Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CXCV", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\195 (1728), S. 21-29, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4535 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cxcv.

Agli educatori della Gioventù sopra un nuovo metodo per avvanzarlo nelle virtù morali.

Zitat/Motto► Fugit equum tenera docilem cervice magister
Ire viam quam monstrat eques

Hor. L. I. ep. 11. 64. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Metatextualität► L’Autore di cui ho pubblicato due Lettere sopra la educazione della [22] Gioventù, me ne scrive, allo stesso proposito, una terza. Le sue idee mi pajono si giuste, e si nove, che non posso dispensarmi dal communicarle al Publico. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Filosofo

Se certe indispensabili facende non mi avessero divertito, avreste ricevuto più presto ciò che mi rimane dirvi sopra il punto della Educazione. Potete arricordarvi, che nell’ultima mia cercai di esporre le ragioni più forti, che possano addursi a favore sì della domestica Educazione, sì di quella delle scuole, o de’ Collegi. Si crederà forse, che io mostrassi più inclinazione per quest’ultima, benche, per altro accordassi, che la virtù, preferibile ad ogni cosa, si acquista più facilmente nella particolare.

Voglio adesso proporre quì un metodo, con cui parmi, che i Giovani possano formarsi alla virtù a misura, che si avvanzano nè loro studj.

So che nella maggior parte delle pubbliche scuole, si coregge, e si punisce il vizio; ma questo non basta, quando la Gioventù, non v’impari a giudicare con serietà, le cose, ed a conoscere in che consista la soda virtù.

A tal’ effetto, quando leggono le vite e le azioni degli Uomini illustri, e famosi del mondo (Lezione che non si [23] dovrebbe omettere) non si dovrebbe restringere, ad insegnare, loro il Latino, o la Retorica, ma bisognerebbe interrogargli sopra ciò, che pensano della tale azione, o del tale discorso; ed obbligarli a dire le ragioni per le quali condannano l’una, ed approvano l’altra. In questa maniera insensibilmente giognerebbono alle giuste idee, che si debbono avere del Coraggio, della Temperanza, dell’onore, e della equità.

Quando si tratta di proporre loro un Esempio, si dee avvertire di non raccomandarlo in generale, ma solamente in ciò che è degno di Lode: i più gran’Uomini hanno i loro difetti. Senza questa precauzione, sovente accade, che qualche Giovane rimane abbagliato da un sublime Carattere che confonde le sue virtù co’ suoi vizj; ed ammira ciò che merita nn (sic!) sommo dispregio.

Ebene 4► Exemplum► Mi sono più volte meravigliato nell’udire che Alessandro, il quale era d’un naturale buono, generoso, e compassionevole, si rendesse colpevole d’un azione si barbara, come quella di strascinare dietro il suo Gocchio il Governatore d’una Città. Sò che d’ordinario si attribuisce una tale azione alla grande stima, ch’egli avea per Omero; ma ho ritrovato, da poco un passo in Plutarco, che, se non m’inganno, ce ne scopre meglio il vero motivo. Dice, che Alessandro ebbe in sua gioventù un [24] Precettore nomato Licimaco, il quale, malgrado la sua naturale impolitezza, guadagnò la grazia di Filippo, e dello stesso Alessandro a segno, che doventò il primo dopo il loro nel Regno; per avere dato il nome di Peleo al Rè, quello di Achille al Principe, ed essersi addotato egli stesso quello di Fenice. Non è dunque da stupirsi se Alessandro, avvezzo non solamente ad ammirare Achille, ma eziandio à rapresentare il personaggio credette vi fosse della gloria, immitandolo in atto di si barbara crudeltà. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Per aggiognere qualche cosa di, più a questa idea, vi lascio giudicare se in vece di applicare un Giovane, a formare un Tema, o a comporre de’ versi, soliti esercizj de’ Collegj, non sarebbe meglio occuparlo, una, o due volte la settimana, a mettere in iscritto la sua opinione sopra le Persone, e sopra le cose, che ritrova nella Lezione a discorrere, per esempio, sopra le azione di Turno, o di Enea; a mostrare in che erano eroiche, o difettuose, a biasimare, o lodare un certo passo, ad osservare come questo avrebbe potuto ricevere un più alto grado di perfezione, e per quale verso ne sorpasserebbe un altro, o ne rimarrebbe al di sotto. Potrebbe pure, allo stesso tempo, osservare, ciò che vi è di morale in una Arringa, e fino a qual punto si accordi col Carattere di chi la fa. Tale esercizio gli rassode-[25]rebbe presto il giudizio sopra ciò, che è degno di vitupero, o di applauso; e gl’inserirebbe, da buon’ora, i principj della morale.

Oltre gli esempj, che si ponno ritrovare ne’ libri, mi piace molto la massima di Orazio: vuole si pongono dinanzi agli occhj della Gioventù i belli, o infami Caratteri de’ loro contemporanei. Questo, dice, era il metodo, che suo Pader osservava per impegnarlo a seguire qualche virtù, o ad allontanarsi da qualche vizio: Ebene 4► Zitat/Motto► “quando mi esortava, soggionge, alla temperanza, o alla frugalità: Contentati, dicea, mio Figlio del poco, che ti adduno: vedi il Figlio d’Albino quanto pena a sussistere? Barto non pane: ha mangiato il tutto.”

