Caragno; Ne ricevo oggi una Lettera coll’onore di pubblicarla. Questa parla d’una nuova Setta di Filosofi pullulata in quel famoso soggiorno delle Muse. Se si dee credere all’apparenza, ella è l’unica, che si produrrà dal nostro secolo. Che che ne sia; ecco la Lettera.
Signor Filosofo.
Persuaso, che voi siate promotore universale delle arti liberali, e delle scienze, e che abbiate piacere nell’essere informato di quanto passa nella Repubblica de Letterati, ho creduto, che la descrizione d’una Setta di Filosofi, communissima frà di noi; nè sò che verun Autore nè antico, ne moderno, nè abbi fatta menzione, non vi riescirà disgradevole.
Questi Filosofi, nella frase della nostra Accademia, si chiamano Zeroni. Se gli Antichi non ne hanno parlato, si come di molte altre cose, per me, l’attribuisco a mancanza di notizie. Cer-Peripatetici, perche si veggono sempre a passeggiare da una parte e dall’altra; ma vorrei, che codesti Signori si ricordassero, che se gli antichi del Peripato passeggiavano molto, hanno altresì scritti de’grossi volumi, come Zeroni, li fanno discendere da che tutto ciò sapea era, che sapea di non saper niente.
Questa prova, quando non sia ironica, è sì debole, che non merita rifflessione.
Ho fatte, per molto tempo, con incredibili diligenze, quantità di osservazioni sopra questi Filosofi; ed ho già Che il tempo è il nemico irreconciliabile, e il distruttore di tutte le cose; che però si dee pagare colla stessa moneta; perderlo, ed ucciderlo, senza veruna pietà, per tutte le strade, che si ponno immaginare. Un altro de’loro favoriti precetti egli è: Che la fatica non è che per la Canaglia; e lo studio per i Sciocchi. Un altro, che pare burlesco, ma che ha molta influenza sopra la loro condotta, stabilisce: Che il Diavolo è sempre a Casa. Per quello riguarda la loro maniera di vivere, mi somministra un vasto campo di estendermi; ma non rifferirò qui, se non due, o trè de’principali loro esercizj. I più agiati frà di loro, si applicano ad esaminare i costumi degli Uomini, ed a conoscere tutte le in-
Alcuni sono gionti a sì alto grado di perfezione, che vi ponno dire tutte le volte, che l’uno, o l’altro de’Beccaj ammazza un vitelo; o che la Gatta della minima vecchierella stà sul punto di partorire, con mille altre novelle di tale importanza. Vi è uno di codesti vecchi Filosofi, che contempla un orologio da Sole due o tre ore al giorno. Li giovani studiosi di questa Setta, non hanno portate fin ora le loro speculazioni, che sopra i nidi de’Colombi, sopra il giuoco delle palle, e sopra simili altri esercizj. Tanto dee bastare per darvi una idea del mio disegno. Vi priego di volerlo favorire, e di credermi &c.
Zeroni. Questi si contentano di fare parte del genere Umano, senza volersi distinguere dalla folla per alcun verso. Si può dire, che lasciano più tosto scorrere il tempo, che perderlo, senza rifflettere sul passato, nè inquietarsi dell’avvenire. Tutta la loro vita si ristringe a godere del presente, che pure non godono. Quando un Uomo di quest’ordine si ritrova possessore di considerabili facoltà, l’impiego del suo tempo si riduce alla sua Carrozza, ed a’suoi Cavalli; e si dee misurare il Zeroni escono dall’Accademia, ed in vece di portarsi a vivere nelle Conversazioni polite, si ritirano in campagna; non lasciano quasi mai di unirsi ad una muta di cani, ed impiegare il loro tempo nel difendere i loro Pollaj dagl’insulti de gli animali, che gl’infestano.