N. 30 Gasparo Gozzi Moralische Wochenschriften Klaus-Dieter Ertler Herausgeber Angela Fabris Mitarbeiter Alexandra Fuchs Mitarbeiter Alexandra Kolb Mitarbeiter Julia Marx Mitarbeiter Ingrid Scherk Mitarbeiter Angelika Hallegger Mitarbeiter Teresa Petrovitz Mitarbeiter Sarah Lang Gerlinde Schneider Martina Scholger Johannes Stigler Gunter Vasold Datenmodellierung Applikationsentwicklung Institut für Romanistik, Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung, Universität Graz Graz 22.07.2019 o:mws.5515 Gozzi, Gaspare: La Gazzetta veneta. Venezia, 1760 La Gazzetta Veneta 1 030 1760-05-17 Italien Ebene 1 Ebene 2 Ebene 3 Ebene 4 Ebene 5 Ebene 6 Allgemeine Erzählung Selbstportrait Fremdportrait Dialog Allegorisches Erzählen Traumerzählung Fabelerzählung Satirisches Erzählen Exemplarisches Erzählen Utopische Erzählung Metatextualität Zitat/Motto Leserbrief Graz, Austria Italian Erziehung und Bildung Educazione e Formazione Education and Formation Educación y Formación Éducation et formation Educação e Instrução Natur Natura Nature Naturaleza Nature Natureza Theater Literatur Kunst Teatro Letteratura Arte Theatre Literature Arts Teatro Literatura Arte Théâtre Littérature Art Teatro Literatura Arte Italy Fusina Fusina 12.257,45.41981 Italy 12.83333,42.83333 Italy Forno di Zoldo Forno di Zoldo 12.182,46.34782 Italy Carrara Carrara 10.09789,44.07926 Italy Venice Venice 12.33265,45.43713 Croatia Šibenik Šibenik 15.8942,43.73429 Fiume Brenta 12.31,45.18472

N.o 30.

Sabbato addi 17. Maggio 1760.

Che contiene

Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

Lettera, e Novella del Gazzettiere

Ad un Amico, il quale gli domanda il suo parere, com’egli debba contenersi con un suo figliuolo d’anni sedici, molto inclinato a’passatempi.

Che il figliuolo suo voglia sollazzarsi non è maraviglia, ciò è cosa dall’età sua, e mi consolo, che gli spassi da lui richiesti con ardenza, non sono nè giuoco, nè altro, che possa offendere la sua riputazione. Ne sono alquanto ritardati gli studj, ma siamo in tempo. Per venire a capo della sua intenzione del farlo imparare, ella non potrebbe far meglio, che dargli quanti passatempi mai può in furia, e in fretta, e procurare di fargliene venire a noja. Dio la guardi, che le venisse mai desiderio d’opporvisi con la forza; nè farebbe un puledro, che non ubbidirebbe mai più alla mano. Legga questa novelletta, e prenda la norma da essa.

Un Piovan quì di Venezia andò nell’Estate passata a visitare un’altro Piovano Amico suo sulla Brenta alquanto fra terra, e statovi quivi con esso due dì, gli disse la sera, che la vegnente mattina dovea per li fatti suoi ritornare a Venezia. L’Amico lo pregò, che non si partisse da lui; egli dicea che non potea arrestarsi, e dopo alquante ceremonie, come si fa, disse il Piovano albergatore: or bene poichè avete così deliberato, valetevi d’un mio cavallo, che sarà al servigio vostro; e voltosi al suo famiglio gli disse. Da la biada al morello, e fa che domattina sia sellato prima del levar del Sole. E voi, voltosi al Piovano, andatevi con Dio, raccomandate il Caval mio all’Oste di Fusina che lo conosce, ch’io lo manderò a prendere in sul fresco della sera. Toccansi i due Piovani la mano, si baciano in fronte, vanno a letto, buona notte. La mattina per tempissimo levasi il viaggiatore, che a pena spuntava l’alba, trova il cavallo abbeverato, e colla sella, mette il piede nella staffa, monta, da il beveraggio al famiglio, e via. Non avea appena fatto mezzo miglio d’un trottone, che lo facea cavalcare sbilanciato or di quà or di là, tanto la bestia andava per dispetto, che tutto ad un tratto il cavallaccio s’arresta duro come un pilastro, nè per iscuotere la briglia, nè per minacce di voce, nè per battiture si movea punto, sicchè parea murato. Se non che dopo un lungo affanno, incominciò a camminare come i gamberi. Il cavalcatore si dispera, e il bestione indietro. Lo ferma l’accarezza, tutto è peggio, e quando si movea andava pel verso della coda. Spuntava quasi il Sole, e il Religioso non sapea più che farsi. Quando egli vede passare colà due Villani con due paja di buoi aggiogati, che andavano coll’erpice per erpicare un campo seminato. Smonta dalla maladetta bestia, e gli chiama a sé, e dice, fratelli miei, questo animalaccio è restio, e a mio dispetto vuole andare indietro, io ho intenzione d’appagarlo. Voi n’avrete da me quattro lire, se farete a mio modo, e disse quel che volea. I due Villani spiccano i quattro buoi dall’erpice, e tra la cavezza, ch’era dietro alla sella, e altre funicelle, e vinchi ritorti fanno un ordigno a guisa di pettorale, e postolo al petto del cavallo, con due capi lunghi di quà e di là, attaccano questi a’buoi per tirarnelo all’indietro a forza; che per le quattro lire l’avrebbero tirato all’inferno. Uno di loro piglia in mano il freno, e con un bastone lo minaccia da fronte, l’altro con un pungolo stimola i buoi, e tirano. Il cavallaccio fa due o tre passi indietro quasi a stento prima; ma poi sentendo, che dovea rinculare a suo dispetto, comincia a curvare le ginocchia, e ad appuntar l’unghie sul terreno per andare avanti ma tardi; perchè quattro buoi poteano più di lui, e lo traevano di cuore come una carretta. Sbuffa, suda, si scuote. Le voci infernali del Villano, e il vigore de’buoi non gli lasciano aver fiato. Finalmente dopo avernelo così tratto per un buon pezzo di via, ch’era tutto spumoso, e con due occhi vermigli che pareano fuoco, il Piovano ringrazia i due Uomini, dà le quattro lire, fa levar via gli ordigni; e sale di nuovo. Il cavallo, parendogli un bel che l’esser fuori di quell’impaccio, comincia a correre soave, che parea Brigliadoro, tanto che a pena il cavalcatore potè a poco a poco ridurnelo al galoppo, poi al trotto, e finalmente ad un buon passo, che lo condusse a Fusina; donde scrisse al suo Amico, che gli avea guarito il cavallo del restìo, assecondando le sue voglie.

