Sabbato addi 22. Novembre 1760.
Che contiene
Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.
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Un Giovanetto, il quale non oltrepassa i dodici anni, ed io lo so, leggendo le Lettere vostre fu preso da una grande stima di Voi. Questi è uno di que’fanciulli, che sono rarissimi per le qualità date loro da Dio, e per la buona volontà del coltivarle. Il mondo se ne avvedrà col tempo. Pochi sono i Giovanetti dell’età sua, ch’ardano di tanto desiderio di fornirsi l’intelletto, e l’animo con tutti gli abbellimenti delle Scienze, e col tesoro de’nobili costumi. Il desiderio di lui non è vano, ma gli riesce mirabilmente. Spiacquegli quello, che fu detto di voi nella Bottega del Caffettiere, e mandami a questo proposito la Polizza, e il Sonetto, che leggerete quì sotto.
Signor Gazzettiere,
Io la prego d’assicurare il di lei amico Sciocco da alcuni spiriti moderni, i quali stimano lodevole quella vita vivace, da lei con sì bel garbo descritta, ei trova tuttavia in questa dotta Città molti ammiratori; e siccome l’invidia, ov’è concepita dà indizio d’animo picciolo, e malfatto, che non soffre l’altrui merito, così un animo veramente Virtuoso deve ricever da essa maggior motivo d’accrescere le sue belle qualità, non curando, se son falsi, i di lei rimbrotti, e se son veri, approfittandone. Adunque prego l’amico di lei a non curare le opposizioni degl’invidiosi, le quali gli fanno onore anzi che nò, non trovando essi altro, che opporgli se non calunnie, non sopra altro fondate, che sulla loro asserzione. Ma perchè l’acqua d’Ippocrene suol dare maggior vigoria agl’ingegni, io prego le Muse di favorirmi in questo Sonetto, e
Rinnovo le mie preghiere al diletto
Rimino adi 17. Novemb. 1760.
Assicurato questo Pubblico da S. Em. il Sig. Cardinale
Dal corpo della Nobiltà sono stati destinati li SS. Co:
Il predetto Emin. Vescovo in compagnia di S. E. Mons.
Alla una ora di notte sotto lo sparo del Cannone di questa Fortezza, e di alcune salve di moschetteria, sono arrivati il Sig. Principessa con alcuni altri Cavallieri di seguito, e colli predetti Em.
A
Di Venezia- L. 198961 : 18
Di Terra Ferma- L. 77109 : 17 : 6
Di Capo d’Istria, e Rovigno- L. 1398 : 18 : 6
L. 277470 : 14 sono Duc. 44753 g. 5
Numeri estratti 69. 61. 56. 84. 29.
Ambi con l’Augemento D. 8394
Terni simili- D. 7875
Estratti- D. 410
D. 16679
Qualità, e quantità de’Terni.
N. 1 - di D. 1000
- 1- di D. 500
- 3 - di D. 200
- 1- di D. 150
- 12 - di D. 100
- 14 - di D. 50
- 9 - di D. 25
N. 41
Sig. Gazzettiere.
Dalla Luna 16. Novemb. 1760.
Sì Signore: Ancor noi, benchè in altro Mondo collocati, a diversi influssi soggetti, e di testa affatto diversa da quella di voi di cotesta Terra, abbiamo lette, e gustate le Gazzette vostre. Però per darvi un segno sicuro della nostra comune compiacenza abbiamo pensato d’inviarvi per mezzo d’un certo Aquilone da’vostri Matematici inventato, questa pubblica testimonianza del nostro gradimento. Non potreste immaginarvi, Signor Gazzettiere, quai maravigliosi effetti abbiano prodotti in questi Popoli Lunatici le vostre Gazzette. Capitavano esse sovente, quando alcuno da qualche maligno influsso predominato mostravasi arrabbiato contro chiunque gli si faceva incontro. Le leggeva, e tosto rendevasi placato. Per l’innanzi era così grande lo strepito nelle nostre Botteghe, che non vi si poteva entrare senza riportarne un grave dolor di capo. Ora si osserva per la maggior parte un rigoroso silenzio. Ciò avviene specialmente nelle Botteghe de’nostri Speciali, e Caffettieri. Le Donne stesse perfino, che prima rozze nel discorso mostravansi (trattone quando parlavano di queste nostre acconciature di capo alla lunatica) sembrano ora divenute Letterate, ed hanno spesso in bocca, ora l’Autore del Prologo, ora quello dei dubbii, e Filalete Sofronio, e
Presti a’vostri cenni
I Popoli Lunatici.
