Il Filosofo alla Moda: Lezione CLXXXIV
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Ebene 1
Lezione clxxxiv.
Alle Belle virtuose confrontate colle Belle vane.
Zitat/Motto
Tutatur favor Euryalum,
lacrymaeque decorae,
Gratir & pulchro veniens in pectore virtus.
Gratir & pulchro veniens in pectore virtus.
Virg. AEn. V. 343.
Ebene 2
Metatextualität
Ho letto con Piacere la
composizione, che disegno, oggi al trattenimento de’ miei
Leggitori. La dò tale quale mi è venuta; e desidero, con
tutto il cuore, che molte nostre Dame vengano pigliate per
la Emilia, che vi si descrive.
Ebene 3
Brief/Leserbrief
Sig. Filosofo Se la scrittura,
che siegue, ha la forte di essere ammessa alla coda del
vostro Foglio, riescirà tanto più agevole il credersi,
che il Ritratto di Emilia non è chimerico, ma ricopiato
quasi al naturale. L’ho carricato con una o due
circostanze di mia invenzione, affinche non si palesi
l’originale, Ne meno voglio si possa avere
un minimo sospetto che io ne sia l’autore, per questo, e
per altri motivi, non l’ho scritto in forma lettera. Se,
oltre la mancanza dello stile, vi ritrovate qualche cosa
che odori più tosto l’ingegno di qualche vostro
Corrispondente, che del Filosofo alla moda, la
sottopongo alla vostra decisione; e la potrete cambiare
come vi piace Sono &c.
Ebene 4
“Non vi è cosa che somministri più gradita idea
della natura umana, quanto il contemplare la virtù,
e la Bellezza. Questa è la porzione del sesso, a cui
sì da l’epiteto di Bello: Ma le felice unioni di
queste due qualità nella stessa Persona forma un
carattere sì divino, che assai di rado si ritrovano
insieme. La Beltà è ordinariamente si prevenuta, in
proprio favore, che non crede avere bisogno d’altro
soccorso. Che dico! ha si poco riguardo al proprio
interesse, che si rovina sovente colla perdita della
Innocenza, la quale ne rileva il prezzo, e le rende
amabile. Si come dunque la virtù fà comparire una
Bella donna molto più bella, cosi la Beltà rende la
Donna virtuosa più virtuosa occupata, a contemplare
queste due perfezioni gloriosamente unite in una
sola Persona non saprei, che raccogliere quì la idea
della Illustre Emilia.”
Exemplum
Fremdportrait
Chi ha mai veduta la
vaga Emilia senza avere il cuore penetrato, in un
subito, da un violente amore, e da una tenera, e
rispettosa amicizia? Le grazie naturali, che
accompagnano tutti li suoi muovimenti, e tutti li
dolci accenti della sua voce, insensibilmente
v’impegnano a sospirarne un più intimo godimento;
ma, fino i sorrisi della sua bocca sono bastevoli
a reprimere i licenziosi desiderj. Se riesce quasi
impossibile il resistere alle di lei attrattive,
la civiltà e non la severità, ne coregge la
impressione, o le sequele. La dolcezza, e la
bontà, che compariscono nel di lei volto, si
diffendono in tutte le sue parole, in tutte le sue
azioni. Quando, chi vede Emilia, non sia una
Bestia, si ritroverà sempre più disposto ad
onorarla, che a soddisfarsi. Il di lei Corpo, si
ben formato dalla natura, e pieno di grazie
innate; e un Domicilio proprio per un’anima si
vezzosa, e bella; albergano in lei una soda pietà,
una modesta speranza, ed una volontaria
rassegnazione alle disposizioni del Cielo. Vi sono
delle ree passioni, che ricevono il nome di pietà;
e vi è della pietà, che non ha altro fondo, fuori
del naturale temperamento. Un amore malinconico,
un timore servile, una perniciosa ostentazione
pigliano sovente l’apparenza di vera pietà. In
Emilia è fondata sull’amore di Dio,
regolata dal timore figliale, ed animata dalla
speranza del vero Bene; non prorumpe in irregolari
trasporti, nè in violenti eccessi; è sempre
uniforme, e sempre costante. La sua divozione è
esata senza troppa severità; piena di compassione,
senza debolezza; si può dire, che serve a
perfezionare quel buon’umore, prodotto dalla sua
bona coscienza, dalli Celesti soccorsi, e non al
solo felice temperamento. Per una generosa
simpatia, posta dalla natura dentro i nostri
Cuori, siamo disposti a compassionare gli
afflitti; ma non si puol’ esprimere la commozione,
che la Innocenza oppressa, e la Beltà addolorata
cagionano nelle anime veramente umane. Se quì
riferissi le sfortune, che dierono, ad Emilia, la
occasione di essercitare il suo eroismo nelle
Cristiane virtù, la storia sarebbe troppo
afflittiva, e dolorosa. Quando la veggo sola, in
mezzo alle disgrazie, coll’anima ellevata sopra
questa valle di lagrime, unicamente occupata dalle
gioje Celesti, e dalla immortalità beata; quando
la veggo oprare, e parlare, in maniera sì
gioviale, come se foss la più felice Creatura del
mondo, mi sento rapito da’ meraviglia, è dico: mai
un Anima si Filosofa, e si favorita dal Cielo, ha
alloggiato in un Corpo si bello; quando nell’ordinario, la Beltà si attribuisce
il privilegio di non pensare, che a suoi vezzi, si
beffa della sapienza, nè può tollerare l’aria
grave delle sue lezioni. Se potessi dipingere al
naturale, con tutte le sue proporzioni, la virtù
di Emilia, non si lascierebbe di sospettare, che
l’amore, o l’adulazione abbino guidato il mio
penello; ma non ne rappresento qui, se non un
picciolo raggio; pe altro io nè ho, nè posso avere
parte nella di lei grazia; la sola forza della
verità, mi strappa dalla penna questi elogj. Un sì
elegante modello non è da tenersi occulto; si de’
esporre agli occhj, ed alla immitazione di tutto
il mondo. La virtù non è mai sì amabile, nè sì
efficace; come quando si rende, in qualche
maniera, visibile nella condotta d’una bella
Persona.
