Il Filosofo alla Moda: Lezione CLXXIII
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Lezione clxxiii.
Alle Mogli, che attendono aciò che loro non si appartiene, ed alle Giovani che si consultano dopo il fatto.
Zitat/Motto
Sermones ego
mallem
Repentes per humum.
Repentes per humum.
Hor. L. II. ep. I. 250.
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Brief/Leserbrief
Sig. Filosofo. Avete fatto
tanto bene in questa Città; e rimediato a disordini di
tante Famiglie, co’ vostri consegli alle mogli, dalle
quali sono stati preferiti a quelli degli stessi mariti,
che, pieno si speranza, risolvo d’implorare il vostro
soccorso, in un grave bisogno di questa natura. Tengo
una Bottega, e benche assai giovane, provo col’
esperienza, che trà le Persone applicate a bassi negozj
non vi è, che una vigilanza estrema del marito e della
moglie, per mantenere gli affari sopra un tollerabile
piè. Da principio, la moglie mi è stata d’un grande
sollievo in tutto ciò che riguardava il mio Traffico,
non tralasciando ella niente, per ajutarmi in tutto ciò, che potea; ed ho anche motivo
di credere vi si applicasse, con molto piacere. Ma da
che ha pigliata notizia di certo Pedante, che si vanta
d’intendere il Greco. Le parla, ogni giorno, nella
Bottega della bellezza, e della Energia di quella
lingua; e le cita diversi passi de’ Greci Poeti, ne’
quali vi ritrova una meravigliosa armonia, e delle
grazie sconosciute da tutti gli altri linguaggi. L’ha si
bene prevenuta, in favore del suo Zergo, che non ha più
attenzione per gli affari della Bottega; nè pensa che
riempirsi il capo d’alcune bricciole di Greco, che le
fuggono, in ogni occasione di bocca. Si appigliano
volentieri le mogli a’ linguaggi non intesi da loro
mariti. Pochi giorni sono mi disse, con serietà, che
bisognerebbe cambiare certe iscrizioni Latine della mia
Bottega, e mettervele in Greco, perche, essendo questa
una lingua, poco intesa, quadrerebbe meglio col mistero
della mia professione; che il nostro buon amico ci
ajuterebbe ad esseguire il disegno; che i membri di
certa facoltà me ne resterebbono obbligati, e
cooperarebbero, con sicurezza alla mia Fortuna. In somma
le di lei repplicate importunità, nel proposito, mi
riempiono d’amarezza; e se i vostri consegli non hanno
migliore effetto de’ miei, temo di rovinarmi, per
conseguirle qualche luogo nella università
di Lovanio col suo maestro, avvegna che ella è di già
troppo avvanzata per essere ammessa nelle picciole
scuole. Vedete, mio Sig. il danno, a cui sta esposta la
mia Famiglia, ed il grande pericolo, che mia moglie non
doventi inutile, ed incomoda, quando la lettura di uno
de’ vostri Fogli, non la riduca al buon senno. Ella è
d’un sapere si esteso, che non ardisco trattare, con
lei, sopra punto veruno. Questo, mio Sig. è lo stato del
vostro ubbidente, ed aflitto servidore &c.
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Brief/Leserbrief
Sig. Filosofo. Se siete si
umano, e compassionevole, come cercate di comparire, in
tutti li vostri Fogli, non priverete del vostro parere
una Giovane, che ne ha bisogno, per calmare le
agitazioni del suo cuore, in un affare di grande
importanza. Vi è un Giovine assai grazioso, a cui niente
manca per quello riguarda la Persona lo spirito, e
l’umore, che da lungo tempo mi si dichiara amante. Senza
decidere, se venga dalla mia naturale superbia, o dalla
sua apparente sincerità, credo fermamente, ch’egli mi
stimi; e se è ben fondata la mia credenza, mi
accorderete, che questa dee rilevare il suo merito
presso di me. In poche parole: Sensibile
alle sue buone qualità, ed alla sua passione, mi
risolverei di sagrificare la mia libertà, più a lui, che
ad’ ogn’ altro, se la sua Fortuna corrispondesse alla
mia Dote; e se questo passo non mi esponesse a vedermi
tacciata, come d’ordinario sono le Giovani, in simili
casi, di poco giudizio. Benche io sia nel picciolo
numero di quelle, che dispregiano gli equipaggi, e le
gioje d’un sciocco. Tutta via, già che i più saggi del
mondo, hanno idee alla mia contrarie, non saprei
risolvere di attraermi la loro innevitabile censura, se
in vece di ricercare uno sposo più ricco, mi dichiarassi
per uno di me più povero. La incertezza però se debba
regolarmi, colle massime, che regnano anche nel mondo
reputato prudente; o prestare orecchio alle voci
dell’amante e alla inclinazione, che mi sollecita in suo
favore, accresce il mio imbarazzo. Il solo vostro parere
puo fare cadere la bilancia, onde vi priego di
sollecitudine, avendo impegnata la mia parola, di non
licenziare, prima d’averlo ricevuto il mio Caro. Se
stimate bene d’inserire questo breve dettaglio in uno de
vostri Fogli, forse sarà di qualche uso a molte altre
persone del mio sesso, e vi avranno la stessa
obbligazione di quella ch’è &c. Florinda. P.S. Per dirvi la verità, ho di già
sposato il mio Amante, e perciò restringetevi, se vi
piace, a giustificare la mia condotta.