Citation: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione CXXVI", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.3\126 (1728), pp. NaN-12, edited in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): The "Spectators" in the international context. Digital Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4983 [last accessed: ].


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Lezione cxxvi.

A letterati sopra il naturale istinto degli animali nella propagazione, e conversazione della propria specie.

Citation/Motto► Equidem credo, quia sit divinitus illis. Ingenium.

Virg. Georg. 1. 415. ◀Citation/Motto

Level 2► Il Cavaliere sovente mi burla, perche passo buona parte del mio ozio co’ suoi volatili. Mi ha sorpreso, due o tre volte in contemplare un nido di uccelli, e molte altre, mi ha veduto starmene una o due ore vicino ad una Gallina co’ suoi Pulcini. Mi dice, che conosco in particolare ciascuno de’ suoi Polli, chiama un certo Gallo mio favorito; e si lagna perche le sue Anatre, e le sue oche godono più la mia compagnia di lui. Cenfesso, che mi diletto assai in quel-[6]le osservazioni della natura, che si presentano in Campagna. Molto attaccato una volta alla lettura de’ Libri, che trattano della storia naturale, non posso trattenermi di non raccogliere quì le diverse rifflessioni, che ho ritrovate negli Autori e di non confrontarle a ciò che mi cade sotto gli occhi; anche convinto, che la storia naturale degli animali è una sorgente di Argomenti demostrativi per la Provvidenza.

La struttura di ciascuna sorta di animale è differente da quella d’ogn’altra specie; non vi è un minimo giro ne’ muscoli, o piccolo intreccio di Fibre di alcuno, che non le renda più proprie a quel genere di vita, a cui l’animale è destinato, di quello sarebbono ad ogni altra disposizione.

Il più violenti desiderj in tutte le creature riguardano la propagazione della loro specie, e la propria conservazione.

E uno stupore il vedere la premura, che i maschj e le femine si pigliano della loro prole, a proporzione della necessità di conservarla. Alcuni animali depongono le loro ova al caso, e le abbandonano, come gl’Insetti, e molte sorte di Pesci. Altri, d’una tessitura più delicata, cercano de’ luoghi propri a riceverle, per depositarvele, come il serpente, il Cocodrillo, e lo [7] struzzo. Ve ne sono, che covano le loro ova, e curano i loro pulcini sino, che siano in istato di provvedere da se alla propria sussistenza.

Qual nome si può dare al Principio, che dirige ciascuna specie degli uccelli ad isservare un certo piano; e conduce tutti gli individui della medesima specie a seguire lo stesso modello? Questo non e [sic] la Imitazione; mentre se faceste covare un ovo di Cornacchia da una Gallina, ed il pulcino, che n’escirà non abbi mai veduto alcun Nido de’ suoi naturali, ne costruirà uno della stessa dirò architettura per ogni verso, come tutti gli altri formati da quelli della propria specie. Ne meno si puo dire ch’è la Ragione, poiche se gli animali ne godessero presso poco, nello stesso grado degli Uomini, i loro edificj sarebbono così differenti comi i nostri, giusta le varie comodità, che si prefiggessero.

Non è una cosa molto osservabile, che lo stesso temperamento dell’aria, che eccita gli animali alla generazione, veste gli Alberi di Foglie, e le Campagne di Erbe, per mettergli al coperto, ed in sicurezza; produce, in oltre, una moltitudine infinita d’insetti, acciò servano di nodrimento a’ loro piccioli parti?

Chi non ammirerà la Provvidenza nel vedere, che la tenerezza de’ maschj. [8] e delle Femmine per la loro prole è sì violente Fino che dura; e che dura tanto tempo, quanto è necessario per la sua conservazione?

Metatextuality► Un Autore di credito riferisce un esempio ben singolare di questa tenerezza, che la natura ispira agli animali; e benche sia fondato sopra una sperienza un poco crudele, mi lusingo sarò scusato, se lo rapporto per esteso; avvegnache [sic] vivamente dimostra la forza del principio, di cui si tratta. ◀Metatextuality Level 3► Exemplum► Un Uomo, dice, espertissimo nelle incisioni, fè l’anotomia di una Cagna, e nel tempo de’ suoi più acuti dolori, le presentò uno de’suoi teneri parti; ella si pose subito a lambirlo, e parve insensibile al proprio male.

