Mercordì 20. Febbrajo 1788.
Angiolo Stefano Marconi ed il Signor Girolamo Morana. Fu eletto il Primo dall’Eccellentissimo
Collegio con 25 Voti di sì, e 4 di nò. Il Secondo n’ebbe di sì 16, e di
nò 13.
Continuazione degli Ordini Degli
Eccellentissimi Prov. in Zecca, e Masseri all’Argento.
XXVI. Che ogni esercitante tal Professione, o per sè, o per altri, debba di mese in mese portare nota giurata al Ministro Deputato in Zecca dalle L. L. E. E. di tutte le verghe, o siano bolzoni, che averà fatto, dichiarendo il loro peso, e qualità, e le persone per le quali sono state fatte, e ciò sotto le pene &c.
XXVII. A chiunque in tal Arte viene espressamente proibito il battere in qualunque siasi luogo verghe, o bolzoni d’argento per li Mercanti da oro, od altri, volendosi che ciò far possa soltanto il Fabbro incaricato di questo lavoro nella Zecca, a norma della Terminazione di L.L. E.E. 1677. 25 Luglio. E se a qualch’altro Fabbro fuori di Zecca portate venissero delle verghe da battere, sia esso in obbligo di presentarle al loro Magistrato, e conseguirà oltre la metà dell’offerto valore, la metà ancora della pena pecuniaria a cui condannato fosse il committente; premj che verranno accordati anche a’garzoni, o lavoranti de’Fabbri che denunziassero una simile trasgressione ne’loro padroni &c.
XXVIII. Si proibisce al Fabbro di Zecca esecutore di tali lavori, il poter battere alcuna verga se prima ricevuto non abbia il solito Bollettino segnato del giorno, numero e peso delle verghe, da consegnarlo poi al Ministro a cui spetta; nè potrà batterle che in quel solo indicato giorno: alle quali cose &c.
Il resto in seguito.
Serin ci viene mandata da un Incognito
affine che inserendola in questo Foglio sia mosso qualche ingegno
poetico a darne una bella Traduzione.
Carlo Roncalli di Brescia, che sì
felicemente ha conservate le grazie, e la semplicità originale di
tanti Pezzetti Francesi sul gusto di questo, e ne ha superati alcuni
nelle pregiatissime sue Versioni, come può vedersi nella
elegantissima Raccoltina de’suoi tradotti Epigrammi stampata a
Parma, volesse soddisfare il desiderio di chi ci ha diretti i
surriferiti Versi, non resterebbe ad esso che bramare di meglio, e
noi avremmo la compiacenza di decorar questi Fogli con un nuovo
tratto della sua penna, che senza stendersi in dispute, ha fatto
conoscere ad evidenza come l’armonia, e pieghevolezza della nostra
Lingua posso rendere i più dilicati pensieri dell’altre.
In Senato. 16 Corrente.
Alla Giustizia Nova
E. Giambat. Morosini qu. Ales.
All’ Eresia
E. Federico Calbo.
In M.C. 17 Detto.
Pod. a Chiozza dura m. 16 Reggim.
con pena, elez. dello Scrutinio confermata dal M. C.
E. Filippo Priuli di E. Giacomo.
Fu dispensato da tal Reggim. E.
Alvise Bernardo.
Pod. e Capit. a Bassan dura
m.16.
E. Alvise Minio qu. Alvise.
Finisce E. Zuanne Tron Secondo.
Consigliere a Capodistria d. m.16.
E. Giustinian Maria Badoer.
F. E.
Pietro Marco Zorzi. (La Temi dice Marie non Zorzi)
Al Magist. Sopra Gastaldo
E. Z. Ant. Zorzi
qu. Pietro.
F. E.
Alvise Bembo.
Cottimo di Londra
E. Gir. Marin qu. Carlo
F. E.
Gir. Marin qu. Domenico.
Dazio del Vin
E. Giacomo Morosini
F. E.
Giacomo Benzon.
Alla Quarantia Criminal
In luogo di E. Niccolò Longo +
E. Marco Moro qu. Zuanne Secondo.
Pieggio E. Angiolo Boldù.
