Num. 11 Antonio Piazza Moralische Wochenschriften Julia List Editor Magdalena Albert Editor Alexandra Fuchs Editor Kirsten Dickhaut Editor Ingrid Scherk Editor Institut für Romanistik, Universität Graz 14.12.2015 o:mws.3914 Piazza, Antonio: Gazzetta veneta urbana. Venezia: Zerletti 1789, 81-88 Gazzetta urbana veneta 3 011 1789 Italien Ebene 1 Ebene 2 Ebene 3 Ebene 4 Ebene 5 Ebene 6 Allgemeine Erzählung Selbstportrait Fremdportrait Dialog Allegorisches Erzählen Traumerzählung Fabelerzählung Satirisches Erzählen Exemplarisches Erzählen Utopische Erzählung Metatextualität Zitat/Motto Leserbrief Graz, Austria Italian Italien Italia Italy Italia Italie Italy 12.83333,42.83333

Num. 11.

Sabbato 7. Febbrajo 1789.

ContinuazioneDel Proclama incominciato nel precedente Foglio.

VII. Le Rate in resto di ragione di detti Vecchj Capitali cedute dai primi Possessori agli Attuali Azionarj, e da questi acquistate, saranno trasportate nei nuovi Registri aggregate in una sola Partita secondo il ragguaglio della Tariffa a credito degli stessi Azionarj con nota delle precise derivazioni dei differenti titoli di possesso, ed a norma delli relativi Costituti per esigerne il Prò sopraddetto sull’intiera Summa delle medesime.

VIII. L’esazione dei Prò dipendenti dalli Capitali Fideicommissi, e Condizionati, li quali fossero stati alienati vita durante dei Proprietarj Capitalisti, sarà preservata a quelli, che con legal titolo risultante dalli relativi Costituti ne avessero Azione; la qual esazione di Prò avrà a verificarsi sopra il Capitale spoglio delle Rate Corse ridotto in effettivo valore, e trasportato come sopra nell’Offizio Conservator del Deposito.

IX. Li Prò sopra i Capitali del Deposito Vecchio tre per Cento in Zecca saranno saldati nell’Offizio stesso sin tutto Decembre 1788., e quelli derivanti dalli Capitali del Deposito Regolazion Ghetto, e dei Depositi Vecchj fuori di Zecca saranno pure saldati negli Offizj medesimi sin tutto Febbraro 1788., sicchè li Prò che da Gennaro 1788. scaderanno sulli primi Capitali, e quelli che da Marzo 1789. scaderanno fu i secondi Capitali, verranno pagati nell’Offizio Conservator del Deposito al terminar di ogni rispettivo Semestre, principiando da primo Luglio 1789. per li Capitali trasportati dal Vecchio Deposito tre per Cento in Zecca, e da primo Settembre 1789. per gli altri trasportati dal Deposito Regolazion Ghetto, e dalli Vecchj Depositi fuori di Zecca, e così successivamente di Semestre in Semestre.

X. Tutti gli Azionarj, li di cui Capitali verranno trasportati nell’Offizio Conservator del Deposito dovranno ricercar di nuovo le affrancazioni per estrazione nell’Offizio della Ragionataria del Magistrato Eccellentissimo delli Deputati, ed Aggionti alla Provision del Dinaro sul valor effettivo del Capitale trasportato, in quel modo stesso che la chiedevano sul valor numerario quando i lor Capitali trovavansi ne’Vecchj Depositi sopraddetti; sempre però nei casi e colli metodi stabiliti ne’due relativi Proclami a stampa approvati colli Decreti dell’Eccellentissimo Senato 21. Gennaro 1785., e 10. Agosto 1786., dichiarandosi, che per li Capitali trasportati dal Proveditor alli Prò in Zecca, Deposito Vecchio alle tre per Cento potranno ricercarle col fondamento della nuova Copia del Quaderno dell’Offizio Conservator del Deposito dopo il dì primo Luglio 1789., e per gli altri trasportati dalli Depositi Vecchj fuori di Zecca, e da quello Regolazion Ghetto potranno chiederle sulla base medesima dopo il dì primo Settembre 1789.; dovendo intanto continuar fino a dette epoche le ricerche, e relative Estrazioni di detti Capitali Vecchj nei fissati giorni primo Gennaro 1788., e primo Maggio 1789. colla scorta delle Copie di Quaderno dei respettivi Offizj di Zecca e fuori di Zecca.

XI. E come cogli accennati Proclami 1785., e 1786. fu stabilito, che ogni Capitalista il quale alienato avesse le Rate corse non possa chiedere l’affrancazione del proprio Capitale sennon coll’intervento anche dell’Azionario delle Rate stesse, venendo in oggi separata la proprietà del Capitalista da quella del Ratario, si mette in libertà tanto il Capitalista, quanto il Ratario divenuto esso pure Capitalista di chiedere separatamente l’affrancazione delle loro proprietà, sempre però col metodo dell’Estrazione, e colle discipline tutte, che si sono prescritte dalli Proclami sopraindicati.

XII. Per procurare il comodo di una più pronta affrancazione a quelli, che sino al giorno della approvazione del presente Proclama avessero acquistate con Costituti, ovvero avessero Azione per preventive Disposizioni sulle sole Rate corse disgiunte dai Capitali, ogni qual volta credessero esser del loro interesse il conseguire in Contanti l’equivalente valore del loro Credito, piuttostocchè possederlo convertito in un Capitale libero fruttante il sopraddetto Prò di tre e mezzo per Cento, si dichiara, che per quelli fra li nominati che ricercassero la pronta Affrancazione ne’modi prescritti, sarà tenuto un Registro a parte nell’Offizio della Ragionateria suddetta, e saranno li soli Nomi di essi risposti in particolar Urna, ed estratti a sorte per conseguire successivamente l’affrancazione delle lor Rate ridotte in Capitale; fissato essendosi per tal effetto l’assegnamento di Ducati Ventimille Valuta Corrente in ogni Quadrimestre tratti dalla Summa delli Ducati sessantamille stabiliti per l’affrancazione de’Vecchj Capitali suddetti.