Una delle più belle, è (sic.) ricche opere della moderna architettura (sic.), è la Chiesa della Pietà, che va riducendosi al termine. Il disegno dell’architettura è del Signor Giorgio Massari, celebratissimo Architteto Veneziano, e la sopratendenza all’esecuzione, è del Signor Giuseppe Mazzoni. È dedicato il Tempio alla Visitazione della B. V. e la prima pietra vi fu gittata dal Serenissimo Doge Pietro Grimani il giorno 17. d’Aprile nel 1745. con una medaglia, che dall’una parte rappresentava la Visitazione col motto ex ore infantium ? lactentium, e nel rovescio leggevasi: Auspiciis a D.O.M. Religiose coeptis in Templo B. M. V. sub titulo Visitationis Fundato rite primum lapidem posuit Petrus Grimanus Dux Venetiarum Anno salutis 1745.

Lavoratori di tutti i marmi furono Domenico, e Lorenzo Pacchielle Tagliapietra Veneziani, i quali fecero gli Altari di marmo da Carrara, i disegni de’quali sono del soprallodato Signor Massari.

Le Gelosie, e l’altre fatture del ferro sono di Giuseppe Maja Milanese. I lavori di tavole e di noci, furono fatti da Antonio Barbon Legnajuolo da Zoldo Friulano; le invetriate da Giambattista Manfriti Veneziano, e gli Organi da Don Pietro Nacich da Sebenico.

Delle Pitture, e delle Statue si parlerà in altro luogo: ora è da dire qualche cosa dell’Architettura.

La pianta della Chiesa è una spezie d’ovato, figura che contribuisce grandemente all’armonia delle voci, e degli strumenti. L’Architettura del vaso principale vien formata da sedici pilastri Binati d’ordine Corintio posti sopra otto gran piedestalli, ognun de’quali due pilastri sostiene, onde otto spazj, o vogliam dire intercolunnj ne derivano fra pilastro e pilastro. Sostengono essi pilastri il loro sopraornato d’Architrave, Fregio, e Cornice, sopra cui è imposta la volta del soffitto; mediante però un Atticinio, che compensa la vista, di ciò che ruba lo sporgere in fuori della Cornice a chi sta nel mezzo della Chiesa, e rende proporzionata l’altezza del vaso alla sua larghezza e lunghezza.

Nell’Intercolunnio in testa dell’Ovato mediante due alette di pilastro v’è l’Arco della Cappella maggiore impostato sopra la Cornice, e Atticinio; e in quello a’piedi dell’ovato v’è un’altro arco di poco sfondo, che l’accompagna. Ne’due intercolunnj, o spazj di mezzo, che sono maggiori degli antedetti, vi sono medianti le alette, due Archi sfiancati di poco sfondo, impostati, come i primi sopra la Cornice, e l’Atticinio; e ne’quattro intercolunnj che restano, e sono minori degli altri, vi sono mediante le loro respettive Alette, quattro Archi di poco sfondo, i quali restano co’loro Archivolti al di sotto dell’Architrave.

Nell’Arco a’piedi dell’Ovato già sopra descritto è la Porta principale, che riceve ingresso da un Atrio; ed a’fianchi di quella sono due finestre, che dall’Atrio guardano in Chiesa. Sopra d’essa Porta e finestre, vi sono altre tre finestre, che rimangono di sotto all’Architrave, e che da un secondo piano che cado sopra l’Atrio, guardano in Chiesa, e possono servire a collocare Persone di qualità, e di riguardo. Sopra queste seconde finestre, ve ne sono tre altre nella mezzaluna del detto Arco, ch’è tripartita, e queste pure da un terzo piano, che cade sopra gli antedetti guardano in Chiesa. Ne’due Archi laterali di mezzo, vi sono due grandi Orchestre; per la cui necessaria lunghezza furono fatti questi due archi maggiori degli altri. Sotto alle Orchestre vi sono due porte laterali, fiancheggiate da due finestre, che corrispondono a’luoghi laterali alla Chiesa, e sopra d’esse Orchestre vi sono le due mezzelune di questi due Archi tripartite, che danno lume alla Chiesa.

Negli altri quattro Archi minori poi, sono posti gli Altari; i quali sono di marmo da Carrara, con due mezze colonne d’ordine Corintio, poste sopra i loro Quariscelli, o soprapiedestalli, sostenenti il sopraornato, ed il Frontispicio fatto a Sesta.

I Limiti assegnati al presente Foglio, ci fanno ritardare il rimanente della descrizione al Foglio 31. dietro alla quale si ragionerà poi delle Pitture, e d’altro.

Cose da vendere

Il Sig. Carlo Scapino Librajo di Padova aggiugne alla Gazzetta num. 29. li Libri seguenti avvisando, che Lunedì sarà di partenza per quella Città. Chi vorrà trattare con lui, potrà farlo per via di Lettere.

Grevii, & Gronovii Antiquitates Graecae, & Romanae. Fogl. Vol. 33. Ven. fig. leg. Franc.

Duglossi Joan. Historia Polonica. Fogl. Vol. 2. Francf. 1711. leg. Oland.

Mabillon Acta Sanctorum. Fogl. Vol. 9. Ven. leg. Oland.

