Référence bibliographique: Cesare Frasponi (Éd.): "Lezione CCLXXXV", dans: Il Filosofo alla Moda, Vol.5\285 (1729), pp. 193-200, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4855 [consulté le: ].


Niveau 1►

Lezione cclxxxv.

A‘ Perfidi traditori dell‘onestà, ed agli amanti delle giuste sentenze.

Citation/Devise► Heu, quis te casus dejectam conjuge tanto
Excipit? Aut que digna satis fortuna revisit?

Virg. AEneid. III. 317. ◀Citation/Devise

Niveau 2► Mi accade sovente il correre da un Libro all’altro, affine di riempirmi la mente di varie idee, e dispormi alle mie giornaliere occupazioni. Dopo avere impiegata un’ora in questo esercizio, rimane sempre qualche cosa, che serve a nodrire la immaginazione. I Libri, che meglio mi piacciono, sono le Storie, quando sieno ben fondate. Il cuore dell’uomo naturalmente è inclinato alla giustizia; e quando leggiamo una Storia, dove il Reo, totalmente indegno di compassione, resta finalmente punito, l’anima gode un certo piacere, nel vedere il [194] il suo diritto vendicato dell’insulto recatole dalla colpa. Questo si proverà meglio col racconto d’un tragico avvenimento, più che colle generali mie riflessioni.

Niveau 3► Allorche Carlo Duca di Borgogna Sovranominato l’Ardito, possiedeva vasti Dominj, oggi uniti al Regno di Francia, riempiè di favori, e di ricchezze Claudio Rhynfault, un Todesco, che l’aveva servito nelle Guerre, contro gl’insulti de’ suoi nemici. Grande parte della Zelanda era allora soggetta al Duca, Principe di tutta bontà, e di singolare Giustizia. Rhynfault, che non avea altro talento, se non il coraggio, seppe abbastanza dissimulare per ingannare il suo Padrone, il quale lo riguardava come Persona di onore, e di fedeltà illibata, senza difetto, che gl’impedisse di osservare le regole della Giustizia. Sua Altezza, così prevenuta in suo favore, gli conferì il Governo della sua Capitale nella Zelanda, allora vacato. Rhynfault, appena entrato al possesso di tale Impiego, gettò gli occhi sopra Sephira bellissima Moglie d’un ricco Mercante della Città nominato Paolo Danuelt. Niveau 4► Hétéroportrait► Oltre il naturale calore, e la smoderata inclinazione per le Donne, avea la destrezza per insinuarsi nel loro cuore. Conosceva il piacere, che si prova nel possiedere l’amorosa corrispon-[195]denza d’una Bella; ma era totalmente all’oscuro delle convenienze, delle dolcezze, e delle politezze, che nelle anime nobili, accompagnano una Passione onesta. Avea con tutto ciò, sufficiente lume per intendere il linguaggio, che d’ordinario riesce presso le più deboli del Sesso; e poteva esprimere colla bocca una Passione, che non sentiva nel cuore. Era di quegli animi brutali, che ponno ritrovare gusto nel violare la Innocenza, e la Bellezza, senz’avere un grano di pietà per l’oggetto, che gli alletta. ◀Hétéroportrait ◀Niveau 4 La Ingratitudine è un vizio inseparabile dall’uomo lascivo, e il godimento d’una Donna, per chi non cerca, se non di soddisfare una Passione, che lo incommoda, è sempre seguito dall’avversione, e dal disgusto. Rhynfault rissoluto di venire a capo del suo disegno sopra la Moglie di Danuelt, pose tutto in opera per introdursi presso di lei; ma informata del suo carattere, e delle sue mire, non trascurò niente per evitare la insidia. Convinto, che per le vie ordinarie, non ne sarebbe mai riescito, fè metter prigione il Marito sotto pretesto, che mantenesse corrispondenza co’nemici del Principe, impegnato di loro dare la Città nelle mani. Il successo corrispose all’attentato. Il giorno antecedente al destinato per la morte dell’infelice Da- [196] nuelt, comparve la di lui Moglie nella Sala, dove prostrata a piè di Rhynfault, gli abbracciò le ginocchia, ed implorò la, sua Clemenza. Egli per occultare il piacere, che sentiva nel vederla pigliata un aria grave, le dimandò se conosceva il carattere d’una Lettera, che trasse dalla Saccoccia, e disse a voce alte: Se volete giovare a vostro Marito, dovete informarmi, con distinzione, sopra quanto sapete di questa Cospirazione, e nominarmi tutti suoi complici, mentre tutti credono, ch’egli troppo vi ami per occultarvi cosa veruna. Indi con affettato rigore, le comandò, che si levasse, e lo seguisse. Appena gionto al suo Gabinetto, tutti i Domestici si allontanarono, e vi fè entrare la Donna; e pigliata un aria dolce, ed affabile, diventò supplicante egli stesso; e la schernì sopra un’afflizione, da cui era sì facile il liberarsene. Persuasa del suo cattivo dissegno, cercò distogliernelo, e colle lagrime agli occhi, lo scongiurò di avere riguardo alla innocenza di suo Marito. L’Impudicizia, al pari dell’ambizione, s’impossessa di tutte le facoltà dell’anima, e del corpo, e le impegna a seguirla. I pianti della Giovane, l’amarezza del cuore, l’allargamento delle braccia, l’unione delle mani, e la veemenza delle suppliche, dierono rillievo alla sua Beltà, e via più [197] infiammarono le ree brame dell’Indegno. Questa unica Passione aveva in lui affogato ogni principio d’umanità, sì che le disse apertamente, di non poter vivere contento senza il di lei possesso, onde se volea riscattare la vita di suo Marito a questo prezzo, dovea risolversi a pronunciare la sentenza di vita, ò di morte, da quel momento fino al mezzodì del giorno vegnente. Dopo così empio decreto, vedendola agitata, ed in istato proprio ad insinuare al volgo, che il loro trattenimento era stato d’ogn’altra cosa, la fè condurre alla porta. Oppressa dal dolore, si portò alle Carceri, dove aprì al Marito quanto era passato, ed il fiero combattimento, che aveva sostenuto frà la tenerezza verso la di lui Persona, e la Fedeltà dovuta al suo Letto. Lo Sposo vergognandosi di confessare ciò che il timore gli suggeriva, per la vicina morte, si lasciò fuggire alcune parole, dalle quali intese, ch’egli non la crederebbe disonorata per un azione, a cui era persuaso, che non aderiva col cuore. Con questa permissione indiretta di salvargli la vita, che non aveva coraggio di perdere per salvare l’onore, pigliò da esso congedo.