Questo assegnamento avrà luogo per le sole prime otto Estrazioni avvenire, cominciando da quella primo Ottobre 1789., dovendo gli altri Ducato Quarantamille Valuta Corrente servire per quelle de’Capitali degli altri Azionarj tutti indistintamente trasportati nell’Offizio Conservator del Deposito.

XIII. Nel caso, che in alcuna di dette otto Estrazioni si combinasse, che le ricerche di affrancazione delle Rate convertite in Capitali fossero minori della fissata Summa di Ducati Ventimille Valuta Corrente, sarà concessa a tutti essi Capitalisti l’Affrancazione sen-za l’uso delle forti per l’ammontar totale risultante dalle lor ricerche, e quando sopravanzasse delli Ducati Ventimille predetti, servirà ad aumentare l’altra Summa delli Ducati Quarantamille assegnatasi per tutti indistintamente li Capitalisti trasportati come sopra.

(il resto Mercordì)

Primo Febbrajo 1789.

Da S. Bellino Territorio di Rovigo.

Sino ad ora abbiamo avuto la tribolazione del freddo, ma in qualche modo ci siamo riparati. Adesso abbiamo un pensiero più serio ed è quello degli Assassini, che vanno in truppa ad assalire le Famiglie. Venerdì a un’ora e mezza di notte dodici di questi fuorisciti stranieri si sono portati in casa di quel Mercante di riso a Lei noto, ch’abita qui vicino al Castel Guglielmo, e gli scaricarono contro tre pistole; ma piacque a Dio, che niuno restasse colpito. L’afferrarono bensì, lo legarono con una corda; e mentre ciò crudelmente eseguivasi, una donna di quella Famiglia potè fuggire dall’abitazione, e correre da’vicini gridando ajuto. Al suono della sua voce accorsero, e si son unite molte perone, le quali volarono al soccorso del povero galantuomo, e fecero che que’ribaldi impauriti scappassero senza recare il menomo danno a quelli spaventata Famiglia.

Tutto il nostro Paese vive in continuo timore di qualche sorpresa, e d’assalti alla strada anche di giorno.

Da una Lettera in datta 29 dello scorso Gennajo scritta da Brescia, riconfermato ci viene il latrocinio colà fatto al negoziante Sig. Paolo Bolognini ottuagenario, e si sa ascendere in essa la summa del rubato soldo contante a Lire 17 mila. Dicesi che dalle ore 8 alle 12 durò l’operazione de’sagacissimi ladri, ch’erano in molti, e per quanto si sentì dal vicinato avevano le loro lanterne, ed erano muniti di schioppi e tromboni, onde persuadere coll’eloquenza delle loro bocche a tornar indietro quelli che di là passavano; che frà lo strepito, e lo schiamazzo segarono una porzione del portellino della bottega, e con tutto il comodo eseguirono il furto. Essere voce quasi universale, che i delinquenti fossero birri licenziati i quali in quel Territorio, sotto pretesto di far delle visite per contrabbandi, per monete, et altro, commisero molti delitti. Non vale, dice lo scrittore di questa, la più vigilante cura degli Eccellentissimi Rettori, che ci governano, non la premura che gli stessi si danno per far godere uni stato di quiete, e di sicurezza a questi popoli. Di nuovo ripeto, che questo nostro Eccellentissimi Rettori fanno di tutto onde i cittadini ed i territoriali siano contenti della lor reggenza. Tutti ad una voce esaltano questi Personaggi.

Quanto alle Pubbliche Scuole delle Grazie asserisce pure lo Scrittore suddetto, che il benemerito Signore Professor Coccoli non fu confermato nella sua Cattedra di Matematiche, e che se ne sparse la falsa nuova perch’era già steso il Decreto della sua riconferma, e ad esso mandato in copia, ma che in quel frattempo fu eletto provvisionalmente a quella Cattedra certo Sig. D. Bernardo Marzoli; che questa elezione venne riguardata come illegale, perchè l’Avvocato ed uno de’Sindici dell’illustrissima Città non hanno voluto votare, ed hanno segnata la loro protesta di dissenso. In luogo del Sig. Zamboni che rinunziò, fu messo provvisio-nalmente per Maestro di Teologia certo Rev. D. Barzana. Aggiunge essersi sparsa voce che a quell’Eccellentissimo Podestà sia pervenuta altra Lettera dell’Eccellentissimo Magistrato alle Acque in cui di nuovo viene testificata la Sovrana soddisfazione dell’operato dal Sig. Coccoli.

Posdomani seguirà l’ingresso del nuovo Reverendissimo Parroco di questa Contrada di San Benedetto, e seguendo l’ordine intrapreso diamo però anche la

Serie de’Rev. Pievani della Chiesa Parrocchiale, e Coll. di S. Benedetto Abate di Venezia.

1437. Silvestro Moscato Pievano di S. Paterniano fu destinato primo Pievano di S. Benedetto.

1459. Marco Gonella poi Arcivescovo di Antibari.

1461. Baldissera Turino Dottor in ambe le Leggi.

1475. Lorenzo Bon prima Prete di Santa Sofia, Arciprete di Malamocco, poi Prete e Pievano di S. Benedetto, poscia assunto al Piovanato di S. Sofia.

1482. Pietro Bon Notajo, e Cancelliere del Collegio delle Congregazioni.

1523. Sebastian Bon Canonico di Castello.

1550. Sebastian Bonetti Canonico della Ducale, ed Arciprete della Congregazione di S. M. Mater Domini.

1555. Niccolò Papilioni Dalmatino.

1558. Pietro Bonana.

1630. Pasqual Dottor Danieli Canonico Vicario Ducale ed Arciprete della Congregazione di S. Maria Mater Domini.

1675. Andrea Balico.

1695. Antonio Sehiantarello Arciprete della Congregazione di Santa Maria Mater Domini.

1730. Gio: Antonio Dott. Tommasoni Canonico di Castello.

1742. Girolamo Loris Canonico Ducale.

1762. Pietro Arguello Canonico Ducale.

1789. Giacomo Loris Nipote di Girolamo antecessore.

Per l’Orologio a Sole ci fu mandato il seguente Distico, che forse piacerà più de’versi Francesi da noi esibiti al chi editore d’un motto, e potrà valersene.

