Il sepolcro di Sterne Giovanni Ferri di S. Costante Moralische Wochenschriften Klaus-Dieter Ertler Herausgeber Alexandra Fuchs Herausgeber Alexandra Kolb Mitarbeiter Lisa Pirkebner Mitarbeiter Sarah Lang Gerlinde Schneider Martina Scholger Johannes Stigler Gunter Vasold Datenmodellierung Applikationsentwicklung Institut für Romanistik, Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung, Universität Graz Graz 25.07.2019 o:mws-117-1155 Ferri di S. Costante, Giovanni: Lo Spettatore italiano, preceduto da un Saggio Critico sopra i Filosofi Morali e i Dipintori de’Costumi e de’Caratteri. Milano: Società Tipografica de’Classici Italiani 1822, 410-413 Lo Spettatore italiano 4 77 1822 Italien Ebene 1 Ebene 2 Ebene 3 Ebene 4 Ebene 5 Ebene 6 Allgemeine Erzählung Selbstportrait Fremdportrait Dialog Allegorisches Erzählen Traumerzählung Fabelerzählung Satirisches Erzählen Exemplarisches Erzählen Utopische Erzählung Metatextualität Zitat/Motto Leserbrief Graz, Austria Italian Menschenbild Immagine dell'Umanità Idea of Man Imagen de los Hombres Image de l’humanité Imagem humana Italy 12.83333,42.83333 Hyde Park -0.16571,51.50735

Il sepolcro di Sterne

Praecipua ejus in commovenda miseratione virtus, utquidam in hac eum parte Omnibus auctoribus praefe-rant

(Quintil.).

Sua principal virtù e nell’eccitar la commiserazione,talmente che alcuni a tutti gli autori in ciò lo antepongono.

Mi recai un giorno assai di buona ora alla casa dall’amabile Fanni per seco prendere il mesto piacere di visitare la tomba di Sterne. Ridente era il mattino, ed uno dei più belli di primavera. Nel passar per lo mezzo di Hyde-Parck udivamo i vari canti degli augelletti che parevano festeggiare il ritorno della fiorita stagione, ed i figli scorgevamo della fortuna, i quali col genial esercizio del passeggio e coll’aria balsamica del mattino cercavano di restaurare i danni dell’ambizione, del lusso e della sensualità.

Nel prender che Fanni fece il mio braccio, la rimirai vestita di sì nobile e grave contegno, che tale non la vidi mai nelle tante altre visite pria fatte insieme. Per trarmi da’dubbi miei, mi feci a guatarla sotto il cappello; della qual vaghezza fui poscia molto lieto, per non aver mai veduto per lo innanzi la commossa sensibilità espressa in due occhi a quelli di costei simiglianti. In quel momento la mia attenzione fu attratta dalla vista di alcune figure poste in mostra da un mercante di stampe. Vidi La FleurV. Viaggio Sentimentale di Sterne. montato sopra il suo ginnetto accommiatarsi dalla brigata che gli facea cerchio a Montrevil, e sorridendo dire addio alle sue damigelle. Gli affettuosi augurii di queste, che Dio gli desse la buona ventura, tanto risuonarono alle mie orecchie, che fui tratto fuori del tristo pensamento in cui la malinconia di Fanni aveami gittato. Ma poco durò questo mio svagamento.

Non eravamo gran tratto nel cimiterio entrati, quando Fanni, cui io seguiva: Ecco, disse, il sagro luogo; è questo il monumento dai cuori sensibili tanto venerato. Appoggiando essa un braccio, e la testa inclinando sulla pietra sepolcrale, bagnolla delle sue lagrime. Ah! povero Yorick, sclamò ella con angosciosa voce, tu ora

Poca polvere sei che nulla sente.

Petr.

Non si accenderà più il cuor tuo di un generoso amore all’udir contare gli aspri casi di Maria! nè palpiterà più per vivissima compassione narrando la dolorosa istoria di Le Fevre! Ahi! che gli sventurati hanno il loro miglior amico perduto! Chi la dolce simpatia potrà, come tu solevi, in ogni petto svegliare? Chi saprà più quella filantropia insegnare, che fa di tutti gli uomini una sola famiglia? Síeti accetto, o buon Yorick, il tributo del pianto mio. Il pianto della pietà fu sempre per te la lode più dolce e più cara.

Gli amici, i benefattori dell’umanità, diceva io, dovrebbero essere senza morte: sebbene vive Sterne e respira nelle opere sue, per le quali la più remota posterità sia ammaestrata, che la sensibilità è così madre d’ogni virtù, come è la sorgente dei veraci piaceri. Sì, che imparerà a detestare quella fredda indifferenza che all’aspetto degli altrui guai si fa di smalto, ed a pregiare sopra tutte le incantevoli dilettazioni, i dolci incitamenti della pietà. O buono Sterne, non ho io avute più care delizie, che le opere figlie del tuo ingegno e del tuo cuore. Oh! potessi io similmente aver da te appreso a suscitar ne’miei simili quella sensibilità di che la natura è stata a tutti cortese! Oh! io potessi un giorno meritar un qualche nome fra i buoni tuoi imitatori!

