Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.5\310 (1729), S. NaN-392, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4880 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cccx.

Agli Atomisti fautori del Caso, sopra i corpi animati.

Zitat/Motto► Facies non omnibus una Nec diversa tamen.

Ovid. Met. L. 11. 13. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Gli Antichi esperti nell’Anotomia, concludeano, circa la fabbrica interna, ed esterna del corpo umano, ch’era opera d’un essere Sapientissimo, ed Onnipotente. A misura, che gli Uomini diventarono più abili in questo, le loro scoperte dierono nuove occasioni di ammirare la Provvidenza nella formazione di questa machina Galeno ne rimase si tocco, che alla vista di struttura si ammirabile non potè a meno di non riconoscervi il dito del Supremo Monarca. E’ vero, che vi erano molte parti, delle quali gli Anatomisti antichi non sapeano il vero uso, ma vedendo la maggior parte addatate con arte maravigliosa alle loro funzioni, non dubitavano, che le altre non fossero costrutte per i loro fini respettivi, della stessa Sapienza. Da che si è ritrovata [387] la circolazione del sangue, ed i nostri Anatomisti moderni hanno fatte molte altre scoperte di grande importanza, veggiamo nuovi miracoli nella struttura del corpo umano, e penetriamo in molte sue parti, diversi considerabili usi sconosciuti presso gli stessi Antichi. Il corpo umano in somma è un Soggetto, che può soggiacere al più rigoroso esame. Benche alla prima occhiata senza averne, che una superficialissima cognizione, comparisca formato con tutta la possibile sapienza, quanto più si ricerca, tanto più si penetra, e si accresce la nostra ammirazione. Ciò che dico del corpo umano, può applicarsi a’ corpi di tutti gli animali, che hanno servito di materia alle Anatomiche osservazioni.

Il corpo d’un animale è obbietto proporzionato a’ nostri sensi. Egli è un particolare sistema della Provvidenza in termini sì angusti rinchiuso. Puol essere abbracciato dall’occhio, e con repplicato esame ricercato in tutte le parti. Se il corpo di tutta la Terra, ed anche di tutto l’universo fosse così soggetto alla ricerca de’ nostri sensi, nè fosse di troppa estensione, per la debolezza, de’ nostri occhi, e delle nostre mani, ci comparirebbe senza dubbio formato collo stesso artificio del nostro corpo. Vedremmo in [388] tutte le sue parti in generale, ed in particolare, la stessa concatenazione, la stessa dipendenza, la stessa necessità, e lo stesso uso la stella beltà [sic] , e la stessa armonia, che osserviamo ne’ corpi di ciaschedun’ animale.

Considerò quì la struttura de’ corpi animati, per un certo verso, il quale presso di me fa vedere, che chi gli ha formati è un essere sapientissimo, ed onnipotente, con evidenza pari a mille dimostrazioni. Io credo, che possiamo stabilire come incontrastabile Principio, l’azzardo, o il Caso non possa mai operare in maniera costante, ed uniforme. Se si gettasse sempre con dieci mila Dadi il medesimo numero, o se ciascheduna gettata superasse sempre cinque volte il numero della precedente, o fosse sempre cinque volte inferiore, chi non s’immaginerebbe, vi fosse qualche invisibile possanza, che dirigesse il colpo? Tale è il metodo, che osserviaviamo [sic] nelle opere della natura. Ciascheduna sorta di animale resta variata da differenti grossezze ciascuna delle quali è la base d’una distinta specie. Si scorrano tutte le sorte de’ Cani, o de’ Lioni, e si ritroverà, che la maggior parte delle opere della natura sono pubblicate, se mi è lecito servirmi di questa espressione, in diversi Formati di gran-[389]de, e di picciolo Volume. Se gettiamo gli occhi sopra i Rettili, o sopra gli animali, che vivono nell’acqua, vi osserviamo le medesime repetizioni, frà molte specie, che gran cosa non si distinguono frà di loro, se non nel taglio, e nella grossezza. La medesima Creatura, che comparisce in grande, rimane coppiata in diverse proporzioni fino, che si riduce in miniatura. Riescirebbe tanto nojoso, quanto inutile per quella, che sono versati nella Storia naturale, il dare loro esempi di questa regolare condotta della Provvidenza. La magnifica Armonia dell’universo è tale, che vi possiamo osservare un infinito numero di Consonanze, che girano sul medesimo Tuono. Potrei estendere questa idea fino alle parti insensibili della natura, nelle quali si vede la materia in diversi Similarj Sistemi, o vengano esaminate le stelle, ed i Pianeti, o le Pietre, ed i vegetabili cogli altri corpi sublunari. Dio in poche parole ha fatte vedere le ricchezze della sua Bontà, e della sua possanza, non solamente nella produzione di molte specie originali, e primitive, ma eziandio nella moltitudine di quelle, che ne discendono, per gradi, e formano altre specie.

