Mercoledí addi 27. Febbraio 1760.
Tutto quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in , o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.
gli mi viene bisbigliato negli orecchi da più lati, ch’essend’io, e il mio compagno uomini dedicati da lungo tempo in quà alle lettere, noi dovremmo piuttosto prendere qualche materia massiccia, e scrivere un Libro di sostanza, che intrattenerci in questo giornale. Ma noi ci siamo cotanto ostinati, e stiamo sì saldi nel proposito nostro, che non solamente proseguiremo a dar fuori i fogli, che abbiamo cominciato, ma crediamo d’avere ragione, e siamo di parere, che non si possa dettare Libro nè più massiccio, nè di maggiore sostanza di questo. Ogni Uomo che detta Libri, sieno di quale argomento si voglia, fa giovamento ad alcuni pochi altri Uomini; ma non ad una Società intera; ed ecco la cagione. Egli comincia a fare gli studj suoi, e secondo l’inclinazione, ch’egli ha, o l’educazione, che riceve si appiglia piuttosto a questo, che a quello. Quando ha eletto, legge oggi, medita domani, e tutto ripone nella memoria, la quale fa conto che sia un borsotto, che di giorno in giorno si va empiendo di certe immaginette, chiamate idee, le quali stannosi apparecchiate al bisogno, e attendono chi le desti. Intanto ecco, che gli nasce in cuore una certa voglia di farsi onore, detta amore di gloria; e questa è come un gonfiatojo da rigonfiare palloni; che soffiando intrinsecamente, dà nella testa, mette in movimento i suoi pensieri, questi vogliono uscire; ond’egli presa la penna in mano gli mette in Libri, e gli stampa. Ma che n’avviene per lo più? Ch’egli uscito poche volte di sè, e di rado affacciatosi alla fenestra del Mondo, ha formati certi suoi pensieri, e arcigogoli astratti, certe meditazioni recondite, e poi le ha scritte in un certo modo sì studiato, che pochi intendono quel che dice; onde il Libro suo fa poca utilità al comune. Noi all’incontro non andiamo ghiribizzando in noi medesimi per comporre questo foglio, nè facciamo ricolta nella memoria nostra d’intenzioni, e idee limosinate quà, e colà col mezzo d’un lungo lungo leggere, o d’un profondo meditare, ma domandiamo a tutti di che hanno bisogno, e quando ce l’hanno scritto in polizze, in lettere, o lasciato detto a voce, formiamo di questo la materia nostra, n’empiamo un foglio, e lo pubblichiamo. Ogni Uomo sa che cosa è bisogno, ed ecco che l’argomento è chiarissimo, e universale. Vegnamo agli esempj.
Ricercasi in una villa del Territorio Trevigiano un Religioso, il quale avesse l’abilità del suonare l’Organo; e a lui verrà stabilito un convenevole, e onesto stipendio, unito alla Mansionaria. Chi volesse appigliarsi a tal partito, vada alla Bottega del Caffè nella Pescheria di Castello all’Insegna del Papa, dove sarà con più minute circostanze informato.
