Num. 21
1788
Mercordì 12. Marzo 1788.
Serin scritte da una penna medesima: la prima in
lingua Italiana, la seconda nel Veneziano dialetto. L’Anonimo, che ce le
mandò, sottoscrivesi vostro Assocciato. Alla
lettura del precedente Foglio avrà egli intesa la nostra dichiarazione,
e non potrà lagnarsi se non le trova in questo stampate.
Da un’altra mano ci giunse nel giorno medesimo la seguente Lettera. Nelle
poche sue linee si scorge il carattere della letteratura. Così in
varietà d’argomenti ce ne venissero spesso di simili!
Questo è il Secolo delle Gazzette, e va
benissimo, che si riempiano ad ogni costo. L’aria del Signor
Serin con le sue traduzioni occupò due
colonne de’vostri Fogli. Ebbi gusto veramente, che questo
epigrametto imponente a prima vista sia stato riconosciuto falso, e
in conseguenza contro il buon gusto. Le riflessioni del Traduttore
sono giuste, e sensate. Sono frequentissime le composizioni, che
brillano d’un falso splendore. Lo scopo de’Poeti d’oggidì (giacché
andiam di male in peggio in fatto di Poesia) è d’abbagliare per
poco. Delle lor Muse son partigiane le Signore Donne, che chiudono
stupefatte le pupille all’abbaglio, e s’acciecano. Bel miracolo
degno d’Apollo si fu quello di chiuder un Sonetto con questo
verso;
Tanto a notturni augei nemico è il Sole,
e voler, che s’intenda per Sole il volto
leggiadro di Nice. Povera verità! disgraziato buon gusto! Miserabili
testicciuole erigetevi in giudici di moda, non mai di Poesia, di cui
n’è la base l’aggiustatezza, e il criterio. Basta di ciò. Se non vi
spiace inserite nel venturo vostro Foglio questo Epigramma, ch’è di
leggiadrissimo vivente Autor Francese, ed invitate i bei Genj alla
Traduzione. Eccolo.
A’ une Dame, sur la traduction du traité de la mort par Sherlok.
Si esamini, si cribri questo epigramma, si
troverà sempre giusto, e delicato. Una sola Traduzione, che
comparisca, anch’ io spedirò la mia.
8 Corrente
Aggiunto alle Valli Veronesi
E. Pietro Maria Lonfadini.
All’Eresia
E. Zuanne Querini Kav.
Nel Foglio di Mercordì p. si legga per Estraordinario a S. Maura
E. Agostino Soranzo non Barbarigo.
9 Detto.
Avvogador di Comun Elez.
dello Scrutinio conferm. dal M. C.
E. Angelo Maria Priuli della
Quarantia Criminal.
Finisce E.
Franc. Lodov. Curti.
Pod. e Capit. a Rovigo Reggim. con pena dura m. 16.
E. Flaminio Corner qu: Camillo
F. E.
Pietro Donà.
Podestà a Cavarzere dura m.
16.
E. Zuanne Contarini di E. Girolamo
F. E. Ant. And.
Pizzamano.
Pod. e Capit. in Adria dura
m. 16
E. Rizzardo Balbi di E. Antonio.
F. E. Giulian Contarini.
Podestà a Lonigo dura m. 16
E. Seb. Barozzi qu. Niccolò
F. E.
Gian And. Pasqualigo.
Prov. alle Biade
E.
Ang. Maria Labia qu. Paolo Ant.
Pieggio E.
Pietro Capello Quinto.
F. E.
Paolo Contarini.
Signori di Notte al Criminal
Sest. S. Marco.
E. Lor. Pizzamano qu. Dom.
F. E.
Zuanne Soranzo qu. Seb.
Offiziale al Formento a S.
Marco
E. Zuanne Corner qu. Pietro
Franc.
F. E.
Giac. Corner qu. Zuanne.
Prov. Al Cottimo
d’Alessandria.
