Citazione bibliografica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione CLXXVII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\177 (1728), pp. 296-301, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.5152 [consultato il: ].


Livello 1►

Lezione clxxvii.

A’ fortunati, e a’ sfortunati.

Citazione/Motto► Fortuna favet omnes qui Prudentiam colunt.

Fragm. vet. Poet. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Frà gli avvertimenti, che certi falsi politici danno, a chi vuole avvanzarsi nelle Corti, è l’unirsi coi fortunati; e fuggire la compagnia de’ Disgraziati; Se bene questa massima è indegna d’un Uomo onesto, può essere utile a quelli, che cercano di avvanzarsi nel mondo; è cosa certa, che ciò [297] si chiama buona, o cattiva fortuna, viene dalle giuste, o false misure, che si pigliano per istabilirvisi. Quando sento un’ Uomo lagnarsi di essere sfortunato in tutte le sue facende, inclino subito a crederlo di poa abbilità. Su questo fondamento il Cardinal di Richeliu solea dire, che i termini: sfortunato ed imprudente, erano sinonimi, e significavano lo stesso.

Cicerone esortò i Romani ad eleggere Generale Pompeo perche avea braura, condotta, e fortuna. Puol’ essere altresi, che una continua serie di buona fortuna sia come dicevo, argomento d’un animo prudente, e saggio; e perciò non solamente il Dittatore Sila, ma varj imperadori Romani si dassero il titolo di Felice, o Fortunato, come si può vedere, anch’oggi dalle loro medaglie.

In fatti pare, che i Pagani stimassero più un Uomo, a cagione della sua buona fortuna, che per ogn’altra buona qualità.

Questo mi pare assai naturale presso di quelli, che non sono ben persuasi d’una vita a venire, Come potrei rappresentarmi un Uomo colmo di luminose benedizioni, se non ha qualche merito straordinario, che comparisca agli occhi del Monarca supremo dell’universo, benche forse fugga dalla mia vista?

Gli eroi di Omero, e di Virgilio non [298] formano verun disegno, nè danno un solo colpo, che sotto la direzione di qualche protettrice Divinità. Credeano senza dubbio, que’ Poeti, non vi fosse maggior onore dell’essere favoriti da’ Dei, e di non poter formare il più bell’eloggio ad un’ Uomo, quanto nel raccontare que’ favori, che naturalmente disegnavano un merito singolare nella Persona, che li ricevea.

Chi crede le pene, e le ricompense dell’altra vita, pensa in maniera molto assurda, se giudica il merito d’un Uomo dal solo buon successo delle sue imprese. Se io credessi, che tutto il giro della nostra essistenza si racchiudesse ne’ termini della vita, e della morte, non dubiterei, che la fortuna d’un Uomo non fosse certo argomento del suo merito: Non vi sarebbe altro, che questo mondo, dove la Divinità potesse ricompensare la sua virtù. In tale Caso, l’onesto incredulo avrebbe motivo di esclamare con Bruto vicino a morte: Livello 3► Citazione/Motto► Sfortunata virtù; sono stato ingannato a tuo serviggio! Ho creduto, che tù fossi un Ente reale, e perciò a tè mi sono appigliato; ma tù non eri, che un nome vano, ed un puro Fantasma, la preda, e la schiava della Fortuna: Plutarco Nella vita di Brutto. ◀Citazione/Motto ◀Livello 3

Ma per ritornare al primo punto. Benche la prudenza sia, in gran parte, la causa della nostra buona o cat-[299]tiva fortuna nel mondo, con tutto ciò, vi sono milla improvisi accidenti capaci di rovinare i più ben concertati disegni della sapienza umana. Il premio del corso non è, ogni volta, per quelli, che si credono più leggeri; nè la vincita delle Battaglie, per quelli, che si reputano più forti. Non vi è, che una sapienza infinita, la quale possi avere l’assoluto impero sopra le Cause, e sopra gli effetti della natura: il più alto grado della umana Prudenza non allontanerà mai tutti gli ostacoli, che ponno attraversare i nostri disegni. Che dico! accade sovente, che la Prudenza, benche sempre accompagnata da tutte le cautele, tolga ad’ un Uomo l’essere tanto felice, quanto sarebbe stato senza di lei. Una Persona, che non ha se non ragionevoli mire, e siegue, in ogni cosa, i lumi della Prudenza, mai incontra quegl’ improvisi accidenti, che sono l’ordinario frutto d’un temperamento sanguigno, o d’una felice temerità. Forse, per questo, si dice, per modo di proverbio, che la Fortuna, come la Dama, favorisce più i Giovani, che i vecchi.

Ora, già che abbiamo la vista si corta, e siamo esposti a tanta varietà d’accidenti, io non saprei, che abbracciare il parere d’un celebre autore, il quale, in altro proposito, dice; che [300] se vi fosse luogo di mettere in dubbio la Provvidenza; dovremmo bramare, con ardore, vi fosse un essere di sapienza, e di bontà infinita, che si dirigesse nella condotta de’ nostri affari.

La Greca storia ci parla d’un Famoso Generale, il quale, dopo essere stato il favorito della Fortuna, colla vittoria di molte Battaglie; nel racconto, che ne fea, un giorno, a’ suoi Amici, nel fine di ciascuna Impresa aggiugnea: Almeno la Fortuna non vi ebbe parte. Non saprei raccordarmi il nome; La stessa storia ci dice, che indi gli si attraversarono tutte le sue imprese.

Se la vanità, e la buona opinione, che un’ Uomo ha de’ proprj talenti, offende le persone assenate, e virtuose, non è di mettersi in dubbio, che la superbia non dispiaccia infinitamente al Creatore dell’universo, il quale ama lo spirito umile, e colle sue varie disposizioni, quì in terra, cerca di convincerci, che non siamo obbligati de’ nostri buoni successi del mondo nè alla nostra abbilità, nè alla nostra Prudenza.

Metatestualità► Già che ho posti, in questo Foglio, varj tratti di storia: non sarà niente di male il finirlo, con un Racconto Persiano: ◀Metatestualità Livello 3► Fabel► Una Goccia di acqua, caduta da una Nuvola dentro il mare, si pose a querelarsi, e dire. “Ahi, che sono poca cosa, in questo grande oceano. [301] La mia esistenza è inutile all’universo! Mi veggo quasi ridotta al niente; sono la infima trà le minime opere della Divinità;” nel mentre così parlava, si abbattè vicina ad’ una Conchiglia, che, aperta la sua scaglia, la ricevette dentro di sé. La Goccia a poco a poco vi s’indurò, sino a doventare una Perla. Venne indi alle mani d’un attuffatore: e dopo una lunga serie di avventure; ella è la Famosa Perla, che, oggi, addorna il Diadema del grande Soffì di Persia. ◀Fabel ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1