode di questa Chiesa la permissione di entrare in questo Sepolcro, e vengo dall’avergli strappato dal petto il perfido cuore, che voglio trattare nella maniera, che merita, ed in ciò dire, lo tagliò a pezzi, e con tutto il furore lo calpestò. ◀Exemplum ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1