Référence bibliographique: Cesare Frasponi (Éd.): "Lezione CCCLXXXI", dans: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\381 (1730), pp. NaN-217, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4347 [consulté le: ].


Niveau 1►

Lezione ccclxxxi.

Alle Donne Virtuose particolarmente Pazienti.

Citation/Devise► Quamquam animus meminisse horret luctuque refugit;
Incipiam.

Virg. Aen. II. 12. ◀Citation/Devise

Niveau 2► Niveau 3► Lettre/Lettre au directeur► Sig. Filosofo.

PEr l’avvantaggio del bel sesso, che istruite, mi sia permesso l’offrirvi il Carattere di due Donne le più virtuose del nostro Secolo. Elle ponno servire di ornamento al loro sesso, e rilevare la gloria della loro nazione, la qua-[206]le non si farà meno onore dall’averle poste al mondo di quello facesse la Grecia d’avere dati i natali ad Omero+i.

Niveau 4► Exemplum► Sappiate dunque, che un Signore delle più antiche Famiglie (il nomaremo col semplice titolo di Conte) ebbe la fortuna di sposare una Dama, che aveva tutte le qualità dell’Anima, e del corpo capaci a renderlo felice. Ma insensibile a tale vantaggio, non ebbe mai per lei, nè i riguardi, nè la Benevolenza, che meritava, ciò non tolse a questa fedele Sposa lo stare sempre attaccata a‘suoi doveri, ed il mostrargli frà cattivi trattamenti, che riceveva tutta la immaginabile sommessione.

Giunse indi questo Nobile Giovine al disegno di venire alla separazione, che non tardò di communicare alla Dama: all’udire questa oribbile nuova, non seppe rattenere i primi sconcerti; ma dopo essersi un poco raccolta, e dopo avere asciugate le lagrime, si [207] gettò a suoi piè, e così gli parlò: Sò, Conte, che merito i castighi del Cielo, e forse vuole Dio, che io soggiaccia a questo, benche non mi paja di meritarlo da voi; Ma giacche questo è il vostro desiderio, avendo io sempre stimato mio dovere il compiacervi, sono pronta a soffrire questo affronto, il più crudele, che mi sia caduto; Non avere per tanto, che a fissare il tempo.

Seguì la separazione, ed il Conte gli accordò un’annua pensione proporzionata alla di lei nascita; Ma dopo qualche tempo la diminuì, e le ordinò, che si allontanasse da’ suoi Parenti, e dalle sue Amiche, e che rinunziasse alla sua qualità, in maniera, che non si sapesse, nella sua nuova dimora, chi ella era. La buona Dama, che aveva fatto un longo, e duro noviziato di sommessione, ubbidì senza lagnarsi, alla volontà del suo Tiranno; Ma le restrinse tanto a poco a poco i mezzi della sus-[208]sistenza, che finalmente la ridusse senza nè meno una serva a segno, che si sparse per la città il rumore della sua morte.

Su questa falsa nuova il Conte ne pigliò il duolo con tutte le forme solenni, ed allo stesso tempo la fè avvertire da quello, che aveva la incombenza di pagarle la Pensione, che non le avrebbe più somministrato niente, se avesse pensato di ritornare al mondo, e di contradire alla divolgata sua morte. Avezata [sic] all’ubbidienza, più non comparve in pubblico, nè alcuno dubitò fosse per anco vivente.

Qualche tempo dopo un suo amico lo priegò di portarsi seco a Cena, dove ebbe la occasione di attraversare la sua Cucina. Vi osservò una Giovane, la di cui bell’aria lo toccò sì sul vivo che volle subito salutarla; Ma ella se ne difese in maniera sì modesta, e sì polita, che non servì, se non a [209] via più infiammarlo a segno li proporle sul fatto i suoi Sponsali. La serva gentile rispose: Conte vi è tanta sproporzione trà voi e me, e vi riescirebbe sì disonorevole questo passo, che non mi lascia credere posiate avere tale disegno. Ma mi confido, che la Divina Bontà, mi preserverà dal cadere in peccato, e da ogni azione che non sia onesta. Il buon senno, ed il candore di questa risposta, non ferono, che irritare la passione del Conte, si che le protestò di non avere altra cosa in mira, se non il matrimonio, soggiungendo, che non dipendeva, che da lei il concludere dentro quella settimana corrente.