E. Seb. Soranzo qu. Z. Franc.
F. E.
Leon. Nic. Foscolo.
Domenica di sera delli 9 corrente nel Casino d’Orfeo a San Benedetto si diede una superba
Accademia composta dell’arie, e suonate seguenti.
Sinfonia del Sig. Capucci
Sinfonia di Monsieur Diters.
Aria Buffa del Sig. Crespi
La Musica del Sig. Anfossi.
Sinfonia d’Haydn.
Aria con recitativo del Sig. Angelo
Fabio.
La Musica del Signor Maestro Gazzaniga.
Sinfonia del Sig. Schuster.
Terzetto del Sig. Maestro Alessandri eseguito da’Signori Crespi, e Fabio.
Sinfonia d’Haydn.
Aria del Sig. Babbini.
La Musica del Sig. Cimarosa in occasione
dell’Apertura del Nobilissimo Teatro di Vicenza.
Concerto di Violoncello del Sig. Cavedaschi.
Duetto della Signora Luigia Crespi, e del
Sig. Matteo Babbini.
La Musica del Sig. Bianchi.
Concerto di Violino del Sig. Francesco Vaccari Modanese.
La Composizione del Sig. Giarnovich.
Sinfonia del Sig. Maestro Martini.
Aria del Sig. Fabio.
La Musica del Martini Sud.
Sinfonìa d’Haydn.
Rondeau della Sign. Luigia Crespi.
La Musica del Sig. Bertoni.
Cherubini con parti obbliate.
Duetto del Sig. Matteo Babbini, e della Signora Luigia Crespi.
La Musica del Cherubini.
Sinfonìa del Martini.
Fu paragonato il Matrimonio ad un Edifizio, che non ha di bello se non la porta per cui vi si entra: fu detto, e ridetto che i due giorni di felicità, che trovano gli uomini in esso sono quello in cui si sposano, e l’altro in cui restano vedovi: i malcontenti maritati alzano al Cielo i loro lamenti per tutta la Terra, sospirano invano la perduta lor libertà, e interrogati quale sia il beato di loro, ch’abbia la donna buona rispondono esser questa:
Come l’Araba Fenice,
Che vi sia ciascun lo dice,
Dove sia nessun lo sà.
Sostengono rabbiosamente, cha la meno trista sia la più buona, e ne dicono tante e tante sulle calamità del loro stato da far perdere la voglia di sperimentarlo al resto della razza umana, che per ciò non isgomentasi, e intrepidamente popola il Mondo di miserabili, giacché in cento matrimonj ve n’ha uno appena di signorile, e novantanove, altri beni non contano, che quei di Natura e d’Amore, che ben presto cedono agli stenti, e alla fame. Con tutto ciò spezzata dalla morte questa catena, che sì pesante e dura si dice, dopo tanti strepiti, tante lamentazioni, tante proteste, un’infinità di Vedovi offrono la mano ad un’altra: lo stato di libertà è una violenza per essi: non ponno star senza Moglie, smaniano fin che trovano la seconda, la terza, e la quarta, e non pochi con una piede nella fossa affrettano il momento d’entrarvi con l’altro spinti dalla gagliardia della loro nuova comperata metà. Che contradizione trà le parole, e le azioni degli uomini!
Abbiamo annunziato, non ha molto, un matrimonio di questa natura, per
cui Bara Tono fece buona giornata, ora
possiamo parlare d’un altro molto analogo a quello. è in casa il Signor Cornelio vostro
Marito? Ella si ritirò prudentemente senza rintuzzare il
compreso oltraggio. Tornata a fianco del Vecchio resistì lunga pezza
alle sue dimande, ma poi fu costretta a dirgli arrossendo la verità.
