Κτηνοζ δ΄ην εχθροιο πεση καθ΄ όδόν συνεγειρον.
Rileva il giumento del tuo nemico, se quello in andando è caduto.
ndava io un dì lunghesso il cammino di . . . diportandomi, ed ecco mi corse alla vista un cavallo caduto sotto una grandissima soma, che si sforzava a suo potere di su dirizzarsi; ma niente valeva. Due poco lungi dall’infelice bestia aveano insieme aspra e dura contesa, che si percotevan di tutta forza, quando avrebbero fatto meglio ad aiutare chi era in terra. Di costoro l’uno era assai bene in arnese, e anzi dilicato e gentile sembrava che no; l’altro era un giovane macellaio membruto e alto della persona. Fra i quali entrato io, mitigai l’ira onde erano trasportati, e li feci della battaglia rimanere. Diavolo, chi sei tu? cominciò contro il suo avversario l’efferato macellaio a gridare: or non fia lecito ad uomo a sua posta battere sua bestia, come se a te ne toccasse il dolore? Io lo biasimai forte di questi suoi impeti e di tanta crudeltà, e porsigli mano a levare in piè il cavallo, il quale dietro alcune fatiche pur surse; e risalitovi su il macellaio, via più che di galoppo si dileguò.
Mentre che io stupido tutto tenea fitti gli occhi in costui: La pietà, ricominciò egli, che ai muti animali ho io sempre avuta, può tanto in me, che più volte ne divengo travagliato e afflitto. Bene è vero che quei della specie nostra sopra tutto dobbiamo noi amare e soccorrere, sì per esser questi a noi più congiunti, e sì per essere stati creati più degni e più nobili: ma non posso negare che le bestie, come quelle che prive son di favella, per cui non possono le lor pene ad altrui manifestare, nè dimandarne aita nè conforto, mettono in me più compassione di sè, che non fanno tutti gli artifiziosi pianti de’mendici, i quali nell’arte di muovere la gente a pietà invecchiarono. Egli
Di tutti gli animali spietatamente trattati increscemi e duolmi, ma più de’cavalli e degli altri somieri che patono, per la crudeltà de’razionali bruti a’quali sono accomandati. E dicovi che a lor difesa e vendetta io son poco meno che un Cavaliere errante: e per sola pietà e compassione a loro per me portata, già ho avute di molte brighe e tenzoni non altrimenti fatte che quella in che voi, non ha guari, mi trovaste impacciato. Io lodo a meraviglia con