Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "La prima visita alla casa de’pazzi", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\19 (1822), S. 69-73, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.791 [aufgerufen am: ].


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La prima visita alla casa de’pazzi

Zitat/Motto► On employe pour guérir la folie des moyens dont
l’application à des gens sensées suffiroit pour les
rendre fous

(D. Pinel, Traité de la Manie).

A guarir la pazzia si adoperano tali mezzi, i quali appli-
cati agli uomini assennati basterebbon a renderli pazzi. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Gli alberghi dove sono rinchiusi i mentecatti non offrono agli uomini privi di senno e di cuore, se non se un vano oggetto di curiosità. Essi non altrimenti li veggono, che come i saltambanchi i quali sollazzano la moltitudine sulle piazze, o le fiere che si mostrano in catene ed in gabbia. Pure se spettacolo ci ha il quale a muoverci a compassione e ad umiliare l’orgoglio sia conveniente, si è quello senza fallo della infermità maggiore a cui sia soggetta la nostra natura; infermità, alla quale niun rimedio possiamo apportare. Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Dei così fatti furono i sentimenti che io, visitando questi ricetti della perduta umanità, sperimentai: ni uno però offrì al mio sguardo oggetti più compassionevoli, niuno fece in me più profonda impressione, che quello di A٭٭٭. dove un gran numero d’impazzati trovavasi. Io incominciai dalla stanza delle femmine la mia dolorosa visita.

Ebene 4► Exemplum► Una giovane donna, che nella più grande malinconia sembrava immersa, fu la prima di [70] quelle misere che mi venisse innanzi; ed avea nel seno un mazzo di ramuscelli di cipresso, distinto da parecchie boccie di rose non per ancora aperte: di che io maravigliandomi la dimandai, perchè sì strano ornamento le piacesse. “Egli è l’emblema della mia vita, mi rispose; poche ore felici, ed una, ahimè! lunghissima vedovanza. Ma terminerà, sì; e non fia lontano il termine; e m’unirò di nuovo al mio diletto.” Intesi dalla mia guida che la morte d’un ottimo sposo, poco dopo le nozze toltole, addolorò tanto questa infelice, ch’ella uscì di mente. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Ebene 4► Exemplum► Appresso era una donna, la quale avvegnachè magrissima fosse, portava ancora segni di essere stata bella. Essa sopra paglia sparta si giacea, ma precipitosamente levossi e correndo alla mia volta: “O Enrico, dicea, sei tu pur venuto? e come sei tu stato tanto tempo senza me? ma che veggio io! quanto sei pallido! ah! che io so tutto. Il vento soffia furioso: i marosi s’inalzano. Ah! fuggi, fuggi, o ch’essi ti sommergono. Deh, perchè ti sei messo in mare, Enrico? non eravamo noi ricchi abbastanza?” Così dicendo, disperata e furibonda stramazzò per terra, ed io pieno di compassione mi rivolsi alla mia guida, e passammo oltre. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Ebene 4► Exemplum► Una femina io vidi, che come ratta in spirito stava, ed allo scalpiccio dell’entrar nostro riscossa, ci fe’cenno con mano di non ci appressare. “Non mi turbate la ghirlanda, diceva, perciocchè i più freschi e più bei fiori di primavera ho io colto per ispargerli sopra il mio amato figliuolo. Vedete, ecco la [71] sua tomba. Era egli la mia consolazione. Il suo padre mi lasciò per iscendere avanti a lui sotto questa volta sepolcrale, ed ora niente più mi rimane al mondo. A bell’agio, vi prego, non gli rompete il sonno, ch’essi dormono, vedete, come soavemente. Deh! quando dormirò io così?” ◀Exemplum ◀Ebene 4

Ebene 4► Exemplum► Dopo quella sposa e madre sciagurata vidi una misera vittima della seduzione e dell’inganno. Stava costei con la fronte bassa e pensosa e senza moto alcuno, in guisa che una insensibile immagine parea; ella aveva dimenticato tutto, ed anche la cagione del suo dolore: troppo felice se sempre così fosse stata. Ma di quali afflizioni fu punta, quando del suo letargo si risentì! Levando su gli occhi e traendo un profondo sospiro, diede a vedere che pur viveva. Oh! Dio, fra me dissi, dunque trapassar dee costei i giorni di sua gioventù in questa miseria, e non vi è modo di temperar quell’amarezza che la consuma? No, non ve ne ha alcuno; perchè li piacevoli ragionamenti di chi ne le ha compassione, sono esca al suo dolore. E chi sono costoro che la compiangono? forse gli amici suoi? No, che non li ha; dunque gli strani. Oh, vedete, ella sorride! Un raggio di speranza è penetrato per avventura nel di lei cuore. Ella parla, udiamo. “Sì, avete ragione, farò come volete, son contenta. Ma dove è la pace? è fuggita in un momento. E quando ritornerà? non più mai. Ah! via, via da me quell’orribile vista. Colui è un infedele, ed io una infelice.” A queste estreme [72] parole parve le si rappresentassero all’immaginazione tutte le sue preterite disavventure. Un sospirare, un singhiozzare, un muoversi convulso significò quanto l’animo le smaniasse. Quella breve calma le tornò più furiosa tempesta. Innalzò al cielo le ciglia quasi a chiamar giustizia, ed abbassandole nuovamente, d’una dubita vergogna si dipinse; e sopravvenuto un fiume di pianto a sì forte conturbazione, ella nel suo letargo ricadde. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Ebene 4► Exemplum► A lei vicino s’offrì al mio sguardo non meno compassionevole oggetto, una fanciulla, la quale comechè in tutto il sembiante disperazione mostrasse, era a vedere ancora bella, e diceva: “Ahi! che io sono la cagion di tua morte, misero garzone; e come mai potè reggermi il cuore a non udir tue preghiere? Per me tu vivevi sì, che senza me non hai potuto vivere. Oh Dio! ch’io ti veggio insanguinato; e di qual sangue? del tuo. Eh! perchè non m’hai dimandato mercè ed aita? con teco almeno mi sarei morta.” ◀Exemplum ◀Ebene 4

Ebene 4► Exemplum► Visitando per tal modo tante infelicità, mi sentia sì carico il cuore, che m’era avviato per uscire a ricrearmi da tanta gravezza, quando una voce soave e pietosa mi venne udita; e fattomi all’entrata d’una camera, vidi una bella e gentil giovinetta, con una chioma bionda e crespa e lunga insino alla cintura, la quale il petto, più che neve bianco, le velava. La udii cantar pietosamente sue poesie; e con tutto che sì male in assetto fosse, compresi ch’ella lamentavasi d’essere da un piaciuto amante [73] rimossa, e doleasi del fiero padre, il quale avendo aggiunto sì bel nodo, nel meglio lo aveva rotto. Oh! quanto mai sono rei, esclamai allora, quelli uomini crudeli e sleali che di tanti mali sono cagione! ◀Exemplum ◀Ebene 4 Io non troverei supplicio a questa colpa più acconcio, nè più terribile, che dannar costoro a finir la lor vita a fronte alle loro vittime infelici. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1