Philonis Judaei Opera Gr. Lat. Parisiis Fogl. 1608. leg. Oland.

S. Athanasii Opera Graec. Lat. Fogl. Vol. 2. Coloniae 1686. leg. Oland.

Biblia Sacra. Fogl. ap. Rovillium 1566. leg. Oland.

Bodino Giovan. Li sei Libri della Repubblica. Fogl. 1588. leg. Franc.

S. Bonaventurae Opera omnia. Fogl. Vol. 7. Lugd. 1663. leg. Oland.

Bellori Pietro Descrizione dellʼImmagini dipinte da Raffaele dʼUrbino. Fogl. Roma 1751. leg. Oland.

Praum Georg. Civitates Orbis terrarum. Fogl. Vol. 4. Colon. Agrip. 1588. miniato.

Buonanni Filip. Ricreazione dellʼocchio nellʼosservazione delle Chiocole. Quar. Roma leg. Oland.

Catrou e Roulliè Storia Romana. Quar. Vol. 17. leg. Oland.

Calmet Augus. Coment. in Sacram Scrip. Fogl. Vol. 9. Ven. 1730. leg. Franc.

- Dictionarium S. Scrip. Fogl. Vol. 2. leg. Franc.

Bembo Card. Tutte lʼOpere. Fogl. Vol. 4. Ven. car. max. leg. Oland.

Dante coment. del Landino. Fogl. Ven. presso il Seffa. 1563.

Ficorone Le Maschere Sceniche. Quar. Roma leg. Oland.

Martiniere Le grand Dictionaire Geograph. Vol. 10. Ven. leg. Oland.

Moreri Lovis Le grand Dictionaire Historique. Fogl. Vol. 8. Ven. leg. Oland.

Norissi Henr. Opera. Fogl. Vol. 5. Veron. leg. Oland.

Orthelii Abr. Theatrum Orbis terrarum. Fogl. Atlant. Antuerpiae.

Portenari Ang. Felicità di Padova. Fogl. leg. Oland.

Segni Bernardo Storie Fiorentine. Fogl. Augusta. leg. Oland.

Sirmondi P. Jacobi Opera. Fogl. Vol. 5. Ven. leg. Oland.

Gaii Barth. Epitome Patriarcharum, Ducum, Judicum &c. Populi Hebraici. Fogl. Romae 1751. leg. Oland Fig.

Tillemont Memoires pour servir a lʼHistoire Ecclesiastique, & des Empereurs. Quar. Vol. 22. Ven. leg. Oland.

Scriptores de re rustica. Ott. 1533. ap. Aldum.

Juvenalis & Persii Sat. ad usum Delphini. Quar. Parisiss leg. Franc.

Plauti Comediae ad usum Delphini. Quar. Vol. 2. Parissis leg. Oland.

T. Livius ad usum Delphini. Quar. Vol. 6. Ven. leg. Fran.

Tacitus ad usum Delphini. Quar. Vol. 4. Ven. leg. Fran.

Catullus, Tibullus, & Propertius com Coment. Joan. Ant. Vulpii. Quar. Vol. 4. ap. Cominum, leg. Oland.

Chi volesse vedere, o comprar due Pietre di Camei Antichi, vadi in Sensa allʼOrefice allʼinsegna dellʼAmorevolezza, che saranno serviti.

Vengono esposti in vendita due bellissimi strumenti da fiato: cioè un Oboè di Ebano lavorato a specie di Filograna oro e Argento, ed un Flauto corista finto tartaruga con bocchino, e giunture dʼAvorio, in una cassettina dentro e fuori ben condizionata, tutti due fabbricati in Inghilterra da eccellente Autore. Chi bramasse vederli per farsene provisione, potrà andare dal Sig. Colombani Librajo in Merceria vicino alla Chiesa di S. Salvatore, che glieli farà vedere, e ne dirà il prezzo.

Libri nuovi fuori di Venezia.

Adì 14. del corrente è pervenuto alle mani del Signor Antonio Zatta Stampatore al Traghetto di S. Barnaba il Quinto Tometto a favore deʼPadri della Compagnia di Gesù, col seguente titolo: Lettera dʼun Direttore al suo Penitente ec. E unʼaltra Lettera di N. N. Napolitano ad un suo amico di Livorno ec. val. L. 2. : 5.

In breve gli capiterà un altro Tomo contenente diversi Opuscoli Scritti da una celebratissima penna, sopra lo stesso argomento.

Case da Fittare.

Casa dʼaffittar a San Boldo, con tutte le sue comodità, con Pozzo perfetto; paga allʼanno Duc. 44.

Le chiavi sono dal Tentor.

Sotto il Portico a SS. Apostoli una Bottegha con Botteghin da fittar, paga allʼanno D. 80.

Le chiavi sono dal Sig. Piagia a S. Giuliano in calle del Forno.

Sopra la Riva del Vin in calle deʼCinque, Casa dʼaffittar con tutto il suo bisognevole, e canevino; paga allʼanno Duc. 70.

Le chiavi sono da quel dallʼoglio sopra la Riva del Vino.

A S. Gio: Decolà, Casa dʼaffittar con tutte le sue comodità e caneva, pozzo dʼacqua buona; paga allʼanno Duc. 32.

Le chiavi sono dal Ciabattino in Salizada deʼTurchi.

Legni arrivati.

Adì 9. Maggio. Pieligo, Patron Luca qu: Stefano Bamba, venuto da Cattaro, e Castel Novo, con 5. Fagotti Cordoani. 1. casson vero rotto. 6. Fag. Cera. 2. Fag. Rame vecchio. 2. casse Seda. 3. Rodoli Rassa in più cavezzi. 178. Balle, e 1. Fag. Lana. 683. pelle chiussoline, e Montonine. 1. Fag. pelle di Gatti Salvatichi, e pelle di Lepre. 3. caffe Gotton. 2. Fag. Sacchi vodi.

Detto, Pieligo, Patron Antonio Sorbola, venuto da Piran, con 6. cai Oglio. 5. cai Menole Salate.