Sol mihi dat legem signandi tempus, horas,

Et tibi dò signum, quod tua vita volat.

Verona 2. Febbrajo 1789.

Il nuovo Vicario della Valpolisella Conte Gio: Battista Gazola, ha fatto il solito ingresso con insolita pompa. La Nobile Comitiva che l’accompagnò fu numerosa ed eletta; i rinfreschi ch’egli profuse copiosi e squisiti; ma sopra tutto splendida ed elegante la Cena di più di quaranta Coperte. La varietà e l’abbondanza dei pesci e dei selvatici più rari, congiunte all’ordine e alla più scelta disposizione, mostrarono la generosità e ‘l discernimento del suo spirito illuminato e magnifico.

Teatri.

Il Dramma Giocoso intitolato La Fata Capricciosa, che si recita nel Nob. Teatro a San Moisè, è composizione del Signor Giovanni Bertati, Autore di molte Opere di questo genere, gran parte delle quali ebbero un esito fortunato, e gli fecero credito, e nome. Questa però non entra in tal numero, e dalla scenica azione, o dalla luce delle stampe non ritrae la grazia del Pubblico. Le poetiche fantasie hanno i loro limiti, giunte a’quali o ripetonsi, o si spossano in inutili sforzi. Talvolta le circostanze, o la ristrettezza del tempo tiranneggiano l’ingegno: e se si sapesse tutto otterrebbero più indulgenza non poche volte certi Poeti Drammatici, che in vece di farsi servire, com’esser dovrebbe, devono servire, com’esser dovrebbe, devono servire al Maestro, a’Personaggj ec. ec. In grazia delle passate sue produzioni merita questo Autore d’essere trattato discretamente, e compatito se invano ha tentato di far ridere col mettere in bocca al suo Cassiopeo il Veniamo a dire il merito copiato dal Goldoni, che in un carattere maneggiato felicemente prese di mira la viziosa ripetizione in cui cadono gli uomini volgari del nostro Paese, che ad ogni quattro parole cacciano il loro intercalare prosaico senza nemmeno accorgersene. Non sembra egli però scusabile nell’aver poco rispettata quella decenza, ch’esige il Teatro, e particolarmente quei d’Opera ove concorre la gente nobile, e civile.

Fausto crede d’esser ferito, e agli attori che lo circondano canta così nella Seconda Parte della sua Aria:

Credo che un braccio mi sia in fracasso.

Sarà più in alto, sarà più abbasso.

Sarà di dietro sicuramente.

Nò, non mi dite che non c’è niente.

Se ben di dietro voi cercherete

Ci troverete qualcosa affè.

Non è questo che un saggio delle Licenze, ed espressioni offendenti l’onestà, che sparse in altre situazioni si trovano.

Molti versi che alla lettura nascondono il loro senso, lo spiegano con pericolosa chiarezza ne’tuoni, e ne’ritornelli della musica, e molto più ne’gesti de’personaggj. Per ciò è dovere di chi serve il Pubblico di non far mai uso di sozze parole, o d’equivoci che in pratica offender possano l’onestà. Ogni Poeta, che scrive per il Teatro, dovrebbe figurarsi nello stendere i suoi pensieri l’Udienza ch’esser deve il suo giudice, e temerla. Traendo il ridicolo alle sorgenti torbide e limacciose non si piace che alla Plebe scostumata nutrendo il basso suo genio, e si disgusta tutti quelli che sopr’essa sollevansi. Il Goldoni ne’giocosi suoi Drammi non fece ridere con delle immodeste buffonerie, ma con de’comici sali, con delle arguzie sensate, con una critica popolare. Ma il riprodurne qualcuno di suo ora sarebbe un errore, o converrebbe storpiarlo, come si fa delle Opere del Metastasio, per una pretesa necessità. Il bello, il vero dovrebb’essere di tutti i tempi; pure sopr’esso vuol dominare la moda come sugli ornamenti delle Signore Donne. Benedetto il nostro Buon Gusto.

Anche in questo Libretto, come ne’passati, son ommessi i nomi degli Attori, perchè tutte le donne son prime, e non si trovò ripiego onde serbare una perfetta eguaglianza nell’annunziarle.

Può dirsi però, che la sola Prima sia la Signora Benini, perchè non odesi che Lei nominata, e lodata, com’è tra gli uomini il Signor Morelli.

La musica è del Signor Francesco Gardi. Il Primo Ballo è intitolato La Festa di Ballo, ed universalmente dispiacque. Secondo alcuni tale fu il destino in generale dell’Opera: altri però sostengono, che ci sono de’buoni pezzi.

A Teatro pienissimo Mercordì è seguita la ultima recita della Morte di Cesare a S. Samuele. Il Signor Babbini non ha potuto cantare che il Duetto nell’atto Terzo, e lo replicò con tutto il vigore possibile. Il Pubblico, che sà l’impegno ed il zelo con cui egli lo serve, e che per finzione non manca mai a’doveri suoi, ha gradito moltissimo il poco che potè fare, e glielo dimostrò cogli applausi. Il Signor Pacchierotti si fece moltissim’onore.

E sì conosciuto, ammirato, e d’alte comuni lodi compensato il sommo merito della veramente celebre Signora Bacelli, che l’Articolo inserito nel precedente Foglio a suo onore meritò l’approvazione de’nostri leggitori, ed i loro elogj. Noi siamo grati alla bontà di chi si compiacque dirigercelo, vantiamo i suoi medesimi sentimenti sul punto da lui sì bene trattato, e ci riserbiamo a dire sul medesimo qualche cosa nel foglio venturo. Se l’esempio suo avesse una benigna influenza per determinare gli spiriti colti, ed imparziali ad iscriversi sugli spettacoli sarebbe soddisfatto uno de’maggiori nostri desiderj derivanti da questa impresa.

A San Gio: Grisostomo si fece l’altr’jeri l’ultima recita del Meleagro, e quella Comica Compagnia apparecchia alle scene un’altra novità, che sarà forse annunziata nell’ultima pagina di questo Foglio.

