Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 38", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\038 (1789), S. 297-304, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2359 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Num. 38

Mercordì 13 Maggio 1789.

Ebene 2► Delitto per cui fu bandito Sabbato Ant. Gir. Cambelovich di Spalato abitante nel Borgo Lussaz, come s’avvisò nel precedente Foglio.

Nel dì 21 Gen. 1782 era egli al focolare con suo Zio Doimo Cambelovich detto Duplancich qu. Marco, e altri due suoi parenti ora alla Giustizia soggetti. Introdotto discorso dal sud. Doimo sulla divisione che far voleva per riconoscere il suo, e separarsi dalla Famiglia, venne eccitato da uno delli due predetti Inquisiti il Nipote a menare un colpo di mannaja sul capo a suo Zio, che chino stavasi al foco. Eseguì l’empio il barbaro cenno e lo colpì collo mannaja rivolta dalla parte opposta a quella del taglio, onde l’infelice cadde mortalmente ferito nell’occipite con ifcopertura ed intacco nel cranio. Uno degli altri due scellerati diedegli a terra una mortale ferita al collo con incisione dell’arteria carotide, poi ne raccolse in una pentola il sangue che da quella sgorgava; e l’altro nell’atto istesso accelerò la sua morte schiacciando con forte mano da carnefice le parti vitali del semivivo meschino.

Per sottrarsi questi inumani dal meritato castigo seppellirono il cadavere in un angolo della cucina, poi disotterratolo, e recisegli le gambe, portaronle col busto in due sacchi al bujo della notte in una Contrada detta Bol un miglio di là lontana, e li gettarono in un pozzo profondo avendo posti in essi sulle membra recise de’grossi sassi per fargli precipitare al basso. Il fetore esalato da quel pozzo, e la copia degl’insetti che vi si radunavano intorno diedero indizio del corpo del delitto, onde legalmente fu tutto scoperto.

Era in età d’anni 17 il sud. Ant. Gir. Cambelovich quando commise l’atroce colpa. Venendo preso, la sua condanna è d’anni dieci al remo co’ferri a’piedi, e in caso d’inabilità [298] a 20 di Camerotto all’oscuro. La Taglia a’captori è di duc. 500 V. P. de’suoi Beni, o la metà, non avendone, de’denari della Signoria deputati alle Taglie.

Nelle nostre parole, che precedono la Parte onorifica del Consiglio di Ceffalonia riguardante l’Eccellentis. K. e Proc. Emo abbiamo detto: convenirsi l’impressione d’una memoria sì grata a’buoni sudditi di questa Repubblica, agli estimatori del sommo merito, della vera virtù, in un’occasione nella quale risuonò questo Nome glorioso nell’augusta Assemblea del venerato Collegio. Quest’espressione, che non fu un mistero per tutti, lo fu nondimeno per molti, e produsse la curiosità in un assocciato di Terraferma a questo Foglio di sapere cosa veramente significhi: onde non possiamo alla sua ricerca dare più soddisfacente risposta di questa.

L’Incaricato degli affari di Francia 1 non può meglio adempier appresso questo illustre Senato la commissione, della quale il Re l’ha onorato che col porger sotto gli occhi di V. S. e di V. V. E. E. l’estratto seguente del dispaccio, ch’egli ha ricevuto in data del dì 7 Aprile.

Il Re essendo stato informato, o Signori, delle cure che il Sig. K. Emo Procurator di San Marco, comandante della Squadra della Repubblica, si è prese nel corso dell’ultima Campagna per mantenere la libertà de’mari, e per proteggere particolarmente la Bandiera Francese contro la intrapresa de’Corsari, e Pirati, S. M. non vuole lasciar ignorar al Senato quanto questa condotta del K. Emo gli sia stata di compiacenza. Egli ha rimarcato una nuova prova della Sapienza che ha sempre diretto la Repubblica: poichè nulla meglio manifesta la stima, e l’approvazione, che merita un Governo, che allora quando si scorge attaccarsi ai principj, che assicurino la felicità generale facendo scielta per l’esecuzione de’suoi ordini, degli uomini capaci d’impedire colla loro fermezza, e prevenire con la loro vigilanza la violazione alle leggi sopra le quali riposa la sicurezza Pubblica.