Detto. Bracera, Patron Giacomo Scolin, venuto da Trieste, con 42. Sacchi, e 3. car. Cera. 54. casse Azzali. 1. Bar. Ottoni. 1. Bar. Cenere da Tentura. 1. car. Ferrarese. 1. Balla Feltre. 1. Fasso Ferro. 13. Bar. chiodi. 4. Balle Telle. 1. Bar. Ferro Filato.

Detto. Nave nominata Cattarina, e S. Vicenzo Ferrerio, Capitan Zorzi Lubencovich, manca da Cipro li 27. Settembre, da Alessandria 42. giorni, e da Corfù li 26. Aprile, Parcenevole D. Natal Molco, con 129. Balle Gotton. 4. Scaffassi Goma. 4. Sacaffassi Mira. 1290. pelle cuori Salati. 6. Botte, 12. carateletti, e 48. Barile Vin di Cipro. 19. Scaffassi Incenso. 2. Balle Telle Caiscie. 4. Scaffassi Aloe. 2. Balle Curcuma. 6. Scaffassi Salarmoniaco. 1. Balla, e 1. Fagotto Telle. 2. Casse, e 2. Scaffassi Datoli. 1. Balla coccole di Levante. 1. Balla Denti di Levante. 4. Fagotti Tellarie a refuso. 5. Fag. Lin a refuso. 3. Scaffassi Canella. 1. Fagotto Seda di Cipro. 1. cassetta, e 1. Sporta Croce di Gerusalemme. 254. Balle, 4. Fardi, 2. coffe, 1. coffetta, 1. Ballotto, 1. Fag., e 3. Sporte Caffè.

Detto. Tartanon, Patron Francesco Gennaro, venuto da Pesaro, e Cesenatico, con 6. ceste Magioliche. 6. Miera Strazze. 4. casse Acqua di Nocera. 13. Bar. Miel. 1. Sacchetto Cera vecchia. 4. Sacchi Gripola. 1. Sacco Ferro vecchio.

Detto. Pieligo, Patron Battista Brati; venuto da Capo dʼIstria, con 3. cai Oglio. 1. cassa Cera Brusata.

Detto. Tartanon, Patron Domenico Costanzi, venuto da Pesaro, con 8. Balle Fenimenti. 1. cassetta Carta Pecora. 16. Balle Garzi. 1. Balla, e 1. cassa Libri. 29. Pezzi Lardi. 1. Fag. 2. Balle Pelle Agneline. 1. cassa Struto. 10. casse Acque di Nocera. 5. casse Formagielle. 1. cassetta Grasso.

Detto. Pieligo, Patron Mariano Guidi, venuto da Rimani, con 2. ceste Formagielle. 20. Miera Solfere a refuso.

Detto. Trabacolo nominato S. Zuanne Nepomuceno, Patron Michiel Aspresa, manca dal Zante 28. giorni, Parcenevole D. Andrea Trento, con 40. Botte, e 8. car. Oglio. 100. Fag. Uvapassa.

Detto. Nave nominata Maria, Capitan Petter Molleide Danese, manca da Lisbona 7. Settimane, raccomandata a sè medemo, con 221. cassa, 88. Bar., e 35. Botte Zuccaro. 757. Pezzi Legno da colori. 22. Fardi canella. 1. cassa Zuccaro, e Caffè.

Detto. Bracera, Patron Giusto Scolin, venuto da Trieste, con 2. Bar. chiodi. 2. Bar. Fil di Ferro. 1. Fag. Seda. 2. Sacchetti Seme di Cedro. 1. Bar. Ottoni. 2. Botte, e 1. Paco Merce. 1. cassetta Terra con 1. Pianta di Naranze. 1. cassetta Tovaglioli. 18. Fassi Azzali. 10. casse Acqua di Silla. 12. Bar. Sortiti. 1. cassetta, 2. Fag., e 2. Balle Telle.

Detto. Bracera, Patron Iseppo Taolato, venuto da Trieste, con 12. Bar. Argento vivo. 4. Bar. Datoli. 1. Bar. Fil di Ferro. 1. Bar. Ottoni, e Manifatture di Norimbergher. 1. Bar., e 6. Schizze chiodi. 1. cassetta Musicali. 1. Botta Cera. 1. Bar. Rosa. 4. Bar. Feramenta Lavorata.

Detto. Pieligo, Patron Domenico Pitteri, venuto da Trieste, con 4. somme Scatole. 2. Mazzi Mastelle, 10. Miera Limoni.

Signor Pietro Marcuzzi.

Mi farete piacere di Stampare nel vostro Foglio di domani, che Lunedì uscirà il terzo Foglio del Mondo Morale. La Pellegrina I. che ne scrive la maggior parte, ha dato fuori un solo Capitolo, essendo da non so quai mali sughi sconcertata lo stomaco. Trovasi impacciata dalle visite degli amici, e molto più da’suggerimenti de’rimedii, tanto che s’ella volesse prestare orecchio a tutti il corpo suo sarebbe una nave di Droghe. Dall’altro canto ella è la più ostinata Creatura del Mondo, e non vuol prendere cosa veruna, intendendo, che il ritenersi dal mangiare, e lo starsi quieta debba risanarla. Non so se le riuscirà. Intanto ella è asciutta, e magra come una lanterna, gialliccia, con gli occhi lividi, e non può trarsi dietro le gambe. Quello che mi spiace è per voi, perchè so che il vostro Gazzettiere, è innamorato morto di lei, e temo, che ciò non influisca anche sulla vostra Gazzetta. Sappiate ch’egli non se le spicca mai dattorno, e secondo i visi, ch’ella va facendo, egli la imita, e quando ella si duole, si lamenta anch’egli, e hanno una tal concordia di parole, e di pensieri, che sembrano una cosa stessa. Pregate il Cielo per la salute di lei, se volete veder guarito lui ancora. Non altro. State sano.

Cambj per le Piazze Estere, corsi addi 16. Maggio 1760.