Animali Bovini, usato con felice esito in .
Tosto che s’ha sospetto, che l’animale sia ammalato bisogna levargli il fieno, e dargli da mangiare di quella sorte di paglia, che è la piú facile a digerirsi. Questa regola dee esser’osservata esattamente, fin’a tanto che si veda, che per due, o tre giorni successivi l’animale rumina la paglia; e poi a gradi, gli si dia di bel nuovo del fieno a porporzione della facilità, che dimostrerà in ruminarlo. Quando si manifesta il male, si prenda un quarto d’oncia di buon Reobarbaro, si faccia bollire per un quarto d’ora in una pignatella d’acqua; si sprema, si getti via il Reobarbaro; e l’acqua spremuta, sufficientemente calda, si dia all’animale ammalato. Questo si faccia una volta al giorno, e se il male è grande, due volte al giorno, specialmente se l’animale patisce dissenteria grande; e così si continui finchè l’Animale torni a ruminare con facilità.
Si può due giorni dopo l’uso del reobarbaro, sospenderlo, ed in sua vece dare all’Animale ammalato, un giorno sì, ed un giorno nò, una picciola quantità di mele, olio, e vino rosso, bolliti insieme, e fatti prima intepidire.
Ogni giorno bisogna ben bene stropicciare col sero di latte le parti posteriori, ed il mento dell’Animale ammalato, col tenerlo dal principio del male fin’all’intera guarigione in luogo caldo, e guardato gelosamente dall’aria.
Durante il male, non gli si dia da mangiare pane, o cose di simil natura, ma di quando in quando gli si potrà dare qualche carota per rinfrescarlo, e di tempo in tempo gli si stropiccino le narici con dell’aceto.
Questi rimedii praticati colle segnate precauzioni operano efficacemente. Si leva all’Animale ammalato il fieno, perchè non può digerirlo, senza bene ruminarlo; gli si dà il reobarbaro per purgarlo, e prevenire una dissenteria inflammatoria.
Il mele, l’olio, e il vino rosso promovono copiosamene l’orina, e il caldo asseconda l’effetto delli rimedii. Lo stropicciar delle parti indicate facilita la circolazione del sangue, e impedisce i sintomi fatali, che spesse volte prorrompono in quelle parti.
Bubulcos.
Rimedio per il male degli Animali Bovini usato in
Si prenda della Teriaca di
Filozoos.
Abbisognando di ristaurare la Facciata della Parrocchiale, e Collegiata Chiesa di S. Maria Nuova di questa Città, per la zelante attenzione di quel Clero, e singolarmente del R. Sig. D. Giammaria Ortolani Secondo Prete Titolato, e Procuratore della Fabbrica, è stata non solamente rifatta, ma inoltre accresciuta e adornata, mantenuta tuttavia la sua antica e semplice forma, colla virtuosa direzione del noto Architetto Sig. Zuanne Vettori: e per grata ed esemplar memoria verso i pii Benefattori che sono concorsi alla gravosa spesa, vi hanno posta la seguente Iscrizione.
FRONTEM HANC
BENEFACTORUM PIETAS
REFECIT ET AUXIT
ANNO SAL. MDCCLX
Tabacco capitale per tutte le flussioni di Capo.