Sabbato p. p. dalle 2 alle 3 della notte si sentì il suono
della campana a martello nella Contrada di San Luca, che sparse un
improvviso terrore il quale si calmò ben presto per la breve durata
de’botti funesti. s’era attaccato il fuoco del cammino al solajo
d’una Casa vicina alla Locanda della Regina
d’Ongaria in Corte Morosina. La
prontezza con cui accorsero a porvi riparo gli Eccellentissimi Patroni attuali all’Arsenal Zustiniani e Veronese, orinando i
tagli opportuni, estinse sul suo nascere un incendio che minacciava
qualche gran rovina. Dacché la Pubblica Provvidenza da stabilite le
Guardie degli Arsenalotti per i Sestieri della Città, i pronti
soccorsi impediscono delle stragi: ma sembra che l’inavvertenza,
particolarmente de’Servitori, si sia accresciuta con questo
avvicinamento di rimedj a’mali, perché sono molto frequenti i
pericolo gravissimi si sterminare delle Famiglie, e l’accidente, il caso, la
fatalità, a cui tutto s’attribuisce in
simili triste occasioni, non nascerebbe mai s’ognuno a cui spetta
avesse cuore e attenzione al più importante di tutti i doveri.
L’unica Figlia del Defunto Sig Fran-cesco Pezzana
rimasta erede della pingue sua facoltà ha segnalato i primordj
del di lei famigliare governo con una generosa pietà, che le merita
l’ammirazione, e la lode del Mondo. Non ebbe misura nelle spese
funerali, e ne’suffragj proccurati all’anima del suo buon Padre.
Rimeritò largamente chiunque lo assistì nella sua malattia, e supplì
alla defficienza del suo testamento compartendo delle benificenze
considerabili sopra tutti gli Agenti del florido Negozio di Libri da
lui lasciato, e sopra l’altre persone di servizio in Città, e in
Campagna. Ereditando co’Beni suoi anche i sentimenti caritatevoli
del di lui cuore ha già cominciato ad assistere sull’ esempio suo
quelle creature infelici, ch’erano da lui metodicamente soccorse, e
il di lei contengo annunzia a’poveri una benefattrice degna del suo
Genitore.
Se tanto declamasi contro di quell’Anime dure, che in casi simili giungono persino a contendere i legati a de’miserabili, è ben giusto che si onori de’meritati elogj, chi sà confonderle con atti sì degni di spontanea beneficenza.
Paragrafo di Lettera scritta da Corfù in data delli 24 Decembre p. p. da un Mercante di quella Piazza ad un suo Corrispondente di questa.
V’è già noto, che sino dalli 28 Mag. dell’anno
passato, è partito da cotesta vostra Patria il Sig. Leone
di Menachem Vivante per venir qui ad abbracciare
la sua amata Famiglia. In tale occasione egli fece una
speculazione mercantile, che far non seppe prima di lui alcuno
de’nostri Negozianti. Acquistò dagl’Idrioti a prezzo molto conveniente buona quantità di
formenti del maggior peso, e ne fece un carico per Genova sul
Bastimento di Capit. Bernardo Lucovich. Tal esempio affatto nuovo per quest’Isola, animar dovrebbe
degli altri all’imitazione onde a poco a poco rendere la nostra
Piazza un magazzino di grani da provvedere l’altre Nazioni,
quando per ordinario d’essi penuria per la poca quantità che ne
produce. La sua vicinanza al Regno ubertosissimo della Morea la
mette a portata d’un tal ramo di commercio.
Se questo si vedrà un giorno fiorire dovremmo
saperne grado al prenominato Sig. Vivante, che ne diede il benefico impulso: e se l’altrui negligenza
lascierà diseccarlo, non perirà per ciò la grata memoria del di
lui benefico tentativo scolpito ne’cuori di tutti quelli
ch’amano i vantaggi di questa loro Patria. Giacché s’è letto
sulla Veneta Urbana Gazzetta alcune
notizie mercantili di queste Isole del Levante soggette al
Dominio Veneto, starebbe bene che faceste inserire nella
medesima la presente mia Lettera, che forse forse potrebbe
produrre qualche buon effetto.