s’accese all’udirla di tutto il fuoco della defunta sua giovinezza,
e strascinandosi in una vicina camera prese un archibugio, riaprì il
finestrino, e in atto si mise di vendicare il torto ricevuto con una
strage. Ma il bastone a cui sostenevasi, lo sdegno che palpitar lo
faceva, la Consorte che trattenevalo, in aggiunta alle sue fisiche
indisposizioni l’hanno imbarazzato talmente, che strammazzò sul
legno, e sul fucile vittima d’un’ira impotente. Io dal suolo ove
steso giaceva, ed a portarlo sul letto; e molto più a calmare le
foranie del suo risentimento. Giunse a tanto a forza di blandimenti,
e carezze; poi diedegli la pappa coll’oglio di mandorle, e li
conciliò il sonno.
Egli crede tuttora, che l’attentato suo non sia noto, e non ne parlò
mai con alcuno. Pur troppo si sà, e fece ridere: ma se le forze non
mancavano al suo disegno non riderebbe ci se la gode a sue spese.
Il P. D.
Giov. Sartirana giunto qui jeri sera da
Venezia per passar quindi a Milano a cagione di qualche
disordine in cui si trovava la sua salute da più di tre mesi,
poco dopo il suo arrivo sorpreso da un funesto accidente finì
quasi istantaneamente di vivere restandoci appena spazio
bastante ad amministrargli l’estrema unzione. Noi tutti oltre la
costernazione somma in cui ci pose la subitezza ed atrocità del
caso, sentimmo un dolor acerbissimo in veder rapito nell’ancor
fresca età d’anni forse 48 a noi un Amico caro, alla
Congregazione nostra un utilissimo operajo. Versato egli non
mezzanamente nelle più nobili discipline lesse già la Teologia
in S. Maria Sacrata di Milano, e professò la Filosofia dapprima
come Ripetitore nel Collegio Sallio di Como, poi come Lettore in
S. Zena di Verona, quindi alla Colombina di Pavia, e finalmente
nel Patriarcale Seminario di Murano, ove diede parecchi pubblici
saggi del suo non ordinario valore. Gli anni suoi sì bene spesi
in servigio della sua Religione, ed in pubblico vantaggio, ed
insieme un incolpabil tenore di vita ci porgono una dolce
speranza, che Iddio Signore siasi degnato d’usare misericordia
alla di lui anima. Io per ciò caldamente la raccomando a’pii
suffragj di V. P. M. R. e a quelli di cotesta Famiglia
Religiosa, protestandomi con tutto l’ossequio.
Sartinara, e di là sino a Padova
in buon Legno coperto a quattro cavalli, colla medesima scorta.
Giunse a quel Collegio di S. Croce in vista d’ottima salute e di
buon umore. Ci scrive un Signore di quella Città che gli fu assegnata una stanza nell’alto appartamento;
ch’era guardato da due Padri perché dava indizj di fantasia
delirante, e mentre parlava con essi in men d’un baleno aprì la
finestra e si gettò in una corte selciata. Variano i
racconti sull’origine de’suoi delirii, e non riportandone alcuno
riferiremo queste parole d’un saggio Religioso del suo Ordine. Egli contrasse dalla Natura la sua indisposizione
cui, sino ce a Dio piacque porse la Religione tutti i più
opportuni ripari.
Dalla Copia tratta dall’autentico registro de’morti della magnifica Città di Padova giuntaci occlusa nell’accennata. Lettera apparisce, che il sud. Padre aveva 53 anni d’età, e che si lanciò dalla finestra verso un’ora di notte.
Un altro Foglio non apportator di funeste ma di liete notizie, ci fà sapere, che S. E. Proveditore, e li Cittadini a ciò destinati si prestano per l’illuminazione de’fanali in quella Città da incominciarsi nell’Ottobre v. e che dopo Pasqua si darà mano al governo, e al seliciato d’una vasta parte del Prato della Valle.
Nella Riduzione del Sereniss. M. C. tenutasi nella
scorsa Dom. fu posta e presa la Parte di Grazia per i Vacui
della Causa trà S. E. la N. D. Loredana M.
