Arcanum naeque tu scrutaberis ullius unquam,Commissumque teges, et vino tortus et ira.
Tu non spiar l’altrui segreto, e serva
Lo avuto, ancor ch’in te l’ira o ‘l vin ferva.
on havvi difetto che tanto noccia al ben sociale, quanto l’indiscrezione, la quale da molti non altro è stimata che una stordigione o leggerezza, senza badare che spesso è una reità mista d’ingiustizia e d’imprudenza. Perocchè manifestare il segreto, o d’amico, o di chi che sia, è lo stesso che farsi padrone di un bene altrui e usare di un deposito. Questo difetto quanto meno ha rimedio, tanto più ha colpa. Che s’uomo dissipa capitali a lui dati a custodire, non fia peravventura impossibile ricoverargli a lungo andare: ma come si ricopre un arcano svelato una volta?
Non niegasi l’indiscrezione non essere sempre argomento di malvagità, perchè spesse volte sfoga da stordigione e leggerezza: ma è però tolto che l’indiscreto sia più nocevole del malvagio? Questo fa male altrui solamente quando n’ha l’animo; ma l’indiscreto comincia dal tradire gli amici. Il malvagio è continuamente in fallo; l’indiscreto falla sotto buona coscienza: il malvagio sta in riguardo per paura di pena o di vituperio, potendo la vergogna fare in esso
Quanto meno è gastigato, tanto più è agevole a pigliar questo vizio, perchè onta nol perseguita; e con esso può ben persona tenersi da molto, non ostante che sia stata cagion di ruina all’amico. Confessino i moderni, i quali d’aver dato compimento alla social arte si vanagloriano, che in questo sono di gran vantaggio oltrepassati dagli antichi; i quali, secondo che io stimo, di tante loro virtù, la più notabile e singolar che avevano, era la fedeltà nell’amicizia. E se per questa parte attentamente consideriamo le loro operazioni, vedremo ch’essi non coltivaron meno la santità dell’amicizia, che la religion degli Dei. Così stavano all’ara de’sagrifizi, come alla mensa dell’amicizia; e i misteri di
Nasce da molte cause l’indiscrezione: e la prima è la vanità di appalesar un segreto, a dimostrare che siamo stati degni che ci si commettesse. È veramente sconcezza l’aspirare a un onore con modi significanti che non lo meritiamo: ma la nostra natura è così fatta, che togliamo anzi a discuoprirci poco virtuosi che poco stimati, e vogliamo, con pregiudicio ancora della probità, apparare uomini d’alto affare. S’aggiunge con la indiscrezion l’amor proprio.
A far manifesto un segreto senza avere scrupoli, nè temere di violar la virtù con appagar la vanità, son molti modi. Si palesano le segrete cose di amico o signore a chi non si nasconderebbero le proprie: e quegli le ridice a chi non ha interesse di tradirgli la fede. so io . . . se volessi, potrei . . . e lascia a chi ascoltalo dedurre le conseguenze. E s’altri, gonfiandogli quella sua vanezza, il conforta ad aprir bocca, comincia il noioso a rompergli il capo con una filatessa di nascose novelle, per lui tanto più rapidamente contate, quanto per indietro state più lungo tempo taciute.
Ne’primi congiungimenti di amicizia o di
Tra le cause della indiscrezione convien porre la collera e le altre violente passioni, le quali, a modo di alcun martorio, ne traggon dal cuore gli arcani.
Procede certe fiate l’indiscrezione da una debolezza di non poter celare quello che non è da dire;
Genti sono, alle quali non par fallo il divulgare un segreto, per non essere quello stato
Più vituperevole indiscrezione non è che il rivelar le debolezze di onesto o valent’uomo, in men che riguardati suoi punti scoperte, le quali cadono più da trascuraggine che da volontà, per cui non peccati, ma errori deono giudicarsi. Tale indiscrezione, partorita il più dalla invidia, aspira a fiaccare ed abbattere quel felice potere che sopra il cuor degli uomini hanno la virtù e il valore.
Nè da infamar meno è l’indiscrezione di far sapere i piaceri, sotto promessa di esser discreto, dalle femmine ottenuti. Il che è un romper fede e un farsi reo della più iniqua ingratitudine. Perverso è sempre colui dalla cui indiscrezione nascono scandali e vergogne e male venture.
Vietato è pure essere indiscreto per vendetta d’una indiscrezione; conciossiachè per punire un traditore non sia licito fare un tradimento.
Una epistola aperta a qualunque legger la voglia, è l’immagine dell’indiscreto: ed ha somiglianza ancora d’una mostra d’oriuolo che di fuor segna quel che di dentro si fa.