Avendo rivolte l’Eccellentissimo Senato le paterne sue
cure, e sollecitudini sopra l’argomento delle Scuole private al
comun uso ch’esistono disperse in questa Dominante, nelle quali
senza alcuna soggezione di Legge, e di sopraintendenza viene da
Persone tanto Suddite, che Estere educato un copioso numero
de’Giovani di tutte le Classi con metodi tra loro affatto diversi, o
che potrebbero essere non analoghi a quelli prescritti dalla
Pubblica Autorità, ha perciò conosciuto con principj di Religione, e
di Governo necessario, che abbia ad aversi anche sopra
A questi essenzialissimi oggetti avendo dirette le provvidenze espresse nelle Deliberazioni delli 7. del mese presente, e comandata l’estesa di articolata Terminazione che le raccolga per esserne prescritta la loro diffusione, ed osservanza;
Gl’Illustrissimi, ed Eccellentissimi Riformatori dello Studio di Padova infrascritti, in adempimento de’Sovrani Comandi, sono devenuti da terminare, e terminando comandare le cose seguenti.
I. Si statuisce, che restando in libertà delle Famiglie di valersi nelle loro Abitazioni dell’Opera di qualunque Maestro per l’Educazione de’respettivi Figliuoli, non abbia ad essere tenuta, nè aperta nella Dominante alcuna Scuola per l’Educazione della Gioventù senza la previa Pubblica permissione.
II. La licenza per tenere, ed aprir Scuola, cioè di ridurre in Casa
propria un qualche numero di Giovani di qualunque Classe, e
condizione per istruirli nelle Lettere, e nelle Scienze, sarà con
Mandato Gratis accordata dal solo
Magistrato nostro a tutti li Sudditi sì Ecclesiastici, che Secolari,
qualora sieno forniti di probità e di capacità conosciute.
III. Comprovar dovranno i Concorrenti colla produzione di Fede di Battesimo la loro Sudditanza; così pure il loro buon costume col mezzo di Fedi, o de’respettivi parrochi, ovvero di Discessi Vescovili.
IV. Non potranno per conseguenza tener, nè aprir Scuola Persone di Estero Stato, quando non ne ottenghino con particolar Decreto dell’Eccellentissimo Senato sopra le informazioni del Magistrato nostro il specioso permesso.
Si dichiara però, quanto a quei Maestri Forastieri, i quali si trovassero in attualità d’esercizio, che sarà loro accordato il termine di mesi tre dall’Approvazione della presente, onde possano prodursi ad ottenerne la licenza, nel quale frattempo saranno abilitati a poter proseguir le respettive loro Scuole.
V. Resta proibito a’Chierici Veneti di tener Scuola aperta, dovendo tosto dimetterla quelli che l’avessero intrapresa, nel che si terrà vigile il Magistrato; pubblica intenzione essendo, che compier abbiano prima la propria loro istruzione delle pubbliche Scuole, con tanta pubblica cura istituite, e con tanto dispendio, e sollecitudine mantenute.
VI. Si proibisce l’insegnare nelle predette Scuole Studj Teologici, e Canonici per i quali abbondantemente si è provvisto nelle Pubbliche, in quelle de’Chierici ne’Sestieri, e nelle altre de’Seminarj.
Si potrà solamente in esse istruir la Gioventù negli Studj, e nelle Scienze, divise nelle cinque infrascritte Classi, che sono la prima Leggere, Scrivere e Conti: la seconda Grammatica: la terza Umanità: la quarta Logica, Rettorica, e Belle Lettere: e la quinta Giurisprudenza Civile.
Sarà però dal Magistrato accordato il permesso a quei Maestri, che si distinguessero per cognizione, e dottrina: il dar pur anco Lezione nelle loro Scuole ne’Studj di Metafisica.
VII. Doverà ogni Maestro per otte-
VIII. Sarà cura del Magistrato di far, riguardo alle Classi superiori, riconoscere, col mezzo di accreditati dotti individui del Veneto Clero, la qualità de’Metodi, de’Libri, e delle Discipline da cadaun Maestro impiegate, facendo anche esaminare detti Maestri, qualora non avesse il Magistrato dalla notoria fama sufficienti riscontri.
IX. Alle condizioni suespresse sarà pur permesso di tenere Scuola della Natura delle suddette anche a quei Regolari, i quali esercitar si volessero nell’Uffizio d’insegnar ne’respettivi Monasteri ad Individui estranei dalla Monasteri medesimi.
il resto in seguito.
Domenica di sera 17. cor. dal Corpo rispettabile delli Sig.