Portiamo più lontano questo pensiero. Ciascheduna Creatura vivente, [390] considerata, in se stessa, ha diverse parti assai complicate, che sono esate coppie d’altre parti complicate nella stessa maniera. Sarebbe stato sufficiente un occhio al mantenimento, ed alla conservazione dell’animale; ma per migliorare il di lui stato, la natura glie ne ha dato un altro collocato, con matematica esatezza, nella medesima vantaggiosa situazione, della medesima grossezza, e della medesima tessitura. Il Caso potrebbe egli essere sì esatto, e sì uniforme nelle sue operazioni? quando da un millione di Dadi gettati all’aria ne risultasse due volte lo stesso numero, sarebbe incomparabile minore la maraviglia; ma quando veggiamo tale rassomiglianza nelle Braccia, nelle mani, e ne’ Diti; quando veggiamo, che una metà del corpo essatamente corrisponde all’altra metà, in tutti que’ piccioli, e delicati tratti, senza de’ quali l’uomo potrebbe sussistere; quando veggiamo cento volte replicate una parte nel medesimo corpo, benche composta d’innumerabili fibre, intrecciate con istuporosa maniera; e che tali parti si distinguono frà di loro colla grossezza, o colla picciolezza, giusta la esigenza del luogo, in cui si ritrovano; quando veggiamo, dico tutto ciò, bisogna ben’essere cie-[391]co per non iscuoprirvi la mano di Dio: Queste parti dupplicate, senza le quali egli averebbe potuto, benche non tanto bene, sussistere, sono una evidente Dimostrazione della infinita Sapienza del Creatore; e la grande conformità tra i vassellamenti moltiplicati nel medesimo corpo, apertamente convince, che non potrebbono essere opera del Caso. Questa Dimostrazione riceve nuovo grado di forza, se noi l’applichiamo a ciasceduno animale, ed Infetto in particolare, tanto a quelli, che ci sono palesi, quanto a quel numero infinito di Creature viventi, che a cagione della loro picciolezza, si sostraggono a’ nostri occhi; e se esaminiamo la rassomiglianza, per molti versi trà le specie di animali differenti, quanto conviene allo stato in cui si ritrovano, è assai più verosimile, che da un millione di Dati gettati a caso, ne risulti cento millioni di volte lo stesso numero, di quello sia, l’immaginarsi, che il corpo di qualche animale possa essere organizato dal fortuito concorso degli Atomi. Ma il volere, che il medesimo Caso si ritruovi in un infinito numero di esempj, porta seco una creduliltà, che sorpassa ogni termine di buon senno. Che sarebbe, se rifflettessimo, a due Ses-[392]si, in ciasceduna specie delle Creature viventi; alla rassomiglianza, che frà di loro, costantemente, mantengono, ed a ciò, che necessariamente li distingue per la conservazione di questo mondo animato?

Vi sono molte altre Dimostrazioni dell’essere Supremo, come pure della sua Sapienza, Possanza, e Bontà infinita, che risplendono nella formazione del corpo d’una Creatura vivente, per le quali rimetto i miei Leggitori a’ Libri, che ne trattano con estensione; essendomi io applicato al solo pensiero, che gira in tutta questa Lezione, perche non l’ho veduto ben’espresso altrove. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1