Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 47", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\047 (1790), S. 369-376, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2610 [aufgerufen am: ].


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Num. 47

Sabbato 12 Giugno 1790.

Ebene 2► Metatextualität► AL num. 88 dello scorso anno 1789 trovasi il pubblico Invito, ch’ora ristampiamo con ripugnanza per l’inutilità riguardo a quegli Assocciati, che conservano i nostri Fogli. Ma siccome il destino della maggior parte di essi, comune anche a’più degni, e d’alti argomenti, è quello di perir lacerati; oltrechè molti dell’assocciazione presente v’entrarono al cominciar di quest’anno, così nel soddisfare alla premura di questi siamo certi di secondar quell’ancora di non pochi de’primi, e s’è dovuto cedere a’replicati stimoli riproducendo una carta, che si brama leggere da chi non la vide, e da chi avendola letta non se ne ricorda più il contenuto. Vaglia la giustificazione contro chi volesse accusarci di ripetere le cose per risparmiar la fatica. ◀Metatextualität

Venezia primo Novembre 1789.

La Nobile Società del nuovo Teatro da erigersi in Venezia sopra il fondo acquistato nelle Contrade di S. Angelo, e di S. Maria Zobenigo ha incaricati i suoi Presidenti ed Aggiunti di procurarsi disegni e modelli; perciò li detti Nobili e Sigg. Presidenti ed Aggiunti col presente manifesto e disegno del fondo, invitano a concorrenza tanto gli Architetti Nazionali che Forestieri a proporre la forma di un Teatro, che oltre alla primaria qualità di essere il più soddisfacente all’occhio ed all’orecchio degli Spettatori, si adatti ancora alle condizioni quì sotto espresse.

I. Lo spazio di tinta più carica è il fondo acquistato fuori del quale non si può estendersi in ampiezza come lo si potrà in altezza, perchè confinante con fabbriche di altrui privata proprietà, e con pubbliche strade; avvertendo che non si possono fare fori di sorte alcuna nei lati congiunti alle suddette contigue altrui abitazioni, quando non vi si discostasse il nuovo fabbricato almeno per cinque piedi voluti dalla Legge Veneta.

II. Per facilitare l’accesso per acqua importantissimo al comodo concorso delle Gondole, singolarmente nell’invernale stagione, si è ottenuto di poter aprire dentro il fondo della Società un nuovo Canale di comunicazione fra il Rio dell’Albero, ed il Rio Menuo. Nel disegno però e modello si dovrà tracciare la linea e l’ampiezza di questo nuovo Canale da escavarsi secondo il [370] pensiere e l’idea dell’Architetto, purchè non sia in parte nessuna men largo di 20 piedi, e nei siti di obbliqua direzione conceda facilmente e comodamente il rivogliersi e cambiarsi delle Gondole che sono lunghe sino piedi 32.

III. La Callesella che esiste attualmente dinanzi al Palazzo delli N. N. H. H. Marini diverrà una fondamenta bordeggiante il nuovo Canale, e si ridurrà a 7. piedi di larghezza, construendovi una Riva che smonti a detto Palazzo, e questa fondamenta andrà ad unirsi come in presente all’altra del Palazzo delli N. N. H. H. Gritti, non che alla calle che conduce in Campo a S. Maria Zobenigo.

IV. Sopra tutta l’estensione dei due Rii, cioè del nuovo Canale, e Rio Menuo che circonderanno il Teatro, sarà libero all’Architetto il piantarvi sulla linea che resterà del nostro fondo molte, e comode Rive che smontino ad un Atrio ad uso dei concorrenti colle Gondole, e dei loro Gondolieri, che per costume vi si trattengono al pronto servigio dei loro Patroni.

V. E perchè coll’escavazione del nuovo Canale dovrà profondarsi parte della fondamenta, ch’è l’unica uscita e comunicazione delle Case segnate A e B per la fondamenta di Casa Marini alla calle che conduce alla Parrocchia di S. Maria Zobenigo; sarà necessario che all’angolo C di detta fondamenta Marini si faccia un Ponte di comunicazione attraverso al nuovo Canale, che in quel sito si unirà coi due rami del Rio dell’Abero.

