Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 48", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\048 (1790), S. 377-384, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2611 [aufgerufen am: ].


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Num. 48

Mercordì 16 Giugno 1790.

Ebene 2► Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Gazzettiere

3 Giugno 1790.

“VI occludo copia d’un’elezione, che fu fatta recentemente di Medico fisico nella Persona dell’Eccellente Luigi Soler dalla Comunità e Consiglio della Motta. Questo tal Soggetto era da qualche anno piantato in San Polo Giurisdizione del N. H. s. Co. Angelo Gabrieli, dove esercitava la medicina con tanta riputazione, ad onta d’essere assai giovine, o di prima età, che veniva ricercato da lontani Paesi, e non aveva tempo di poter certamente attendere a quanto esigeva il bisogno. Il suddetto N. H. lo considerava moltissimo, e lo riguardava com’una della più care Persone, perchè si distingueva appunto, e per talenti, e per grazie, e per ogni dottrina. La Comunità della Motta, intesa dei meriti, e qualità singolari di questo Soggetto, dovendo venire alla scelta d’un Medico condotto, a fronte delli concorrenti, i quali furono sballottati, divennero ad eleggere il detto Soler il quale non s’è mai immaginato d’esporsi al concorso. L’appanaggio consiste in Ducati quattrocento e cinquanta annui, e Casa senz’aggravio.

Si dice, che il Soler abbia accettata la Condotta di Medico; fu troppo generosa l’azione in vero; mentre egli perdette la sua libertà, e troppo minima rilevasi la ricompensa dell’onorario, quando egli poteva calcolare senz’alcun legame, annualmente in S. Polo una rendita, all’incirca, di Ducati ottocento annui come da registri sinceri anco in quest’anno potrebbe far constare. Non v’è, amico, persona, che necessariamente lo stima, quale non disapprovi la determinazione sua in aver accettata la Condotta.”

Un vostro Affezion. Associato ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Illustr. Sig. Sig. Colendiss.

“Rivolto il comun desiderio nella degna, e qualificata persona sua per la sostituzione a questa Medica Condotta, attesa la rinunzia praticata dall’Eccellente Dottor Giuseppe Ortica, ed accolto con vera compiacenza da questo Consiglio, fù ella con pienezza de’voti attualmente eletta in Medico condotto di questo Castello, e Borghi.

E siccome le mire di questo Pubblico ad altro non tendevano, che poter [378] appoggiare la Condotta stessa a Soggetto di merito in confronto del rinunciante Dot. Ortica, così anche restò preso, e deliberato, che abbia parimenti a percepire le medesime utilità con gl’impegni annessi, e sostenuti dall’Ortica suddetto.

Con sodo fondamento ben ragionevolmente dalli voti del Consiglio rimasti tutti li notificati concorrenti nel proprio arbitrio, così appoggiando con tutta costanza nel di lei personale, si lusinga, che con parità di premura sarà accolta l’elezione, e con animo grato, e riconoscente, onde possano in ogni tempo li Rappresentanti questa Comunità, e popolo riscontrargli in fatto quella sincera propensione, con la quale ci protestiamo veramente.

Motta 28. Maggio 1790”

Illustriss. Sig. Luigi Soler

Affezion. Obbmi. Servi
Sindico e Provveditori. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

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Proseguimento delle Considerazioni sopra la Lettera, ec.

Qual meraviglia pertanto, che un uomo tanto versato nello studio della Lingua nostra, e tanto di essa perfetto conoscitore, che può accrescerla ed abbellirla o con parole del tutto nuove, o tratte fuori dallo squallore di un’ignobile e vile vecchiaja, abbia un così fino e delicato gusto, che ne sente e coglie a un tratto ogni più minima bellezze, ed ogni più minimo mancamento e difetto! Egli solo tra que’molti e molti Signori, che intervenuti erano all’Adunanza, tra quali io pure aveva l’onore di essere, potè notare, che il Discorso, con cui uno de’Signori Presidenti dell’Accademia, aprì la Sessione, com’egli dice con bella sì e leggiadra frase, ma che pute assai di Francioso, che gli si è per inavvertenza appiccato alla lingua, era alquanto snervato. Io invero creduto avea sempre, pmo. che lo Stile, per esser lodevole e buono esser dovesse corrispondente e porpozionato alle idee, e a’pensieri proprj della materia, che uno imprende a trattare, e che quando sia tale, venir non possa tacciato e ripreso come difettoso, qualunque esso si sia, semplice, o piano, ornato o sublime, grave, ed austero, o dolce e fiorito, ec. 2do. che lo Stile, che propriamente si addimanda forte e nervoso, non dovesse impiegarsi, se non allora che quegli che parla, vuole o commuovere la fantasia degli uditori, o destare nell’animo loro una qualche passione, o un qualche affetto.

