Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CXXIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\129 (1728), S. 24-28, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4986 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cxxix.

A’ Partitanti, o Fazionarj.

Zitat/Motto► Tros, Rutulusve fuat, nullo discrimine babebo.

Virg. En. X.I. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ho già insinuato in altro Foglio, che le persone oneste d’ogni Fazione dovrebbero fare trà di loro una specie di lega, che servisse a loro difesa. Con questa mira, il Corpo [25] di Truppe regolate dovrebbe agire senza avere riguardo, che alla verità, ed alla Giustizia; e spogliarsi di quelle piccole animosità, che regnano in tutte le Fazioni. Ho già dettato un Formolario, al quale vorrei si sottoscrivessero tutti mentre esprime la loro intenzione in maniera semplice, e schietta.

Se vi fosse una tale Società di oneste persone, le quali senza veruno riguardo agl’impieghi, cercassero di estirpare tutti que’ Zelatori furiosi, disposti a sagrificare la metà della loro Patria agl’interessi dell’altra si come que’ detestabili Ippocriti che non cercano se non il proprio vantaggio, sotto il pretesto del pubblico bene, con tutti i quelli, che menano vita abbominevole, sieno aderenti all’una, o all’altra Fazione; le vedremo ben presto estinte.

Un membro di questa società, che si applicasse cosi, nel fare luogo al vero merito, colla premura di attaccare e roversciare tutti gl’Indegni e depravati che vengono sovente ellevati alle più alte Cariche; e questo senza verun particolare interesse, renderebbe un singolare servigio, o alla sua comunità o alla sua Patria.

Ebene 3► Zitat/Motto► Mi sovviene d’avere letto in Diodoro Siculo, esservi un picciolo animale molto attivo, da lui intitolato, se non m’inganno, Ichneumone, il quale sempre [26] cerca le Ova del Cocodrillo, e le rompe. Questo istinto è tanto, più singolare, in quanto l’Ichneumone non si nodrise di sorte. Senza la fatica di questo industrioso animale, l’Egitto, per quanto riferiscono le storie, sarebbe pieno di Cocodrilli, avvegnache le Genti del Paese sono sì lontane dal distruggerli, che gli adorano come Divinità. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

Se esaminiamo la condotta degli ordinarj Faziosi, ritroveremo, che, ben lontani dal rassomigliarsi a questo piccolo, e disinteressato animale, sieguono più tosto l’esempio di que Tartari selvaggj che cercano disfarsi d’un Uomo adorno di belle e buone qualità, col pensiero, che dopo la sua morte, tutto il di lui merito, per qualsivoglia impiego, si trasporta a quello, che l’ha immolato.

Si puole già vedere in alcuni de’ miei Fogli, che mi sono ingegnato di estinguere questo infelice spirito di Fazione. Mi sento tanto più animato a rendere qualche servigio, nel proposito, se vi è mezzo, in quanto sò, che infesta più le ville, che la Città. Contrae ivi una specie d’aria brutale, e di rustica ferocità, della quale gli accostumati a più polite maniere sono incapaci. Si estende fino alle riverenze, ed alle cavate di Capello; e nello stesso tempo, che i Capi di Fazione osservano frà di loro [27] un esterno civile, i loro emissari non vogliono ritrovarsi ascieme, ne meno ad un combattimento di Galli.

Questo umore feroce è la sorgente di molte periodiche adunanze, nelle quali si fomentano le vicendevoli stravaganze, per non dire niente d’una infinità d’imprecazioni, di rabuffate, di tumulti, che nascono ne’ Consegli, che vi si adunano di tempo in tempo per gl’interessi comuni.

Quando mi ritrovavo in Inghilterra dove regnano in grado supremo le Fazioni di Vihgs, e de Torris, ebbi occasione di fare viaggio con un Sig. di sfera, che mi ricevette, con gentilezza non ordinaria, nel proprio Cocchio, mentre si portava a suoi lontani Poderi. Questi mi confidò, che in villa era più Zelante Torris di quello fosse in Città, così portando il proprio interesse. In tutto il nostro viaggio non bevemmo un solo bicchiero di vino alle osterie de’ Vichgs. E se il Cocchiero si fermava a caso in qualche luogo sospetto, uno de’ suoi Uomini non mancava di correre a tutto galoppo, per arrivare il Padrone, e dirgli all’orecchio, che nell’ultima elezione l’oste avea dato il voto contro il tale. Questa Politica c’impegnò sovente ad essere male regalati, e nella Tavola, e nel Letto. Non cercavamo tanto le buone osterie, quanto gli osti; e purche i principj [28] dell’oste fossero all’intento, non abbadavamo gran cosa alle cattive vivande, che ci porgea.

Il peggio si era, che quanto più l’oste passava per Zelante, tanto più eramo male trattati, persuaso, che i suoi amici si contenterebbono della Carne magra, e de’ Letti duri. Cosi fino, ch’ebbi l’onore di quella nobile compagnia, ogni volta, ch’entravamo in un osteria, tremavo, massimamente allorche quel Sig. mi diceva, che il Padrone era un Uomo onesto.

Povero Paese lacerato dalle divisioni in tutte le parti. Le Fazioni vi distruggono quasi direi la virtù; ed il buon senno, e rende que’ popoli frà di loro crudeli. E un castigo proporzionato alle loro ribellioni. Molti lo conoscono, senza potervi mettere riparo. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1