VI. L’ingresso principale per Terra sarà sul Campiello di S. Fantino che potrà allargarsi ritirando la linea del nostro fondo ivi prominente. Vi sarà un primo Atrio di comune ingresso, ed un secondo alla porta del quale si pagherà il biglietto; avvertendo che siccome è uso di Venezia, che una sola porta dia l’ingresso all’interno del Teatro tanto nel tempo che precede, quanto durante lo spettacolo, così sarà necessaria una comoda e decente comunicazione tra il secondo Atrio e l’altro sul nuovo Canale nominato nell’Articolo IV.

VII. Il Teatro avrà cinque ordini di Palchetti, che si denominano Pepiano, Primo, Secondo, Terzo, e Quarto Ordine, o sia Soffitta. Ogni Ordine non avrà meno di 35. Palchetti senza distinzione veruna fra di loro, eccettuati sei di essi in ogni Ordine, cioè tre per parte che diconsi Proscenj, perchè immediatamente sono prossimi alla Scena, e s’internano nella medesima cominciando da dove la Platea confina con l’Orchestra, e saranno 3. oncie più larghi degli altri, e lo stesso si farà del Palchetto di mezzo di ciascun Ordine.

VIII. Nel piano del primo Ordine vi sarà un’ampia Sala per Ballo con contigue Stanze per Conversazione, e dove caderà opportuno si faranno corrispondenti luoghi da servigio.

IX. La configurazione del fondo portando che ne restino alcuni ritagli non necessarj agli usi e comodi del Teatro, si avrà riguardo di lasciarli in sito il più utile per convertirli in Case e in Botteghe.

X. I frequenti incendj dei Teatri esigono dagli Architetti un particolar studio, e sarà distinto merito nella costruzione, che quantunque l’interno sia di materia accendibile come il legno, si renda il meno possibile esposto alla distruzione, che quantunque l’interno sia di materia accendibile come il legno, si renda il meno possibile esposto alla distruzione del fuoco, ed abbia pronti e facili ripari al medesimo. In tutto il resto l’abile inventore del disegno e modello penserà a tutte quelle adiacenze delle quali sono provveduti i più celebri Teatri d’Italia, cercando di migliorale e accrescerle singolarmente negli usi e comodi della Scena, degli Attori di ogni classe, e degli Operaj che molto contribuiscono al buon Ordine dello Spettacolo, e parimenti provvederà all’agio, alla tranquillità degli Spettatori, moltiplicando le Sca-[371]le, sendendo pronte e numerose le uscite, ed assegnando luoghi addattati al Caffè, ed alla vendita di altri generi anche commestibili.

XI. Nelle misure dovrà usarsi il piede Veneto una di cui metà si è delineata nella pianta del fondo. La Scala dei disegni per più facile intelligenza sarà dupla di quella usata nella suddetta Pianta, e la scala dei modelli sarà lameno di quattro piedi per ogni oncia Veneta.

XII. Ogni disegno e modello sarà accompagnato da una esatta dichiarazione in iscritto, e da un conto d’avviso del valore di ogni parte di detta fabbrica, onde averne una cognizione possibilmente approssimante.

XIII. Quattro mesi dopo la pubblicazione del presente invito, gli Architetti concorrenti, che dimorano in Venezia e nello Stato, daranno il loro nome in nota al Cancello del Sig. Gio: Battista Capellis Notajo Veneto, e della Società, esibendosi pronti a presentare il loro disegno e modello al momento che sarà destinato all’esame di tutti, e gli altri Architetti Forestieri non dimoranti in Venezia dentro lo stesso periodo di tempo si rivoglieranno al Notajo medesimo. Che se alcuni di questi ultimi con anticipato avviso chiedessero un discreto prolungamento pel trasporto in Venezia dei loro disegni e modelli, si presteranno li Nobili e Sigg. Presidenti ed Aggiunti ad un’equa concessione.

XIV. Prescelto ed approvato che sia dalla Società, nel modo che da essa si crederà il migliore, uno dei proposti progetti, avrà l’Autore in premio un medaglione d’oro del peso di trecento Zecchini. Occorrendo poi la di lui sopraintendenza alla materiale erezione della Fabbrica, sarà in seguito convenuta con esso la giusta mercede.