Rinnovati si diede un’Accademia nella
quale trà le Parti Cantanti si distinse il celebre Sig. Babbini il cui merito fa ovunque nascer gli
applausi. Anche questo Spettacolo fu sì bene diretto ed
apparecchiato con tanto decoro, e grandiosità, che servì del
migliore e più nobile trattenimento che aver potesse in questa
stagione, alla scelta, ragguardevole, e numerosa Udienza che si
raccolse a goderlo.
Nella sera medesima s’accese all’Anconetta una
rissa trà uno sventurato Costajo abitante alle due Corti in Contrada
di San Marcilian, e tre malviventi che dalle ingiurie passarono
a’fatto. Egli rimase ferito, e nel giorno seguente spirò.
Introito.
Venezia L. 112855: 1.
Terra Ferma L. 210004: 7.
L. 322859: 8. sono D. 52074. gr. 3.
Numeri Estratti 68: 36: 71: 60: 41:
Vincite.
Ambi com l’Augumento D. 8760.
Terni simili D. 9450.
Estratti D. 1290.
D. 19500.
Qualità e quantità de’Terni.
N. 3. da Duc. 500.
N. 1. da Duc. 300.
N. 1. da Duc. 250.
N. 3. da Duc 200.
N. 4 da Duc 150.
N. 11. da Duc. 100.
N. 13. da Duc. 50.
N. 12. da Duc. 25.
N. 47.
La ventura Estrazione sarà li 15. Marzo. 1788
Checchia Capit. Stef. Lombardo con
can. 14. e marin. 18. per Salonicchio e Costantinopoli entro il
prossimo Marzo.
Checchia Capit. Crist. Ruscovich con can. 10.
e mar. 14. per Smirne entro il cor. mese.
Brigantino Capit. Ant. Federigo con can. 12. e
mar. 15. per Cipro e Alessandretto entro il p. Marzo.
Checchia Capit. Michel Bellucci con can. 10. e
mar. 12. per Lisbona entro il v. Aprile.
Checchia Capit. Franc. Maddalena con can. 6.
mar. 14. per Alessandria e Cipro entro il cor.
Checchia Capit. Greg. Davanzo con can. 8. mar.
14. per Livorno e Genova entro il cor.
Checchia Capit. Dom. Bonsignori con can. 18. e
mar. 14. per Genova, Marsigli a, e Cadice entro il cor. mese.
12 Corrente.
Brac. P. Gaetano Sponza da Spalatro
con 4. cai oglio.
Urca Cap. Gius. Scarpa da Corfù, Parc. Ben. Scarpa.
A Leon Todesco 22. Bot. Oglio. A Leon Vivante 14. A Marco dÇAbramo Maltra 3. A staf. Critti 4. A Giacob Giacur 8. A Pietro Favro 5. A Spir. Taraculli 2. A Fel Lucchesi 2.
Per la burrasca del dì 15. e 16. p. p. ne sono state gettate 15. in mare.
A Em. Giacur 97. ma Vallonia. A Gius. Carminati e Figli una Cassa
cera. A Nic. Zuccari 12. Colli Filati rossi. Ad Anast. di Niccolò 1
Bar. Sangogna con pelo. A Dem Berco 4 Colletti seta. A Pesco e Giov.
Cristandolo 11 Colli seta e 28. di Filati. A Cristo Zane e Colletti
seta. A pir. Conomo 12 Colletti Filati rossi. A Gioc. Casparo 27
Colli seta e 2. di Cordovani. A Giorgio d’Anastasio 32 bal.
Sangogne, un collo Filati, uno Boghi Bomasine. Piel. Cap. Luca Lazzari da Corfù rac. ad Andrea Lucovich.
A Menachen Vivante 23 Cai oglio. A Giacob Vita Ancona 4. A Leon Vita Vivante 3. ad Elia qu: Leon Todesco 7. al C. Gio: Dom. Rusteghello 5. a Marco Malta e Giacob Semo 3. a Giacob Curiel 2. a Giacob Mulli 6. a Todero e Gio: Zuccali 8. A Giacob Giacur 12. a Biagio Lazzari 5. a Gius. Reali 12. Bal. Origano.
Piel P. Zuanne Brazzetti da Sebenico con 5 Cai
cerchiati Catrame e 7 Caratelli 18 Barili e 3 Casse sevocolato. 2500
Pelli Becchine, Boldroni, Agnelletti, e Caprine a rifuso. Un Fag.