Agli amatori del teatro

Pietro Zerletti Stampator Veneto

Fra gli Scrittori Teatrali dell’etànostra niuna persona sensata negherà un luogo distinto al Sig. Mercier; luogo certamente ad esso dovuto non meno per la varietà e per la bellezza, che pel numero dei suoi Drammi, delle sue Commedie, e delle altre sue Rappresentazioni. Tra i Drammi incontrò, fin dal suo primo pubblicarsi, l’applauso universale il Dramma intitolato le Tombe di Verona, che stampato, nella nostra lingua, può servire di saggio per l’edizione Italiana, che si propone, di tutto il di lui Teatro. Quest’edizione da noi si intraprenderà qualora un discreto numero di concorrenti cui assicuri almeno d’una parte della spesa, nel prossimo Marzo. Il Dramma, che seguirà le Tombe di Verona, sarà Montesquieu in Marsiglia, che presenta un’azione d’umanità del celebre Autore dello Spirito delle Leggi; e dietro a questo si pubblicheranno costantemente, uno ogni mese, tutti i Drammi, le Commedie, e le Rappresentazioni stampate separatamente dal medesimo Autore, in numero di circa 10; ed in ultimo luogo, collo stesso metodo, gli altri di lui Drammi, che comprendono in Francese tre Tomi in quarto. I medesimi si pagheranno dai Signori Associati a ragione d’una lira l’uno; e nella fine si daranno loro gratuitamente i frontispizj, ed un ordine, onde poter ciascuno farsigli legare in Tomi. In Venezia le associazioni si ricevono nella Stamperia, in S. Catterina, d’esso Editore Zerletti, e nel Negozio di Gio: Antonio Curti Librajo, all’Insegna della Nuova Sorte nella merceria di S. Giuliano. I Signori Associati saranno serviti dei respettivi Tomi nei luoghi che indicheranno. Fuori di Venezia le associazioni medesime si riceveranno dai dispensatori del presente Manifesto.

È uscito il primo Le Tombe di Verona.

Siamo rimproverati in un anonimo Biglietto d’aver mentito per troppo affetto di Patria asserendo nel Primo Foglio del Giugno 1787 con cui ebbe principio la nostra Impresa, che la Gazzetta è d’uso antico in questa Metropoli, e che dal nostro presero nome i periodici Fogli stranieri. Si vuole in esso che i Francesi l’avessero mezzo secolo prima di Noi.

Rispondiamo con tutto il rispetto, a chi con tanta franchezza ci accusa, che il Medico Teofrasto Renandot fu l’introduttore delle prime Gazzette in Francia nel 1631, mentr’erano già stabilite da qualche tempo in Venezia. Veggasi l’Almanacco di Gotha alla pag. 57.

Ricerca

Cosa significhi quel vacuo, che in vece di numeri spesso trovasi su questi Fogli al levare, o tramontar della Luna.

La risposta la Dá nelle parole seguenti l’Autore dell’Almanacco di Verona di cui ci serviamo d’ordinario in ordinario.

. . . . . . .Deve notarsi, che per cagione del suo moto proprio ritardando la Luna continuamente tanto il suo nascere quanto il suo tramontare, l’intervallo dal levare o dal tramontare di un giorno al levare od al tramontare del dì seguente, è sempre maggior di 24 ore. Quindi ne avviene di necessità, che qualche volta trascorre un giorno intiero senza che in quello la Luna si levi, o tramonti; e questi giorni si sono segnati solla parola vacuo.

Cambj.

Venerdì 6. Febbrajo.

Lione cinquantanove.

Parigi cinquantanove.

Roma settantadue e 7 8vi.

Napoli 119 e 3 4ti.

Livorno 100.

Milano 154. e 3 4ti.

Genova 92 e mezzo.

Amsterdam 92 e un 4to.

Londra 48 e mezzo.

Augusta 102.

Vienna 196.

Carte Pubbliche.

Ai 30 del p.p. Gennajo fu pubblicato un Proclama di questa Eccellentissima Magistratura de’Provveditori di Comun nel quale ravvivandone uno de’9 Giugno 1764 approvato con Decreto dell’Eccellentissimo Senato sopprimente alcuni Privilegj di certe Arti, prescrivesi a tutti i bottegaj di questa Capitale il tener fuori dei precisi muri della propria bottega il minimo ingombro, o utensile, o genere vendibile esposto, onde non deturpar e impedire il libero transito delle strade per natura non ampie, sotto le pene ec.

AddizioneAll’Articolo Teatri

La Nitteti posta in iscena con somma magnificenza ebbe jeri nel Nobilissimo Teatro a San Samuele il più felice destino. Il celebre Signor Maestro Bertoni corrispose nel totale del suo lavoro alla grande aspettazione del Pubblico, prodotta dall’esperienza del sublime suo merito, e in alcune parti la superò di gran lunga.

L’aria del Signor Babbini nell’Atto Primo cantata con quella maestria, e quel raffinamento di gusto, che singolarizzano il suo valore, e il primato gli serbano trà i moderni Tenori, è giudicata un capo d’opera, e col diletto risvegliò la sorpresa, e l’ammirazione.

Una Cavatina poi, o Rondeau, se così piaccia dirlo, nell’Atto Terzo, rinnova soavemente la memoria della bella antica semplicità musicale, e fa conoscere un ingegno creatore, che sdegnando le vie comuni di solleticare l’orecchio, s’apre l’adito a’cuori e ne domina sovranamente gli affetti. L’inimitabile Signor Pacchierotti oggetto di tanti contrasti, e sì spesso vincitore delle più fiere avversioni, ha eseguito questo pezzo rarissimo con una bravura, e una delicatezza esattissima da sforzare agli applausi sino la prevenzione contraria.

Se ne volle la replica i cui cangiamenti felici offersero un nuovo allettamento.

Parlando per ora di ciò che più valse a destare lo stupore, e il piacere d’un folto intelligente Uditorio, riserbiamo al Foglio di Mercordì la descrizione dell’altre situazioni interessanti, le quali nel corso del gradito Spettacolo sostengono l’elogio al Maestro, e a’Cantori.

