Citazione bibliografica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione CLXXII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\172 (1728), pp. NaN-274, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.5178 [consultato il: ].


Livello 1►

Lezione clxxii.

A maritati, sopra le cagioni, che rendono il Matrimonio disgustoso.

Citazione/Motto► At tibi contra
Evenit, inquirant vitia ut tua rursus,
& illi,
Iracundior est paulò, minùs aptus acutis
Naribus horum hominum.

Hor. L. I. Sat. III. 27. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Metatestualità► Non è il timore di avere troppo parlato, che mi fa oggi tacere, ma il debito di esporre, qualche volta, agli occhi del Pubblico, le Lettere de’ miei corrispondenti, tali quali me le scrivono, affinche tutto il mondo vegga, che non sono io l’Accusatore, e Giudice, ma che l’atto d’accusa è formato, pria, che io pronuncj la sentenza contro i Rei. ◀Metatestualità

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Mio Signore.

Il vostro ultimo Foglio sopra il far l’amore, e sopra il matrimonio mi pare di si grande utilità, che non sò dispensarmi dall’unire ai vostri i miei [272] pensieri. È una grave disgrazia, presso di me; che il matrimonio, destinato, per se stesso, a renderci tanto felici, quanto si puol’ essere in questo mondo, riesca, come la giornale sperienza dimostra, si dispiacevole, e si doloroso alla maggior parte di quelli, che vi s’impegnano. Il male, pel’ ordinario, nasce dalla cattiva elezione, e dall’aspettativa d un Bene, che non si ritrova in terra. Le sole buone qualità della Persona amata ponno essere il fondamento d’una passione onesta, e ragionevole: tutti quelli, che attendono la loro felicità da altra sorgente, fuori che dalla virtù, dalla saviezza, dal buon umore, e da una esatta rassomiglianza, per tutti i versi, si ritrovano molto lontani dal loro conto. Quanto pochi, se ne veggono, che le ricerchino, e che non abbino in mira i soli beni della fortuna. Quanto di rado si vede un Uomo, che pensi ad ammogliarsi, per avere una Compagna graziosa e fedele, che divida con esso lui le pene, e raddopj i piaceri; che sappi maneggiare con frugalità, e prudenza la roba che se le confida, che governi con discretezza la Casa; e che sia la gloria della famiglia; Dov’è l’Uomo, che cerchi una moglie, il di cui principale bene consista nella pratica della virtù; e nell’unico piacere di eseguire il suo dovere? Non ven [273] è un solo; tutti sospirano per le richezze; queste sono il compiemento de’ loro desiderj, e l’unico idolo, che adorano, senza verun riguardo al naturale delle Donne, che sposano; credono, che il danaro somministrerà loro i mezzi di ottenere ogni sorta di piaceri. Altre Donne; Cavalli; Cani; divertimenti; buona Tavola; si lusingano colla ricca dote, di godere gli Amici, di pagare i vecchj debiti, contratti nelle dissolutezze; d’immergersi, in poche parole, nelle colpe; e di menare una vita indegna della natura umana.

Per quello riguarda le mogli, quanto poche ve ne sono, che cerchino, nel matrimonio, un Amico sincero, e virtuoso: un Uomo che possa essere loro fedele, e sempre amarle; che sia esatto nel mantenere la sua parola, e giusto verso tutto il mondo; attivo, e diligente nell’acrescere i suoi capitali; e che voglia loro somministrare il convenevole? Che dico? Tutte pongono la loro gloria nel sorpassare le altre in pompe, ed in fasto; e si immaginano, che dopo avere sposato un Uomo ricco, nissuna delle loro pari avrà, nè un equipaggio si svelto: nè abiti si proprj; ne mobili si maestosi. Il loro capo è ripieno di simili vanità, e vi è da temere, che la maggior parte non ne formino il loro sommo bene.

[274] Così li due sessi corrono dietro a fantasmi, e pongono in discredito il più felice stato di questa vita. La dove se volessero coreggere il loro cattivo gusto; moderare la loro ambizione; e collocare il bene dentro il suo nicchio. Un Felice matrimonio non sarebbe il grande miracolo, che oggi si predica.

Se credete, mio Signore, che questi pensieri meritino d’essere inseriti coi vostri, vi priego a meglio regolarli. Obbligherete cosi uno de’ vostri Zelanti ammiratori. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Sig. Filosofo.

Sono stato a visitare questa mattina la mia Innamorata, alla Toletta, dove sono ammesso quando il suo volto è tutto ignudo. Ella ha grinzato il sovraciglio, e si è beffata di me, in occasione d’un bel complimento, che le ho fatto, di cui vi lascio giudice: dopo avervi fatto sapere, che non venia dal mio interno.

Mia Signora le ho detto, Lasciereste quell’artificio, se consideraste, che può ben dare qualche rillievo alle altre ma voi non potete collocare una mosca sopra veruna parte del vostro volto che non nasconda un attrattiva [sic] della sua bellezza. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1