Sabbato, addi 31 Gennaio 1761.
Che contiene
Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.
Sig. ,
In verità che l’amore, che ho al prossimo fa ch’io vi avvisi di una disgrazia che vi soprastà, e vi sarebbe accaduta nello scorso carnovale se noi non avessimo avuto faccenda. Che Diavolo? lodare le Commedie, le Operette, le Musiche, i Musici e la Musica, con i balli, che furon fatti, e mill’altre gentilezze, senza dir mai una sillaba de’Suonatori? E noi che sappiamo in coscienza nostra le gran fatiche che facciamo con quel benedetto arco e con quel manico in mano, dovremo soffrirla pazientemente? Noi che prima di giungere a tirar fuori due suoni, abbiamo consumato il tempo della vita nostra? Questo è ben altro che far i visacci per fare Versi. Però dite qualche cosa del fatto nostro per far vedere al mondo quale sia la nostra capacità, ve ne preghiamo, e seguiteremo, come abbiamo fatto fino a quì, con un quattrino per testa a comperare anche per questa volta la
Il Segretario de’Suonatori.
Signori Suonatori carissimi,
La pratica, e l’usanza mia è stata sempre di parlare di cose nuove ne’presenti fogli. Le Commedie che si rappresentano la prima volta, le Tragedie, i Drammi e altre siffatte cose non si sono più vedute, nè udite. I Cantori, i Ballerini e somiglianti persone che esercitano le loro graziose facoltà, sono per lo più Forestieri, e quando hanno quell’attività che può essere gradita, è obbligo d’un onest’uomo il dire quello che ode a parlare in pubblico di loro, per rimunerare in quanto può chi esercita bene un’arte e animarla. Voi, Signori Suonatori carissimi, avete in questo Paese così fondatamente stabilita la fama vostra, che non abbisognate di mie, nè d’altrui parole per essere esaltati. Nè avrei detto cosa nuova a dire, che voi siete valentuomini, e che gli archetti e le dita vostre minuzzano l’aria con tante belle misure e la fanno suonare in tuoni così dilicati, che dove voi suonate non par d’essere al mondo, ma fra dolcissimi incantesimi e rapimenti. Ognuno lo sa; il nome vostro a tutti è noto; ciascheduno di voi ha la sua fama particolare: pensate poi quando siete insieme congiunti. Eccovi le ragioni del mio silenzio; spero che le vi parranno buone, e che le vostre armonicose ire sì tramuteranno in armoniose dolcezze. State sani, e suonate di buona voglia. Addio.
Lo Scrittore de’Fogli.
Eccomi alla fine dell’anno e di quell’obbligo, che io mi presi col Pubblico, e con gli Associati di proseguire con la presente
Voi m’avete in mille modi favorito, e potete credere, che infinita sia la mia gratitudine, e che non mi dimenticherò mai l’obbligo mio. Le novelluzze da me scritte, i ragionamenti, e le ciance, che furono da me dettate, divennero qualche cosa per grazia vostra, avendole voi con tanta benignità accettate. L’Uomo, in ogni cosa, ch’egli faccia, non è nulla da sè, quando non ha il favore altrui. Voi m’avete favorito, e le coselline mie hanno davanti agli occhi vostri acquistato qualche merito, ed io ho cagione di contentarmi delle fatiche mie per la gentilezza vostra. Spiacemi, ch’altre occupazioni mi tolgano l’opportunità d’andar più oltre: ma il mio calamaio non è il solo, ed altre penne ci sono, che scrivono, ed altri capi, che pensano. Non finirei così tosto se volessi esprimere tutti i miei sentimenti di gratitudine verso di voi. Ma la cortesia vostra, ch’è cortesia in tutto, non vorrà udire parole di cerimonia. Sia dunque, come vi piace. Tacerò, giurandovi solamente, che sarò legato d’un obbligo perpetuo a tutti voi, e sempre
Vostro buon Servidore.
Lo Scrittore de’fogli.
A
Mille grazie, o caro, e soavissimo
Vostro buon Amico, e Servidore
Lo Scrittore de’Fogli.
Commedia Veneziana in tre Atti in Prosa. È lavoro del Signor Dottor
Sabbato della scorsa settimana fu da certa persona inviato un Facchino con piccolo regalo ad un suo amico in Contrada di S. Felice, quale ricevuto quanto gli veniva trasmesso, e data la mancia al Facchino gli esibì per cortesia da bevere, il che rifiutò il Facchino ringraziandolo, e scese le scale accompagnato dalla Serva di casa, quale doveale consegnare certa robba da riportare all’amico, qual robba s’arritrovava nella Caneva, nella quale entrato il Facchino chiese alla Serva da bevere, al che risposeli, non averne in che tirarne dalla Botte, e che poteva bevere di sopra quando glielo avevano esibito; non attese ad altre ragioni il buon uomo, e postosi inginocchioni apre la canola, e sottoponendosi colla bocca comincia a gorgonare il vino, quale assaggiato non andandoli al gusto si leva, e mostra partire colla spina nelle mani, lasciando che il vino se n’andasse. Sgridava la Serva, quale lo afferò per li vestiti con una mano, nel mentre, che coll’altra impediva la uscita del vino, dammi quella spina che hai nelle mani, che non posso più, e tanto alzò la voce, che intesa l’altercazione dalla Padrona, chiamò questa la Serva, quale rispose, non poter partirsi da dilà se quel uomo non gli dava la spina, che teneva in mano da chiudere il bucco della canola, finalmente dopo vario contrasto s’indusse a darli la spina, e se ne partì. Crederei che per evitare simili inconvenienti non fosse fuori di proposito far uso di certe chiavi Tedesche così chiamate, mentre la libertà talvolta, ed anche spesso genera appettito.