Poichè adunque il Signor Presidente non si era nel suo Discorso proposto altro oggetto, che quello d’informare gli Accademici del motivo, per cui erano stati convocati, così egli si è servito dello stile umile e piano, quale si conviene al Genere, che da’Retori si addimanda istruttivo, o informativo; e trovatolo perciò del tutto conforme ed unisono a’pensieri, che richiedeva la materia e il suggetto, nè da me, nè da alcuno degli altri uditori, dal Ch. Autore della Lettera in fuori, fu in esso notata o sentita debolezza, e snervatezza di sorta alcuna.

Ma pure tanto di peso e di autorità hanno appresso di me il giudizio, e la decisione, ch’egli ne ha data, che malgrado al mio amor proprio, non ho rossore e vergogna di confessare, di essermi stato fin’ora in inganno; e quindi non posso a meno di pubblicamente dichiarargli l’obbligo mio, e d’insieme rendergli le maggiori grazie, che per me si possano, di avermi fatto accorgere di un errore, in cui tratto, e mantenuto mi aveano per mia mala ventura que’Libri, che danno regole e precetti dell’eloquenza e dell’Arte del dire: contro de’quali ho perciò concepita nell’animo tanta indegnazione, e tanto dispetto, che ho deliberato di prenderne quella vendetta, che dico-[379]no, che prendesse il Navagero1 degli Epigrammi di Marziale, gittando ogni anno al ricorrere del dì 7 Maggio che fu il fausto giorno, che apparecchiò ed aperse la via al mio disinganno, una Copia di essi ad ardere nelle fiamme, offerendola come in olocausto al Genio del Ch. Autore della Lettera.

Negli Scrittori eccellenti e di primo grido ogni cosa sen va del pari, ed è, per dir così, con proporzionata ed armonica misura ordinata, e disposta; sicchè spicca in essi ad un tempo purità di stile, aggiustatezza di parole, e di frasi, sodezza, e verità di pensieri. Il nostro Autore n’è una delle più chiare, e manifeste prove.

Esaminiamo quello, che segue nella sua Lettera, dopo l’accusa di snervatezza data al discorso del Presidente. Successe, dic’egli, un Socio, che con una Memoria sostenne necessaria per la Ristaruazion dell’Agricoltura la libera circolazione dei Grani dal di dentro al di fuori, a dispetto di Necker, che l’ha confutata.

Notisi primieramente quanta leggiadria, e forza abbia egli ad un tempo comunicata alla sua espressione, colla figura detta da’Latini Elissi, e da noi di mancanza, dove in luogo di dire, come detto avrebbe uno Scrittor del comune sostenne essere necessaria, egli ha detto, Sostenne necessaria. I soli Scrittori pari a lui, se pur ven’ebbe, o ve n’ha alcuno che uguagliarlo possa, sono capaci di tali bellezze; poichè eglino soli son atti a comprendere, che la natura è più amica del parlar breve e ristretto, che del diffuso, e prolisso, tanto contrario a quella robustezza e a quel nervo, che secondo il Ch. Autore, che n’è tanto appassionato, e vago, esser deve la qualità unica e predominante nello Stile, qualunque siasi il suggetto, intorno a cui si scrive, o si parla.

Notisi in appresso quel bel Traslato: Per la restaurazion dell’Agricoltura! Chi non sente in questa espressione un’energia e una forza, che imprime una grande idea della cosa nell’animo, e vivamente ve la scolpisce?

