Citazione bibliografica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione CLXXXIII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\183 (1728), pp. 328-332, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.5158 [consultato il: ].


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Lezione clxxxiii.

Alli Mariti, ed alle Mogli, che o si rabuffano, o si mostrano troppo tenerezza in pubblico. Agli Uomini, che ingannano colle adorazioni le Donne; ed alle Donne incivili.

Citazione/Motto► Est huic diversum vitio vitium prope majus.

Hor. ep. XVIII. 5. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Sig. Filosofo.

Quando parlate dell’Amore, e de’ vincoli, che forma, mi pare dovreste informarvi de’ difetti, che regnano nello stato del matrimonio. Ciò che più mi tocca è il vedere, che alcune Coppie, pare non abbino occasione di essere mai da soli, e sole, e perciò si riducano a sgridare; o a farsi delle carezze in presenza degli altri.

Il Sig, Focoso, e la sua Sposa hanno [329] sempre qualche durezza da dirsi, in presenza de’ loro Amici; ed, alle volte, tanto s’innoltrano, che ciascuna persona vive inquieta, e teme non vengano a qualche fastidiosa estremità, della quale nissuno vorrebbe essere Testimonio. Da un'altra parte il Sig. Dolce e la sua moglie gentile si bacciano da per tutto; dove si trovano; e s’immaginano, senza dubbio, di arrecare qualche piacere a quelli, che li veggono. Non saprei proporvi un mezzo frà la immitazione delle Vespe, e delle Colombe, in pubblico? mi pare sarebbe troppo violento per venire, ogni poco, a criticarsi sopra bagatelle, ed il loro amore sarebbe troppo tenero, e troppo ben regolato, per isvaporare in eccessi contrarj alla civiltà: salverebbono almeno le apparenze. Ma siccome quelli, che peccano per parte della tenerezza, sono incomparabilmente in minor numero, vorrei gli attaccaste, i primi; e rillevaste, sopra tutto, le maniere licenziose di certe moglj, che, non contente di accarezzare i loro Sposi in pubblico, fanno delle allusioni poco oneste, alle loro più grandi famigliarità; e ad altre cose di questa natura. Lucina passa per una Dama delle più discrete che abbiamo; s’intende anche di medicina: [330] In virtù di codesti bei talenti, non vi è niente, che non dica, in presenza di noi altre Giovani; ed, ogni giorno, parla con gravità, di certa materie, che non si dovrebbono mai insinuare se non in caso di estremo bisogno.

Quelli che si chiamano, buoni Compagni, persone di bell’umore, sociebili, sono i più soggetti a questo difetto. Vi apro qui un campo vasto ad una onesta piacevolezza; e mi lusingo, che proverete a codesti imbanditori di cibi troppo conditi, che non hanno, nè delicatezza, nè gusto. È questo sparagnerà molte occasioni d’arrossire a quella, che vi è sovente esposta, e che sinceramente si dice &c.

Susanna Filocallia. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Sig. Filosofo.

Trattate molto male, in uno de’ vostri Foglj, quelle, che nomate Civette, parmi però non tacciate gli Uomini se non per addulare le Dame ed insinuare loro, che non sono le più colpevoli; benche supponiate, allo stesso tempo, se ne ritrovino di si deboli, che si lascino incantare dalle belle parole, e dalle false proteste. Io non credo pretendiate d’impedire che, i due sessi conversino ascieme, per loro mutuo vantaggio, quando osservino, tutte le [331] regole della Civiltà e dell’onore. Non credo pure vogliate incorraggirli, a parlare di bagatelle, o di Politica nelle Conversazioni. Ma se tali discorsi sono loro vietati fino a tanto vi saranno Donne al mondo, che ambiscano gli eloggj e soffrano la vista d’un’ Uomo prostrato à loro piè non mi stupirò vi siano Uomini cappaci di prestare loro questa impertinente adorazione. Pochi sarebbero tanto pazzi di mettere in voga l’adulazione, se molti fossero, tanto saggi, per dispregiarla. Accordo, che fareste un’opera meritoria se vi dasse l’animo di prevenire, che non s’ingannasse la simplicità delle Giovanni; ma, se mi è permesso il dirlo non ritrovo, abbiate toccata la vera persona rea, in questo Caso, e mi lusingo perdonerete, se vi scuopro, nel proposito il mio pensiero. Le Novizze e le Innocenti del bel sesso, che sono le più esposte a simili affari, hanno sempre, ò debbono avere qualche Persona discreta, che vegli sopra la loro condotta? i loro stessi Parenti debbono averne cura se non vogliono incorrere il biasimo del male, che dalla loro negligenza può risultare; ma se quelli che dovrebbero impedire queste indegne bassezze, sono i primi a favorirle, vi è luogo di sospettarle animate da qualche segreto motivo; allora vi lacio giudicare da quale parte si ritrovi il fallo. Vi sono delle Giovani gionte alla età [332] della discrezione, che, cioè, non sono più sotto la sferza de’ loro Parenti, o de loro Tutori; che sono Padrone di se medesime. E che, non ostante sono sogette a tali assalti; ma se vi soccombono, mi scuserete, se biasimo con ammirazione, che la saviezza, in loro, non sia cresciuta cogli anno. Sono &c.

Philonthrope ◀Lettera/Lettera al direttore

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Sig. Filosofo

Mi potrai, jeri sera, a visitare una Dama, per cui ho tutta la stima, e che ho sempre considerata come mia buona amica, ma mi fè un accoglienza sì differente da quella aspettavo, che non posso a meno di porgervene le mie querele. In vece delle maniere civili e famigliari, ch’era solita di meco praticare, il suo contegno, e la sua freddezza mi fecero, a chiare note, intendere, che non ero la ben venuta, benche le tenerezze passate mi persuadessero d’esserla. Questo, Signore, è un difetto, ormai doventato comune che merità d’essere rilevato in qualch’ uno de’ vostri Fogli. Abbiate la bontà d’insegnarci l’arte di coltivare questa valetudinaria amicizia, sogetta a tante rivoluzioni di caldo, e di freddo ed obbligherete quella ch’è &c.

Miranda ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1