Lione Ducati- 59 1/4 Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno.

Bolzano Soldi- 133 ½ per un Scudo da Carantani 93.

Roma Scudi Oro Stampe 62 7/8 per Ducati 100. Banco.

Napoli Ducati Regno 121 ¾ per Ducati 100. Banco.

Firenze Scudi- 80 Oro da Lir. 7 ½ per Ducati 100. Banco.

Livorno Pezze da 8/r 104 ¼ per Ducati 100. Banco.

Milano Soldi- 155 ½ per un Scudo di Soldi 117. Imperiali.

Genova Soldi- 94 5/8 per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco.

Anversa grossi- 94 ¼ per un Ducato Banco.

Amsterdam grossi- 90 ¾ per un Ducato Banco.

Amburgo grossi- 91 per un Ducato Banco.

Londra Sterlini- 51 1/3 per un Ducato Banco.

Augusta Taleri- 98 1/8 per 100. Ducati Banco.

Vienna Fiorini- 188 per Ducati 100. Banco.

Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.

A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian.

In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo.

Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo.

In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore.

Con Privilegio.

N.o 30. Sabbato addi 17. Maggio 1760. Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico. Lettera, e Novella del Gazzettiere Ad un Amico, il quale gli domanda il suo parere, com’egli debba contenersi con un suo figliuolo d’anni sedici, molto inclinato a’passatempi. Che il figliuolo suo voglia sollazzarsi non è maraviglia, ciò è cosa dall’età sua, e mi consolo, che gli spassi da lui richiesti con ardenza, non sono nè giuoco, nè altro, che possa offendere la sua riputazione. Ne sono alquanto ritardati gli studj, ma siamo in tempo. Per venire a capo della sua intenzione del farlo imparare, ella non potrebbe far meglio, che dargli quanti passatempi mai può in furia, e in fretta, e procurare di fargliene venire a noja. Dio la guardi, che le venisse mai desiderio d’opporvisi con la forza; nè farebbe un puledro, che non ubbidirebbe mai più alla mano. Legga questa novelletta, e prenda la norma da essa. Un Piovan quì di Venezia andò nell’Estate passata a visitare un’altro Piovano Amico suo sulla Brenta alquanto fra terra, e statovi quivi con esso due dì, gli disse la sera, che la vegnente mattina dovea per li fatti suoi ritornare a Venezia. L’Amico lo pregò, che non si partisse da lui; egli dicea che non potea arrestarsi, e dopo alquante ceremonie, come si fa, disse il Piovano albergatore: or bene poichè avete così deliberato, valetevi d’un mio cavallo, che sarà al servigio vostro; e voltosi al suo famiglio gli disse. Da la biada al morello, e fa che domattina sia sellato prima del levar del Sole. E voi, voltosi al Piovano, andatevi con Dio, raccomandate il Caval mio all’Oste di Fusina che lo conosce, ch’io lo manderò a prendere in sul fresco della sera. Toccansi i due Piovani la mano, si baciano in fronte, vanno a letto, buona notte. La mattina per tempissimo levasi il viaggiatore, che a pena spuntava l’alba, trova il cavallo abbeverato, e colla sella, mette il piede nella staffa, monta, da il beveraggio al famiglio, e via. Non avea appena fatto mezzo miglio d’un trottone, che lo facea cavalcare sbilanciato or di quà or di là, tanto la bestia andava per dispetto, che tutto ad un tratto il cavallaccio s’arresta duro come un pilastro, nè per iscuotere la briglia, nè per minacce di voce, nè per battiture si movea punto, sicchè parea murato. Se non che dopo un lungo affanno, incominciò a camminare come i gamberi. Il cavalcatore si dispera, e il bestione indietro. Lo ferma l’accarezza, tutto è peggio, e quando si movea andava pel verso della coda. Spuntava quasi il Sole, e il Religioso non sapea più che farsi. Quando egli vede passare colà due Villani con due paja di buoi aggiogati, che andavano coll’erpice per erpicare un campo seminato. Smonta dalla maladetta bestia, e gli chiama a sé, e dice, fratelli miei, questo animalaccio è restio, e a mio dispetto vuole andare indietro, io ho intenzione d’appagarlo. Voi n’avrete da me quattro lire, se farete a mio modo, e disse quel che volea. I due Villani spiccano i quattro buoi dall’erpice, e tra la cavezza, ch’era dietro alla sella, e altre funicelle, e vinchi ritorti fanno un ordigno a guisa di pettorale, e postolo al petto del cavallo, con due capi lunghi di quà e di là, attaccano questi a’buoi per tirarnelo all’indietro a forza; che per le quattro lire l’avrebbero tirato all’inferno. Uno di loro piglia in mano il freno, e con un bastone lo minaccia da fronte, l’altro con un pungolo stimola i buoi, e tirano. Il cavallaccio fa due o tre passi indietro quasi a stento prima; ma poi sentendo, che dovea rinculare a suo dispetto, comincia a curvare le ginocchia, e ad appuntar l’unghie sul terreno per andare avanti ma tardi; perchè quattro buoi poteano più di lui, e lo traevano di cuore come una carretta. Sbuffa, suda, si scuote. Le voci infernali del Villano, e il vigore de’buoi non gli lasciano aver fiato. Finalmente