A me privo di cognizioni e di gusto sembrerebbe, che bastato fosse, anzi che si avesse dovuto dire soltanto, pel maggior avanzamento, e progresso dell’Agricoltura; ma il nostro Ch. Autore ha giudicato una tale od altra simile espressione troppo debole e snervata per rappresentare lo stato di desolazione e di rovina, a cui egli, che vede nelle cose più addentro che tutti insieme gli altri uomini, conosce essersi a’giorni nostri miseramente condotta quest’Arte, ch’egli perciò con una elocuzione metaforica paragona2 ad una cadente e sdruscita fabbrica, tuttochè [380] universale opinione, che dopo i secoli della Barbarie, quando la Coltivazione delle Campagne era per l’infelicità de’tempi quasi dappertutto o impedita o negletta o mal praticata essa non abbia goduto giammai in Europa di un più prospero e fiorente stato.

Viene in appresso: La libera Circolazione de’Grani dal di dentro al di fuori! Qui, mi perdoni il Ch. Autore, se oso di tanto, mi è avviso di sentire alquanto di quel languido, e snervato, ch’egli sentì nel discorso del Signor Presidente. Se detto avesse la libera uscita, od esportazione dei Grani, non sarebbe stata ella un’espressione più breve e concisa, e perciò più forte e nervosa?3 Ma non è raro il vedere anche gli Uomini più grandi cadere in quegl’istessi mancamenti e difetti, ch’essi riprendono e censurano negli altri. Egli è questo come un tributo, che pagano all’imperfezione, e alla fralezza dell’umana natura, ed un esempio per insegnarci ad essere indulgenti verso di tutti, e ad aver sempre presente alla memoria quel bel detto di un Antico: Homo sum, humani a me nihil alienum puto.

Oserei innoltre, se permesso mi fosse, far modestamente osservare al Ch. Aut. che la voce Circolazione par che significhi assai più, ch’egli non ha voluto dire; imperocchè essa significa ad un tempo asportazione dal di dentro al di fuori, ed importazione dal di fuori al di dentro. La prova n’è chiara almeno a parer mio. Se il Circolo è una figura, che rientra in se stessa, la parola Circolazione, che da esso deriva, non può nè deve significare, che il moto di un corpo, che rigirandosi intorno ad un centro ritorna al punto medesimo dond’è partito. Son queste, ben lo conosco, minute e leggiere cose da osservarsi: ma siccome in ogni altra cosa, così anche in fatto di stile, ognuno ha il suo gusto particolare, che gli fa amare per preferenza più l’una che l’altra qualità. Io amo sopra ad ogni altra la precisione, e l’aggiustatezza, e cedo per essa volontieri tutto il nervo al Ch. Autore.

Finalmente egli dice, che l’Autore ha sostenuta la libera Circolazione dei Grani “a dispetto di Necker, che l’ha confutata” in questa ultima espressione par che l’Autore abbandoni la sua prediletta qualità della forza e del nervo, e si appigli a quella dell’oscurità, per comunicare al suo stile un nuovo pregio; giacchè l’oscurità, quando sia usata con certo temperamento, e certa misura, concilia non so qual grandezza e dignità allo stile, ed accredita ancora presso agli uditori, o ai Lettori le cose con esso espresse. “Tale si è dice Massimo Tirio disser. 10. [381] la stravaganza dell’umana mente, che cura ed apprezza poco le cose che sono chiare e manifeste, ed ammira sommamente le oscure, ed astruse.” ◀Ebene 3

Metatextualität► (Il resto Sabbato.) ◀Metatextualität

Sabbato 19 cor. si aprirà il Nobile Teatro Balbi di Mestre col Dramma Buffo La Molinara messo in Musica dal celebre Signor Maestro Gio: Paisiello.

Prima Donna Sig. Margh. Delicati. Pmo mez. carattere Sig. Luigi Codecasa. Pmo. Buffo caricato Sig. Franc. Bergami. Altro pmo mez. carat. Sig. Giov. Pradi. Seconda Donna Sig. Ter. Giurini. Sec. Buffo Sig. Carlo Giura. Terza Buffa Sig. Cat. Conti.