Oltre a quanto ho detto, e a tutto quello, che potrei dire, i nostri fogli hanno anche una buona creanza, della quale son privi i Libri; ed è che sieno utili, o disutili, i Libri vogliono stare al Mondo, ed impacciare le Botteghe, e le Librerie le centinaia d’anni; sicchè quando son nati, non c’è più rimedio di scacciarnegli. I fogli nostri non hanno tanta baldanza. Uno o due dì servono, passato questo breve tempo non ti chieggono dorate legature, non iscancerie a bella posta; ma ne puoi accendere il fuoco, la pipa, e farne altro a modo tuo, che non l’hanno punto per male, sapendo che l’uso loro è di pochi giorni, e che l’uno dee dar luogo a quello, che gli vien dietro, con carità di fratello. Ma questa breve durata, che importa? se ogni dì si rinnova la materia, nè siamo obbligati, come gli altri Scrittori, a rubacchiarci l’un l’altro, e a rappezzare pensieri vecchi, perchè paiano nuovi; e a dir male degli Autori passati, quando avremo cavato loro fin le budella, non che la camicia per aver materia da empiere i Libri moderni. Ogni cosa è già stata detta avanti; e chi vuol pensare ad invenzioni nuove dice cose, che non le potresti inghiottire. Io ho veduto un libro Telliamed, in cui si trova, che le galline, le beccacce, l’aquile, i buoi, i montoni, le tigri, e in somma tutti gli uccelli, e le bestie furono già pesci, e che venuti in terra a poco a poco scambiarono le scaglie in penne, in pelo, in ugne, in corna, e in cambio di nuotare volano, o camminano, e tanto è intestato l’Autore nel suo parere, che trova ancora la somiglianza fra i cefali, le triglie, i rombi, le linguattole, le dorate, con altrittanti uccelli, o animali. Un’altro, secondo, che si muta la moda ne’colori de’vestiti, cambia il colore nelle stampe de’Libri, e per inchiostro, ora usa il color cilestro, ora il turchino, e ora il verde; nè sono passati molti dì, che ne vidi uno stampato di colore di rosa tutte le righe. Così molti si beccano il cervello per trovare novità; e a noi le novità vengono alle mani di giorno in giorno. Basta. Non s’aggiunga più alla presente chiacchiera una parola.
Per essere qualche cosa di stimabile da Uomo, convien cominciare ad esercitar l’arte da fanciullo.
Li Signori Governatori del Pio Ospitale degl’Incurabili si porterano oggi nella Sala del Scudo per far la vendita de’Beni dell’Eredità delli NN. HH. Bortolo e Felice Gallo.
Inviamento di Pistor paga D. 544:
Semola stara 36- I I: 14
Caratti 13 di Casa paga- 66: 6
Magazen all’Osteria del Gambaro paga- 51: 12
Appartamento di Casa - 16:
Simile- 10:
Porzion di Bottega paga D. 12:
Simile- 9: 12
Porzion di Bottega paga- 15:
Casetta paga- 12:
Casetta paga- 16:
Casa paga- 20:
Livello paga li Eredi Gaudio- 6:
Gl’Illustriss. ed Eccellentiss. Signori Governatori dell’Intrade si porteranno sopra l’Incanto per far Vendita di Campi 17. q. 3. in Villa di Fagignola, Giurisdizione della Abbazia di Sesto, Patria del Friuli paga Lire 63: 12
Si porterà sopra l’Incanto li 3. Marzo 1760.
Gl’Illustriss. sopradetti oggi delibererà li Dazj delle Carni di Loreo, Grao è Cavarzere.
Un Orologio d’oro ornato di fiori di smalto di ripetizione di celebre Autore, con catena d’oro, con fiori di smalto e sigilli compagni.
Quadriglia di brillanti acqua cristallina.
Chi vuole o l’uno o l’altro di questi capi, parli con Nicolò Maso Relogier in Frezzaria.
Fornimento da Camera con dodeci Lumiere grandi, con intagli bellissimi d’oro, un Specchio grande ornato con varie figure, con intagli soprafini dorato ad oro di zecchino, tavolino pure compagno con varie figure, e un Desèr di molti pezzi;
E due Tavolini d’Inghilterra di Vernise di Rame con fiori di bella figura.
Chi vuole o l’uno o l’altro, parli con Giovanni Maso Specchier in Frezzaria.
Chi volesse comperare una Busta di Sagrino con entrovi sei Rasoi, Forbisce, Pietra d’aguzzare, Curamella, Bozzetta di cristallo, il tutto d’Inghilterra; capiti al Posto del Lotto in Ruga degli Orefici a Rialto, che vi sarà comissione di contrattare.
Non si creda che sia notizia replicata, perchè la busta notificata nel foglio num. 3. con lo stesso ricapito è stata venduta.
Chi avesse ritrovato un Flauto Traversiè in tre pezzi, con chiave d’argento di color bianco, dell’autor Carlo Palanca, lo porti alla Bottega del Caffè sotto le Procuratie Nuove da Anzolo, che tiene per insegna la Sultana, che li saranno dati due Ducati d’argento di regalo.