Grimani Ka. Morosini, e li N. N.
H. H. LL. CC. Semitecolo.
Quando le Cause per la loro implicanza ed estensione non posson
essere spedite nel consueto periodo d’un Terzo Consiglio si
stende una informazione, che supplichevolmente presentasi agli
Eccellentissimi Capi del Consiglio a cui prende la lite, i quali
riconoscendola della natura di quelle, c’esigono l’accennata
Grazia aderiscono la richiesta delle Parti, e formano la
Scrittura, ce và presentata nell’Eccellentissimi Sig.
Consiglieri, e Capi della Quarantia Criminale. Se colle solite
ballottazioni viene secondata la petizione, uno degli
Eccellentissimi Consiglieri prefati la porta al Serenissimo M.
C. dalla cui Sovrana Autorità dipende l’approvazione alla quale
succede l’effetto. Questa ottenuta gli Eccellentissimi Capi del
Cons. di 40 al quale incamminata è la Causa destinano il Pender de’Vacui, e si comincia la
trattazione otto giorni dopo quello in cui cade il Pender assegnato, introducendola
l’Avvocato della Parte al Taglio, il quale continua a perorare
per quattro o sei giorni, secondo il num. de’Vacui accordati.
Gli risponde poi per altrettanti giorni, l’Avvocato al Laudo,
indi parlano due Avvocati Avversarj, e questo chiamasi Secondo
Consiglio. In tal giorno segue il giudizio deffinitivo (salvo il
Pristino se fosse spazzo di taglio, e la
questione lo esigesse) e se nasce una patta nel dì susseguente trattasi la causa coll’usato
metodo del Terzo Consiglio. Succedente poi alla prima una
seconda patta bisogn’ attendere la
mutazione della Quarantia e fare un nuovo Pender.
Per tutti i giorni assegnati alle dispute de’Vacui sono sospesi
gli altri Terzi Consigli mane. Gli Avvocati, che li trattano
hanno 3 mezzarole al gior-
Dicesi, che gli Eccellentissimi Capi della Quarantia C. V.
destineranno il Pender delli 26 Aprile p.
v. per la Causa sud. il che verificandosi si comincierà a
trattarla alli primi del susseguente Maggio. Ha parte nella
medesima dal canto della prenominata Kav. Morosini l’Eccellentissimo Sig. Kav. e Proc. Manin come donatario dell’Eccellentissima Moglie.
La sera del giorno 10 del corrente il
celebre Cavaliere Pinetti Fisico
Sperimentale della Reale Corte di Francia, di cui tutti li
fogli pubblici dell’Europa hanno parlato con sommo
vantaggio, diede finalmente un saggio della sperimentata sua
abilità. Levò di dosso la camicia ad un Cavalier in poco men
di tre minuti estraendola solamente dal braccio sinistro
senza sbottonare l’abito, con grandissima agilità. A questa
operazione, ce fece maravigliare tutte le Persone di
distinzione, che si trovavano nel Casino dell’accennata
gentilissima Dama succedettero varie altre esperienze di
nuova e sorprendente invenzione che dieder vieppiù a
conoscere il sommo valore di detto Cavaliere. Siamo quasi
certi, che nelle prossime Feste di Pasqua avremo nel Teatro
di Mestre questo raro, ed ingegnoso divertimento.
Jeri Martedì S. E. Reverendissima Monsignor Bernardino Marini eletto Vescovo di
Treviso, è partito per Roma alla sua consecrazione.
6 Marzo cor.
Piel. Par. Gir. Tomaseo dalla
Brazza con 9 cai di Vino a se medesimo.
Carattelli olive salate a Dom. Bagnolo, 3
Carat. Oglio del Patr. e Marin.
Piel. Capit. Giorgio Lazzari da
Ceffalonia, e Corfù, Raccom. a Paolo
Lazzari.