Se il costume di Venezia permettesse che un membro del Governo ricever potesse direttamente da una Potenza straniera delle attestazioni di soddisfazione, S. M. m’avrebbe autorizzato ad iscriver al Sig. K. Emo, ma la M. S. spera che il Senato gli farà il piacere d’instruire questo Comandante della direzione ch’io avrei presa in questo caso.

In Senato.

7 corrente.

Sopra Prov. alla Sanità s.

Gabriel Marcello.

Deposit. al Banco del Giro

s. Ant. Rambaldo Collalto.

Savio agli Ordini

s. Alvise Renier di s. And. K.

9 Detto.

Deput. alla Prov. del danaro

s. Ant. Cappello Primo.

Prov. agli ori et argenti in Zecca

s. Nic. Venier qu. Seb. Proc.

Nobile a Pietroburgo

s. Z. Pietro Grimani qu. Marc. Ana.

Darà cambio a s. Fed. Foscari el. in Set. 1782.

[299] In M. C.

10 Detto.

Prov. d’Armata dura anni 4.

Elez. dello Scrutinio conferm. dal M. C.

s. Lio Bembo il Cap. in Golfo.

Fin s. Z. Bat. Contarini qu. Zuanne.

Pod. a Vicenza dura m. 16.

Reggim. con pena. elez. dello Scrut. conf. dal M. C.

s. Ant. Renier di s. And. K.

Fin. s. Zuanne Pindemonte.

Rettor e Prov. a Cattaro

s. Marchiò Querini qu. Zuanne.

Fin. s. Alv. Soranzo di s. Zuanne.

Sig. di Notte civil

s. Piero Bembo 2do. qu. Zorzi.

Fin. s. Dom. Balbi di s. Franc.

Sig. di Notte Criminal

s. Nic. Pizzamano qu. Ant..

Fin. s. Lorenzo Bon qu. Alv.

a Prov. al Cottimo di Londra s. Ant. Ag. Corner qu. Zuan. e

s. And. Ales. Catti qu. s. Gottardo.

Fin. s. Gir. Cicogna e s. Ben. Soranzo.

Esattor alle Rason Nove

s. Z. Bat. Mora Pmo.

Offiz. alla Tavola dell’Entrata

s. Stef. M. Balbi di s. Nuzio

Ein. s. Giulio Ant. Balbi di s. Spir.

X Savj di Suppositi

s. Alv. Minotto di s. Agostin.

Ci crediamo in dovere di avvisare il Pubblico essere assolutamente falsa la notizia giuntaci da Vicenza, che quella Comica Compagnia sia pessima, che il concorso alle sue recite sia scarsissimo, e che questo si porti soltanto al Teatro per far Conversazione nei Parchetti. Non ci era noto esser essa la Compagnia del Sig. Paganini una delle migliori d’Italia. Sappiamo da più certi avvisi, che vi sono in Essa dei soggetti che hanno del merito, e che quel Pubblico è delle sue Recite contentissimo.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Stimatissimo Sig. Gazzettiere.

Da Brescia è stato riferito a V. S. in data 3. del corrente sul proposito della cantata eseguita il dì primo dì primo detto, che il Rondò è un pezzo rancido e sentito; nè altro sono le prove che una miserabile asserzione di chi pensa forse che i Rondò per esser nuovi, abbiano a sentir di tempesta di Mare.

Sarebbe desiderabile, non per altro che per l’amor della verità, che il Censor dei Rondò indicasse almeno dove, e quando il citato Rondò l’abbia sentito, o in quale spartito si ritrovi. Mi dispiace Sig. Gazzettiere che Lei abbia Corrispondenti poco dilettanti di conseguenza, che facendo rancido un pezzo di musica non ne sappiano il perchè: ad ogni modo Judicium non omnibus datum Si conservi, e sono Di Lei Stimat. Sig.

Nuovo e Sincero Amico e Associato.

Brescia li 10. Maggio 1789.

Questa Causa ci è venuta dalla mano medesima che scrisse quella inserita nel foglio precedente.