Pmo Ballerino Sig. Gaet. Gioja. Pma Bal. assoluta Sig. Marianna Schamaus Leoni. Pmi Grotteschi Sig. Pasqual Angiolini, Sig. Teresa Dolci Bolini, Sig. Gius. Ferrari. Terza Ballerina Sig. Giov. Serafini. Pmi Bal. di mez. carat. fuori de’Concerti Sig. Luigia Bardini Olivieri e Sig. Luigi Olivieri. Grot. fuori de’Concerti Sig. Rosa Foresti, e Sig. Ales. Tommasini. Con 12 Figuranti.

Direttore de’Balli Sig. Luigi Vittieri. Maestro al Cembalo Sig. Gius. Raimondi. Primo violino dell’Opera Sig. Ant. Lodi detto Coghetto. Pmo Oboe Sig. Giuseppe Ferlendis. Pmo Contrabbasso Sig. Benvenuto Marinoni. Corni da Caccia Sig. Fratelli Zifra. Vestiario del Sig. Ant. Dian. Scenario delli Sig. Mauri. L’entrata costerà L. 2:10

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Stimatiss. Sig. Gazzettiere.

Il funesto caso occorso in codesta mia Parrocchia, non è seguito in quella maniera che lo vedo da voi esposto. La mia Casa è vicina a quella della sciagurata donna; e perciò ne sono informato quanto basta. Ebene 3► Exemplum► Fu a tempo chiamata la Comare che assistette all’estrazione del primo feto che fu susseguita da una perdita terribile. In que’momenti funesti fu chiamata la Comare per una Signora ch’era per partorire. Ella senza pensar ad altro abbandonò la miserabile moribonda donna, tratta dal solo spirito dell’interesse. In tal emergente si chiamò uno de’Chirurgi assistente in quest’Ospitale Maggiore che vi accorse immediatamente. Veduto il cattivo stato, in cui trovavasi la puerpera, stimò bene di far chiamare il vice Curato in mancanza del Parroco, che s’attrovava alla visita de’suoi Monisterj, non tardò egli a comparire e la munì del Sacramento dell’estrema unzione. In questo frattempo il citato Chirurgo Avvanzini fece l’estrazione della Placenta felicemente, e con questa cessò l’Emorogìa. Debilitate le forze per le perdite fatte alla vista del Vice-Curato morì l’infelice verso le due della notte; si tenne nel letto medesimo sino alla vegnente mattina, e verso le quattordici si mise in Cassa che si lasciò però senza coperchio, dopo le funzioni del dopo pranzo, che nella nostra Parrochia si terminano alle ventuna incirca fu portata alla Chiesa, il vice Parroco non poteva aspettar di più poichè era impegnato a fare la solita odierna visita in Casa Scavatti. Dove vi sono alcune inferme, diede però gl’ordini al becchino, acciò vigilasse secondo il solito a scanso di sconcerti; a quest’oggetto il becchino medesimo aveva esatto anche dalla Casa della defonta un mezzo Ducato d’argento, ma egli lasciò la defonta sul Cimiterio in cassa scoperta, ed andò secondo il solito di questa gente ad ubbriacarsi tutta la notte; in questo tempo successe quel restante che ancor voi esposto avete. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Metatextualität► A lume della verità vi prego a voler degnarvi d’assoggettare quanto v’espongo alle vostre stampe, assicurandovi, che ve ne sarò riconoscente. ◀Metatextualität

P. S. A vostro lume, ed a lume universale la Comare, non è una vera [382] Comare, mentre non è neppure delle approvate da questo Magistrato alla Sanità. Non doveva ella accorgersi, che la matrice non si era del tutto sgravata? Al certo che vi è necessario qualche provvido e pronto riparo, onde ovviare sconcerti coi terribili all’umanità. Sono di nuovo ec.

Brescia li 13 Giugno 1790.

Da Padova 14. Giugno 1790.

“Il Sababto p. p. fu aperto questo nobiliss. Teatro con il Dramma spettacoloso, già ennunziato, del celebre Signor D. Gaetano Sertor, il quale fu onorato da comuni applausi in ogni sua parte, ma sopratutto furono maggiori al Rondò del Sig. Crescentini il quale oltremodo si distinse accoppiando insime le dolcezze dell’arte coi doni di natura. Il Pmo Ballo non fece l’effetto che ogn’uno sperava a motivo della sua lunghezza, ma jeri sera che provisionalmente fu un poco accorciato ottenne subito l’aggradimento del Pubblico a segno che l’Udienza dopo terminato volle vedere in scena invitato al suono degli applausi il celebratissimo Compositore Sig. Fr. Clerico, e la di lui Sorella e Compagna Sig. Rosa Clerico Panzieri; sicche quando sarà ridotto ancora più corto certamente sarà un eccellente Ballo. Il Sig. Mauri si distinse al solito con le sue invenzioni veramente pittoresche nelle Scene, e il Sig. Monti con la vaghezza, e ricchezza del Vestiario.