Rame Vecchio. 23 Sacchi Cera gialla. 1155 Rotoli Rasse e Bedene da
tingere in più colori. 600 tocchi ferro grezzo.
Piel P. Ang. Mandocolo da Sebenico e Zara.
Un Sacco e una Cassa sevo in velo; 400 tocchi ferro grezzo; 5 ma. ferro vecchio e vetro rotto; 10 ma. strazze; 39 Bar. olive salate; 1890 Pelli Becchine e Boldroni; 90 di Lepre; 2 Sacchi Spongie; uno Grippola; 35 Rot. Rasse e Bedene; un Fag. rame vecchio.
Piel. P. Fiorin Caenazzo da Spalatro con 4
Cai Oglio del Patr. e Marin.
Brac. P. Lorenzo Rocco da Traù con un Cao
Oglio di Mercanti e 4 del Par. e Marin.
13 Detto.
Piel. Cap. Matteo Brusciani da
Durazzo. A Dervis Cruja 64 Bal. Cordovani e
Montonine Pel. 12799. Una Bal. Damaschini gialli Pel. 350. Ad
Ant. di Pietro Giovi 34 Bal. c. 5.
Pelli 6782 e una di pelli di Lepre di 599. Ad Islam Cruja 35 Bal. c. 5. num. 7062 un Collo Cera lib.
150, una Bal. pelli di Lepre e altre di 419. e una Pelle d’Orso.
Ad Alì Cruja 23 Bal. c. 5. Pelli 4736. 2
Colli Cera lib. 220. A Machmut Pappa 62
Bal. c. 5. Pelli 12460, 78 Bal. Lana da calcina lib. 12424. Ad
Ant. Lioni 85. bal. c. 5. di num.
17060, 7 Bal. Lana da calcina lib. 2240.
Bergant. il Pacchetto di Russia Cap. Ant. Urbans da Falmauth Parc. Signor Gius. Treves qu: Eman.
A chi presenterà 8 Barili Stagno.
A Giorgio barbaria 6. Bar. detto. A Gius. Maria Venturali 594. Bar.
Cospettoni, e 5 mezzi detti. A Giuseppe Treves
una Cassetta Filo di Citria, 5 pezze Formaggio Piacentin,
una Cassa frutti di marmo, tutto di ritorno.
Nave la Bellona Capit. Pietro Zane da Marsiglia e Livorno.
Parc. D. Francesco Gianxich. Da Marsiglia.
A chi presenterà 8 Botti Zuccaro. a Isach
Marpurgo 12 Botti Mandole amare, 5 Bal. Pepe, un Fag.
con una pezza Tela Indiana e vestiti usati.
Ad Ant. di Ben. Buratti 66. pezzi Legno
Campeggio. A Gio. M. Ruberti una Cassa
Chincaglie. A Gir. Ippoliti una Cassa
Profumarie, e Pomate. A chi presenterà 4 Bot. Cassia. A Lor. Baseggio un Ballotto Libri a
stampa.
Al Sig. Conte Mangilli una Cassa vini.
A Marco d’Abramo Malta 40 ma.
Ceneri di Soda 11 Botti Mandole e 18 Sacchi. All’ordine 22 Botte
Mandole e 18 Sacchi. All’ordine 22 Botti Mandole 12 Simile amare
40 Barili Amito 6 Bar. Bande stagnate un Bar. Arsenico 13 Bot.
mandole 94 Bal. Tabacco in soglia 13 Botti Caviale 240 cuoja
salate 3 Botti Gallangà una balla Tamaridi 2 Botti Cassia 3 Bot.
Arsenico. A Piet. Ant. Tettamazzi 2 Bot.
Caviale. A Moisè David Serfatti 5 Casse Cassia, 5. Bar.