Gravissima importante Causa in terzo Consiglio Post alla Quarantia C. N. fu decisa li 6 del corrente per una facoltà di Ducati sessantamila sopra la rilevazion della Cedola Testamentaria del qu: Dottor Gasparo de Zorzi della quale ne fù descritta la disposizion alla fine di Luglio nella Gazzetta che riguardava altro Giudizio in questo argomento seguito con spazzo di Taglio di detto Cosiglio 26. Luglio 1788., e che si ripete in succinto, Il qu: Gasparo de Zorzi da Corfù si trasferì a [300] Polcenigo nel Friuli per medico condotto ove formato il suo stato ha voluto disporre e con Cedula scritta e sottoscritta li 13. 8bre., instituì eredi delli Beni a Corfù li Signori Gasparo & Antonio fratelli de Zorzi suoi Nipoti, ed al Signor Francesco Polo di Zorzi Fratello delli stessi ch’erasi abdicato dalla Famiglia lasciò Ducati dieci d’Argento e la perenne Benedizione del Signore. Di tutta l’altra sua facoltà in Italia di summa come sopra forma una primogenitura nel Pupillo Spiridion Zorzi Fglio del detto Gasparo perchè sia allevato in Colleggio a Muran poi a Padova, perchè possa sostener il decoro della Famiglia sostituendo li Primogeniti, ed in mancanza di questi li Primogeniti che potesse aver il suddetto Antonio. Ordina varj legati, elegge Commissarj a Corfù eda Venezia, e forma una disposizion equa, giusta, e lodevole. Con il Decimo Capitolo ordina la trasmission a Corfù di alcuni effetti al Commissario con Lettere che includa una Copia Notarial e legalizzata della sua Cedula, la quale sarà dallo stesso presentata in atti di pubblico Nodaro, per esser dopo la sua morte aperta, rilevata, e corroborata. Chiude poi il Testamento asserendo essere detta Cedula la sua ferma ed ultima volontà, e che della stessa saranno fatte di sua mano due Copie simili, una delle quali sarà da esso presentata in atti di Nodaro per l’oggetto nel paragrafo numero 10., e l’altra conservata nel suo Burrò, perchè dopo rilevata resti nelle mani delli due suoj Commissarj, per valersene in ogni tempo ed occorrenza.

Sopravvisse il Testator quindici Mesi, poi da una soffocazion improvvisa morì. La Giustizia di Polcenigo fece le perquisizioni, e ritrovò nella segreta del Burò in un portafoglio ben condizionato la detta Cedula con bollini, autentica, ed altra copia di questa coll’iscrizione Copia della mia Cedula che presenterò in atti di Nodaro. Furono dalli Commissari fatti praticar gli atti per la rilevazion di queste consimili Cedule, e li 8. Giugno 1785. seguì il Decreto di quella Giustizia che rileva esse Carte per Grazia a norma della Legge Statutaria del Friuli. Li due fratelli Signori Francesco Pole, & Antonio de Zorzi appellano gli atti di rilevazion al Consiglio di XL. C. N. in confronto del Sig. Gasparo Giacomo de Zorzi loro fratello, Padre del Pupillo. Contestano il Taglio accusando gli atti come irregolari, e come non rilevabile la Cedula per la condizion scritta nel paragrafo 10. della presentazion non fatta, e difendendosi l’impetito con Scrittura al Laudo, seguì li 5 Gennaro spazzo di patta cioè voti 16. al Taglio. 16. al Laudo, & uno non sincero.

Li 26. Luglio 1788. seguì in Disputa lo spazzo di Taglio a favor delli Fratelli de Zorzi appellanti con voti 17. al Taglio. Al Laudo 9. e non sinceri 1,