Non dubitano i Nobili e Sigg. Presidenti ed Aggiunti, che tale invito non ecciti l’ingegno d’ogni valente Architetto Italiano al desiderio di celebrarsi con la produzione di un decoroso Teatro, che finalmente corrisponda ad una Capitale ove Palladio, Sansovino, Sammichieli, Scamozzi ed altri Valentuomini del Bel Secolo hanno lasciati così insigni monumenti in un’Arte cotanto dilettevole, utile, e necessaria a tutte le più colte Società.

In Senato.

9. Giugno.

Prov. sopra le Fortezze dura mesi 12.

s. Z. Bat. Benzon.

Depositario al Banco---Giro. dura mesi 6.

s. Andrea Renier

Savio agli Ordini

s. Angiolo Zusto

In M. C. 10. detto.

Pod. a Muran dura m. 16.

s. Zorzi Balbi qu. Ant.

F. s. Sim. Barbaro qu. Ang.

Pod. a Piran dura m. 16.

s. Ant. And. Pizzamano di s. Seb.

F. s. Z. Alv. Mosto qu. Lor.

Pod. a Campo San Piero m. 16.

S. Z. Bat. Corner qu. Alv.

F. s. Gir. Contarini qu. Ant.

Saliner a Chiozza. m. 16.

s. Zusti. M. Badoer di s. Rug.

F. s. Zuan. Mosio qu. Z. Bat.

Degno ottuagenario in vita

luogo di s. Zuanne Cassetti +

s. Franc. Balbi qu. Z. Bat.

Offiz. di notte civil. Sestier di S. Polo

s. Marco Dandolo qu. Fantin

F. s. Gir. Barozzi qu. Nic.

Masser alla Zecca dell’argento

s. Maf. Badoer di s. Z. Bat.

F. s. Marco Corner di s. Seb.

Offiz. al formento a S. Marco

s. Marco Alv. Contarini qu. Ant.

luogo di s. Santo Contarini di s. Fr. eletto Prov. a Maran.

[372] Offiz. alla Dogana da mar

s. Z. Carlo Zorzi qu. Gasp.

F. s. Gir. Soranzo di s. Mat.

Sopra Consoli

s. Zuanne Balbi qu. Tom. su 40.

F. s. Galean Balbi di s. Nic.

Offiz. al Dazio del vin luogo di s. Zuanne Cassetti +

s. Maf. Badoer qu. Marco

Prov. alla Pace

s. Lor. Bonlini qu. Zae.

F. s. Pietro Ant. Venier qu. Lor.

Addì 11. Giugno 1790.

Scrittura di Risposta, con Converso presentata da D. Salvador Marconi. q. i.
In Causa
Con D. Domenico Fontaniva n. q. i. e D. Iseppo Marzolo n. q. i. Assuntor di Giudizio.

La Società del nuovo Teatro da erigersi in questa Dominante ha invitato tutti gl’Architetti, Nazionali, e Forestieri a proporre la forma di un Teatro che oltre alla qualità primaria d’essere più soddisfacente all’occhio e all’orecchio degl’aspettatori si addatti ancora alle condizioni espresse nei susseguenti Articoli del suo Manifesto, e con l’ultimo Articolo di esso si è riservata di presciegliere, ed approvare, nel modo che da essa si crederà il migliore, uno dei proposti progetti; impegnandosi di dare all’Autore del medesimo in Premio un Medaglione d’oro del peso di trecento Zecchini.

Il modo che essa Società ha creduto il migliore per devenire alla Scelta ed approvazione di uno de’proposti progetti fu quello appunto tenuto, di demandarli tutti all’Esame di tre Illustri Profess. versati nelle molte e varie cognizioni che devono bilanciar il Giudizio di un tale argomento e di lasciarne libera l’osservazione a tutti li Socj dacchè furono presentati, e dopo tutti li Esami ed osservazioni fatte, essendo stati riconosciuti dai tre tutti difettivi delle prescritte condizioni li Modelli prodotti, e perciò niuno meritevole del promesso premio, non lo ha aggiudicato ad alcuno, ma tuttavia sull’esposizione dei tre rilevando uno di essi Modelli il più soddisfacente alli suoi oggetti tuttochè difettivo anch’esso in alcuna delle condizioni, si è determinata con la massima pluralità de’suoi voti, non già a premiarlo, ma ad addotarlo per la Fabbrica da farsi.

