Voi siete contentissimo d’arder di amore; e vi stimate l’uomo più felice del Mondo, perchè l’affetto vostro non è sfortunato come quello di molte altre persone. Persuadetevi che siete avviluppato in una rete, tanto più vi sembra aggradevole. Per altro fate benissimo a confessare che ardete di amore; essendo che in fatti l’Amore è un fuoco segreto, che consuma tutto in pubblico. Vi dirò ancora, ch’è una piaga che piace, ch’è un veleno che ha buon gusto, ch’è una dolce amarezza, una malattia che diletta, un supplizio che attrae, ed una morte che ha apparenza di vita. Mi direte altresì che sopra tutto vi è caro il vedervi corrisposto; e che col dare il cuor vostro, ne prendete moltissimi. Ma chi può assicurarvi di questo? Voi conoscete bensì le inclinazioni vostre, ma quelle degli altri sono tanti enigmi per voi; e vi sono alcuni naturali sì chiusi, che allora più odiano, quando più fingon di amare.
Senza dubbio voi vi fondate su le proteste della vostra Amante, cioè, voi credete di trar la verità del pozzo della bugia, e della dissimulazione. Non sapete che alcune Donne non promettono fede, che per essere infedeli con più cautela? E poi, non è difficile d’ingannar le persone, che vogliono essere ingannate. Qualsivoglia uomo tostocchè è infiammato di amore diventa cieco; nè regna più nel suo spirito la prudenza, ma bensì una stolta credulità. Gli sono fatte mille proteste; ma egli
Mi direte forse che amate non già per il piacer che a voi ne viene, ma perchè riputate Amore una cosa a voi gloriosa; e perchè credete convenire a cuori nobili l’essere appassionati per qualche vago oggetto. È vero che come ciascuno può pensare a ciò, che più gli piace, così può parlarne con tutta libertà. Per me io reputo che questa applicazione, che voi credete degna d’uomo d’onore, sia un’occupazione da schiavo. Anzi propriamente parlando questo è l’impiego degli oziosi, e de’vagabondi.
Forse del vostro procedere ricercherete voi qualche ragione nella gioventù vostra, e crederete che vi sia permesso d’esser pazzo, perchè siete ancor Giovine. Ma vi avviso che non siete dispensato dall’esser saggio, quantunque state lontano dalla vecchiaja. La Virtù non è annessa nè all’Età, nè al Sesso. E poi, tanto maggior dev’essere l’attenzion di non errare, quanto e più grande e continuo il pericolo. So benissimmo che vi piace questo tenor di vivere, e che non potete darvi a credere che sia illecito, perchè vi è caro. Ma pensate che se è una gran disgrazia l’errare, peggio assai è il compiacersi de’proprj falli. La Pazzia è giunta al suo ultimo grado quando dall’uomo la voluttà è presa per una convenienza, e quando non sembra onesto se non quello ch’è dilettevole.
Non occorre rispondermi che non potete far di meno di amare. Credetemi che potrete farlo se lo vorrete efficacemente. Il male che vi tormenta è di tal natura che ha il suo rimedio dal tempo, quando ricusa di prenderlo dalla virtù. Il mutar luogo alle volte non è meno salutare all’infermità dell’animo, che alle malattie del corpo. Se non potete, o non dovete farlo, almeno fuggite le occasioni; nè pensate mai a quell’oggetto, che dava pascolo a tutti i vostri pensieri. Occupatevi assai; poichè egli è certo che Amore è l’ordinario affare degli oziosi. Considerate senza intermissione alcuna che ciò che cercasi per via di Amore con tanti stenti, è una cosa sì lontana dal perfetto contento, quanto è vicina all’infamia. Desiderandola si stima; si trova che non è nulla quando si gode; e si perde nel tempo medesimo, che si possiede. Pensate che potete diversamente soddisfarvi sen-
Non iscusate adunque la vostra malattia, ma accusate piuttosto la vostra debolezza. Persuadetevi che non è la Natura, nè il Destino, né gli Astri, che vi spingono ad amare; ma soltanto la leggierezza del vostro spirito, e la libertà delle vostre brame. Non dipende che da voi solo il guarire, subitocchè tralascierete di voler essere ammalato. Spezzate quelle catene d’una dolce assuefazione, e vi vedrete perfettamente libero. Il male è volontario, nè ha altre forze se non quelle, che la nostra debolezza gli dona. In fatti se l’Amore fosse una cosa naturale, tutti gli uomini amerebbero egualmente, amerebbero sempre, e i loro diversi affetti non avrebbero mai che un medesimo oggetto.