Benchè privo del merito della novità, se giuste son certe relazioni, sembra che il Secondo Ballo sia riuscito più caro del Primo. La Signora Carolina Pitrot, ha posto in opera tutto il suo talento, ed il suo vigore, e non le mancò il meritato unanime applauso.

A’ Teatri Comici questa Sera. A San Luca.

L’avvocato de’poveri &c.

A Sant’Angelo.

I due Truffaldini Gemelli.

A S. Gio: Grisostomo.

Gli Assassini della Polonia ossia la Sepolta viva.

Num. 11. Sabbato 7. Febbrajo 1789. ContinuazioneDel Proclama incominciato nel precedente Foglio. VII. Le Rate in resto di ragione di detti Vecchj Capitali cedute dai primi Possessori agli Attuali Azionarj, e da questi acquistate, saranno trasportate nei nuovi Registri aggregate in una sola Partita secondo il ragguaglio della Tariffa a credito degli stessi Azionarj con nota delle precise derivazioni dei differenti titoli di possesso, ed a norma delli relativi Costituti per esigerne il Prò sopraddetto sull’intiera Summa delle medesime. VIII. L’esazione dei Prò dipendenti dalli Capitali Fideicommissi, e Condizionati, li quali fossero stati alienati vita durante dei Proprietarj Capitalisti, sarà preservata a quelli, che con legal titolo risultante dalli relativi Costituti ne avessero Azione; la qual esazione di Prò avrà a verificarsi sopra il Capitale spoglio delle Rate Corse ridotto in effettivo valore, e trasportato come sopra nell’Offizio Conservator del Deposito. IX. Li Prò sopra i Capitali del Deposito Vecchio tre per Cento in Zecca saranno saldati nell’Offizio stesso sin tutto Decembre 1788., e quelli derivanti dalli Capitali del Deposito Regolazion Ghetto, e dei Depositi Vecchj fuori di Zecca saranno pure saldati negli Offizj medesimi sin tutto Febbraro 1788., sicchè li Prò che da Gennaro 1788. scaderanno sulli primi Capitali, e quelli che da Marzo 1789. scaderanno fu i secondi Capitali, verranno pagati nell’Offizio Conservator del Deposito al terminar di ogni rispettivo Semestre, principiando da primo Luglio 1789. per li Capitali trasportati dal Vecchio Deposito tre per Cento in Zecca, e da primo Settembre 1789. per gli altri trasportati dal Deposito Regolazion Ghetto, e dalli Vecchj Depositi fuori di Zecca, e così successivamente di Semestre in Semestre. X. Tutti gli Azionarj, li di cui Capitali verranno trasportati nell’Offizio Conservator del Deposito dovranno ricercar di nuovo le affrancazioni per estrazione nell’Offizio della Ragionataria del Magistrato Eccellentissimo delli Deputati, ed Aggionti alla Provision del Dinaro sul valor effettivo del Capitale trasportato, in quel modo stesso che la chiedevano sul valor numerario quando i lor Capitali trovavansi ne’Vecchj Depositi sopraddetti; sempre però nei casi e colli metodi stabiliti ne’due relativi Proclami a stampa approvati colli Decreti dell’Eccellentissimo Senato 21. Gennaro 1785., e 10. Agosto 1786., dichiarandosi, che per li Capitali trasportati dal Proveditor alli Prò in Zecca, Deposito Vecchio alle tre per Cento potranno ricercarle col fondamento della nuova Copia del Quaderno dell’Offizio Conservator del Deposito dopo il dì primo Luglio 1789., e per gli altri trasportati dalli Depositi Vecchj fuori di Zecca, e da quello Regolazion Ghetto potranno chiederle sulla base medesima dopo il dì primo Settembre 1789.; dovendo intanto continuar fino a dette epoche le ricerche, e relative Estrazioni di detti Capitali Vecchj nei fissati giorni primo Gennaro 1788., e primo Maggio 1789. colla scorta delle Copie di Quaderno dei respettivi Offizj di Zecca e fuori di Zecca. XI. E come cogli accennati Proclami 1785., e 1786. fu stabilito, che ogni Capitalista il quale alienato avesse le Rate corse non possa chiedere l’affrancazione del proprio Capitale sennon coll’intervento anche dell’Azionario delle Rate stesse, venendo in oggi separata la proprietà del Capitalista da quella del Ratario, si mette in libertà tanto il Capitalista, quanto il Ratario divenuto esso pure Capitalista di chiedere separatamente l’affrancazione delle loro proprietà, sempre però col metodo dell’Estrazione, e colle discipline tutte, che si sono prescritte dalli Proclami sopraindicati. XII. Per procurare il comodo di una più pronta affrancazione a quelli, che sino al giorno della approvazione del presente Proclama avessero acquistate con Costituti, ovvero avessero Azione per preventive Disposizioni sulle sole Rate corse disgiunte dai Capitali, ogni qual volta credessero esser del loro interesse il conseguire in Contanti l’equivalente valore del loro Credito, piuttostocchè possederlo convertito in un Capitale libero fruttante il sopraddetto Prò di tre e mezzo per Cento, si dichiara, che per quelli fra li nominati che ricercassero la pronta Affrancazione ne’modi prescritti, sarà tenuto un Registro a parte nell’Offizio della Ragionateria suddetta, e saranno li soli Nomi di essi risposti in particolar Urna, ed estratti a sorte per conseguire successivamente l’affrancazione delle lor Rate ridotte in Capitale; fissato essendosi per tal effetto l’assegnamento di Ducati Ventimille Valuta Corrente in ogni Quadrimestre tratti dalla Summa delli Ducati sessantamille stabiliti per l’affrancazione de’Vecchj Capitali suddetti. Questo assegnamento avrà luogo per le sole prime otto Estrazioni avvenire, cominciando da quella primo Ottobre 1789., dovendo gli altri Ducato Quarantamille Valuta Corrente servire per quelle de’Capitali degli altri Azionarj tutti indistintamente trasportati nell’Offizio Conservator del