Riesce però ben sorprendente che il Sig. Pietro Bianchi col quale hanno poi assunto il Giudizio altri due dei molti Architetti che hanno presentato i proprj Modelli quantunque niuno di essi abbiano azione al premio promesso della Società come tutti difettivi anch’essi nelle condizioni espresse nel detto Manifesto, abbiano immaginato di chiamar in Giudizio la Società stessa con la tal qual Estesa primo Giugno corrente; col chimerico ammasso di erroneità, di supposti, e di fallacie come in essa, e come negli inadmissibili Capi della medesima.

Protestata pertanto la stessa nel più amplo, e solenne modo in ogni sua parte, esercita essa Società quella difesa che ben le compete a fronte di sorprendente molestia, e ben certa di non poter essere a ragione rimproverata da alcuno di aver mancato alla data fede del suo manifesto, riverente implora dalla Giustizia del presente Eccellentiss. Magistrato dell’Estesa stessa, e Capi della medesima la Reggezione come inadmissibili, ed improponibili da esso Bianchi ed Assuntori per qualunque riguardo per quanto sarà rassegnato.

E sarà anzi per Converso deciso, che constando dalle rilevazioni, ed osservazioni già fatte che niuno de’Modelli prodotti adempiva tutte le Condizioni ricercate nel Manifesto pr. Novembre 1789 pubblicato per parte di essa Società non competesse, nè competa perciò agli Autori di detti Modelli, azione, e ragione alcuna in forza di detto Manifesto per avanzarsi alla strana ed in ogni vista rubittante pretesa in essa Estesa proposta di obbligare la Società a sciegliere tra i Modelli [373] stessi per dar il promesso premio ad alcano di essi per quanto sarà in esame appunto del Manifesto suddetto per ogni riguardo opportunemente considerato Salvis &c.

Tommaso Gallini Andriani Avvocato.
Tratta dalla Filza Risposta dell’Offizio Illustriss. di Petizion.
Gio: Francesco Domestici Coad.

Considerazioni

Metatextualität► Sopra la Lettera scritta da un Autore Anonimo all’autore della Gazzetta Urbana Veneta intorno all’adunanza tenuta dall’Accademia Agraria di Treviso il dì 7. Maggio 1790. ◀Metatextualität

Ebene 3► Zitat/Motto► Il est bien aisè dt reprendre,

Mias mal aisè de faire mieux.

Agevol cosa è il censurar ; ma molto Difficile il far meglio . . . . .

Ronsard. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

Considerazioni

Metatextualität► Sopra la seguente Lettera di un Anonimo riguardante l’Adunanza dell’Accademia Agraria di Treviso, tenuta il dì 7. Maggio 1790. inserita nel N. 41 della Gazzetta Urbana Veneta alla Pag. 326. ◀Metatextualität

Indirizzate all’Autore dell’istessa Gazzetta

Si quid habes rectius istis, Utere . . .

Ebene 3►

Lettera dell’Autore Anonimo.

Treviso 19. Giugno 1790.

Non avendo veduto nella sua Gazzetta Urbana una nuova ch’è molto riflessiva, credo di dovergliela avanzare, perchè quanto prima sia pubblicata in questi termini.

Il dì 7. corrente fù tenuta quì una pubblica Adunanza dall’Accademia Agraria di Treviso, coll’intervento di molti, e molti Signori. Uno dei Presidenti aprì la Sessione con un discorso breve, ma alquanto snervato. Successe un Socio, che con una Memoria sostenne necessaria per la ristaurazion dell’Agricoltura la libera circolazione dei Grani dal di dentro al di fuori, a dispetto di Necker, che l’ha confutata. Ho inteso, che in Agosto ve ne sarà un’altra, di cui verrà avvertita.

Intanto si vorrebbe, che qualche Letterato proponesse il suo giudizio in questo punto dei Grani col mezzo della sua Gazzetta.

Sono
R. V. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

di Treviso addì 31. Maggio 1790.

Prenda Soggetto alle sue forze uguale

Chi scrive, e lungamente indi rifletta

Qual peso ricusar, qual sopportare

Possan gli omeri suoi ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3►

Oraz. Poet.

Quanto riflessibile fù la Nuova, che un Autore anonimo di Treviso le ha avanzata sotto il dì 19. dello spirante Maggio, riguardante l’Adunanza tenuta da quest’Accademia Agraria il giorno 7. dello stesso mese, altrettanto, anzi molto più riflessibile non meno per la correzione ed eleganza dello Stile, che per per le giuste, e sensate considerazioni, che contiene, si è la benchè breve Lettera, con cui gliel’ha partecipata, e che da Lei fù inserita al N. 41. della sua Gazzetta Urbana pag. 326.