Asenido bianco 6 di giallo. A Isach Valenzin
712 pezzi Legno Santa Marta 6 Botti Cassia 3 di Mand. amare
9 Botti Pillatrò un bar. Verderame. A Gir. di
Gius. Rossi 10 Barile Oglio una Cassa Cand. di Sevo. A
Simon Carminati 4 Botti Cassia, una
Cassa Thè. A Gius. Treves 13 Bal. Lino di
Moscovia. A Carlo Martinelli qu: Gius. 50
Casse Oglio in Bottiglie. A Isac Marpurgo 10 Sacchi mand. amare
4 Balle Pepe 1 Giara oglio. A Samuel Moravia
10 Bar. Bande stagnate 2 Bot. Droghe, una Scatola
Bottarghe. A Giac. Mora 2 Caffe vino. A
Em. Giacur 16 Sacchi Mandole amare. A
Pietro Brondin 4 Botti Cassia una
Bar. Verderame. Ad Abram Vita Angeli 25
Barili Salamoni. Al Sig. Paolo Avanzetti
5 Casse Oglio e una Cassa vino. A Giaci.
Micali un Garattello vino e 2 Casse, una Scat. Caviale.
A Riesch e Wagner 2 Botti Radici di
Chinna. A’Fratelli Cuniali un Carat.
Vino. Ad Em. Erera 6 Sacchi Mandole. A
Nic. Conigzogolo 2 colli con un Letto
di ferro, una Cassettina roba da uso, e una di Libri A Cap. Francesco Nordio 4 Casse Vestiti usati,
una Canevetta con Bozze di vetro. A S. E. il Conte di Brejner 2
Casse Porcellane.
14 Detto.
Piel P. Franc. Bergamin da Città
Vecchia, Lesina e Spalatro con 12 Cai Vino 2 Fag. Grippola, un
migliajo ferro vecchio e Vetro rotto un fagottin rame vecchio 5
m. Olive salate 25 bariletti fighi 86 Bariletti e 23 Mogliaz-
Piel. P. Ant. Sbisa da Spalatro con
46 Bar. Susini una cadice detti
6 Casse Candele di Sevo 11 bar. Sevo 81. Viscica frutto
Trab. P. Giov. Tramontana da Lissa con 14
cai vino, 2 arnasi di guasto 11 Bar. Aceto 5 arnasi grasso di
pesce un arnaso Grippola 8 pezzi rame vecchio.
Piel. P. Zorzi Sbutega da Ragusi con A chi Spetta Fag. Lana 653 Schiavinelli
Bal. 14 Rame vecchio Fag. 3 Tocchi rame vecchio num. 10. Un
Carattello, e due Cassette Vetro rotto, un Cavezzo Rassa 115
Fasce.
15 Detto
Tartana Capit. Gius. Lucovich da
Corfù con
A Franc. Lucovich 19 Bot. Oglio. A Menachen di Leon Vivante 14 e un
Carattello. A Stef. Critti 7 Car. A Isach Vita Ancona 6 cai. Al C. Gio. Dom Rusteghello 8 Cai. A Jacob Mulli 6 Cai. A Bart. Rizzotti 4 Cai. A Elia
qu. Leon Todesco 5 Cai. A Rech e Laminitz 4 Cai. A Gio. Enselman 6 Cai. A
Giacob di Scemo e Marco Malta 6
Cai. A Giac. Jacur 4 Cai. A Bart. Rizzotti 3 Cai. A Jacob Curiel 2 Cai. A Fel. Lucchesi 2 cai. A Vita Ancona 2
cai. A Bart. Rizzotti 2 cai. A Pietro Favro un cao. A Spir. Taraculli un cao.
A Leon qu. Men. Vivante
67525 lib. Vallonia. A Spir. Conomo
4 Fag. e un carat. Rame. Ad Anastasio Cottovoschi un collo Rame.
16 Detto
Tartanon P. Ant. Nicoli dal
Cesenasico con 30. Bovi e 3 bar. Sevo.
17 Detto
Polacca Capit. Costantin Bernardacchi
da Trieste con 70 paja Remi un sacco Vallonia 4 bar. Miele
un Baril Chiodami e Ferram. lavorata.
Giovedì e Venerdì 21 e 22 cor.
Oratori il primo giorno D. Girolamo
Longato Titolato di Ciesa (sic). Il Secondo D. Ang. Dari alunno di Chiesa. Guardiano
Sig. Rocco Pezzolli.
Giovedì fu rubato un candel. d’ottone all’Altare di Santa Catterina nella Chiesa sudetta.
Ricapiti per questo Foglio In
Venezia
Dal Colombani Librajo al Ponte
di Rialto.
Alla Spezieria della Vigilanza al Ponte
de’Dai.
Dalla Stamperia Zerletti
Venezia.