Deposito. XIII. Nel caso, che in alcuna di dette otto Estrazioni si combinasse, che le ricerche di affrancazione delle Rate convertite in Capitali fossero minori della fissata Summa di Ducati Ventimille Valuta Corrente, sarà concessa a tutti essi Capitalisti l’Affrancazione sen-za l’uso delle forti per l’ammontar totale risultante dalle lor ricerche, e quando sopravanzasse delli Ducati Ventimille predetti, servirà ad aumentare l’altra Summa delli Ducati Quarantamille assegnatasi per tutti indistintamente li Capitalisti trasportati come sopra. (il resto Mercordì) Primo Febbrajo 1789. Da S. Bellino Territorio di Rovigo. Sino ad ora abbiamo avuto la tribolazione del freddo, ma in qualche modo ci siamo riparati. Adesso abbiamo un pensiero più serio ed è quello degli Assassini, che vanno in truppa ad assalire le Famiglie. Venerdì a un’ora e mezza di notte dodici di questi fuorisciti stranieri si sono portati in casa di quel Mercante di riso a Lei noto, ch’abita qui vicino al Castel Guglielmo, e gli scaricarono contro tre pistole; ma piacque a Dio, che niuno restasse colpito. L’afferrarono bensì, lo legarono con una corda; e mentre ciò crudelmente eseguivasi, una donna di quella Famiglia potè fuggire dall’abitazione, e correre da’vicini gridando ajuto. Al suono della sua voce accorsero, e si son unite molte perone, le quali volarono al soccorso del povero galantuomo, e fecero che que’ribaldi impauriti scappassero senza recare il menomo danno a quelli spaventata Famiglia. Tutto il nostro Paese vive in continuo timore di qualche sorpresa, e d’assalti alla strada anche di giorno. Da una Lettera in datta 29 dello scorso Gennajo scritta da Brescia, riconfermato ci viene il latrocinio colà fatto al negoziante Sig. Paolo Bolognini ottuagenario, e si sa ascendere in essa la summa del rubato soldo contante a Lire 17 mila. Dicesi che dalle ore 8 alle 12 durò l’operazione de’sagacissimi ladri, ch’erano in molti, e per quanto si sentì dal vicinato avevano le loro lanterne, ed erano muniti di schioppi e tromboni, onde persuadere coll’eloquenza delle loro bocche a tornar indietro quelli che di là passavano; che frà lo strepito, e lo schiamazzo segarono una porzione del portellino della bottega, e con tutto il comodo eseguirono il furto. Essere voce quasi universale, che i delinquenti fossero birri licenziati i quali in quel Territorio, sotto pretesto di far delle visite per contrabbandi, per monete, et altro, commisero molti delitti. Non vale, dice lo scrittore di questa, la più vigilante cura degli Eccellentissimi Rettori, che ci governano, non la premura che gli stessi si danno per far godere uni stato di quiete, e di sicurezza a questi popoli. Di nuovo ripeto, che questo nostro Eccellentissimi Rettori fanno di tutto onde i cittadini ed i territoriali siano contenti della lor reggenza. Tutti ad una voce esaltano questi Personaggi. Quanto alle Pubbliche Scuole delle Grazie asserisce pure lo Scrittore suddetto, che il benemerito Signore Professor Coccoli non fu confermato nella sua Cattedra di Matematiche, e che se ne sparse la falsa nuova perch’era già steso il Decreto della sua riconferma, e ad esso mandato in copia, ma che in quel frattempo fu eletto provvisionalmente a quella Cattedra certo Sig. D. Bernardo Marzoli; che questa elezione venne riguardata come illegale, perchè l’Avvocato ed uno de’Sindici dell’illustrissima Città non hanno voluto votare, ed hanno segnata la loro protesta di dissenso. In luogo del Sig. Zamboni che rinunziò, fu messo provvisio-nalmente per Maestro di Teologia certo Rev. D. Barzana. Aggiunge essersi sparsa voce che a quell’Eccellentissimo Podestà sia pervenuta altra Lettera dell’Eccellentissimo Magistrato alle Acque in cui di nuovo viene testificata la Sovrana soddisfazione dell’operato dal Sig. Coccoli. Posdomani seguirà l’ingresso del nuovo Reverendissimo Parroco di questa Contrada di San Benedetto, e seguendo l’ordine intrapreso diamo però anche la Serie de’Rev. Pievani della Chiesa Parrocchiale, e Coll. di S. Benedetto Abate di Venezia. 1437. Silvestro Moscato Pievano di S. Paterniano fu destinato primo Pievano di S. Benedetto. 1459. Marco Gonella poi Arcivescovo di Antibari. 1461. Baldissera Turino Dottor in ambe le Leggi. 1475. Lorenzo Bon prima Prete di Santa Sofia, Arciprete di Malamocco, poi Prete e Pievano di S. Benedetto, poscia assunto al Piovanato di S. Sofia. 1482. Pietro Bon Notajo, e Cancelliere del Collegio delle Congregazioni. 1523. Sebastian Bon Canonico di Castello. 1550. Sebastian Bonetti Canonico della Ducale, ed Arciprete della Congregazione di S. M. Mater Domini. 1555. Niccolò Papilioni Dalmatino. 1558. Pietro Bonana. 1630. Pasqual Dottor Danieli Canonico Vicario Ducale ed Arciprete della Congregazione di S. Maria Mater Domini. 1675. Andrea Balico. 1695. Antonio Sehiantarello Arciprete della Congregazione di Santa Maria Mater Domini. 1730. Gio: Antonio Dott. Tommasoni Canonico di Castello. 1742. Girolamo Loris Canonico Ducale. 1762. Pietro Arguello Canonico Ducale. 