Di qual pregiabile Pezzo e singolare stati non sarebbero da Lei defraudati e i Lettori della sua Gazzetta, e tutto insieme il Mondo Letterario, s’ella, non pienamente aderendo alla premurosa istanza, che glien’ha fatta l’Autore, pubblicata non avesse la sua Lettera ne’precisi termini, co’quali fù da Lui scritta, e distesa? Cangiandone od alterandone le parole, privati ell’avrebbbe gli Amatori spezialmente della Lingua Italiana di due per lo meno preziose cognizioni; l’una, che puramente, ed aggiustatamente scrivendo si può usare la voce riflessibile, non notata infino a qui da nessuno de’Compilatori di Vocabolarj Italiani, nè mai per l’addietro immaginata da veruno de’nostri più eccellenti Scrittori, per voler dire considerabile, od importante: e l’altra, che la voce avanzare non da altri usata che una sola vol-[374]ta da Dante nel senso1 d’inviare o mandare, dopo essersi fatalmente giaciuta quasi del tutto spenta nel seno dell’obblivione per lo spazio di sopra a quattro secoli, è finalmente, mercè del Ch. Autore della Lettera, tornata a luce e a vita, e dee perciò riguardarsi come di bel nuovo arruolata trà le colte, e cittadinesche voci d’Italia.

Quant’obbligo perciò aver non deve al Ch. Autore la Lingua nostra per averla di tanto ampliata ed arricchita, e qual premio non dev’egli attendersi dalla riconoscente e grata Accademia della Crusca, che con indefessa cura e diligenza veglia e soprantende non meno alla di lei conservazione che al di lei incremento? L’ascriverlo al di lei Corpo, e il registrar la sua Lettera tra l’opere Classiche, e che fan testo di Lingua, sarà per certo scarsa e leggiera mercede a un tanto di lui merito; nè io dubito, che se mai

Fuor della nube ove or s’avvolge e cela

Folgoreggiando d’improvvisa luce

Esca il Gran Nome ad illustrare il Mondo

a queste, benchè al sommo onorevoli testimonianze, ella non aggiunga il dono, che non ha in costume di fare che assai di rado, e a Suggetti soltanto di un merito sovragrande ed eminente, di parecchj ben ricolmi sacchi di quella buccia o mondatura, ch’ella raccoglie, allor che scerne col suo finissimo2 vaglio, il buono dal cattivo, e il puro dall’impuro delle voci, affinchè egli di essa largamente pascendosi, possa in appresso concimarne i profondi solchi della sua mente, e farli gemogliare in sempre novelli, ed abbondevoli frutti. ◀Ebene 3

Metatextualität► (Si proseguirà) ◀Metatextualität

Bastimenti arivati

24. Maggio. Checchia Nuova Elisabetta C. Giov. Crelich ven. da Salonicchio. Alli Signori

Seb. Battaggia gotton balle 35.

At. Carissino detto balle 57.

Gio. Cor. Rech detto balle 100.

Giov. Lazzaro detto balle 54.

Abram V. Angeli detto balle 10.

Conte Dom. Serioli detto bal. 4. filati bianchi ballotti 3.

Pano, Spiro, e Giov. Cristodulo detto Ballotti 2. cera g. Bot. 7.

Ben. Luzzato detta Botticelle 1.

Dan. Bonfil detta Botti 5.

Ales. Cristodimo Sengona Bal. 32 in Ballotti 132

Port. e Graz. del Cap. e Marin Gotton Bal. 15. Telarie diverse per transito fag. 1. Borghi pez. 6. filati lib. 3. Cannocchiali di ritorno dozzine 2.

28. detto. Piel. Pat. Giorgio Marovich ven. da Corfù. Alli Signori.

[375] Luca Radimiri Oglio cai 58.

Ant. Camenarovich detto c. 7.

3 Giugno. Chec. Le due Grazie Cap. Cristof. Moretti ven. da Smirne. Alli Signori

Memo Curiel Valonia cant. 1230. Cera g. Bot. 1. Got. bal. 14.

Cristo Zuanne Mercanzie ballotti 19. Cera g. bot. 3.