Chi avesse ritrovata una manizza di raso lattesin con filetti di Volpe nera, la porti dal Sig. Colombani Librajo a S. Salvator in Merceria, che li verrà insegnato il proprietario, e dal suddetto li sarà dato uno zecchino di cortesia.
Chi avesse ritrovato un Cane da Lepri, di mantello nero con petto, e la pancia bianca, con la zatta sinistra davanti ranchata, dell’età di mesi sette in circa piuttosto alto, lo porti da Paolo Colombani in Merceria, che li sarà data una generosa cortesia.
E (sic!) stato perduto fin dai 7. di Febbrajo un Cane Musle piuttosto grandetto, grasso, e castrato di pelo oscuro, con la cima della coda nera; chi l’avesse trovato, lo porti dal Barbiere in campo a Sant’Apponal, che gli sarà data la buona mano.
Il signor Francesco Pigozzo, in Merceria all’Insegna de’due Ricordi fa certi Rosolj, che sono un balsamo della vita. Dicesi, che Zara, e Corfù non abbiano mai fatto tanto. Questo galantuomo lavora anche sorbetti d’ogni sorta, e frutti gelati, che sono una delizia. Nè fa ogni giorno anche al presente, e chi ne vuole si può accertare. Io m’atterrei fino alla state piuttosto alla prima fabbrica, che alla seconda.
Dissertazione in difesa della Dottrina dell’Angelico Dottor S. Tommaso, intorno al Commercio dell’Anima Umana col Corpo del P. Lettore Domenico Pino de’Predicatori, Dedicato (sic!) all’Illustriss. e Reverendiss. Monsignor Niccolò Antonio Giustiniani dell’Ordine di S. Benedetto della Congreg. Calinense, Vescovo di Verona, Conte, ec. in Verona 1760. per Dionisio Ramanzini Librajo a S. Tomio. in 8. Lir. 2: 10.
Riflessioni de’PP. Gesuiti di Roma, sopra la sentenza emanata di Lisbona il dì 12. Gennajo 1758. da loro chiamata il manifesto di Lisbona, con note sopra esse Riflessioni, tradotte dal Francese, in 8. soldi 15.
Neomenia Tuba maxima ?c. Ulissis Augustae. 1760. in 8.
Critica d’un Romano alle Riflessioni d’un Portoghese, sopra il Memoriale presentato da’P. P. Gesuiti alla Santità di Clemente XIII. in Genova 1760. in 8.
Trovansi questi Libri anche nella Bottega di Pietro Bassaglia Librajo in Calle degli Stagneri.
Paolo Colombani in Merceria all’Insegna della Pace, vende un Libro uscito da’Torchi di Lugano intitolato. Raccolta d’Opuscoli curiosi, e interessanti intorno agli affari presenti di Portogallo. Lugano. 1760. in 8.
Ne sono fin’ora usciti Tomi III. e si pagano due lire il Tomo. Sono sotto a’torchi il IV. e il V. Tomo.
Giovanni Bottagrisi, e Compagni di Fossombrone hanno dato fuori un Manifesto in data 1. Febbrajo 1760. in cui si rende conto, che vien ora pubblicata una Raccolta d’Opuscoli in difesa de’Padri della Compagnia di Gesù, e che in essa si contengono solamente i Libri, che rispondono alle accuse sparse in quest’occasione contro a’P. P. Gesuiti. Saranno l’Operette divise in tre Tometti in 8. che vagliono in tutti lir. 5: 10. Promettesi inoltre di stampare a buon prezzo tutte l’altre cose, che in questo particolare capiteranno alle mani del Bottagrisi, e tanto per comparare essi tre Tomi quanto la Raccolta, o per associarsi si dee andare alla Stamperia d’Antonio Zatta, o dal Signor Giambattista Recurti Librajo al Ponte dei Barretteri, ove si sapranno i patti, ed il costo. Il corpo sarà tutto in Tometti in 8.
