Cita bibliográfica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione CLIX", en: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\159 (1728), pp. 199-203, editado en: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Los "Spectators" en el contexto internacional. Edición digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.5014 [consultado el: ].


Nivel 1►

Lezione clix.

A quelli che bramano d’essere Adulati.

Cita/Lema► Nequicquam populo bibulas donaveris aures
Respue quod non es.

Pers. Sat. Iv. 50. ◀Cita/Lema

Nivel 2► Frà tutte le infermità dell’animo, non vi è la più epidemica, nè la più dannosa dell’amore all’adulazione. Quando gli umori del corpo sono disposti a ricevere una influenza maligna. Il male, che ne risulta, vi caggiona maggiori le stragi. In questa malattia di cuore, quando vi è molta inclinazione a succhiare il veleno, tutta la ragionevole ecconomia ne rimane sconvolta.

Incomminciamo a lusingarci da noi, ed allora l’Adulazione degli altri non manca di buon esito. Eccita nell’interno il nostro amore proprio, sempre pronto a rivoltarsi contro la più illuminata ragione, ed a ricevere, con genio, il nemico, il nemico esterno. Le grazie, perciò, che spendiamo, a piene mani, sopra l’Adulatore, ci vengono dall’amore proprio rappresentate, come ben dovute ad uno che, si dolcemente, ci [200] riconciglia con noi medesimi. Allorche siamo vinti da insinuazioni così gradite, e da compiacenze cosi obbliganti, ricompesiamo volentieri gli artificj, che si adoprano per accecare la nostra ragione; e che trionfano di tutte le nostre debolezze.

Se tutti gli Uomini penetrassero bene in dentro la bassezza, e la indegnità del principio, che fà nascere questa Passione, non vi è dubbio, che la Persona, la quale cercasse di nodrirla ne’ nostri cuori, non doventasse tanto dispregevole quanto è oggi accolta. La brama di possiedere certe qualità, che non abbiamo, o di comparire ciò che non siamo, è la causa della nostra intera divozione a chi si veste de caratteri, che appartengono ad altri; e che forse ci stanno più male di quello farebbono i loro abiti. In vece di escire dal nostro naturale, per elegerne uno straniero, sarebbe mille volte meglio l’esercitarci a polire il nostro, e doventare più tosto un buon originale, che una cattiva coppia. Non vi è Intelletto si grossolano, e rozzo, che non si possa guidare, secondando il tenore a lui proprio, a qualche piacevole uso nelle Conversazioni, o negli affari della vita civile. Una Persona di umore brusco, e poco attaccata alle ordinarie cerimonie della Creanza, piacerà al pari di un attore grossolano nel-[201]le Comedie, per la sola grazia, che la natura può dare alle sue azioni. A quelli, che hanno dello spirito, e della vivacità, non mancheranno gli ammiratori. Anche i tetri, e malinconici ponno qualche volta, divertire.

Benche un Uomo non abbi tanta vanità, che sia bastante a perderlo, l’Adulatore non manca di risvegliarlo, e di somministrargli tanto merito per farlo doventare un ridicolo sciocco. Ma se l’addulazione è il più indegno passo, si possa fare gli eloggi dati a chi li merita sono atti di vera giustizia. Un Poeta che rende immortale il suo Eroe, descrivendo, con eleganza le di lui rare virtù, si rende egli stesso immortale colla preziosità delle sue opere. Ritrovano ammendue ciò, che ricercano; l’uno ottiene la ricompensa dovuta al suo merito, l’altro conseguisce l’applauso di averlo conosciuto. L’Arte di ben lodare, è quella, che immita i più eccellenti Penelli, distinguendo i delineamenti, la tintura del volto, raddolcendone il colore, ed aggiongendo grazia alla rassomiglianza.

Presso di me, non vi è maggior piacere di quello si gode nel ricevere eloggi, che non ponno sospettarsi parti dell’adulazione. Germanico, la vigilia d’una Battaglia, bramoso di sapere, quale idea avesse l’esercito della sua [202] Persona, s’intruse, con abito mentito, frà soldati, e udì lodata la maniera franca del suo procedere, la sua aria nobile, e maestosa; la sua condotta, e le sue gloriose imprese. Quale giubilo non dovette egli risentire da quegli applausi. Quale stimolo maggiore ad impegnarlo nel proseguire le medesime tracce, che gli procuravano si dolce piacere?

Gli stessi invidiosi, e nemici, qualche volta danno alle Persone, che odiano, argomenti sinceri della loro stima, benche forse si pressiggano altro fine. La loro testimonianza cagiona un piacere tanto più grande, quanto più viene estorta dal merito, senza veruna mescolanza di favore, o di Adulazione. Nivel 3► Retrato ajeno► Malevoglio mai s’induce, se non isforzato, a lodare. Egli ha talento, sapere, e discernimento, ma il tutto staggionato da una buona dosa d’invidia, d’amore proprio, e di maldicenza. Malevoglio impallidisce al vedere la conversazione di bell’umore, quando egli stesso non sia il centro di tutta la gioja; doventa geloso, e mesto, se non è il solo ammirato; Crede, che tutti gli eloggi, si danno ad un altro, intacchino il proprio merito, e pregiudichino alla superiorità, che affetta. I suoi disgusti, e le sue inquietezze sono tanti argomenti, ch’egli non ha il [203] diritto alla gloria, che attribuisce a se stesso; e vede, con mortificazione, applicata ad un altro. ◀Retrato ajeno ◀Nivel 3

La buona fama viene, con giustizia paragonata, ad un prezioso balsamo: Quando siamo lodati con civiltà, e destrezza, non vi è profummo più grato al mondo, ma se si getta sopra un cervello troppo debole, e delicato, l’odore riesce troppo acuto, gl’istupidisce i sensi, ed’ e nocivo, a que’ stessi nervi, che dovea rinvigorire. Quanto più un anima è nobile, e generosa, tanto più è sensibile agli eloggi, ed alle ingiurie; e se acquista nuove forze, con una giusta proporzione di onore, e di applauso, resta oppressa nel vedersi trascurata, e dispregiata. Non vi sono, che le Persone molto ellevate sopra il comune degli Uomini, che restino cosi toccate dall’una, o dall’altra di codeste estremità. Come in un Termometro, il solo spirito di vino, più raffinato, si costringe, o si dilata alle variazioni dell’aria. ◀Nivel 2 ◀Nivel 1