Acqua composta di molte Erbe, la quale serve per risanare tutte le malattie verminose, e spasmodiche ne’fanciulli.
Rimedio per acquietare ogni dolore flussionale di denti, e gengive.
Le suddette cose si dispensano alla Spezieria delli 4. Occhiali a Sant’Agnese.
Un paro (sic.) di Calze di Seta ritrovate poco lontano dal Magazen a SS. Apostolo il dì de’Morti. Dal Fiorer a S. Giangrisostomo si darà notizia della persona, che le ha trovate.
Un Sigillo d’argento con un’arma, che si crede essere stato perduto Martedì sera nel Teatro di Sant’Angelo: Chi l’avesse trovato, e lo porterà alla Bottega del Sig. Paolo Colombani Librajo in Merceria all’Insegna della Pace, sarà compensato con tanti danari, quanto è il peso dell’argento d’esso Sigillo.
Vi sarebbe persona dell’età di circa trent’anni, la quale desidera d’impiegarsi in qualche Agenzia di Casa in Venezia, oppure per Cogitore di qualche Ragionato, o altra simile Carica Civile. Questi è ancora intendente di Campagna, chi vuole aver l’indirizzo di tal Persona, parli col Signor Paolo Colombani Librajo, che l’avvierà a chi darà le debite informazioni circa l’abilità di quella.
Sono pervenuti in potere allo Stampatore Antonio Zatta li seguenti Tomi, della Raccolta a favore dei PP. Gesuiti.
Tomo XII. Conversazioni di S. Pier d’Arena, o sia Ragionamenti sull’Ortodossia dei Gesuiti stampati alla fine della Neomenia Tuba Maxima; tenuti in S. Pier d’Arena, tra un Cavaliere Portoghese, un Abate Toscano, e un Religioso Vicentino; e dallo stesso Portoghese esposti in varie Lettere ad un Abate Portoghese dimorante in Roma.
Tomo XIII. Lettera del Portoghese Autore delle Riflessioni sopra il Memoriale presentato dai PP. Gesuiti alla Santità di Papa Clemente XIII. diretta al Portoghese Autore della Critica, alle medesime Riflessioni, con un Saggio della Morale specolativa, e Pratica dei moderni impugnatori dei PP. Gesuiti. Tratta dalla Critica alle Riflessioni, e dalla Neomenia Tuba Maxima.
Tomo XIV. La Barcaccia di Bologna, Poema Giocoso, ec. di Sabinto Fenicio Bolognese. Aggiunto il Burchiello di Padova, di Polisseno Fegiejo.
Al Gazzettiere
Giacchè anche le Donne si sono esposte a scrivervi, e a chiedervi consigli, a spiegare le loro contentezze, o altre siffatte cose, mi risolvo io pure a domandarvi un parere. Credereste voi utile l’ammaestrare le fanciulle con quel metodo stesso, con cui s’ammaestrano i maschi? Cioè con la lettura, e con l’ordine medesimo? E se così è, quai Libri giudichereste voi, che fossero più a proposito, tanto per la Prosa, quanto per la Poesia, e per le Scienze? poichè stimo, che in ogni facoltà abbiamo il bisogno in Libri stampati, e che poco occorra la viva voce d’un Maestro. Scusatemi di tale disturbo, ch’io vi do per la molta mia premura di vedere bene educata una mia figliuola di pochi anni. Questa cagione mi move, e spero, che non vi sarà discaro il favorirmi. Attendo risposta, e con vera stima mi dico
Vostra parzialiss. N. N.
Mia Signora.
Spero, che mi concederete un poco di tempo a potervi rispondere. Non è senza difficoltà la domanda fattami da Voi. M’obbligo a formarvi la risposta nel Foglio venturo. Poichè la figliuola vostra ha sì pochi anni, non avrà punto pregiudizio ad attendere alcuni giorni. Siate certa, che m’ingegnerò d’appagarvi, e intanto vi sono buon servidore.