Dal soccombente Signor Gasparo fù tolto pristino e contestato il punto a Polcenigo che la Cedula sia rilevabile avendo mese giorno anno, estesa e firmata dal Testatore; al che si rispose con Scrittura dalli Fratelli suddetti, che non sia rilevabile perchè non adempisce le condizioni dal Testator prescritte, e perchè già decisa la massima collo spazzo di Taglio, nacque spedizion absente a favor delli Signori Fratelli de Zorzi a favor de’quali era anche seguito lo spazzo, ma interposta l’appellazion dal Signor Gasparo de Zorzi al Consiglio di 40. G. N. seguì la [301] trattazion del Terzo Consiglio nel giorno 6. corrente con singolar impegno de’quattro Avvocati, che fecero dispute sorprendenti sostenendo quelli al Taglio che la condizion scritta dal Testator fosse un maggior presidio della sua Volontà per la sicurezza ce non andasse smarrita ma non una condizion senza l’adempimento della quale restasse invalida la Cedula; ed all’incontro al Laudo si voleva che questa fosse una condizion per avvalorar la carta quale non adempita per 15. mesi che sopravvisse il Testator era la prova certa che l’avea abjurata. Fu ridotto poi anche l’esame tra Legge Veneta, e Legge Patria, furono placitate al Laudo le disposizioni come ingiuriose al sangue con tanta disparità tra Fratelli, ed all’incontro dimostrato al Taglio il plausibile oggetto del Testator, la lodevole disposizion, il dritto di farlo disponendo del proprio con quelle ragioni confronti e riflessi, che troppo vi vorrebbe a descriverli. In conclusione le quattro dispute furono tutte singolari e con argomenti tali ragionati, che per verità potevano istruir e sorprender, e ne seguì lo spazzo di Taglio a favor della primogenitura instituita dal Testatore ed il Giudizio fù come segue.

Al Taglio 22)

Al Laudo 13)

N. S. 0.)

Avvocati al Taglio.

Eccellenti Orlandi e Cromer.

Eccellente Domenico Facini interruttor.

Eccellente Giuseppe Tabacchi interveniente.

Avvocati al Laudo.

Eccellenti Co: Santonini, e Gallini.

Eccellente Luigi Marchetti interveniente.

Proclama degl’Illustrissimi, ed Eccellentissimi Signori Inquisitori all’esazione de’pubblici crediti.

Occupata incessantemente la Paterna cura del Senato del bene, e della felicità de’suoi Sudditi, nel tempo stesso di assicurare la dovuta Rendita all’Erario, ha sempre avuto a cuore l’oggetto, che l’Esazione de’Tributi si verifichi col minor peso, ed aggravio possibile del suo Popolo. Quindi dopo avere con un equo sistema, derivante da questo principio, dietro li divisamenti dell’Inquisitorato all’esazione de’Pubblici crediti, regolate le Decime della Dominante, ha tosto rivolte le sue sollecitudini alle Provincie della Terra Ferma, commettendo all’Inquisitorato medesimo di prendere in esame in preferenza ad ogni altra Provincia le Gravezze incombenti a quella di Padova.

Dagli esatti, e laboriosi Studj prestati dall’Inquisitorato in esecuzione delle Pubbliche massime, risultò ad evidenza al Senato, che il corrente sistema di quelle Gravezze, per l’oscurità delle sue Instituzioni involte nella caligine de’rimoti Secoli, per le parziali Aggiunte, e modificazioni introdottevi nel corso de’tempi, non sempre analoghe fra loro, e sopra tutto per le imbarazzanti forme di moltiplici separate amministrazioni, viene ad aggravare di indebito peso li Contribuenti, lasciando considerabilmente esposte le ragioni dell’Erario, e di quelli, che sopra queste Gravezze hanno un titolo di esigere li Censi delli loro Capitali.

Conobbe nel tempo stesso, per li u-[302]tile esperienza fatta nelle Decime della Dominante, che un nuovo metodo appoggiato a semplicità di Scrittura, la quale in ogni uno de’Contribuenti produca la facile conoscenza della giusta Quota ad esso incombente, ed alle discipline di una Esazione, che senza recare soverchio peso, e molestia ne assicuri l’effetto, era il solo rimedio atto ad impedire questi ormai divenuti troppo riflessibili disordini.

Però è venuto in Deliberazione di ridurre le cinque Gravezze de Mandato Dominj ad una sola Imposta, esattamente mantenendo la identifica quantità di Contribuzione, che deve legalmente da ogni una di esse risultare; di aggiungervi nelle medesime precise misure pure tutte le altre appartenenti alla Pubblica Cassa, le quali ora si esigono dalli tre Corpi di Città, Clero, e Territorio; e di comprendervi colle stesse norme anche la Macina e sollievo de’Villici, ed Agricoltori.