Alli Enselman 55 Cai oglio
A Paolo Lazzari 4 Cai detto
Port. Capit. e Marin. 8 Cai detto.
Piel. Capit. Gius. Florio dal Zane racom.
a Pietro Florio con
A Pietro Florio 3 Cai olio. A Salomon Costanini 4. A Demet. Damugliano 22. A Giacob
Giacur 5. A Jacob Curiel 3. A
Marco Verona 6. Ad Ales. Rastopolo 4. A Rech e
Laminitz 5. A Costantino
Cattivrà 4. Port Capit. e Marin. 10. di Tramesso 7
Mogliazzi. In tutto Barrile N. 425.
Piel. Pat. Zuanne Tagliadin da Sebenico e
Spalatro.
2 Cai cerchiati Catrame, e 10 Mazzi ferro grezzo alla rifusa.
18 Bal. Cordovani in Pel. 3518, 36 Schiavinotti da cavallo, 54 Barili e Cadice Susini, un Fag. Cera.
Dalla Città di Spalatro 4 Cai Oglio del Pat. e Marin. 4 dei Mercanti, e 2 Barilotti di Tramesso. 49 Bar. Sevo, e 3 panetti. 15 Caffe Cand. Sevo. 23 Bar. grippola. 3985 Pel. Becchine. 550 Pel. Boldroni. 2 Fag. Pel. concie in oglio di pesce. 4. Bar. carne salata. 2 Bar. miel. Un Carat. Pelo sujno.
4 Sacchi Lana Morlacca. 2. Rot. Rassa da tingere in più cavezzi, un Fag. Cera gialla, e uno di Spongie.
Ad. 8 detto
Piel. Capit. Zorzi Marovich da Durazzo.
Al Co. Luca Jvanovich 1290. Bal. Tabacco.
Maurisse 46 Sem. di Lino.
Bergantino Capit. Aniello Caffiero da
Messina.
A chi presenterà 104 Botti Agro di Limon 132 Casse Limoni 130 m. Limoni alla rifusa. 119 Casse Naranze. mezza Botte Vino. un Barilotto Moscato, un Fiasco spirito di Limon.
Port. e tramessi 6 Scat. Robe dolci 4. Sacci Pestacchj. Pignatte di terra alla rifusa.
Tartana Capit. Marco Tripcovich da Maina e
Durazzo, rac. a sé medesimo.
A chi presenerà, de’Mercanti 85 Cai Oglio.
Port. Capit. e Marin. 12 Cai detto.
A chi presenterà 80 m. a Vallonia c.a
Un migliajo Bisatti salati
10 Detto
Brac. Pat. Matteo Cherin da Traù
con 9 Cai Oglio de’Mercanti di 85 Barile c.a.
Il Formento a L. 28.
Il Sorgo Turco a L. 21.
Mancano le ricerche, e c’è apparenza d’un maggiore ribasso.
Ella è supplicata di pubblicare sulla di lei Gazzetta, che in Padova vi è persona, che cerca impiego di Scrittura. Egli (è vero ce a lui non tocca il dirlo) hà buon carattere, e s’impegna in questo, ed altro, come potrà far vedere venendo ricercato. Egli è persona libera senza famiglia sicché potrà ovunque fosse chiamato portarsi sì per fattura provisionale, che per istabilirvisi.
Il suo ricapito è dal Signor Giuseppe
Saglieri al Caval d’oro.
Intanto se gli protesta.
Casino d’Affittare in Fossa
Lovara co ogni sua comodità paga all’anno Duc. cor.
num. 45.
Chi vi applicasse parli col Colombani, che
gli darà l’indirizzo.
Ricapiti per questo Foglio in
Venezia
Dal Colombani Librajo al Ponte
di Rialto.
Alla Spezieria della Vigilanza al Ponte
de’Dai.
Dalla Stamperia Zerletti Venezia.