Gio: Bat. Albrizzi cera g. sac. 2.

Bart. Ferrari detta bot. 1.

Giov. Lazzaro detta bar. 6. Filati bianchi bal. 3. in ballotti 9.

Franc. Cavacco detti bal. 7. in ballotti 14.

Giov. Heinzelmann detti bal. 24 in ballotti 50. Gambello bal. 3. Gotton bal. 35.

Fel. Muchiacon detto bal. 7.

Giov. Tommasucchi detto bal. 14.

Mastici cas. 10 Telarie ballotti 5. filati bianchi bal. 5. in ballotti 10.

Giov. Veludo detto sac. 4.

Spir. Conomo detti Ballotti 20. Scamonea scat. 2. Cera g. bot. 3. filati rossi ballotti 2.

Pietro Tironi detti bal. 1. Tele casse 2. cera g. bot. 6. gotton bal. 13.

And. e G. Bat. Padella seta ballotti 1.

Vic. Marcovich rifiuto di pelo di cammello bal. 3.

Panagiotti Mazzacopachi Bordati Ballotti 1 e 1 fag. filati bal. 7 in Ballotti 14.

A chi presenterà detti Bal. 10 in Ballotti 33. Gotton Bal. 121.

Port. Cap. e Marin. cera g. carrat. 3. Tele fag. 1. Borghi fag. 1. coltre fag. 1. Filati fag. 4.

Bergantin La Fortunata Sara C. Nic. Ponzetta ven. da Corfù. Alli Signori

Dom. Costa cera sac. 2.

Men. Vivante oglio cai 51.

Cristof. Martini detto c. 15.

Bart. Rizzotti detto c. 8.

Marco Malta e Jacob Semo detto c. 2.

Eman. Jacur detto c. 13.

Jacob Mulli detto c. 5.

Elia Todesco detto c. 10.

Ang. Papadopoli detto c. 13.

Gio: Dom. Rusteghello detto c. 6.

Angeloni e Gheno detto c. 5.

Spir. Novacco detto c. 2.

Port. Cap. e Marin. detto carat. 7.

4 detto. Piel. P. Marco Visin ven. da Corinto. Alli Signori

Biagio Lazzari Form. Moriotto pezze 3030 compr. il rottame.

Marco e Giov. Verona detto pezze 3580. Oglio cai 2.

Port. Pat. e Marin. detto c. 8. Form. moriotto pezze 480.

6 detto. Piel. P. Biagio Florio ven. dal Zante. Alli Sig.

Giov. Vanautgardem oglio c. 40.

Giov. Cor. Rech cai 15.

Salomon Costantini c. 25.

Dem. Damigliano c. 25.

Eman. Jacur c. 5.

Pietro Florio c. 2.

A chi presenterà c. 5. Port. del P. e Marin. c. 14.

Piel. P. Biagio Pettovich ven. da Durazzo.

A Mahmut Pappà cordovani e montoni bal. 8. pel. 1564.

Al C. Nat. Tripovich detti bal. 48 e fagottini 1. pel. 9731.

Al Sig. Ant. Lioni detti bal. 15. e mezza pel. 3019. Pelli di Lepre bal. 7. ad Adruis Crusta dette bal. 6. ad Ali Bardi got. bal. 26. Cordovani e Montoni fag. 1. pel. 151. Pelli di lepre bal. 4.

Al Sig. Carlo Palatino dette bal. 3. Gotton filato bianco bal. 9. cera bal. 1. panni di rit. pez. 2.

Ad Alì Tirana Gotton bal. 8.

Al Sig. Gasp. Tripovich oglio c. 5.

Al C. Luca Ivanovich cera bal. 23. seta grezza sag. 1.

A Bechir Colesi cera bal 1. pel. di orso fag. 1. di lupo bal. 2. di lepre bal. 10.

A chi presenterà dette Bal. 8. corni di cervo bal. 1. cera bal. 4. oglio c. 29. pel. di orso e guari pel. 9.

[376] Port. Pat. e Marin. oglio c. 4 e Ludri 7.

7 detto. Chec. C. Gaet. Picello ven. da Livorno. Alli Signori.

Gius. Reali Balsamo car. 3.

Seb. Centazzi pietre car. 2.

Fr. Manenti Salnitro sacchetti 230. Amad. Aid. Cocchini car. 1 e 15 di mezzi.