dopo avernelo così tratto per un buon pezzo di via, ch’era tutto spumoso, e con due occhi vermigli che pareano fuoco, il Piovano ringrazia i due Uomini, dà le quattro lire, fa levar via gli ordigni; e sale di nuovo. Il cavallo, parendogli un bel che l’esser fuori di quell’impaccio, comincia a correre soave, che parea Brigliadoro, tanto che a pena il cavalcatore potè a poco a poco ridurnelo al galoppo, poi al trotto, e finalmente ad un buon passo, che lo condusse a Fusina; donde scrisse al suo Amico, che gli avea guarito il cavallo del restìo, assecondando le sue voglie. Una delle più belle, è (sic.) ricche opere della moderna architettura (sic.), è la Chiesa della Pietà, che va riducendosi al termine. Il disegno dell’architettura è del Signor Giorgio Massari, celebratissimo Architteto Veneziano, e la sopratendenza all’esecuzione, è del Signor Giuseppe Mazzoni. È dedicato il Tempio alla Visitazione della B. V. e la prima pietra vi fu gittata dal Serenissimo Doge Pietro Grimani il giorno 17. d’Aprile nel 1745. con una medaglia, che dall’una parte rappresentava la Visitazione col motto ex ore infantium ? lactentium, e nel rovescio leggevasi: Auspiciis a D.O.M. Religiose coeptis in Templo B. M. V. sub titulo Visitationis Fundato rite primum lapidem posuit Petrus Grimanus Dux Venetiarum Anno salutis 1745. Lavoratori di tutti i marmi furono Domenico, e Lorenzo Pacchielle Tagliapietra Veneziani, i quali fecero gli Altari di marmo da Carrara, i disegni de’quali sono del soprallodato Signor Massari. Le Gelosie, e l’altre fatture del ferro sono di Giuseppe Maja Milanese. I lavori di tavole e di noci, furono fatti da Antonio Barbon Legnajuolo da Zoldo Friulano; le invetriate da Giambattista Manfriti Veneziano, e gli Organi da Don Pietro Nacich da Sebenico. Delle Pitture, e delle Statue si parlerà in altro luogo: ora è da dire qualche cosa dell’Architettura. La pianta della Chiesa è una spezie d’ovato, figura che contribuisce grandemente all’armonia delle voci, e degli strumenti. L’Architettura del vaso principale vien formata da sedici pilastri Binati d’ordine Corintio posti sopra otto gran piedestalli, ognun de’quali due pilastri sostiene, onde otto spazj, o vogliam dire intercolunnj ne derivano fra pilastro e pilastro. Sostengono essi pilastri il loro sopraornato d’Architrave, Fregio, e Cornice, sopra cui è imposta la volta del soffitto; mediante però un Atticinio, che compensa la vista, di ciò che ruba lo sporgere in fuori della Cornice a chi sta nel mezzo della Chiesa, e rende proporzionata l’altezza del vaso alla sua larghezza e lunghezza. Nell’Intercolunnio in testa dell’Ovato mediante due alette di pilastro v’è l’Arco della Cappella maggiore impostato sopra la Cornice, e Atticinio; e in quello a’piedi dell’ovato v’è un’altro arco di poco sfondo, che l’accompagna. Ne’due intercolunnj, o spazj di mezzo, che sono maggiori degli antedetti, vi sono medianti le alette, due Archi sfiancati di poco sfondo, impostati, come i primi sopra la Cornice, e l’Atticinio; e ne’quattro intercolunnj che restano, e sono minori degli altri, vi sono mediante le loro respettive Alette, quattro Archi di poco sfondo, i quali restano co’loro Archivolti al di sotto dell’Architrave. Nell’Arco a’piedi dell’Ovato già sopra descritto è la Porta principale, che riceve ingresso da un Atrio; ed a’fianchi di quella sono due finestre, che dall’Atrio guardano in Chiesa. Sopra d’essa Porta e finestre, vi sono altre tre finestre, che rimangono di sotto all’Architrave, e che da un secondo piano che cado sopra l’Atrio, guardano in Chiesa, e possono servire a collocare Persone di qualità, e di riguardo. Sopra queste seconde finestre, ve ne sono tre altre nella mezzaluna del detto Arco, ch’è tripartita, e queste pure da un terzo piano, che cade sopra gli antedetti guardano in Chiesa. Ne’due Archi laterali di mezzo, vi sono due grandi Orchestre; per la cui necessaria lunghezza furono fatti questi due archi maggiori degli altri. Sotto alle Orchestre vi sono due porte laterali, fiancheggiate da due finestre, che corrispondono a’luoghi laterali alla Chiesa, e sopra d’esse Orchestre vi sono le due mezzelune di questi due Archi tripartite, che danno lume alla Chiesa. Negli altri quattro Archi minori poi, sono posti gli Altari; i quali sono di marmo da Carrara, con due mezze colonne d’ordine Corintio, poste sopra i loro Quariscelli, o soprapiedestalli, sostenenti il sopraornato, ed il Frontispicio fatto a Sesta. I Limiti assegnati al presente Foglio, ci fanno ritardare il rimanente della descrizione al Foglio 31. dietro alla quale si ragionerà poi delle Pitture, e d’altro. Cose da vendere Il Sig. Carlo Scapino Librajo di Padova aggiugne alla Gazzetta num. 29. li Libri seguenti avvisando, che Lunedì sarà di partenza per quella Città. Chi vorrà trattare con lui, potrà farlo per via di Lettere. Grevii, & Gronovii Antiquitates Graecae, & Romanae. Fogl. Vol. 33. Ven. fig. leg. Franc. Duglossi Joan. Historia Polonica. Fogl. Vol. 2. Francf. 