Emilia pare non sappi d’essere bella, e se
il sà, come si dee supporre, non ne fa verun’
caso. Non costituisce la sua felicità, che nel
coltivare i talenti dell’anima. Allorche si vedea
nel fiore della età, e della bellezza, attorniata
da una folla d’adoratori, non si dilettava nel
tiranneggiarli, nè si compiacea nel pascerli di
vane speranze per accrescere il loro tormento; ma
dopo avere osservate le regole della modestia, e
pesato il merito di ciascheduno, si dichiarò in
favore di Bromio. Avea questo gentiluomo allora
ottime qualità, ed un Patrimonio mediocre, reso
poscia considerabile da una Eredità improvisa.
Giovane senza sperienza, si lasciò trasportare
nelle dissolutezze da’ cattivi compagni, E vi
sarebbe rimasto, per longo tempo, immerso, se
Emilia colla sua desterità, e prudenza, non ne
l’avesse distratto. Impiegò tutto il suo spirito
nell’umanizare le di lui passioni; ed a fargli
concepire gusto per i sodi piaceri. Gli fè vedere,
col suo esempio, che la virtù si accorda colla
giovialità, e co’ passatempi onesti. Ella provò,
che l’esempio ed un agevole condotta sono più
efficaci delle correzioni severe. Vi
è tanta superbia nel cuore umano, che, per ridurre
un ostinato, basta insinuargli, destramente, il
suo dovere; ed abbandonarlo indi alle proprie
rifflessioni. Cosi ella dopo averlo impegnato, a
poco a poco, a non disapprovare, e finalmente a
gustare ciò, che non avrebbe osato dirgli, in
termini chiari, seppe approffitarsi di questo
vantaggio, in maniera, che parve puramente
secondasse il suo dissegno di emmendarsi. Con tale
generosa astuzia, pigliò qualche impero sopra la
di lui dominante passione, e ritrovò il segreto
d’impiegarla alla di lui conversione. Emilia si è
distinta per un altro capo, che non saprei
dispensarmi dal quì rifferirlo. Forse a primo
aspetto parerà di poco rillievo; ma io lo
considero molto, e ritrovo, che merita dal bel
sesso non poca attenzione. Sono sempre stato di
opinione, che una veste da Camera succida, i lini
poco politi, e tutti que’ mal’ intesi sparagni di
certe moglj, sieno il veleno della conjugale
Amicizia, ed il mezzo di alienare il cuore d’uno,
per altro tenero sposo. Alcune Dame sorprese in
simile disabbigliamento, si scusano: Per verità
m’arrossisco d’essere ritrovata in questo
disordine. Ero sola col mio sposo, nè aspettavo un
simil’onore. Non è questo, per il
buon marito, un complimento gentile. Pr questo, io
credo, che, alle volte i mariti s’infastidiscano
delle mogli, senza, che queste possano indovinare
la cagione del loro cattivo umore. Che che ne sia,
Emilia conosce, che tali piccioli negligenze negli
Abiti, e nella politezza, anche trà le Persone più
intime, indebolisce, a poco a poco, i riguardi,
che a vicenda si debbono. La troppa famigliarità
partorisce dispregio. Considera l’importanza di
tali cose, reputate come bagatelle da molti. Tutto
ciò, che puo dare qualche mano, siasi quanto si
voglia leggera, a conservarle, o a toglierle
l’amore del suo sposo, le pare degno delle sue
premure; si crede obbligata di mettere tutto in
opra, per piacergli, sul rifflesso che debbono
stare insieme fino che dalla morte vengano
separati. Con questi piccoli artificj; e con un
millione di altri, a lei più facili da eseguirsi,
che a me di esprimerli, accompagnati da una
incessante bontà, e da una sommessione a tutte
prove, a fronte d i tutte le
afflizioni, e di tutti i cattivi trattamenti da
lei provati, Emilia si è resa felice sposa, e
Bromio buono, e ragionevole marito. Desidero, con
tutto il cuore, abbino longa vita; acciò il loro
esempio riesca più utile a tante, e
tanti, che ne hanno bisogno.
Ebene 5
Fremdportrait
La disposizione di
Onoria è molto differente da quella d’Emilia. Ella
non pensa, che a fare delle Civetterie; e a
dominare con assoluto potere. Non si può negare,
che non sia spiritosa, e bella; per questo le di
lei amiche la ritrovano gallante, e di
conversazione gajosa, ma per qual si voglia idea,
ne abbi il di lei sposo, questo nolla sodisfa a
pieno. La di lei vanità non si restringe ad una
semplice stima, vuol in qualità d’Idolo le
adorazioni. Da questo nasce, che il
suo desiderio di vivere longamente viene represso
dall’inutile timore delle rughe, che accompagnano
la vecchiezza.