Poesies diverses, de Main de Maitre a Berlin 1760. 8.
L’Ami des Hommes ou Traitè de la Population a Hamburg 1758. 12. Vol. 2.
Morhosii Polyhistor Litterarius, Philosophicus & practicus. Lubetiae 1747. 4. Vol. 3.
Ruceil des Faceties Parisiennes, par M. de V. 1760. 8.
Œuvres du Philosophe sans-souci Tome seconde a Potzdam 1760. 8.
La Religion Poeme par M. Recine a Paris 1756. 12.
Casa d’affittar con tutte le sue commodità in calle del Ridotto a S. Moisè, paga all’anno Duc. 100.
Chi la vuole, parli con Giacomo Verta da Acque, sotto de Proccuratie Nuove all’Insegna della Fortuna.
Adi 16. Gennaro. Pieligo, Patron Giacomo Balielo, venuto da Sebenico, e Zara, con 3. cai Oglio. 2. Miera Vero rotto. 3. Miera Olive. 1. Mier Ferro vecchio. 1. Mier Strazze a refuso. 1. Fag. Pelle di Lepro.
17. Detto. Pubblica Galera, Scrivan Nicolò Franuschi, manca da Corfù li 27. Ottobre, Sopra Comito N. H. s. Simon Marini con la sola Provigion della Pubblica Galera.
Detto. Pubblica Galera, Scrivan Zuanne Bettoni, manca da Corfù li 27. Ottobre, Sopra Comito N. H. s. Francesco Badoer Conserva della suddetta, con la sola Provigion della Pubblica Galera.
18. Detto. Trabacolo, Patron Iseppo Vianello, venuto da Piran con 83. Mozza Sal.
19. Detto. Pieligo, Patron Gasparo Vadagnin, venuto da Sebenico con 4. cai Oglio. 2. Fagotti Cera zala. 3. Miera Olive. 3. Balle Becchine, e Boldroni a refuso. 1. Fagotto Pelle Agneletti, e Capretto. 2. Balle Rassa, e Bedena a refuso. 1. cassetta candelle di Seo di Tramesso.
27. Detto. Bracera, Patron Giacomo Scolin, venuto da Trieve, con 4. Botte Corizioli. 4. Bar. Feramenta. 1. Bar. Padelle. 5. Bar. Ottoni. 80. Mazzi Lamarini. 10. Bar. Inchiò. 1. Bar. Lengue Salate. 1. cassa Azzali.
28. Detto. Bracera, Patron Giusto Scolin, venuto da Trieste, con 31. Bar. chiodi. 2. Bar. Merce. 8. Balle Telle. 1. Bar. Ottoni. 1. Bar. Pistole. 39. casse Azzali. 1. cassetta Rame. 1. Bar. Sortiti. 1. Bar. Spile. 2. Bar. Padelle. 20. Base Cortine. 4. casse Limoni. 50. Spiaggie piegate Ferro. 3. Pacchetti Libri. 1. Bar. Orzo Todesco. 1. Bar. Feramenta. 3. Bar. Antimonio.
Detto. Pieligo, Patron Iseppo de Rossi, venuto da Vegia, con 5. cai Oglio. 1. Fagotto cera zala. 1. Rodolo Rassa. 1. Fagotto Pelle di Lepro. 1. Balla Boldroni a reffuso.
Detto. Pieligo, Patron Mattio Verona, venuto da Cattaro, con 3. Miera Castradina. 12. Panetti Spalmadura. 4. cai Oglio. 83. Molgiazzi, e Masteladi Fighi. 2203. Pelle Boldroni. 4. coste Scoranze. 1652. Pezze Formaggio Moriotto. 1. Rodolo Rassa in più cavezzi. 10. cassoni candelle di Seo.
Lione Ducati- 59 ¼ Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno.
Bolzano Soldi- 133 ¼ per un Scudo da Carantani 93.
Roma Scudi Oro Stampe 62 ¾ per Ducati 100. Banco.
Napoli Ducati Regno 118 ½ per Ducati 100. Banco.
Firenze Scudi- 79 ¾ Oro da Lir. 7 ½ per Ducati 100. Banco.
Livorno Pezze da 8/r 103 ¾ per Ducati 100. Banco.
Milano Soldi- 156 ¾ per un Scudo di Soldi 117. Imperiali.
Genova Soldi- 94 ¾ per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco.
Anversa grossi- 93 per un Ducato Banco.
Amsterdam grossi- 90 5/8 per un Ducato Banco.
Amburgo grossi- 83 ¾ per un Ducato Banco.
Londra Sterlini- 52 ¾ per un Ducato Banco.
Augusta Taleri- 99 ¾ per 100. Ducati Banco.
Vienna Fiorini- 192 per Ducati 100. Banco.
A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian.
In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo.
Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo.
In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore.
Con Privilegio.