In seguito oltre l’Opera avremo varj altri Spettacoli per trattenimento de’Forestieri che già a quest’ora sono quì, e che danno motivo a sperare non minor concorso dell’anno scorso. Sono con tutta la stima ec.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Varie altre Lettere, e relazioni vocali intorno all’esito di questo Spettacolo, non s’accordano colla quì riportata, e differiscono anche tra esse. Una delle medesime, che non sembra dettata da un genio favorevole, nè da uno spirito d’avversione, ma da una giudiziosa imparzialità, lodando nella musica i be’motivi asserisce che non sono continuati. Che Il Crescentini si fa molt’onore nell’accennato Rondeau, e pone molto studio nel recitativo, e nel canto, ma l’arte troppo mostrandosi non fa gustar l’imitazione della Natura. Che il Tenore Mombelli ha una bellissima voce, un’intonazione perfetta, ma affaticando di troppi ornamenti i recitativi, e le arie, stanca l’attenzione degl’intendenti amatori della bella semplicità con cui dominar potrebbe i loro cuori. Nel conto la partita de’Balli è piena di zeri. Lo Scrittore la stese dopo la prima Recita, e potrà rifarla, se regge quanto fu scritto della seconda. Nelle Scene onorasi di molta lode una infernale.

Se così va bene lo sanno le persone, che a Padova frequentano il Teatro, ed hanno il necessario discernimento per ben giudicare. Intanto nella contrarietà de’pareri, che vengono scritti, e detti, molti Signori, che son ancora in questa Città, sospendono il viaggio, e vogliono sentire accomodate le cose, e le opinioni e concordi prima di partire.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

“Sono note, non meno alla Medicina, che alla Società le fatalissime conseguenze del morso del Cane arrabbiato. Questa vede con orrore l’offeso individuo irrasato dallo spirito della morte, rivoltarsi a se medesimo, e agl’altri, e mancar fatalmente sotto i tentativi più vigorosi, e funesti per moltiplicar l’infausta sorgente di questa rabbia. Quella a mano a mano e poco operosa, e meno efficace, e superata validamente nelle sue risorse da nuove emergenze, e mentre tende a render operativa l’equivoca facoltà dei più decantati rimedj, e molto spesso [383] tratta a quel punto in cui le conviene abbandonar l’infelice al proprio destino.

Ben lungi per altro dal negare l’esistenza d’un rimedio, e di natura sua molto semplice, il quale arriva a servare, e superare le forze di questo veleno ne’due primi gradi, l’uno di molta operazione l’altro di gran pericolo, v’è anzi un Medico Fisico di questa Città, il quale lusingato validamente da più esperimenti, osa assicurare colla maggior ingenuità, che a lui è precisamente noto questo semplice Farmaco; e di più trova ragionevole argomento nella natura di qualche fatto da lui felicemente alla Campagna trattato per aver non poca confidenza nelle virtù d’esso rimedio anche nel terzo disperatissimo grado.

Che però senza tenersi obbligato alla pubblicazione di questo efficacissimo rimedio, rende a comun vantaggio avvisata la Società, che saranno da lui depositate le opportune dosi, per dodeci e più esperienze nella Speziaria del Pellegrino a San Lio dove con Fede del Medico assistente potrà la Famiglia cui appartenesse l’infelice offeso, ricever gratis l’occorrente ordinario per veder superato in dieci gironi al più, questo morbo.

Sarà nel medesimo tempo consegnato in iscritto l’opportuno mezzo, e quando fosse di piacere all’attual Medico assistente, non avrà difficoltà il Medico esibitore di presentarsi attualmente alla cura dell’arrabbiato.

