Il Filosofo alla Moda: Lezione CLXV
Permalink: https://gams.uni-graz.at/o:mws.8047
Niveau 1
Lezione clxv.
Agli Ambiziosi.
Citation/Devise
Laudis amore tumes?
sunt certa piacula, quae te
Ter purè lecto poterunt recreare libello.
Ter purè lecto poterunt recreare libello.
Hor. L. I. ep. I. 36.
Niveau 2
A Considerare l’Anima, con una idea
astratta, spogliata delle sue Passioni elle è di una natura
fiacca, ed accidiosa, lenta ne’ suoi progetti, e molle nella
esecuzione, sono le passioni, che la muovono, e la fanno oprare
risvegliano l’intelletto, invigoriscono la volontà e rendono
l’Uomo forte, ed attento nel proseguimento de’ suoi disegni. Se
questo è il fine delle Passioni in generale, egli è in
particolare quello dell’Ambizione, che impegna l’anima ad
imprese capaci di acquistare riputazione, onore, e gloria. Se
bene vi si riflette, ritroveremo, che la provvidenza ha posta
questa Passione nel cuore dell’Uomo per fini più
elevati. Era necessario, per lo bene della società, che
s’inventassero le Arti, e le scienze, che se ne scrivessero
Libri, per trasmetterle alla Posterità, che le nazioni fossero
incivilite, e sottomesse a qualche Governo. Ma già che i
semplici, e legitimi motivi, capaci d’impegnare in queste ad
altre simili ricerche, non ponno influire, che sopra le anime
nobili, e virtuose; si sarebbe fatto poco progresso, se non vi
fosse stato qualche principio di azione comune a tutti. Questo
principio è l’Ambizione, o il desiderio della gloria. Questo fà,
che i bei talenti non stiano sepolti, nè rimangano inutili al
pubblico bene. Questo tradisce, per cosi dire, anche i viziosi,
e li porta, malgrado la loro naturale ripugnanza, ad imprese
degne de’ nostri eloggi. Si può, in oltre riflettere, che i più
grandi talenti sono più sensibili alla gloria, si come, per
l’opposto i deboli ne sono meno toccati; o per lo sentimento
interno della loro incapacità di potervi mai giognere, o per
mancanza di cognizione, che loro toglie la mira di correre
dietro un Bene, che non ha relazione immediata, nè al proprio
interesse, nè alla propria comodità; o finalmente perche la
Provvidenza non gli ha voluti sogettare ad’ una Passione, che
non sarebbe di veruna utilità al mondo, e di
tormento a loro stessi. Se tale desiderio non fosse assai
violente, la difficoltà di acquistare la gloria, ed il pericolo
di perderla; dopo averla ottenuta, basterebbono a distogliere
gli Uomini da un attentato si vano. Quanto pochi ve ne sono, che
abbino talenti proprj per farsi ammirare, e per distinguersi dal
rimanente dell’umano Genere? La Provvidenza ci mette quasi tutti
a livello; ed osserva, verso di noi una specie di ugualità nella
distribuzione de’ suoi favori. Se si accorda un bel talento, ce
ne lascia mancare un altro: e pare più tosto cerchi metterci in
istato di farlo valere, che di perfezionarci in tutte le cose.
Anche trà i più favoriti dalla natura, e meglio politi dalla
educazione, quanti ve ne sono, che suppelliscono le loro belle
qualità nella ignoranza, o nell’ozio quando anche non vengano
oscurate dalla invidia? La maggior parte degli Uomini, o non
sanno distinguere un azione nobile, e generosa da un'altra, che
sia vile e bassa; o l’attribuiscono a qualche indegno motivo; o
la carricano di falsi colori; o la interpretano in senso
maligno. Si può eziandio riflettere, che quelli, i quali più
corrono dietro alla Gloria, e ne sono più avidi, sovente non la
ottengono; all’opposto di Catone, al riferire di
Salustio,
Gl’invidiosi hanno il maligno genio di attraversare le
nostre inclinazioni, e di rendere vano tutto ciò, che
ricerchiamo con più calore. Quando scuoprono, in qualcuno, la
brama della gloria, che non sà del tutto nascondere, doventano
ristretti ne’ loro eloggi, il privano della segreta gioja,
potrebbe ricevere da un applauso; e reputano il bene, che ne
dicono, più, come una civiltà resa alla di lui persona, che come
un tributo al suo merito dovuto. Ve ne sono degli altri, che non
hanno tanta malizia; non vogliono lodare un Uomo troppo
prevenuto in suo favore acciò troppo non si gonfi e tanto
s’inalzi sopra di loro. E però vero, che il desiderio della
gloria impegna d’ordinario l’Ambizioso a commettere certe
indecenze, che servono a diminuirgli la stima. Teme sempre di
perdere il frutto di qualcuno de’ suoi passi; che sieno
incogniti al Pubblico, che non se ne abbi memoria, o che siano
rappresentati con isvantaggio. Questo lo strascina, sovente, a
lodare se stesso, a repplicare la narrativa delle sue prodezze,
ed a raccontarle con ampollese, e ridicole frange. Il suo
discorso pende sempre da quella parte, e sopra qualsivoglia cosa
egli giri, tende con maniera indiretta a darsi
delle incensate. La vanità, il debole naturale dell’ambizioso,
lo espone al segreto dispregio, ed alle risate delle persone,
che pratica; e rovina il carattere, che, con tanta industria,
cerca di sostenere. Almeno, per quanto gloriose siano le sue
imprese, perdono il loro lustro subito, che da se stesso le
spande, e le vuole esporre in prospettiva. Il mondo è più
inclinato a biasimare, che a lodare, e perciò arrischia di
vedere censurata la sua superbia, ed allo stesso tempo
dimenticato il suo marito. Il desiderio della gloria mostra
debolezza di animo, ed imperfezione, anche nel Carattere più
sublime. Una vera grandezza di animo rimira, con generoso
dispregio le censure, e gli applausi della moltitudine; e mette
un Uomo sopra tutto il bene, o il male, che può dirsi di lui.
Abbiamo sempre del rispetto, e della venerazione per un Eroe, il
quale, simile a que’ corpi luminosi, che girano sopra il nostro
Capo, mena una vita illustre, e regolata, senza veruno riguardo
alla buona, o cattiva opinione della sua condotta; alle nostre
lodi, o a’ nostri rimproveri. Non vi è, all’opposto strada
migliore, per cui si possa oscurare lo splendore di qualunque
azione del porgere addito di attribuirla ad un principio di
superbia, o di vanagloria. Nè il Giudicio è male
fondato; non è argomento d’un cuore nobile, e generoso, l’essere
animato, da tale motivo, ad una bella azione, in vece d’esservi
impegnato dall’amore verso il Pubblico, e dalla gloria del
Creatore. La buona fama è, da per tutto difficile da ottenersi,
massimamente per quelli, che la ricercano con premura. Quasi
tutti gli Uomini hanno tanta malizia o prudenza di non gonfiare
l’ampollosità dell’Ambizioso, a cui il desiderio stesso della
gloria scema la riputazione, e lo fa passare, per un leggero,
anche ne’ suoi Caratteri più distinti.
Niveau 3
Citation/Devise
che tanto più ne acquistava,
quanto meno la ricercava.
Metatextualité
La Fama si perde con tanta facilità, con quanta
difficoltà si acquista questo sarà l’assunto d’un altro
Foglio.