“La loro miseria di dee servire di buona lezione, ed insegnarti a sparagnare il tuo. Se volea ispirarmi l’orrore alla dissolutezza colle Donne: arricordati, mi dicea, di non rassomigliarti à Settano. Se volea distogliermi dall’imbrattare il Talamo d’un altro: non ti potrai ammogliare da Uomo d’onore, mi dicea; non vedi qual’ è la cattiva riputazione di Trebonio, che fù sorpreso in adulterio? Per insinuare fin dove giunga la efficacia d’un tale metodo, e conclude, che niente fà tanta impressione nell’animo della Gioventù, quanto una morta acca-[26]duta nel vicinato, sopra l’animo di quelli, che vi si ritrovano infermi. Questi sul timore di morire si condannano alla dieta, benche, per altro, abbino grande appetito.” Lib. I. Sat. IV. V. 107. 115. 126. 129. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

Le scuole di Giustizia, delle quali Xenofonte parla nella storia di Ciro, sono assai note. Ci dice, che i Fanciulli de’ Persiani vi andavano ogni giorno, per apprendere la giustizia, come quelli de’ Greci frequentavano le loro scuole ordinarie per imparare le lettere. “I loro Governatori, aggiogne, applicano la maggior parte del giorno nel giudicare le loro differenze; mentre ne insorgono trà di loro come trà le persone di età più avvanzata, si accusano, bene spesso, di furti, di rapine, di violenze, di furberie, e d’ingiurie, Se qualcuno rimane convinto, viene punito; nè lascieno di castigare, collo stesso rigore, chi avesse accusato un innocente. Ommetto la decisione sopra le due vesti, l’una troppo longa l’altra troppo corta, per la quale venne castigato lo stesso Ciro; essendo nota al pari d’ogn’altro Caso rifferito nel Littletone.

Il Metodo, che i Gymnosofisti delle Indie seguiano per educare i loro Discepoli, riesce anche più curioso, e più degno di riflessione. Ecco in quale maniera Apulejo ce lo descrive, Ebene 4► Zitat/Motto► “quando [27] è pronto il Desinare, pria che si servano in Tavola i maestri dimandano a ciascuno de’ scolari ciò che han fatto dopo levato il Sole: Alcuni rispondono, che, eletti Giudici trà due persone, sopra certe loro vertenze, hanno evacuata la contesa, ed riunite ascieme le parti. Altri provano d’avere eseguiti i commandi de’ loro Parenti. Ed altri, che hanno ritrovata qualche cosa di nuovo per la loro applicazione agli studj, o che l’hanno appresa da’ loro Compagni. Ma se ven’è alcuno, il quale non possa mostrare d’avere impiegata la mattina in qualche cosa di utile, viene posto in disparte, ed obbligato ad affaticare, in tempo che gli altri si cibano.” ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

Dagli accennati varj metodi per ispirare la virtù a Fanciulli non è impossibile il formarne un generale. Quello intendo si è, che non si puole mai incominciare troppo presto nell’inculcare a nostri Giovani la virtù; le prime impressioni sono sempre più vive, e di più lunga durata.

Un autore di grido fà dire a Telemaco, che per quanto fosse giovane era già invecchiato nell’abito di custodire il segreto proprio; e di non tradire quello degli altri. Quando mio Padre, aggionge questo Principe, partì per andare all’assedio di Troja, corteggiato da [28] tutti li Signori dell’Itaca, mi pigliò sopra le sue ginocchia, e dopo avermi, con tenerezza, bacciato, disse loro: Ebene 4► Zitat/Motto► “miei Amici, vi lascio questo Figlio a me sì caro; abbiate cura della sua Fanciullezza. Se mi amate, allontanate da lui la perniciosa adulazione: insegnategli a vincere se stesso. Sopra tutto non vi scordate di renderlo giusto, benefico, sincero, e fedele nel custodire il segreto. Queste parole, continua, Telemaco, che si ebbe cura di sovente ripetermele, mi penetrarono al fondo del cuore; le replicavo ogni giorno a me stesso. Gli Amici di mio Padre ebbero l’attenzione di esercitarmi, da buon’ora, al segreto. Mi ritrovavo, peranco, nella più tenera fanciullezza, quando mi confidavano tutte le pene, che risentivano veggendo mia madre esposta a grande numero di temerarj, che cercavano di sposarla: cosi venivo trattato, fin d’allora, come un Uomo ragionevole, e sicuro; mi si communicavano i più rilevanti affari, e particolarmente quanto si era rissoluto per deludere que’ pretendenti. Ero rapito dal giubilo, che si avesse tanta confidenza nella mia persona. Per ciò mi credevo un Uomo già fatto: mai me ne sono abbusato: mai mi è fuggita di bocca una sola parole, che potesse scuoprire il minimo segreto. [29] Cercavano, bene spesso, i pretendenti di farmi parlare, sperando, che un fanciullo, il quale avesse veduta, o udita qualche cosa di grande importanza, non saprebbe tacerla, ma io sapevo ben rispondere senza mentire, e senza palesare ciò, che non doveasi dire.” ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

Appena si dà virtù, a cui un Giovane coll’esempio, e coll’uso, non possa in tale guisa formarsi.

Ho inteso a parlare d’un bravo maestro, il quale, alle volte regalava i suoi scolari con certa quantità di danaro, per chiedere lor, il giorno vegnente, in che l’avessero impiegato. Il terzo dovea essere distribuito in limosine, e ciascheduno era lodato, o biasimato a misura del merito, o della indegnità dell’obietto, che avea eletto.

Si come il soggetto, di cui ho trattato, è di tutta la importanza, nè so, che verun’autore ne abbi scritto, con tale idea, ve ne trasmetto i pensieri suggeritimi dalla meditazione, e da’ Libri, con piena libertà di sopprimerli, o di pubblicarli, come vi piace. Sono &c. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1