1711. leg. Oland. Mabillon Acta Sanctorum. Fogl. Vol. 9. Ven. leg. Oland. Philonis Judaei Opera Gr. Lat. Parisiis Fogl. 1608. leg. Oland. S. Athanasii Opera Graec. Lat. Fogl. Vol. 2. Coloniae 1686. leg. Oland. Biblia Sacra. Fogl. ap. Rovillium 1566. leg. Oland. Bodino Giovan. Li sei Libri della Repubblica. Fogl. 1588. leg. Franc. S. Bonaventurae Opera omnia. Fogl. Vol. 7. Lugd. 1663. leg. Oland. Bellori Pietro Descrizione dellʼImmagini dipinte da Raffaele dʼUrbino. Fogl. Roma 1751. leg. Oland. Praum Georg. Civitates Orbis terrarum. Fogl. Vol. 4. Colon. Agrip. 1588. miniato. Buonanni Filip. Ricreazione dellʼocchio nellʼosservazione delle Chiocole. Quar. Roma leg. Oland. Catrou e Roulliè Storia Romana. Quar. Vol. 17. leg. Oland. Calmet Augus. Coment. in Sacram Scrip. Fogl. Vol. 9. Ven. 1730. leg. Franc. - Dictionarium S. Scrip. Fogl. Vol. 2. leg. Franc. Bembo Card. Tutte lʼOpere. Fogl. Vol. 4. Ven. car. max. leg. Oland. Dante coment. del Landino. Fogl. Ven. presso il Seffa. 1563. Ficorone Le Maschere Sceniche. Quar. Roma leg. Oland. Martiniere Le grand Dictionaire Geograph. Vol. 10. Ven. leg. Oland. Moreri Lovis Le grand Dictionaire Historique. Fogl. Vol. 8. Ven. leg. Oland. Norissi Henr. Opera. Fogl. Vol. 5. Veron. leg. Oland. Orthelii Abr. Theatrum Orbis terrarum. Fogl. Atlant. Antuerpiae. Portenari Ang. Felicità di Padova. Fogl. leg. Oland. Segni Bernardo Storie Fiorentine. Fogl. Augusta. leg. Oland. Sirmondi P. Jacobi Opera. Fogl. Vol. 5. Ven. leg. Oland. Gaii Barth. Epitome Patriarcharum, Ducum, Judicum &c. Populi Hebraici. Fogl. Romae 1751. leg. Oland Fig. Tillemont Memoires pour servir a lʼHistoire Ecclesiastique, & des Empereurs. Quar. Vol. 22. Ven. leg. Oland. Scriptores de re rustica. Ott. 1533. ap. Aldum. Juvenalis & Persii Sat. ad usum Delphini. Quar. Parisiss leg. Franc. Plauti Comediae ad usum Delphini. Quar. Vol. 2. Parissis leg. Oland. T. Livius ad usum Delphini. Quar. Vol. 6. Ven. leg. Fran. Tacitus ad usum Delphini. Quar. Vol. 4. Ven. leg. Fran. Catullus, Tibullus, & Propertius com Coment. Joan. Ant. Vulpii. Quar. Vol. 4. ap. Cominum, leg. Oland. Chi volesse vedere, o comprar due Pietre di Camei Antichi, vadi in Sensa allʼOrefice allʼinsegna dellʼAmorevolezza, che saranno serviti. Vengono esposti in vendita due bellissimi strumenti da fiato: cioè un Oboè di Ebano lavorato a specie di Filograna oro e Argento, ed un Flauto corista finto tartaruga con bocchino, e giunture dʼAvorio, in una cassettina dentro e fuori ben condizionata, tutti due fabbricati in Inghilterra da eccellente Autore. Chi bramasse vederli per farsene provisione, potrà andare dal Sig. Colombani Librajo in Merceria vicino alla Chiesa di S. Salvatore, che glieli farà vedere, e ne dirà il prezzo. Libri nuovi fuori di Venezia. Adì 14. del corrente è pervenuto alle mani del Signor Antonio Zatta Stampatore al Traghetto di S. Barnaba il Quinto Tometto a favore deʼPadri della Compagnia di Gesù, col seguente titolo: Lettera dʼun Direttore al suo Penitente ec. E unʼaltra Lettera di N. N. Napolitano ad un suo amico di Livorno ec. val. L. 2. : 5. In breve gli capiterà un altro Tomo contenente diversi Opuscoli Scritti da una celebratissima penna, sopra lo stesso argomento. Case da Fittare. Casa dʼaffittar a San Boldo, con tutte le sue comodità, con Pozzo perfetto; paga allʼanno Duc. 44. Le chiavi sono dal Tentor. Sotto il Portico a SS. Apostoli una Bottegha con Botteghin da fittar, paga allʼanno D. 80. Le chiavi sono dal Sig. Piagia a S. Giuliano in calle del Forno. Sopra la Riva del Vin in calle deʼCinque, Casa dʼaffittar con tutto il suo bisognevole, e canevino; paga allʼanno Duc. 70. Le chiavi sono da quel dallʼoglio sopra la Riva del Vino. A S. Gio: Decolà, Casa dʼaffittar con tutte le sue comodità e caneva, pozzo dʼacqua buona; paga allʼanno Duc. 32. Le chiavi sono dal Ciabattino in Salizada deʼTurchi. Legni arrivati. Adì 9. Maggio. Pieligo, Patron Luca qu: Stefano Bamba, venuto da Cattaro, e Castel Novo, con 5. Fagotti Cordoani. 1. casson vero rotto. 6. Fag. Cera. 2. Fag. Rame vecchio. 2. casse Seda. 3. Rodoli Rassa in più cavezzi. 178. Balle, e 1. Fag. Lana. 683. pelle chiussoline, e Montonine. 1. Fag. pelle di Gatti Salvatichi, e pelle di Lepre. 3. caffe Gotton. 2. Fag. Sacchi vodi. Detto, Pieligo, Patron Antonio Sorbola, venuto da Piran, con 6. cai Oglio. 5. cai Menole Salate. Detto. Bracera, Patron Giacomo Scolin, venuto da Trieste, con 42. Sacchi, e 3. car. Cera. 54. casse Azzali. 1. Bar. Ottoni. 1. Bar. Cenere da Tentura. 1. car. Ferrarese. 1. Balla Feltre. 1. Fasso Ferro. 13. Bar. chiodi. 4. Balle Telle. 1. Bar. Ferro Filato. Detto. Nave nominata Cattarina, e S. Vicenzo Ferrerio, Capitan Zorzi Lubencovich, manca da Cipro li 27. Settembre, da Alessandria 42. giorni, e da Corfù li 26. Aprile, Parcenevole D. Natal Molco, con 129. Balle Gotton. 