Il Filosofo alla Moda: Lezione CLXXX

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Nivel 1

Lezione clxxx.

Alle Persone, che si nodriscono di vane speranze.

Cita/Lema

Spes incerta futuri.

Virg. VIII. 580.

Nivel 2

E assai fastidioso il sentire gli Uomini, che si lagnano contro le istabilità della Fortuna, benche d’ordinario sieno i principali autori delle loro disgrazie; ed incessantemente studino di fomentare le loro afflizioni, o di sconcertare le loro misure. La maggior parte de sgarri, ne’ quali s’impegnano gli Uomini, nascono dalle false speranze; e dall’aspirare a que’ vantaggi, sopra de quali non ponno fondare pretese di sorte. La ingiusta idea, che nodriscono del proprio merito, sovente li carrica di mali reali, per lo svanimento delle loro chimere: Una sì funesta illusione mi porta sempre alla mente certe Persone di carattere assai singolare, che rivoltano, a loro favore, ciò ch’è possibile in probabile; e questa ideale probabilità in certezza.

Nivel 3

Ejemplo

Sorpresi l’altro giorno un Amico, che rimirava una Dama, con occhio attento; ed ebbi la curiosità di chiedergli, chi ella fosse. Egli subito entrò nelle sue disgrazie, e nel torto, fatto alla di lei bellezza. Sono quindici anni, soggionse, che questa Dama, e due sorelle, erano i più ricchi Partiti della Città, ma oggi, senza avere patito verun discapito, nè in terra nè in mare, si ritrovano molto alle strette. Erano allora le più fiere bellezze de’ nostri contorni, inacessibili a loro sospiratori. Ecco sù che fondavano la grand’aria; ed in quale maniera la discorreano.

Nivel 4

“Nostro Padre diceano, è ancora giovane; ma nostra madre è un poco troppo avvanzata in età, per avere altri Figliuoli. Il fondo di nostro Padre, che egli porta 800. Pezze, a venderlo, sul piè del prodotto di vent’anni, vale 16000. Pezze. Quello di nostro Zio, che ha già più di cinquant’anni, venduto sul medesimo piè, dee valerne 8000. mentre gliene dà 400. d’entrata. Abbiamo una Zia vedova, che ha 1000. Pezze, lasciatele da suo marito; ed un altra vecchia nubile, il di cui Capitale puole montare a 6000. Nostro Nono ha 900. Pezze d’entrata, che valutate come le precedenti, sono 18000. e ciascuna di noi, ne a 1000. che non ponno mancarci. Mettendo insieme queste somme ne vedremo in una occhiata il rissultato. Pezze Il Fondo di nostro Padre 16000. Quello di nostro Zio 8000. Quello di nostra Zia Vedova 10000. Quello di nostra Zia nubile 6000. Quello di nostra Nona 18000. Ciascuno di noi 1000. 3000. 61.000. A dividere ugualmente, frà di noi trè, questa somma, avremo chiascheduna 20000. Pezze; e con quello, che ci donerà di più la fama, la quale sempre ingrossa i capitali, potremo passare molto bene come Partiti di 30000.
Confiate di queste alte speranze, e dal loro merito personale, rimira ano tutto il mondo, con un sommo dispregio; ed hanno rifiutati molti vantagiosi stabilimenti. Ora miratene l’esito. La madre è morta, il Padre si è rimaritato; e da questa seconda moglie ha un Figlio, a cui prevengono i beni del Padre, del Zio, e della Nona. Questo toglie alle trè sorelle il Capitale di 43000. Pezze. Di più la vecchia Zia nubile ha sposato un soldato, e questo passo le ha private di 6000. La vedova è morta, ed ha lasciato, appena, di che pagare i suoi debiti, e la di lei sepoltura. Onde, al finire de’ conti, le trè sorelle, non hanno, che le 1000. Pezze per ciascheduna. Avvanzate, tutte trè, a più di trent’anni, passano il rimanente de’ loro giorni nel condennare l’umore interessato degli Uomini; e nel querelarsi, che, oggi, non si fà più conto della virtù e del buon senno, e della modestia.
Un tale roverscio di fortuna nelle Donne è più osservabile, perche quasi irreparabile. La Gioventù è poco in istato di rifflettere, e perciò la sola età conveniente è quella, in cui le Donne possono avvanzare la loro fortuna. Se poi esaminiamo gli Uomini, se nè osserva un grande numero d’Infelici, per essersi intestati di frivole speranze; nè sò se meritino dispregio, o compassione. In fatti, non è cosa da ridere, il vedere un Uomo, il quale, dopo avere passata la meta di sua vita nella schiavitù della Corte, si crede il più infelice di tutti gli altri, perche non ha potuto conseguire l’impiego, a cui aspirava, a cagione di qualche svanita promessa? Chi fà conto sopra ogn’altra cosa, fuori di quella, che legitimamente possiede, come Padrone, o che può acquistare colla sua, non chimerica, ma ordinaria e ragionevole industria; nè si restringe al godimento de’ due terzi delle sue rendite, o de’ suoi guadagni si apre una sorgente inessausta di afflizioni, e di travagli. I due soli mezzi per avvantaggiarsi nel mondo, col favore degli altri, sono l’essere loro, o utili o graditi. Si può dire, in generale, che gli Uomini non fanno niente, se non per loro interesse. Quando aspettate qualche grazia da una Persona sopra di voi elevata; se non siete in istato di piacerle nelle tali, o tali occasioni; o di prestarle qualche serviggio, avete torto di lagnarvi se vi trascurra, non dovete far capitale della di lei protezzione. Mi pare non sarebbe inutile il paragone un Uomo che fugge tutti li piaceri di questa vita, con un altro, che li ricerca con tutta premura. La speranza della ricompensa raddolcisce le di lui maggiori austerità; la dove i godimenti del mondo l’opprimono, colle inquitezze, e dolori. Quale differenza vi è trà il bene di quello, che si mortifica col digiuno, e lo stato di chi s’immerge in ogni sorta di eccesso? Quello, che abbandona veramente il mondo, non sente più le punture della Invidia, e dell’odio. della malignità, o della collera; ha sempre l’animo in calma. All’opposto, chi siegue i piaceri del secolo, di loro natura ingannevoli, non adduna, che affanni, rimorsi, e rossori.