Un funeral convoglio essendo allora entrato nel cimiterio, interruppe queste meditazioni. Nè fino allora m’era io avveduto che il terreno là entro era in tre parti diviso: nella prima delle quali si vedevano marmi, sarcofaghi e mausolei, dove erano posti i ricchi e i nobili: poca differenza discersi tra la seconda e la terza, in cui riposavano le ceneri di Sterne. Il poco riguardo avuto alle reliquie di tale che onora e esalta l’umanità, mi fece concepire sdegno grandissimo: ma poi con più riposato giudizio ivi riguardando, vidi i superbi marmi del privilegiato terreno esser mutilati e distrutti in meno d’un secolo, mentre l’umile urna di Sterne, benchè nella stanza della vulgare moltitudine collocata, sarà sempre onorata dal genio e dalla sensibilità. Il che io ripensando, fui tutto consolato per modo, che più contento non mi sarei partito, se visitato avessi il sepolcro di Virgilio.

Il sepolcro di Sterne Praecipua ejus in commovenda miseratione virtus, utquidam in hac eum parte Omnibus auctoribus praefe-rant (Quintil.). Sua principal virtù e nell’eccitar la commiserazione,talmente che alcuni a tutti gli autori in ciò lo antepongono. Mi recai un giorno assai di buona ora alla casa dall’amabile Fanni per seco prendere il mesto piacere di visitare la tomba di Sterne. Ridente era il mattino, ed uno dei più belli di primavera. Nel passar per lo mezzo di Hyde-Parck udivamo i vari canti degli augelletti che parevano festeggiare il ritorno della fiorita stagione, ed i figli scorgevamo della fortuna, i quali col genial esercizio del passeggio e coll’aria balsamica del mattino cercavano di restaurare i danni dell’ambizione, del lusso e della sensualità. Nel prender che Fanni fece il mio braccio, la rimirai vestita di sì nobile e grave contegno, che tale non la vidi mai nelle tante altre visite pria fatte insieme. Per trarmi da’dubbi miei, mi feci a guatarla sotto il cappello; della qual vaghezza fui poscia molto lieto, per non aver mai veduto per lo innanzi la commossa sensibilità espressa in due occhi a quelli di costei simiglianti. In quel momento la mia attenzione fu attratta dalla vista di alcune figure poste in mostra da un mercante di stampe. Vidi La FleurV. Viaggio Sentimentale di Sterne.montato sopra il suo ginnetto accommiatarsi dalla brigata che gli facea cerchio a Montrevil, e sorridendo dire addio alle sue damigelle. Gli affettuosi augurii di queste, che Dio gli desse la buona ventura, tanto risuonarono alle mie orecchie, che fui tratto fuori del tristo pensamento in cui la malinconia di Fanni aveami gittato. Ma poco durò questo mio svagamento. Non eravamo gran tratto nel cimiterio entrati, quando Fanni, cui io seguiva: Ecco, disse, il sagro luogo; è questo il monumento dai cuori sensibili tanto venerato. Appoggiando essa un braccio, e la testa inclinando sulla pietra sepolcrale, bagnolla delle sue lagrime. Ah! povero Yorick, sclamò ella con angosciosa voce, tu ora Poca polvere sei che nulla sente. Petr. Non si accenderà più il cuor tuo di un generoso amore all’udir contare gli aspri casi di Maria! nè palpiterà più per vivissima compassione narrando la dolorosa istoria di Le Fevre! Ahi! che gli sventurati hanno il loro miglior amico perduto! Chi la dolce simpatia potrà, come tu solevi, in ogni petto svegliare? Chi saprà più quella filantropia insegnare, che fa di tutti gli uomini una sola famiglia? Síeti accetto, o buon Yorick, il tributo del pianto mio. Il pianto della pietà fu sempre per te la lode più dolce e più cara. Gli amici, i benefattori dell’umanità, diceva io, dovrebbero essere senza morte: sebbene vive Sterne e respira nelle opere sue, per le quali la più remota posterità sia ammaestrata, che la sensibilità è così madre d’ogni virtù, come è la sorgente dei veraci piaceri. Sì, che imparerà a detestare quella fredda indifferenza che all’aspetto degli altrui guai si fa di smalto, ed a pregiare sopra tutte le incantevoli dilettazioni, i dolci incitamenti della pietà. O buono Sterne, non ho io avute più care delizie, che le opere figlie del tuo ingegno e del tuo cuore. Oh! potessi io similmente aver da te appreso a suscitar ne’miei simili quella sensibilità di che la natura è stata a tutti cortese! Oh! io potessi un giorno meritar un qualche nome fra i buoni tuoi imitatori! Un funeral convoglio essendo allora entrato nel cimiterio, interruppe queste meditazioni. Nè fino allora m’era io avveduto che il terreno là entro era in tre parti diviso: nella prima delle quali si vedevano marmi, sarcofaghi e mausolei, dove erano posti i ricchi e i nobili: poca differenza discersi tra la seconda e la terza, in cui riposavano le ceneri di Sterne. Il poco riguardo avuto alle reliquie di tale che onora e esalta l’umanità, mi fece concepire sdegno grandissimo: ma poi con più riposato giudizio ivi riguardando, vidi i superbi marmi del privilegiato terreno esser mutilati e distrutti in meno d’un secolo, mentre l’umile urna di Sterne, benchè nella stanza della vulgare moltitudine collocata, sarà sempre onorata dal genio e dalla sensibilità. Il che io ripensando, fui tutto consolato per modo, che più contento non mi sarei partito, se visitato avessi il sepolcro di Virgilio.