Questa unica Imposta sarà divisa in due Classi, l’una di Gravezza Ordinaria, che comprenderà il Tributo costante, dovuto dalla Provincia, e l’altra temporanea, che durerà per il solo spazio di anni dieci, per risarcire le spese incontrate dal Principe nelli ristauri de’tezzoni di Salnitro, ed affrancare li capitali presi a censo dalli tre Corpi per le riparazioni delle Arginature dell’Adige.

Raccolto così in una sola Imposta nelle precise sue misure, e con considerabile sollievo dalla presene Esazione tutto il Tributo, che deve contribuire al Principe questa Provincia, esso d’ora innanzi assieme colli campatici si esigerà nella Fiscal Camera, sulla base del corrente Estimo, che sarà piantato nella camera stessa, colla riduzione in un Estimo solo delle quantità sparse nelli tre Estimi, ora esistenti nelli Corpi di Città, Clero, e Territorio, e solamente distinto in due Classi, di Padovano, soggetto alla piena gravezza; e di Estio Veneto, ed Ecclesiastico, soggetto ad alcune gravezze sole.

(Il resto Sabbato.)

Delitti.

Si ha da una Lettera di Brescia in data 7 corr. ch in quella Terra di Manerbio cinque viziosi di differenti Villaggj uniti sonosi in abbominosa società, e violando il sacro asilo domestico delle Famiglie sforzarono ed atterrarono la porta della casa di certa Femmina; l’hanno presa e legata, e cacciatole un fazzoletto in bocca per impedir le sue grida, estinsero il bollore della loro libidine in modi strani sino per la più raffinata dissolutezza. Allo sfogo brutale di tanta lascivia successero i più esecrandi trastulli che la riflessiva crudeltà de’tiranni inventar mai potesse; onde la misera soggiacque ad una spezie di supplizio, che loro servì di piacevole trattenimento. I birri della squadra di Campagna presero quattro di questi empj, e li condussero nelle carceri a Brescia il giorno 2j l’altro potè fuggire.

Qui pure siamo funestati da alcuni delitti. Fu ucciso da un beccajo un artigiano alli due Ponti, e da un mastellajo un tavernajo all’Ospitaletto. Ebbe lo stesso tristo destino un infelice dell’arte med. a S. Marcuola, che per frammischiarsi in una rissa a salvezza dell’altrui vite perdè la usa. Successero questi omicidj ne’prossimi passati giorni.

[303] Bastimenti arrivati

24. Aprile.

Checchia nominata la Bella Fiorina, Capitan Francesco Bergamin, venuto da Salonichio

D. Menachen Vivante Goton Balle 144.

D. Nadalin Tripcovich detto Ballotti 28.

D. Co: Domenico Serioli detto Balle 31.

D. Cristo Zuanne detto Balle 10.

D. Gio: Heinzelman detto Balle 268. e ballotti 20. Grana Sacchetti 1.

D. Co: Luca Ivanovich Gotton Ballotti 37. Pelle di Lepre Ballotti 6.

D. Chi presenterà Gotton Balle 55. Portada del Capitan e Marinieri Telarie Fag. 1.

Checchia nominata il Cavalier della Stola d’Oro, Capitan Gaetano Francesco Bergamin, venuto da Salonichio

D. Menachen Vivante Gotton Balle 375.

D. Daniel Bonfil detto Balle 190.

D. Abram Vita Angeli detto Balle 50.

D. Pano e Gio: Cristodolo detto Balle 30.

D. Gio: Heinzelman detto Balle 100. Cordoni Fag. 1.

D. Chi presenterà Telarie Fagottini 1.

Portada e Grazie del Capitan e Marineri Uva da Smirne Scatole 94. Rame Panni 26.

Piel. P. Franc. Vianello ven. dalle case abbrucciate con un migl. carne salata. 2. sacchetti Galla.

25 Detto.

Brac. P. Mat. Nicolich da Lussin Piccolo con una cassetta e una schizza ferram. v. 860 lib. strazze. 650 pelli Lepratti. 22 lib. rame v. 17 lib. piombo v.

26. Bat. P. Santo Garizza da Isola con 2. m. strazze. 5. m. ferro v.

27. Piel. P. Ant. Cesaro da Capodistria con 18 Rot. Griso. 4. Sac. ritagli di pelle. 3. Sac. Galla. Una Balla Carnuzzo.

28. Bat. P. Rocco Vianello da Trieste con 100 cas. Limoni per Chiozza.

Piel. P. Nat. Vianello da Piran con 250 mog. di sale.