L’unico premio che da esso Medico Fisico verrà ricevuto, sarà il ripetere dalla grata ingenuità delle persone beneficate le dovute pubbliche testimonianze dell’esito del fatto medesimo a maggior vantaggio della Società.

Si avverte che la medicature, tanto del primo grado che del secondo, la cura non è tormentosa, come i metodi praticati sino al giorno d’oggi. Della sicurezza della cura, il fatto stesso ne farà testimonianza.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Chi può intendere intenda. A noi basta di secondare le disposizioni benefiche di questo amico degli nomini, desiderando vivamente che dalle sue felici esperienze ridondi al suo nome quella chiarezza, che si nasconde ad ogni periodo di questo suo Manifesto.

Bastimenti arrivati.

7 cor. Piel. P. Giac. di Giac. Viezzoli da Trieste con tele, oglio, chiodi ed altro.

Piel. P. And. Vianello da Trieste con 30 m. arancie.

Tartanon P. Nic. Fraticelli d’Ancona con 41 m. 600 baccalari e 31 cas. Acqua di Nocera.

Tartanon P. Vic. Mondaini d’Ancona con 445 bal. tabacco d’Albania 40 pani di piombo ed altro.

Piel. P. Fr. Bertoli da Macasca con 5 cai oglio.

Piel. P. Piero Cibibin da Traù con 8 cai oglio.

Piel. P. Piero Tomich da Castelnovo con oglio, cera, seta, form. ed altro.

8 detto. Piel. P. And. Letis da Fiume con 15 bar. di miel.

Piel. P. Fr. Vianello dalle case bruciate con 1950 formaggelle.

9 detto. Piel. P. Nic. Sbisa da Macasca con 6 cai oglio.

Polacca Cap. Xav. Caccace da Trapani con 300 salme di sale.

Chec. Cap. Gaet. Bergamin da Trapani con 150 mog. di sale.

Piel. P. Ant. Spellich da Trieste con piombo, arg. vivo, cera, ed altro.

Pieleghetto P. Is. Turchi da Rimini con solfo, miele ed altro.

Brac. P. Vic. Radich da Macasca con olio, cera g. e altro.

10 detto. Piel. P. Ant. Silvestri da Zara con 3 c. oglio.

Checchia Cap. Goiv. Botterin dal Zante con 93 c. e 10 carat. oglio.

Brac. P. Gir. Moretto da Trieste con tabacco, piombo, cera g. ed altro.

[384] Piel. P. Giov. Pavan da Spalato con 5 c. oglio.

Piel. P. Pietro Ferbatina da Sebenico e Zara con oglio, catrame, e formaggio.

Piel. P. Gius. Bottolo da Spalato e Traù con oglio, cera g. form. ed altro.

11 detto. Brac. P. Giac. Manzoni da Città nova e Daila con chinna, ed altre robe scaricate dall’investito Bastim. Cap. Giov. Raulich prov. da Livorno.

Trab. P. Ant. Rassol da Traù con 5 cai oglio!

Notizie Sacre.

“11. Giungo. S. Felice, e S. Fortunato Martiri Protettori di Malamocco. Questa fu nei passati tempi Città ora non è che una Terra popolata. In essa ebbero la loro Sede cinque Dogi per lo spazio di mezzo Secolo: e sino dal 640 era stabilita colà la residenza dei Vescovi, che a Chioggia fu trasferita dappoi. Un terribile incendio succeduto nell’anno 1105. e le innondazioni del Mare, rovinarono quella sventurata Città. Li suoi abitatori si salvarono nella lingua di terra ch’è popolata al presente. Da qui la Città prefata non era, che un solo miglio lontana. Questa Terra è popolata di gente industriosa, che si guadagna il pane coll’Agricoltura, e colla navigazione. Tutte le lingue oltremarine ivi sono intese, e particolarmente gli Inglesi si servono degl’Interpreti Malamocchini per i loro affari in Venezia, e per il tragitto delle Lagune.

Nel Duomo vi sono varie Pitture di Bernardino Prudenti, e un altra di Girolamo Forabosco. Ha titolo di Arciprete il suo Parroco e copre anche la prima Dignità dopo il Vescovo nella Cattedrale di Chiozza. La solennità di questi Santi fu celebrata con molta pompa dove esistono le loro Reliquie.

