Intus, & in jecore ægroNascuntur Domini
v. 129. & 130.
Lusso, l’altra in Avarizia. Sì come questi due principj di tutti li movimenti del mondo sieguono da fini opposti, l’Avarizia vuole staccare dal Letto per farlo intraprendere un longo e penoso viaggio, ma il Lusso, o la Delicatezza lo rattiene. La invenzione e sì bella, e sì viva, che non posso a meno di quì rifferirla, da un capo all’altro. l’Avarizia: Che! Per anco non vi movete? subito vi dico. Ah! non posso. Non importa, sù presto. Io non sò; perche m’ho io da levare? Come perche? mettetevi in mare, montate quel vascello; conducete il carico di Pesci, di Pelli, di Ebano, di Sete, d’Incenso, di Vino esquisito, e delicato dell’Isola Coo. Scaricate in primo luogo que’Cammelli del Pepe, che portano; fate de’cambj, spergiurate, senza esitare. Ma Giove . . . Bon Giove! Quanto sei sciocco! se tu non vuoi piacere che a Giove, non sarai mai, che un miserabile pidocchioso; Perciò saltate giù dal Letto, piegate il bagaglio, montate quel Vascello, non già senza farvi portare un poco di vino, e le necessarie provisioni; niente vi distolga dal gettarvi in alto mare. Sù, alla partenza. Ahi! Che dico io? una bruttale passione più forte dell’avarizia vi trattiene, e così vi parla: Insensato che fai? dove vai? ecco tutto a fuoco, niente è capace di estinguerlo, e pretendi passare i mari? Che! te ne anderai, vestito d’un sacco di grosso Canevaccio, a piantarti là sopra un banco, fra marinaj, per mangiarvi un pessimo boccone di pane, e bervi un detestabile vin, dentro un bicchiero, che puzzerà da pece, e da catrame? Pretendi, che i tuoi scudi, li quali,
Quando uno stato fiorisce per le sue conquiste, nè ha che temere da suoi nemici, cade naturalmente in tutti li piaceri del Lusso; ma la spesa a cui impegnano questi piaceri, tanto s’avvanza, che per sovvenirvi, si pongono in opra tutti li mezzi, che ponno suggerirsi dall’avidità, e dalla coruttela; di maniera che, l’Avarizia, ed il Lusso doventano ascieme un complicato Principio de’movimenti di quelli, che non cercano se non l’agio, la magnificenza, ed il piacere. Salustio, il più esatto, ed il più polito di tutti gli Storici Latini, riferisce, che al suo tempo, quando gli Stati più formidabili del mondo, si vedeano sottomessi all’Impero di
Lusso e l’Avarizia. I loro pensieri non si ristringeano a minor cosa, che ad esercitare un assoluto impero sopra gli Uomini. Il Lusso avea sotto di se molti Generali, che gli prestavano l’ubbidienza dovuta, il Piacere, l’Allegrezza, la Pompa, e la Moda. L’Avarizia pure avea i suoi fedeli ministri, la Fame l’Industria, la Premura, e la Vigilanza. Avea in oltre una Consegliera privata a fianchi, che di continuo le soffiava qualche cosa all’orecchio, e Povertà, ed era quasi l’arbitra delle sue rissoluzioni. Il Lusso di lei Antagonista era regolato anch’egli dall’Abbondanza, sua principale Direttrice, non mai perduta di vista. Mentre queste due Rivali Potenze così disputavano l’impero sopra gli Uomini; i loro successi erano presso poco uguali. Se il Lusso guadagnava un Cuore; l’Avarizia ne possedea un altro. Se un Capo di Famiglia si arrollava sotto l’insegne dell’Avarizia, il di lui Figlio pigliava il partito del Lusso. Il marito, e la moglie erano sovente di fazione contraria. Di più, la stessa Persona seguia un partito nel Fiore de suoi anni; e si dichiarava per l’altro verso il fine de’suoi giorni. E vero, che gli Uomini ragionevoli, osservavano una esatta neutralità; ma questi erano in assai poco numero. Finalmente queste due Potenze, stanche di combattere vennero ad un Congresso segreto, senza ammettervi le loro due Consigliere Povertà, ed Abbondanza. Il Lusso incominciò a parlare; e dopo avere rappresentato il pericolo, in cui erano di non finire mai più questa Guerra; con quella franchezza di animo a lui sì naturale, disse alla sua nemica, “Non dubito, non siamo per contraere una buona Amicizia quando voi siate disposta di abbandonare le suggestioni della Povertà, la perniciosa consigliera, che si abbu-Abbondanza era una Consigliera molto più da temersi della Povertà; avvegnachè, di continuo, suggerisce nuovi piaceri; esclude ogni sorta di precauzione contro la miseria, e così viene a roversciare tutte le massime del suo Governo.
Dopo un longo dibattimento, rimasero d’accordo, di licenziare le due Consigliere. Gli altri articoli rimasero subito evacuati, in maniera, che stabilirono di vivere indi in buona amicizia, e di dividere fra di loro tutte le conquiste, e dell’una, e dell’altra parte. Così veggiamo, di presente, che il Lusso, e l’Avarizia occupano lo stesso cuore, ed a vicenda lo martirizano; Anzi dopo l’allontanamento delle due Consigliere, l’Avarizia somministra ai bisogni del Lusso, in vece dell’Abbondanza; ed il Lusso eccita l’Avarizia, in vece della Povertà.