Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "La giostra del toro", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\68 (1822), S. 302-305, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.840 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

La giostra del toro

Zitat/Motto► Nous devons la justice aux hommes, et la benignité
aux autres creatures qui en peuvent être capables.
Après qu’on se fut apprivoise à Rome aux specta-
cles des meurtres des animaux, on vint aux hom-
mes et aux gladiateurs

(Montaigne).

Noi dobbiamo la giustizia agli uomini, e la benignità
agli altri esseri i quali ne sono capaci. Conciossia-
chè quando in Roma si fu la gente assuefatta a ve-
der le morti degli animali, trapassò poscia a quella
degli uomini e de’gladiatori. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ho io giudicato sempre che di qualunque sorta spettacoli dovessero di sollievo o d’ammaestramento altrui servire: ma in quelli ove s’uccidon bestie, nè piacer, nè bene ho mai saputo trovare. Crudel trastullo è il vedere un toro in balía di uomini che gli piantan ne’fianchi asticciuole con fuochi artificiali, che lo involgono di razzi e di scoppii, non altrimenti che se vivo il volesser ardere; guatarlo, dopo questo primo strazio, esser al collo, alle coste, alla pancia da uno stuol di mastini addentato e dilacerato a brani, ed udirlo muggire e dolorar miseramente fra le pene di morte.

Diranno peravventura, esser molto alla caccia simigliante questo spettacolo: ed io rispondo, che la caccia è utile, la qual diminuisce le bestie che, moltiplicando, danneggierebbero le colture; e ci fornisce in copia di buone e varie [303] vivande; ma che niente di tutto ciò si trae dalla giostra de’tori, nella quale, senza perchè, si sparge del sangue, non altro operando ella, che indurire ogni senso di pietà, quell’inestimabile tesoro che n’ha la natura donato. Ed è così vero che per l’uso de’feroci spettacoli si perde questo senso, che se gli uomini rei fossero più sovente giustiziati, la gente alla veduta di un reo condotto a morte, nè più nè men si turberebbe, che soglia fare a veder passare un mortorio.

Ebene 3► Exemplum► In Ispagna, più che altrove, merita la considerazion dei moralisti lo spettacolo della giostra de’tori: la qual si fa in un certo cerchio, o anfiteatro che dir vogliamo, sufficiente talvolta ad un ventimila persone, tra le quali si osserva una quantità di donne e di donzelle che potrebbono meglio in altra guisa la sensibilità loro adoperare. « Confesso, dicevami un viaggiatore, muover assai, e forte sollevar l’animo questi spettacoli. Perciocchè uno immansueto toro che si precipita nell’arena punto e ferito a sangue nelle prime percosse, infestato senza triegua dalle picche di tre cavalieri, accerchiato da’suoi nemici, che dagl’impeti suoi non d’altro si fanno schermo che d’una roba rossa: questo toro sbuffando, muggendo, imperversando, co’piè zappando la terra, e coprendosi la testa collo scarlatto che ha salvato altrui dal suo assalto, s’atteggia in sì pittoresco ed altiero stato, che porta per forza i riguardanti a’suoi atteggiamenti, accatta la loro benivolenza, e adiragli contro que’vili e spietati che lo assediano. No, non mi fanno meraviglia le grida e la festa del [304] popolo, i reiterati plausi, lo spiegar in aria i fazzoletti, e il tanto battere di piedi, che sotto ne rimbomba l’anfiteatro; quand’il toro s’avventa all’uno de’cavalieri, gli sbarra il cavallo, e lui d’arcione stramazza, ed infuocato da questa vittoria corre in volta a gran corso, d’alcun’altra cercando. O bella e ardita e feroce bestia! tien ella il campo; e più trionfa, e più piace; nè più paion uomini gli assalitori suoi: perciocchè in arena altre qualità non si notano che la maggior prodezza, ed a cotesta solo s’applaude.

« Rosseggia intanto l’arena di sangue, e va l’umano col ferino mescolandosi, e la gente si avanza a vederlo scorrere senza ribrezzo. Ed io che, per un mio natural abborrimento, ad ogni pensier che di sangue o di dolor fosse, mi turbava sì forte, che ogni minima immaginazione me ne sbigottiva, e certe volte la fantasia m’ha fatto que’colpi sentire che io udiva narrare; ora nella seconda giostra cominciai a poter affisare lo sguardo allo spettacolo; e tanto in processo mi si andò scemando quell’avversione, che al decimo toro si era quasi affatto dileguata. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Da queste pugne dove gli uomini entrano in lizza con le bestie, a parere de’più degli Spagnuoli, proviene utilità e sollazzo; conciossiachè elle rassembrino le imprese de’cavalieri antichi, e possano senza orrore a senza spargimento di sangue giovar quanto i crudeli e spaventosi torneamenti. Elle ammaestran gli uomini a non si curar de’pericoli, mostrando loro la più sicura via di superarli, esser l’andar loro incontra, [305] o con forte viso aspettarli. Ma io avviso dalle giostre de’tori avvenire quello che dal battagliar dei gladiatori avveniva; cioè, farsi sanguinolenta, senza crescer d’ardire, la moltitudine; perchè non consiste nella efferatezza il valore. Qual virtù può insegnare all’uomo la scuola dell’inumanità? ◀Ebene 2 ◀Ebene 1