Nel 1554. in tal giorno fu eletto Doge Francesco Venier.

Gl’Impresarj di Mestre per l’accennata Opera giocosa sono il Sig. Franc. Bolini, e Compagni.

L’altr’jeri in questa Chiesa di S. Appolonia si unì in Matrimonio con una Figlia dell’Eccellentiss. Senatore Gius. Diedo il N. H. s.Alv. Mocenigo di s. Pietro Casa Vecchia.

Ultimi Arrivi in questo Porto.

Trabacolo Cap. Radamiri proveniente da Tebe.

Pielego Cap. Vincenzo Dabinovich) Di ritorno da Corfù.

Chec. Cap. Bortolo Scarpa.)

Chec. Cap. Paolo Franc. Fedrigo proveniente da Trieste.

Due Napoletani provenienti dalla Sicilia de’quali per ora non si sà li nomi.

Arrivi in Trieste di Bastimenti Veneti.

Polacca Cap. Zorzo Voivodich da Salonicchio.

Chec. Cap. Stefano Lombardo da Costantinopoli, e Salonicchio.

Chec. Cap. Giacomo Leva da Smirne.

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Biglietto a Noi.

Brief/Leserbrief► “Ho letto e riletto nella vostra Gazzetta il Biglietto d’invito sul tempo che impiegar dovrà un solido di lib. 20 mila, alto piedi 36 posto sopra un fondo flessibile e molle, senza poter intendere l’oggetto delle due altre potenze, l’una nel mezzo della sua altezza atta a sostenere lib. 4 mila, e l’altra alal sua sommità atta a sostenere lib. 3 mila. Ne desidero la spiegazione per tentarne la soluzione, e frattanto mi protesto

Vostro Affezionatiss.
Un Assocciato.

1790. 10. Giugno.

1Andrea Navagero celebre e rinomato Scrittore del Secolo XVI aveva tant’avversione contro Marziale, che ogni anno nel giorno della sua nascita, bruciava solennemente gli Epigrammi di questo antico Poeta facendone un Sacrificio all’Ombra e alla Memoria di Catullo.

2La Comparazione da me qui attribuita al Ch. Autore è espressa dalla parola Ristaurazion, che nel suo proprio, e primitivo significato vale rifacimento, e rinnovazione di fabbriche rovinose, e guaste dal tempo, o da altre cagioni, da lui metaforicamente applicata a significare la Restituzione dell’Agricoltura all’antico suo stato di prosperità, e di floridezza, dal quale egli perciò indica indirettamente, ch’ella sia al presente appresso di noi affatto decaduta. Non crederò, ch’egli mi opponga, che nelle sue parole non si contiene nessuna Comparazione; se non fosse peravventura, ch’egli avanzato molto in [380] età, come dimostra di essere per la grande maturità di giudizio, e pel vasto, ed ampio sapere, ch’esser non sogliono, che il frutto de’molti anni, si sia dimenticato di quelle definizioni delle Figure e de’Tropi, che s’insegnano a’Giovanetti nelle scuole, allora che si avviano ed incamminano allo studio dell’eloquenza, e dell’Arte Oratoria. Se ciò fosse mai, egli non si recherà a male, ch’io non per ammaestrarlo, ma solo per tornargli a memoria quello, di che non sarebbe da stupire, ch’egli si fosse scordato, gli dica, che da’Retori la metafora vien detta una Comparazione o Similitudine abbreviata, non espressa colle parole, ma concepita, e compresa dalla mente. Il dire per esempio di un Uomo, ch’egli è un Lione, è lo stesso che dire ch’è simile ad un Lione.

3La Comparazione da me qui attribuita al Ch. Autore è espressa dalla parola Ristaurazion, che nel suo proprio, e primitivo significato vale rifacimento, e rinnovazione di fabbriche rovinose, e guaste dal tempo, o da altre cagioni, da lui metaforicamente applicata a significare la Restituzione dell’Agricoltura all’antico suo stato di prosperità, e di floridezza, dal quale egli perciò indica indirettamente, ch’ella sia al presente appresso di noi affatto decaduta. Stile conciso e stile nervoso si prendono appresso i Retori quasi per un medesimo Stile.