Ant. Molena Catrame bar. 54.

A S. E. Franc. K. e Proc. Pesaro vino cas. 1. rob. diverse colli 11.

Ant. Rota Arringhe bianche bar. 100.

Franc. Fracasso dette bar. 400. Baccalari 36 m. 301. Salamoni bar. 100.

A S. E. Giov. Pesaro Terraglie cas. 2. A chi presenterà caviale bot. 6. Arringhe bianche bar. 150. Colloquintida sac. 14.

Polacca C. Fr. Marchesini da Corfù. Alli Sig.

Eman. Jacur valonia m. 47. Oglio cai 10.

Elia Todesco detto c. 12.

Iacob Mulli cai 8.

Bart. Rizzotti cai 6.

Malta e Semo cai 6.

Ang. Papadopoli cai 5.

Menach. Vivante cai 9.

Marco e Giov. Verona cai 5.

Port. Cap. e Marin. carat 7.

Nave Fortuna Cap.

Pieter Fasmer ven. da Berghen Alli Signori

Piero Paolo Alghisi Baccalari bal. 600 pesci 90 mila. Martiga Cap. Todarin de Zuanne ven. da Napoli di Romania. Al C. Gius. Bescucchia Form. Moriotto pez. 1828. compr. il rot.

Al Sig. Nic. Verona detto Pezze 2700.

Port. C. e Marin. detto Pezze 142.

D’affittare

Casa in tre piani con due magazzini in campo a S. Lucca. Annuo affitto duc. 138 cor.

Lo Scaletter insegnerà la porta. V’è persona in casa che lascierà vederla.

Magazzino in calle Galeazza a S. Bartolommeo. Annuo affitto duc. 14.

Chi lo vuole parli col Sig. Guglielmo Chiarabba Agente in Cà Memmo in Procuratia.

Si esibisce

Un onesto uomo, a cui non manca chi risponda della sua fedeltà, e all’occorrenza gli sia pieggio, all’impiego di esattore di qualche mercante, o di spedir affari alle dogane, o altre simili incombenze.

Il suo ricapito è al Caffè in campo a S. Bortolamio.

Da vendere

Uno Svimer sulle fuste, novissimo, lavorato a Vienna, e trasportato vuoto e imballato in queste parti. È bellissimo, e comodo per due, e anche quattro persone, e può servire, non meno da Città, che per qualunque lungo viaggio. È posto a Mestre nelle Rimesse del Sig. Pasquali.

Chi fosse disposto all’acquisto rivolgasi al Sig. Colombani Libr. a S. Bartolommeo da cui si saprà chi sia il venditore.

Savio in Settimana per la v.

s. Francesco Foscari.

Cambj 11. cor.

Lione 5. Parigi 54. e un 4to. Roma 63 e 3 4ti. Napoli 115. e 3 4ti. Livorno 101. e 3 4ti. Milano 153. Genova 90 e 5 8vi. Amsterdam 94. e 3 4ti. Londra 49 e un 4to. Augusta 104. Vienna 199. e 3 un 4to.

Prezzi delle Biade.

Formento a l. 27.

Sorgo Turco a l. 14.

Segale a l. 15. 10.

Miglio a l. 17.

Risi da’duc. 35. 12. a’ 36 al m. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1Nel Gran Vocabolario dell’Accademia della Crusca non si trova citato verun altro esempio della voce avanzare nel senso di mandare, che il seguente di Dante nelle Rime: Canzon, io so, che tu girai parlando A donne assai quando t’avrò avanzata. Se ve ne fosse alcun altro, e spezialmente di Prosatori, que’dotti uomini ch’anno in diversi tempi affaticato introno a questa grand’opera, non avrebbero al certo tralasciato di riportarlo, siccome usano di far sembre rispetto all’altre voci.

2Nel Gran Vocabolario dell’Accademia della Crusca non si trova citato verun altro esempio della voce avanzare nel senso di mandare, che il seguente di Dante nelle Rime: Canzon, io so, che tu girai parlando A donne assai quando t’avrò avanzata. L’Accademia della Crusca ha per sua impresa un Frullone, per additare ch’ella separa, e scerne dalla farina delle scritture il più bel fiore, e ne ributta la crusca, o la buccia, come fa appunto quest’ordigno.