Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCXLVII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.6\347 (1730), S. NaN-284, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4775 [aufgerufen am: ].
Ebene 1►
Lezione cccxlvii.
A quelli, che vogliono ricavare frutto da sogni.
Zitat/Motto► Quale per incertam Lunam sub luce maligna
Est iter in sylvis:
Virg. En. VI. 270. ◀Zitat/Motto
Ebene 2► Metatextualität► Il mio corrispondente sognatore Signor Ombra mi ha scritta una seconda Lettera, in cui sono molte curiose osservazioni sopra i sogni in generale, con un metodo per rendere il sonno utile all’anima. M’immagino, che un estratto della sua Lettera non ispiacerà a miei Leggitori. ◀Metatextualität
Ebene 3► Brief/Leserbrief► Già che abbiamo si poco tempo da perdere, si dovrebbe metterlo tutto a profitto; ne veggo, per quale ragione, trascuriamo di essaminare le scene immaginarie, che ci occupano in tempo del sonno, per lo solo motivo, che han-[280]no minore realtà delle nostre meditazioni, in tempo di veglia. Un viandante, che non volesse consultare la sua Carta, perche non vi sono in essa di fatto le strade maestre, o perche, in vece d’ un Borgo, vi e posto un punto, o una cifra in luogo d’ una Città: o perche bisogna spenda una lunga giornata nello scorrerne due, o tre palmi, richierebbe di passare per un uomo di poco buon senno. La Immaginazione ne’ sogni ci da presso poco il medesimo piano della vita, che la Carta ci somministra de’ Paesi; e benche le sue rappresentazioni sieno immbrogliate, e confuse, si puole bene spesso osservarvi la traccia di certi nobili pensieri, che seguiti con attenzione, ci ponno condure al vero sentiere della virtù, o della prudenza. Vi è qualche cosa di sì dolce, e di sì allettativo nel nostro chimerico bene, e qualche cosa di sì afflittivo, e di sì orribile nel nostro male immaginario, che se bene la innazio-[281]ne del corpo ha dato luogo di chiamare immagine della morte il sonno, la vivacità della immaginazione vivamente c’insinua, esservi in poi qualche principio, che non può mai morire.
Mi sono più d’ una volta meravigliato, che Alessandro il grande, il quale venne al mondo dopo molti sogni de’ suoi parenti sopra la di lui nascita, ed aveva egli medesimo un’assai buona disposizione a sognare fosse solito dire, che il sonno gli faceva conoscere d’esser mortale. Per me che in tempo di veglia non ho da eseguire sì vasti progetti, che possano distogliere la mia attenzione da questa materia, chiaramente mi accorgo, che nelle operazioni dell’anima nel tempo, in cui riposa il corpo, vi è il concepimento d’ una vasta estesa proporzionata alla capacità, il quale dimostra la forza di quella divina parte di noi medesimi, che durerà in eterno. Io pure non dubito, che se avessimo [282] il conto esatto delle prodezze fatte all’ ora dal menzonato Eroe nel sonno, la di lui conquista di questo piccolo Globo terrestre non meriterebbe quasi d’essere nominata. Di più io ardisco dire senza vanità, che quando paragono molte sue azioni, registrate in Quintocurzio, con alcune delle mie raccolte nel mio nottuario, comparisco più grand’ Eroe di lui.
Per aggiugnere qualche cosa alle rifflessioni or accennate, osserverò, che in tempo di veglia possiamo fissare i nostri pensieri sopra cio, che ci aggrada, la dove, nel sonno, non abbiamo la stessa facoltà. Le idee, che colpiscono la immaginazione vi s’ innalzano senza nostra elezione, o vengano da ciò, che si è passato nel giorno, o dallo stato, in cui si ritrova, o si mette in Letto, o dalla influenza di qualche spirito superiore.
È certo, che la immaginazione puol’ essere si diversamente impressionata nel sonno, che le nostre [283] azioni del giorno siano ricompensate, o punite con un breve secolo di Felicità, o di miseria. S. Agostino dicea, che se nel Paradiso vi fosse la medesima vicenda di vegliare, e dormire, come nel mondo, i sogni de’ suoi abitanti sarebbono molti felici,
Di più, i nostri sogni dipendono sì bene per qualche verso da noi, che sono, d’ordinario, conformi alle idee, che abbiamo avute in tempo di veglia di maniera che, non è impossiaile [sic] il trasportarsi ad un concerto di Musica, ad un trattenimento, con Amici lontani, o ad’ ogn’ altro essercizio, che ha di già servito di occupazione all’ anima.
Quelli, che vogliono servirsi di queste aperture, ritroveranno essore d’un’assoluta necessità l’impiegare bene il giorno, se vogliono avere buona la notte. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3
Mi avvisa il Signor Ombra in una postilla, ch’ egli non ha verun dirito alla visione, che siegue [284] dopo la sua prima Lettera, ed aggiogne che il di lei Auttore [sic] sogna sì di buon’ senno, che sarà facile l’incontrarlo, una, o l’altra notte sotto il grande Olmo vicino al quale Virgilio ci ha data una sì bella Immagine metaforica del Sonno, per leggerne qualche Foglio insieme, e dare conto al Pubblico de’ sogni che vi si ritrovano. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1