1789. Giacomo Loris Nipote di Girolamo antecessore. Per l’Orologio a Sole ci fu mandato il seguente Distico, che forse piacerà più de’versi Francesi da noi esibiti al chi editore d’un motto, e potrà valersene. Sol mihi dat legem signandi tempus, horas, Et tibi dò signum, quod tua vita volat. Verona 2. Febbrajo 1789. Il nuovo Vicario della Valpolisella Conte Gio: Battista Gazola, ha fatto il solito ingresso con insolita pompa. La Nobile Comitiva che l’accompagnò fu numerosa ed eletta; i rinfreschi ch’egli profuse copiosi e squisiti; ma sopra tutto splendida ed elegante la Cena di più di quaranta Coperte. La varietà e l’abbondanza dei pesci e dei selvatici più rari, congiunte all’ordine e alla più scelta disposizione, mostrarono la generosità e ‘l discernimento del suo spirito illuminato e magnifico. Teatri. Il Dramma Giocoso intitolato La Fata Capricciosa, che si recita nel Nob. Teatro a San Moisè, è composizione del Signor Giovanni Bertati, Autore di molte Opere di questo genere, gran parte delle quali ebbero un esito fortunato, e gli fecero credito, e nome. Questa però non entra in tal numero, e dalla scenica azione, o dalla luce delle stampe non ritrae la grazia del Pubblico. Le poetiche fantasie hanno i loro limiti, giunte a’quali o ripetonsi, o si spossano in inutili sforzi. Talvolta le circostanze, o la ristrettezza del tempo tiranneggiano l’ingegno: e se si sapesse tutto otterrebbero più indulgenza non poche volte certi Poeti Drammatici, che in vece di farsi servire, com’esser dovrebbe, devono servire, com’esser dovrebbe, devono servire al Maestro, a’Personaggj ec. ec. In grazia delle passate sue produzioni merita questo Autore d’essere trattato discretamente, e compatito se invano ha tentato di far ridere col mettere in bocca al suo Cassiopeo il Veniamo a dire il merito copiato dal Goldoni, che in un carattere maneggiato felicemente prese di mira la viziosa ripetizione in cui cadono gli uomini volgari del nostro Paese, che ad ogni quattro parole cacciano il loro intercalare prosaico senza nemmeno accorgersene. Non sembra egli però scusabile nell’aver poco rispettata quella decenza, ch’esige il Teatro, e particolarmente quei d’Opera ove concorre la gente nobile, e civile. Fausto crede d’esser ferito, e agli attori che lo circondano canta così nella Seconda Parte della sua Aria: Credo che un braccio mi sia in fracasso. Sarà più in alto, sarà più abbasso. Sarà di dietro sicuramente. Nò, non mi dite che non c’è niente. Se ben di dietro voi cercherete Ci troverete qualcosa affè. Non è questo che un saggio delle Licenze, ed espressioni offendenti l’onestà, che sparse in altre situazioni si trovano. Molti versi che alla lettura nascondono il loro senso, lo spiegano con pericolosa chiarezza ne’tuoni, e ne’ritornelli della musica, e molto più ne’gesti de’personaggj. Per ciò è dovere di chi serve il Pubblico di non far mai uso di sozze parole, o d’equivoci che in pratica offender possano l’onestà. Ogni Poeta, che scrive per il Teatro, dovrebbe figurarsi nello stendere i suoi pensieri l’Udienza ch’esser deve il suo giudice, e temerla. Traendo il ridicolo alle sorgenti torbide e limacciose non si piace che alla Plebe scostumata nutrendo il basso suo genio, e si disgusta tutti quelli che sopr’essa sollevansi. Il Goldoni ne’giocosi suoi Drammi non fece ridere con delle immodeste buffonerie, ma con de’comici sali, con delle arguzie sensate, con una critica popolare. Ma il riprodurne qualcuno di suo ora sarebbe un errore, o converrebbe storpiarlo, come si fa delle Opere del Metastasio, per una pretesa necessità. Il bello, il vero dovrebb’essere di tutti i tempi; pure sopr’esso vuol dominare la moda come sugli ornamenti delle Signore Donne. Benedetto il nostro Buon Gusto. Anche in questo Libretto, come ne’passati, son ommessi i nomi degli Attori, perchè tutte le donne son prime, e non si trovò ripiego onde serbare una perfetta eguaglianza nell’annunziarle. Può dirsi però, che la sola Prima sia la Signora Benini, perchè non odesi che Lei nominata, e lodata, com’è tra gli uomini il Signor Morelli. La musica è del Signor Francesco Gardi. Il Primo Ballo è intitolato La Festa di Ballo, ed universalmente dispiacque. Secondo alcuni tale fu il destino in generale dell’Opera: altri però sostengono, che ci sono de’buoni pezzi. A Teatro pienissimo Mercordì è seguita la ultima recita della Morte di Cesare a S. Samuele. Il Signor Babbini non ha potuto cantare che il Duetto nell’atto Terzo, e lo replicò con tutto il vigore possibile. Il Pubblico, che sà l’impegno ed il zelo con cui egli lo serve, e che per finzione non manca mai a’doveri suoi, ha gradito moltissimo il poco che potè fare, e glielo dimostrò cogli applausi. Il Signor Pacchierotti si fece moltissim’onore. E sì conosciuto, ammirato, e d’alte comuni lodi compensato il sommo merito della veramente celebre Signora Bacelli, che l’Articolo inserito nel precedente Foglio a suo onore meritò l’approvazione de’nostri leggitori, ed i loro elogj. Noi siamo grati alla bontà di chi si compiacque dirigercelo, vantiamo i suoi medesimi sentimenti sul punto da lui sì bene trattato, e ci riserbiamo a dire sul medesimo qualche cosa nel foglio venturo. Se l’esempio suo avesse una benigna influenza per determinare gli spiriti colti, ed imparziali ad iscriversi sugli spettacoli sarebbe soddisfatto uno de’maggiori nostri desiderj derivanti da questa impresa. A San Gio: Grisostomo si fece l’altr’jeri l’ultima recita del Meleagro, e quella Comica Compagnia apparecchia alle scene un’altra novità, che sarà forse annunziata nell’ultima pagina di questo Foglio. Agli amatori del teatro Pietro Zerletti Stampator Veneto Fra gli Scrittori Teatrali dell’etànostra niuna persona sensata negherà un luogo distinto al Sig. Mercier; luogo certamente ad esso dovuto non meno per la varietà e per la bellezza, che pel numero dei suoi Drammi, delle sue Commedie, e delle altre sue Rappresentazioni. Tra i Drammi incontrò, fin dal