Brac. P. Nic. Spagna da Trieste con una scat. Zafferano un bar. arg. vivo. 5. colli susine. Una cassetta gomma. 4. Sac. polv. di gripola. 42 Bal. e una cassetta tabacco. 12 colli Tele. un sac. Terlisi. Una Bot. Legnami. 1. cas. Libri. 2. Bot. Crogiuoli. 1 collo pellami concj.4 bar. ottoni. 11 Basse fil di ferro. un Bar. Lime.2 Bot. ferro v. 5 colli chiodi. 2 mazzi lamarini. 16. fascj ferro. Un sac. tamisi.

Piel. P. Spir. Maras da Cattaro con 378 pelli Boldroni. Un carat. rame v. 11 presciutti. 2 campane di bronzo rotte. 242 tocchi carne porcina salata. 12 cassoni e 3 cassette cand. di sevo.alquante placche di pietra. Rassa bianca in più cavezzi.

Piel. P. Mat. Marchesini da Cattaro e Castel Nuovo con 26 sag. Boldroni una cassetta e un fag. seta. 70 fag. cordovani e montoni. 3 fag. e 3. tocchj rame v. 7. cassoni cand. di sevo. 3 cai oglio. 4 cavezzi rassa.

Bat. P. Dom. Zenaro da Trieste con 14 cas. limoni e 34 d’arancie.

30. Piel. P. Gius. Benussi da Ragusi con 2 cas. Vino. 26 colli e un fag. cera. 275 mazzi cordovani. 32 mazzi Cordovanetti. 154 mazzi montoni. 1 cas. cand. di sevo. 312 pelli di Bue secche. 2026 dette salate.

Brac. P. Giov. Magnaron da Trieste [304] con un bar. Trementina. 32 Balle Griso. 10 bar. Arg. vivo. 1 pacco Verderame. 1 pacco Cordovani. 1 cassa gomma. 5 col. cera gialla. 3 cas. cand. di sevo. 2 cas. occhi di bue. una balletta Lanarie. 10 colli Tele 3. bar. lime. 15 cas. acqua di Cilla. 17 fascj ferro. 3 bar. chiodi.

Trab. P. Gius. Burattini da Ancona con 40 m. Limoni. 1 cassetta gripola. 4 Bal. e una Balletta pelli di castrato. 1 fag. Rosa. Un sac. Galla. 7 sac. polv. di grippola.

Piel. P. Luigi Venturini da Rimini con 53 vesciche di strutto. 210 Presciutti. 400 lib. carne insaccata.

2 Maggio. Bat. P. Ant. Vianello da Trieste con 50 cas. Limoni per Chiozza.

Bat. Pat. Nat. Vianello da Trieste con 72 cas. limoni per Chiozza.

Piel. P. Giov. Rovere da Trieste con un sac. gripola. 2 Bot. Mandole. 55 cassette acciaj. 2 bar. Radice Angelica. 6 Bot. sugo di Limon. un bar. miel. 3 cas. candele di sevo.3 cas. merci. Una cassetta aghi. 2 barili chiodi.

3 Detto Piel. P. Bernardin Benussi da Ragusi con 782 mazzi cordovani. 22 detti Montoni. 550 pelli di bue secche. 5 Bar pel. di Lepre.

(Il resto Sabbato.)

Da Vendere.

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Morti.

Il Nob. Sign. Marchese C. Gregorio Abdol Ministro dell’Elett. di Sassonia.

Metatextualität► Alcuni, che scrivono al Gazzettiere non sapendo il suo nome metton sulle Lettere quello dello Stampatore, o del Librajo. Essi le aprono e gliele mandano poi. Questo disordine produce de’ritardi, e fa che alcune volte restan inedite delle cose, o compariscano fuori di tempo. Questi tali sono pregati a valersi in avvenire a valersi di questa soprascritta: All’Estensore della Veta Urbana. Ricapito al Caffè di Florian. ◀Metatextualität ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1Il Sig. Cav. d’Henin giovine di sommo merito, che alla molta capacità per li gravi affari del suo posto unisce un genio attivo per le Belle Lettere da lui coltivato felicemente anche nella nostra Lingua.