Ritirato il cagnolino, fissò gli occhi sopra di lui, ed escì in una lamentevole voce, che parea più tosto cagionata dalla perdita del suo parto, che dal tormento delle sue ferite. ◀Exemplum ◀Level 3

Ma, benche un tal’amore negli animali, sia molto più vivo di quello delle ragionevoli creature, la provvidenza però ha ordinato, che la madre non affaticasse, se non per tanto tempo, quanto è utile a suoi parti: subito, che questi ponno farsela da se, la madre desiste dalla sua tenerezza, e gli abbandona. Con tutto ciò, in questo Istinto, o in questo Amore, vi è qualche cosa di molto singolare, viene prolongato [9] di la dal suo termine ordinario, se la conservazione della sua specie il richiede. Gli uccelli cacciano da se i loro parti subito, che ponno ricercarsi il vitto; ma continoano a nodrirli, se la ritrovano attaccati al nido, o rinchiusi in una Gabbia, o fuori di stato di provvedersi da se la propria sussistenza.

In oltre questo Istinto negli animali non ascende dalla prole verso quelli, che l’hanno datta alla luce perche questo non è del tutto necessario alla continuazione della specie. Nelle stesse Creature ragionevoli questa inclinazione non ascende tanto quanto descende di Padre in Figlio alla Posterità. Si vede in tutte le Famiglie; che abbiamo più amore per quelli, che ci proteggono, e favoriscono, che per quelli ci hanno dato la vita.

Chi non istupirebbe nell’udire de’ Pirroniani che disputano in favore delle Bestie, e ci dicono a sangue freddo, che togliamo loro l’uso della ragione, per un principio di superbia?

La Ragione dell’Uomo comparisce in tutte le occasioni della vita, mentre la Bestia non ne dà verun segno, se non in ciò, che riguarda immediatamente la sua conservazione, è la propagazione della propria specie. Gli Animali sono frà di loro più saggi degl’Uomini, ma la loro saviezza è limitata ad un piccolo numero di oggetti, di là da quali [10] svanisce. Collocate una Bestia fuori del suo istinto la vedete spogliata d’ogni intelligenza.

Per servirmi d’un esempio assai comune, e che si puol’osservare ogni giorno: Con quale attenzione una Gallina non fà ella il suo nido in disparte, lontano dallo strepito, e dall’imbrazzo. Allor che vi depone le sue ova in maniera di poterle tutte cuopire, quale cura non si piglia ella di ritrovarli sovente, con desterità affinche partecipino ogni parte il calore vitale, e non si rompano? Obbligata ad allontanarsene per cercare la propria sussistenza, con qual’esattezza non vi ritorna pria che abbino tempo di raffreddarsi, e rendersi incapaci di produrre un Animale? Nella està, la vedete pigliarsi maggiore libertà ed abbandonare il suo nido anche per due ore intere; Ma nell’Inverno, quando il rigore della stagione potrebbe aggiacciare i principj della vita ne le Ova e distruggere il Pulcino, si rende molto più assidua nella sua incombenza, nè vi stà lontana piu di un’ora.

Quando i Pulcini sono in procinto d’escire, con quale vigilanza, e delicatezza, non gli ajuta à rompere la loro Prigione? Esciti, quale cura non si piglia per difenderli dalle ingiurie dell’aria, di somministrare loro il proporzionato nodrimento, ed ammaestrarli a ricercarlo? e pure notabile l’abbandono che [11] fa del nido, se le ova non danno segno del feto, dentro il termine ordinario. In somma, non si dà quasi operazione chimica, in cui comparisca, tant’arte, e tanta industria, come si osserva nella premura d’una Gallina circa il covare, e far nascere le sue ova. Vi sono eziando altri volatili, che hanno della sagacità incomparabilmente maggiore per tutti li versi.

Con tutta questa apparente industria assolutamente necessaria alla propagazione della specie, la Gallina considerata per altri capi non ha una scintilla di ragione, ne’ di senno. Ella piglia un pezzo di calcina per un ovo, e colla stessa assiduità lo riscalda. Non si accorge se il numero delle sue ova si aumenti, o si diminuisca. Non distingue i suoi da quelli d’un altra [sic] specie, e qualunque pulcino ne esca, ha per lui la medesima tenerezza, come per i suoi.

Per tutti questi capi che non hanno immediata relazione colla sua propria conservazione, o con quella della sua specie, ella mostra una grande stupidità.

Non vi è niente presso di me, più misterioso nella natura di questo Istinto degli animali: da una parte si accosta alla ragione, e quasi la supera; dall’altra infinitamente sen’allontana.

Non si può ricavare da verun’attributo della materia. Opera, di più, in meniera sì strana ch’è impossibile il con-[12]cepirlo come un effetto d’intendimento. Per me, lo considero come un principio della gravezza o peso ne’ Corpi, che non si puole spiegare con alcuna qualità conosciuta e inerente negli stessi corpi, ne con veruna legge del mecanismo; e giusta le migliori idee de’ più accreditati Filosofi non si può dire altro, se non, ch’è una operazione immediata del primo motore, e della divina Potenza, nelle sue Creature. ◀Level 2 ◀Level 1