Nella seguente mattina la sfortunata Sapphira si portò tosto a ritrovare il Governatore, e guidata in uno Apparta-[198]mento rimoto si remise a’ suoi voleri. Rhynfault lodò i suoi vezzi, e si lusingò d’avere indi con essa un libero commercio; e le disse, con aria gajosa, e piena di amorosi trasporti, che andasse à cavare suo Marito dalla Prigione, ma le soggionse, non dovete, mia cara, avervi a male, se ho pigliate le buone misure, acciò in avvenire non abbino ostacolo le nostre corrispondenze. Queste ultime parole presagirono alla infelice la funesta sorte di suo Marito, che ritrovò per ordine del Governatore ucciso.

Sapphira, ch’era sempre stata lagrimante, e che aveva tollerata, co’gemiti, quella prova indegna, non trammandò, nè sospiri, nè pianti, alla vista di spettacolo sì crudele, che la rese immobile, sotto il peso del suo dolore. Dopo ritiratasi a Casa, ed implorato l’ajuto di quello, che vendica, ò tosto, ò tardi, la innocenza oppresa, risolvete di portarsi segretamente dal Duca. La di lei Bellezza, e l’aria rispettosa, che communica l’afflizione, se ne rendettero facile la udienza. Gionta alla presenza del Prencipe, così espose le sue querele: Eccovi è Gran Principe uno infelice, che è stanca di vivere, benche sia vissuta fin ora con Innocenza, e nella pratica de’ suoi doveri. Voi non potete rimediare a suoi infortunj, ma potete vendicarli. Se la protezione degl’infelici, ed il castigo [199] de’ Rei è impresa degna d’un Gran Principe, offro al Duco di Borgogna un ampio motivo di sostenere la sua alta riputazione, e di lavare la infamia sparsa sopra la mia.

Indi gli pose in mano un memoriale, che contenea la narrativa della sua funesta avventura. Questo venne letto dal Principe, con tutti i movimenti, che ponno eccitarsi dallo sdegno, e dalla pietà in un Sovrano geloso del proprio onore, ed amante della prosperità ne’ suoi fedeli vassalli.

Fu subito chiamato alla Corte Rhynfault, e confrontato con Sapphira in presenza d’alcuni membri del Consiglio, e dello stesso Principe, che gli domandò se conosceva quella Donna? Rhynfault, rinvenuto alquanto dalla sua sorpresa, disse al Duca, cha la sposerebbe, se l’Altezza sua volesse ricevere questo passo, come una giusta riparazione del suo fallo. Il Duca si mostrò contento, e fè subito celebrare i sponsali. Disse poscia al Governatore: voi siete gionto fino a questo passo forzato dalla mia auttorità; Ma non crederò mai, abbiate della tenerezza per lei, quando non le facciate una Donazione di tutto il vostro, onde lo possa godere dopo la vostra morte. Spediti questi due Atti, il Duca, che ne volle essere testimonio, si rivoltò alla Donna, e le disse: Altro di presente non mi rimane, che mettervi al possesso dei Beni, che vo- [200] stro Marito ha avuta la bontà di donarvi. Indi comandò che Rhynfault fosse subitamente decapitato. ◀Niveau 3 ◀Niveau 2 ◀Niveau 1