Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCLXXIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.5\279 (1729), S. 153-157, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4849 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cclxxix.

A quelli che debbono avere ordine, massimamente nelle Conversazioni, e ne‘ Libri.

Zitat/Motto► Cui lecta potenter erit res
Nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo.

Hpr. A. P. v. 4C. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Metatextualität► Trà le mie Lezioni, che dono al Pubblico, ve ne sono alcune scritte con ordine, e metodo; ed altre, che formano quella sorta di composizioni intitolate Assaggi. Per quello riguarda le prime, tengo, prima di collocarle sopra la carta, tutto il mio piano in testa. Per quello s’aspetta alle altre, mi basta d’avere sopra un soggetto molti pensieri, senza imbarazzarmi di radunarli sotto certi capi generali, dove compariscano nascere gli [154] uni dagli altri. ◀Metatextualität Seneca è un modello del secondo genere di scrivere, e Cicerone risplende nel primo. Quando leggo un Autore d’ingegno, che scrive senza metodo, mi pare d’essere in un Bosco pieno di magnifici, e numerosi Alberi, che s’innalzano confusamente, l’uno frà l’altro. Quando leggo un Discorso metodico, mi ritrovo, per così dire, in luogo piantato a scacchi, dove collocato ne’ differenti suoi centri, posso vedere le Linee, e le camminate, che di là partono. In quello si puole girare un giorno intero, ed iscuoprire ad’ogni momento qualche cosa di nuovo, ma dopo avere ben passeggiato, non vi rimane, che una idea confusa del tutto. Nell’altro, l’occhio abbraccia tutta la Prospettiva, e ve ne porge sì esatta la idea, che non è sì facile perderne la memoria.

La irregolarità, e mancanza di ordine non sono perdonabili, che agli uomini di grande sapere, ò di singolare ingegno. Questi d’ordinario troppo abbondano di pensieri, e per cio gettano le loro Perle a piene mani al Leggitore, senza pigliarsi d’infilarle la pena.

Il metodo riesce vantaggioso in un’Opera, e per lo Scrittore, e per chi Legge. Per lo Scrittore, è di grande soccorso alla di lui invenzione. [155] Quando ha formato il Piano del suo discorso, si ritrova quantità di Pensieri, che nascono da’ suoi capitali assunti, e che non si erano offerti alla di lui mente, allorche non ne avea esaminato, se non all’ingrosso, il soggetto. I suoi pensieri, in oltre, posti in tutta la loro luce, e nel loro ordine naturale, diventano più intelligibili, e palesano meglio il termine, a cui feriscono, di quello facciano, gettati a caso sulla carta senza ordine, e senza unione. Nella confusione vi è sempre della oscurità, e la stessa Periodo, che posta in un luogo avrebbe illuminata la mente del Leggitore, lo imbarazza, collocata in un altro. Corre, presso poco, lo stesso de’ pensieri in metodico Discorso, come delle Figure in un Quadro, che ricevono nuove grazie dalla situazione, in cui si ritrovano. In somma, i vantaggi, che da tale Discorso risultano al Leggitore, corrispondono a quelli dello Scrittore. Facilmente concepisce le cose, vi osserva con piacere il tutto, e la impressione riesce di più lunga durata.

Il metodo non è meno necessario nelle ordinarie Conversazioni, di quello sia nelle Composizioni, quando si voglia parlare per farsi intendere. All’udire i dibattimenti, che si fanno nelle conversevoli adunanze, veggo esservi gran-[156]de bisogno di metodo, per adunare i pensieri, che fuggono dalla bocca ora dell’uno ora dell’altro. Di dieci questioni, che si trattano in certe politiche Scuole, non ve n’è una, la quale non si disperda la termine di trè, ò quattro Periodi. Fanno codesti Disputatori come la Seppia, per difendersi da qualche pesce nemico, che la riduce alle strette, annerisce tutta l’acqua, che la circonda, e si toglie così a’ suoi occhi. Chi non sà mettere i suoi pensieri bene in ordine, s’ajuta colle parole; e nasconde il frutto immaturo trà là eccessiva quantità delle foglie.

Ebene 3► Exemplum► Il Sig. Broglio è il più irregolare disputatore del mondo. Ha tanta Lettura, che basta a renderlo impertinente all’estremo. Sa formare molti dubbj, e non sà risolverne uno. E peccato, che abbia tanto sapere, ò che non ne abbia molto di più. Con tali cognizioni si erge in Filosofo esente da pregiudizj. Ritrova molte cose da biasimare nel governo del suo Paese, e porge giusti sospetti, che non creda una vita a venire. Egli è, in poche parole, un Ateo tanto espresso, quanto lo possa essere per relazione al suo ingegno. Ha studiata una mezza donzina di cose communi, sopra le quali mai lascia di far cadere la conversazione, per quanto sia lontana. Per esempio, benche si tratti di Gibilterra, ò di [157] Porto Maone, vi è da scommettere dieci contro uno, che attaccherrà gli Ecclesiastici. Da questo nasce, che viene ammirato da chi hà men senno di lui, e dispregiato da chi più di lui ne possiede. Non vi è alcuno da lui più temuto del Sig. Saggio. Questo che conosce la sua maniera di argomentare, e fino dove arrivi la sua Logica; appena sente, che abbandona il supposto, lo ferma, e gli dimanda: Che ne siegue da questo? Siamo tutti d’accordo sopra ciò, che voi dite, ma còme vi entra nel proposito di cui si tratta? Hò udito, alle volte, il Sig. Broglio parlare mezz’ora continua, con una meravigliosa eloquenza da trionfante, ed in un subito reso muto dal Sig. Saggio col solo priegarlo di spiegare alla compagnia quale sia il fine del suo Discorso, e qual cosa intenda provare. In poche parole il Sig. Saggio ha la mente limpida, e metodica, ma parla poco, ed ha sopra il Sig. Broglio il vantaggio, che gode un corpo di truppe ben regolate, sopra numerosa, e indisciplinata milizia. ◀Exemplum ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1