Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCXV", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\215 (1728), S. 138-142, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4555 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione ccxv.

Alli veri Amici.

Zitat/Motto► O mihi Thesea pectora juncta fide!

Ovid. Tirst. L. I. 304. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Metatextualität► Questa Lezione non conterrà, che un Ritratto abbozzato dell’amicizia, dove non osserverò ordine alcuno nelle mie riflessioni, per non replicare ciò che si è tante volte detto sopra un sogetto si dibatuto. ◀Metatextualität

L’Amicizia È una viva inclinazione, che impegna due Persone a procurarsi il loro vicedevole bene Benche i più celebri Scrittori della morale abbino diffusamente parlato de’ piaceri, e de’ vantaggi d’una vera amicizia; e l’abbino considerata come il costitutivo della umana felicità non si vede, gran cosa praticata in questo mondo.

Ciascheduno è disposto a dare una lunga serie delle virtù, e delle qualità, che esige da un Amico, ma sono radi quelli, che cercano di acquistarle in se stessi per gli altri. La Benevolenza, e la stima sono i primi principj dell’Amicizia sempre [139] imperfetta quando l’una o l’altra vi mancano.

Se da una parte si vergognamo di amare una Persona, che non è degna di stima: dall’altra, per quanto siamo convinti da’ suoi bei talenti, non si puole mai accarezzare con ardore, quando non si abbi della benevolenza per lei.

L’Amicizia bandisse la invidia, in qualsivoglia guisa questa si mascheri. Ogni Uomo, che puole dubitare, una sola volta, se goderebbe di vedere il suo Amico più fedele di se, dee rimanere persuaso, ch’egli è all’oscuro di tale virtù.

Vi è qualche cosa di si grande, e di si nobile nell’Amicizia, che ne’ poemi eroici ad onore di qualche Persona, gli Autori hanno creduto dover rappresentare il loro Eroe sotto la idea di buon Amico, come pure di Fedele Amante. Ebene 3► Exemplum► Achille al suo Patroclo, ed Enea al suo Acate nel primo di questi due esempi possiamo riflettere, per la riputazione dell’amicizia. Che la Grecia fù quasi rovinata dall’Amore di quegli eroi, ma che fù salvata dalla loro Amicizia.

L’umore ed il genio di Acate c’insinua una osservazione, che si può fare sopra i stretti vincoli de’ grand’Uomini, che scelgono più tosto i loro Amici per le qualità del cuore, che per quelle dell’ingegno, e proferiscono la sincerità unita ad un dolce umore, fa-[140]cile, e compiacente, a tutti que’ talenti. Che fanno tanto strepito nel mondo. Io non sò che Acate il quale viene dipinto come il principale Favorito di Enea dia nè un parere, nè un colpo di spada in tutta le Eneide ◀Exemplum ◀Ebene 3

L’Amicizia, che fà meno strepito e sovente piu utile della fastosa; e su questo fondamento ancora preferirò amico prudente al Fervoroso.

Ebene 3► Exemplum► Attico uno de’ più onesti Cittadini di Roma Antica, è un esempio considerabile di quanto avvanzo. Questo Personaggio illustre, frà le guerre civili, che laceravano la sua Patria. Quando il fine degli uni, e degli altri ugualmente mirava alla sovversione della pubblica Libertà, maneggiò sì bene la stima, e l’amicizia due competitori, che ritrovò il mezzo di servire i proprj amici dall’altro partito. Allo stesso tempo, che inviava del danaro al Giovane Mario, il di cui Padre era dichiarato nemico della Repubblica, erano uno de’ principali Favoriti di Silla, stando sempre a di lui Fianchi.

Durante la Guerra trà Cesare, e Pompeo tenne sempre la stessa condotta. Dopo la morte di Cesare somministrò danaro a Brato ne’ suoi bisogni; e prestò mille buoni ufficj alla moglie, ed agli Amici di Antonio quando parea rovinato il suo Partito, Finalmente nella sanguinosa Guerra frà Antonio, ed [141] Augusto conservò sempre l’amicizia dell’uno, e dell’altro, in maniera che Antonio per quanto riferisce Cornelio nepote, quanto si ritrovava in qualche parte lontana da Roma, gli scrivea pontualmente ciò che facea, ciò che leggea, e dove avea disegno portarsi; e che Attico gli rendea un esato conte de’ suoi affari. ◀Exemplum ◀Ebene 3

D’ordinario si crede, che la conformità della inclinazione per tutti i versi produca la benevolenza vicendevole trà due Persone; ma questa conformità è sì poco neccessaria che si osservano Persone di differente umore, amarsi con tenerezza sovente piace di ritrovare in un Amico le qualità che ci mancano. essendo l’amico agli occhi del mondo un’altro noi stessi, crediamo di avere, in qualche maniera diritto per attribuircele.

Non vi è niente più difficile dell’avvisare con proprietà un Amico de’ suoi mancamenti. Per ben riescirne, dobbiamo portarsi in maniera che egli concepisca vi è più il suo interesse, che il nostro vantaggio. Cosi i rimproveri debbono essere radi, e sempre ben fondati, senza pericolo di sbaglio veruno.

In difetto di tale precauzione, il desiderio, che ha di piacere puole cambiarsi in disperazione di riescirne, in vedersi accusato di que’ difetti, de quali non si conosce reo. Un’animo umanizato, ed [142] intenerito dall’amicizia non puole tollerare frequenti rimproveri; o soccombe al peso, o diminuisce assai a stima, e l’amicizia verso la Persona che gli e li fà.

Il vero dovere dell’amicizia è d’ispirare ardire, e coraggio. Un cuore così animato supera se medesimo; per altro languisce e doventa è quasi immobile, se gli manca tutto in una volta questo soccorso.

La negligenza d’un Amico è in qualche maniera più scusabile di quella d’un Parente. I doveri verso l’Amico risultano dalla nostra elezione. Quelli verso il Parente dalla natura.

Se non si dee romperla coll’Amico, non ostanti li suoi diffetti, per timore non venga biasimata la nostra elezione. Con più forte ragione non si dee mai abbandonare l’Amico virtuoso, e saggio a fine di non meritare il rimprovero d’avere perduto un Tesoro inestimabile, di cui godeano. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1