suo primo pubblicarsi, l’applauso universale il Dramma intitolato le Tombe di Verona, che stampato, nella nostra lingua, può servire di saggio per l’edizione Italiana, che si propone, di tutto il di lui Teatro. Quest’edizione da noi si intraprenderà qualora un discreto numero di concorrenti cui assicuri almeno d’una parte della spesa, nel prossimo Marzo. Il Dramma, che seguirà le Tombe di Verona, sarà Montesquieu in Marsiglia, che presenta un’azione d’umanità del celebre Autore dello Spirito delle Leggi; e dietro a questo si pubblicheranno costantemente, uno ogni mese, tutti i Drammi, le Commedie, e le Rappresentazioni stampate separatamente dal medesimo Autore, in numero di circa 10; ed in ultimo luogo, collo stesso metodo, gli altri di lui Drammi, che comprendono in Francese tre Tomi in quarto. I medesimi si pagheranno dai Signori Associati a ragione d’una lira l’uno; e nella fine si daranno loro gratuitamente i frontispizj, ed un ordine, onde poter ciascuno farsigli legare in Tomi. In Venezia le associazioni si ricevono nella Stamperia, in S. Catterina, d’esso Editore Zerletti, e nel Negozio di Gio: Antonio Curti Librajo, all’Insegna della Nuova Sorte nella merceria di S. Giuliano. I Signori Associati saranno serviti dei respettivi Tomi nei luoghi che indicheranno. Fuori di Venezia le associazioni medesime si riceveranno dai dispensatori del presente Manifesto. È uscito il primo Le Tombe di Verona. Siamo rimproverati in un anonimo Biglietto d’aver mentito per troppo affetto di Patria asserendo nel Primo Foglio del Giugno 1787 con cui ebbe principio la nostra Impresa, che la Gazzetta è d’uso antico in questa Metropoli, e che dal nostro presero nome i periodici Fogli stranieri. Si vuole in esso che i Francesi l’avessero mezzo secolo prima di Noi. Rispondiamo con tutto il rispetto, a chi con tanta franchezza ci accusa, che il Medico Teofrasto Renandot fu l’introduttore delle prime Gazzette in Francia nel 1631, mentr’erano già stabilite da qualche tempo in Venezia. Veggasi l’Almanacco di Gotha alla pag. 57. Ricerca Cosa significhi quel vacuo, che in vece di numeri spesso trovasi su questi Fogli al levare, o tramontar della Luna. La risposta la Dá nelle parole seguenti l’Autore dell’Almanacco di Verona di cui ci serviamo d’ordinario in ordinario. . . . . . . .Deve notarsi, che per cagione del suo moto proprio ritardando la Luna continuamente tanto il suo nascere quanto il suo tramontare, l’intervallo dal levare o dal tramontare di un giorno al levare od al tramontare del dì seguente, è sempre maggior di 24 ore. Quindi ne avviene di necessità, che qualche volta trascorre un giorno intiero senza che in quello la Luna si levi, o tramonti; e questi giorni si sono segnati solla parola vacuo. Cambj. Venerdì 6. Febbrajo. Lione cinquantanove. Parigi cinquantanove. Roma settantadue e 7 8vi. Napoli 119 e 3 4ti. Livorno 100. Milano 154. e 3 4ti. Genova 92 e mezzo. Amsterdam 92 e un 4to. Londra 48 e mezzo. Augusta 102. Vienna 196. Carte Pubbliche. Ai 30 del p.p. Gennajo fu pubblicato un Proclama di questa Eccellentissima Magistratura de’Provveditori di Comun nel quale ravvivandone uno de’9 Giugno 1764 approvato con Decreto dell’Eccellentissimo Senato sopprimente alcuni Privilegj di certe Arti, prescrivesi a tutti i bottegaj di questa Capitale il tener fuori dei precisi muri della propria bottega il minimo ingombro, o utensile, o genere vendibile esposto, onde non deturpar e impedire il libero transito delle strade per natura non ampie, sotto le pene ec. AddizioneAll’Articolo Teatri La Nitteti posta in iscena con somma magnificenza ebbe jeri nel Nobilissimo Teatro a San Samuele il più felice destino. Il celebre Signor Maestro Bertoni corrispose nel totale del suo lavoro alla grande aspettazione del Pubblico, prodotta dall’esperienza del sublime suo merito, e in alcune parti la superò di gran lunga. L’aria del Signor Babbini nell’Atto Primo cantata con quella maestria, e quel raffinamento di gusto, che singolarizzano il suo valore, e il primato gli serbano trà i moderni Tenori, è giudicata un capo d’opera, e col diletto risvegliò la sorpresa, e l’ammirazione. Una Cavatina poi, o Rondeau, se così piaccia dirlo, nell’Atto Terzo, rinnova soavemente la memoria della bella antica semplicità musicale, e fa conoscere un ingegno creatore, che sdegnando le vie comuni di solleticare l’orecchio, s’apre l’adito a’cuori e ne domina sovranamente gli affetti. L’inimitabile Signor Pacchierotti oggetto di tanti contrasti, e sì spesso vincitore delle più fiere avversioni, ha eseguito questo pezzo rarissimo con una bravura, e una delicatezza esattissima da sforzare agli applausi sino la prevenzione contraria. Se ne volle la replica i cui cangiamenti felici offersero un nuovo allettamento. Parlando per ora di ciò che più valse a destare lo stupore, e il piacere d’un folto intelligente Uditorio, riserbiamo al Foglio di Mercordì la descrizione dell’altre situazioni interessanti, le quali nel corso del gradito Spettacolo sostengono l’elogio al Maestro, e a’Cantori. Benchè privo del merito della novità, se giuste son certe relazioni, sembra che il Secondo Ballo sia riuscito più caro del Primo. La Signora Carolina Pitrot, ha posto in opera tutto il suo talento, ed il suo vigore, e non le mancò il meritato unanime applauso. A’ Teatri Comici questa Sera. A San Luca. L’avvocato de’poveri &c. A Sant’Angelo. I due Truffaldini Gemelli. A S. Gio: Grisostomo. Gli Assassini della Polonia ossia la Sepolta viva.