4. Scaffassi Goma. 4. Sacaffassi Mira. 1290. pelle cuori Salati. 6. Botte, 12. carateletti, e 48. Barile Vin di Cipro. 19. Scaffassi Incenso. 2. Balle Telle Caiscie. 4. Scaffassi Aloe. 2. Balle Curcuma. 6. Scaffassi Salarmoniaco. 1. Balla, e 1. Fagotto Telle. 2. Casse, e 2. Scaffassi Datoli. 1. Balla coccole di Levante. 1. Balla Denti di Levante. 4. Fagotti Tellarie a refuso. 5. Fag. Lin a refuso. 3. Scaffassi Canella. 1. Fagotto Seda di Cipro. 1. cassetta, e 1. Sporta Croce di Gerusalemme. 254. Balle, 4. Fardi, 2. coffe, 1. coffetta, 1. Ballotto, 1. Fag., e 3. Sporte Caffè. Detto. Tartanon, Patron Francesco Gennaro, venuto da Pesaro, e Cesenatico, con 6. ceste Magioliche. 6. Miera Strazze. 4. casse Acqua di Nocera. 13. Bar. Miel. 1. Sacchetto Cera vecchia. 4. Sacchi Gripola. 1. Sacco Ferro vecchio. Detto. Pieligo, Patron Battista Brati; venuto da Capo dʼIstria, con 3. cai Oglio. 1. cassa Cera Brusata. Detto. Tartanon, Patron Domenico Costanzi, venuto da Pesaro, con 8. Balle Fenimenti. 1. cassetta Carta Pecora. 16. Balle Garzi. 1. Balla, e 1. cassa Libri. 29. Pezzi Lardi. 1. Fag. 2. Balle Pelle Agneline. 1. cassa Struto. 10. casse Acque di Nocera. 5. casse Formagielle. 1. cassetta Grasso. Detto. Pieligo, Patron Mariano Guidi, venuto da Rimani, con 2. ceste Formagielle. 20. Miera Solfere a refuso. Detto. Trabacolo nominato S. Zuanne Nepomuceno, Patron Michiel Aspresa, manca dal Zante 28. giorni, Parcenevole D. Andrea Trento, con 40. Botte, e 8. car. Oglio. 100. Fag. Uvapassa. Detto. Nave nominata Maria, Capitan Petter Molleide Danese, manca da Lisbona 7. Settimane, raccomandata a sè medemo, con 221. cassa, 88. Bar., e 35. Botte Zuccaro. 757. Pezzi Legno da colori. 22. Fardi canella. 1. cassa Zuccaro, e Caffè. Detto. Bracera, Patron Giusto Scolin, venuto da Trieste, con 2. Bar. chiodi. 2. Bar. Fil di Ferro. 1. Fag. Seda. 2. Sacchetti Seme di Cedro. 1. Bar. Ottoni. 2. Botte, e 1. Paco Merce. 1. cassetta Terra con 1. Pianta di Naranze. 1. cassetta Tovaglioli. 18. Fassi Azzali. 10. casse Acqua di Silla. 12. Bar. Sortiti. 1. cassetta, 2. Fag., e 2. Balle Telle. Detto. Bracera, Patron Iseppo Taolato, venuto da Trieste, con 12. Bar. Argento vivo. 4. Bar. Datoli. 1. Bar. Fil di Ferro. 1. Bar. Ottoni, e Manifatture di Norimbergher. 1. Bar., e 6. Schizze chiodi. 1. cassetta Musicali. 1. Botta Cera. 1. Bar. Rosa. 4. Bar. Feramenta Lavorata. Detto. Pieligo, Patron Domenico Pitteri, venuto da Trieste, con 4. somme Scatole. 2. Mazzi Mastelle, 10. Miera Limoni. Signor Pietro Marcuzzi. Mi farete piacere di Stampare nel vostro Foglio di domani, che Lunedì uscirà il terzo Foglio del Mondo Morale. La Pellegrina I. che ne scrive la maggior parte, ha dato fuori un solo Capitolo, essendo da non so quai mali sughi sconcertata lo stomaco. Trovasi impacciata dalle visite degli amici, e molto più da’suggerimenti de’rimedii, tanto che s’ella volesse prestare orecchio a tutti il corpo suo sarebbe una nave di Droghe. Dall’altro canto ella è la più ostinata Creatura del Mondo, e non vuol prendere cosa veruna, intendendo, che il ritenersi dal mangiare, e lo starsi quieta debba risanarla. Non so se le riuscirà. Intanto ella è asciutta, e magra come una lanterna, gialliccia, con gli occhi lividi, e non può trarsi dietro le gambe. Quello che mi spiace è per voi, perchè so che il vostro Gazzettiere, è innamorato morto di lei, e temo, che ciò non influisca anche sulla vostra Gazzetta. Sappiate ch’egli non se le spicca mai dattorno, e secondo i visi, ch’ella va facendo, egli la imita, e quando ella si duole, si lamenta anch’egli, e hanno una tal concordia di parole, e di pensieri, che sembrano una cosa stessa. Pregate il Cielo per la salute di lei, se volete veder guarito lui ancora. Non altro. State sano. Cambj per le Piazze Estere, corsi addi 16. Maggio 1760. Lione Ducati- 59 1/4 Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno. Bolzano Soldi- 133 ½ per un Scudo da Carantani 93. Roma Scudi Oro Stampe 62 7/8 per Ducati 100. Banco. Napoli Ducati Regno 121 ¾ per Ducati 100. Banco. Firenze Scudi- 80 Oro da Lir. 7 ½ per Ducati 100. Banco. Livorno Pezze da 8/r 104 ¼ per Ducati 100. Banco. Milano Soldi- 155 ½ per un Scudo di Soldi 117. Imperiali. Genova Soldi- 94 5/8 per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco. Anversa grossi- 94 ¼ per un Ducato Banco. Amsterdam grossi- 90 ¾ per un Ducato Banco. Amburgo grossi- 91 per un Ducato Banco. Londra Sterlini- 51 1/3 per un Ducato Banco. Augusta Taleri- 98 1/8 per 100. Ducati Banco. Vienna Fiorini- 188 per Ducati 100. Banco. Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie. A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian. In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo. Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo. In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore. Con Privilegio.