Casa d’Affittar in Calle del Ridotto con la Porta in Corte delle Pizzocchere, Paga all’Anno. Duc. 110.
Le chiavi sono da Giacomo Serra da Acque all’Insegna della Fortuna, sotto le Procuratie Nove.
Casa d’Affittar a S. Stae appresso S. Maria Materdomini, in Corte di Cà Basadonna con Riva in casa.
Paga Duc. 38.
Le Chiavi sono in Casa dell’(sic!) Sig. Paganoni a S. Maria Materdomini li vicino.
Magazen soler di sopra. Paga Duc. 65
Casa, paga- Duc. 40
Casa, paga- Duc. 28
Casa, paga- Duc. 28
Casa, paga- Duc. 28
Casa, paga- Duc. 30
Casa, paga- Duc. 36
Bottega, paga- Duc. 12
Casa, paga- Duc. 24
Magazen, paga- Duc. 10
Casa, paga- Duc. 14
Casa, paga- Duc. 16
Casa, paga- Duc. 14
Casa, paga- Duc. 18
Casetta, paga- Duc. 7
Casetta, paga- Duc. 7
Casetta, paga- Duc. 7
Porzion di Casetta, paga- Duc. 4
Casetta, paga- Duc. 16
Casacà, paga- Duc. 20
Altra, paga- Duc. 20
Altra, paga- Duc. 20
Altra, paga- Duc. 32
Caratti 13. di casa, paga Duc. 16: 6
Casa, paga- Duc. 26
Casetta, paga- Duc. 12
Cucina grande, paga- Duc. 35
Camera N. 5. paga- Duc. 12
Porzion di Magazen, paga Duc. 5
Casetta, paga- Duc. 12
Casetta, paga- Duc. 18
Chi ricercasse qualcheduna delle sudette Case, vadi dal Barbier in campo a S. Fosca, dimandi il Sig. Adamo Olivi.
Un Casino d’affittar, in calle lunga a S. Moisè in Corte dei due Pozzi, bello e bene aggiustato, che sarebbe a proposito per una compagnia nobile di associati. Chi lo desidera parli con il Sig. Pietro Emo, che sta in detta Corte.
Palazzo d’Affittar in Contrada di S. Severo sopra la Fondamenta,
Paga all’Anno d’affitto. Duc. 500
Addi 22. Febraro. Nave nominata due Fratelli, Capitan Jacob Sebrand venuto da Lisbona, con Zuccaro Casse 300.
Bergantino nominato Gresin, Capitan Brem Fores venuto da Yarmouth con Piombo Pezzi 400. Renghe Barilli 968.
Tartana Capitan Paolo Petrovich, venuto da Corfù, con Oglio Botte e Caratelli 54.
Addi 23. Febraro. Nave nominata Prencipe Ferdinando, Capit. Hugh M. venuto dalla Nuova Yorck in America, con Legno da colori Tonolate 22. Zuccaro Botte 409. e Quartaroli 219.
Si mette al Carico per Salonicchio la Naveatta S. Zaccaria, Capitan Gio: Maria Pedretti K. con cannoni 30. e Soldati e Marinari in tutti 80. e partirà fra giorni quindeci.
Chi avesse perduto una Borsa con Cose tante e due Medaglie d’oro, si trova appresso al Sig. Benetto Caffettier in Calle larga a S. Marco all’Insegna del Paradiso, si dia li dovuti contrassegni, che sarà restituita.
Verrà data un’onesta mancia a chi porterà a Casa Bergonti in Contrada di S. Gio: Grisostomo una Manizza di pantera da Uomo, perduta in un Palco primo ordine di S. Angelo una sera della Settimana grassa, recitandosi la Madre tradita, previa la debita enumerazione de’contrassegni.
Jeri 26. Febbrajo, E (sic!) giunto in Porto il Convoglio delle tre Navi, che vengono da Salonicchio, e nella ventura Gazzetta si renderà conto del loro carico.
A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian.
In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo.
In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore.
Con Privilegio.