In fatti pochi giorni dopo fu celebrato, e la buona condotta della nuova Sposa, ornata di soda pietà, e di profonda umiltà, le attrasse la stima anche di quelli, che non la conoscevano; La voce sopra la morte della prima Sposa, non ebbe più contradizione alcu-[210]na. Questa passò per l’unica, e vera, si che venne rispettata, e visitata dalle prime Dame di qualità.

Il Conte perdette tutta la memoria della sua prima campagna, e la trascurò in maniera, che non avrebbe avuto di che vivere, se non le avesse fatto credito un generoso Artiggiano, mosso a compassione verso le sue miserie. Indebitata, con lui per la somma di quindici scudi, ella si portò segretamente a ritrovarlo, è così gli parlò: Io vi sono già debitrice di buona somma, nè ho niente più cuore del pagarvi; il mio caso è assai fuori dell’ordinario; sulla speranza, che siate per custodire inviolabile il segreto, vi dirò, che sono la moglie d’un Signore, che ne ha sposata un altra, e che per sua negligenza mi ha ridotta a sì deplorabile stato; ma cio che più m’imbarazza è il vostro credito. Vi prego per tanto darmi qualche consiglio. L’Artigiano dopo avere per [211] qualche momento pensato, rispose: Permettetemi Signora, che io vi faccia arrestare, e che i ministri vi maltrattino sotto le Finestre del vostro Sposo; ma siate persuasa, che vorrei più tosto perdere il mio credito, che vedervi a soffrire veruno strapazzo, se non mi lusingassi, ve ne debba risultare un considerabile vantagio.

La buona Dama vi diè la mano; l’assalirono i Birri, e gionta in faccia alla Casa di suo Marito; fece resistenza di non passare più oltre. Allora coloro, che non sogliono avere principio alcuno di umanità, si posero a strascinarla, a tirarla per i capelli, ed a lacerarle le vesti, il che fè accorrere il popolaccio, e cagionò tanto bisbiglio, che la Dama di casa si fè alla Finestra. Alla vista di sì compassionevole obbietto, spedì la sua Cameriera, acciò s’informasse del tutto, ed avendo inteso, che era una povera Dama condotta, alla prigione per un debito di quindi-[212]ci Scudi. Oh, esclamò, che aspettino un poco, andate loro a dire, da mia parte, che vengano quì, e che li pagherò io stessa. Uno de’ Birri così presentò, a cui disse: perche siete così crudeli verso quella povera Dama? Ella è nostra prigioniera, rispose: il debito non è pagato, ed il Creditore ha ordinato di condurla Prigione: è nostro obbligo il condurvela, e perche ricusava di andarvi, fummo costretti ad usarle delle violenze. Tenete, disse la Dama, ecco il vostro Credito, e le vostre spese; rilasciate la Prigioniera, e fattela quì venire.

Niveau 5► Dialogue► Appena spediti li Birri, venuta la Dama afflitta, le si rivolta, e le dice: Signora voi avete l’aria, e le maniere di persona riguardevole, il che raddoppia la mia afflizione, vedendovi in sì deplorabile, stato. Vi priego dirmi chi siate, e per qualche via potrò indi provvedere a vostri bisogni. Signora, rispose la povera desolata, la vostra carità mi riescirà sempre buona, ma vor- [213] rei, che deponeste la brama di conoscermi. Bisogna bene, repplicò l’altra, ch’io sappia, chi siate, acciò possa, a misura della vostra qualità, sovvenirvi. Mi pare, ripigliò la meschina, troppo strano, che una Persona sì virtuosa, e sì liberale, quale voi siete, rimanga esposta all’afflizione, che ve ne risulterebbe dalla mia dichiarazione. Io non veggo, disse la nuova Sposa, di potervi avere altro interesse, se non quello, a cui m’impegna la carità, verso tutti quelli, che la meritano. , soggiunse la prima, il mio caso vi tocca troppo sul vivo. Questo appunto, rispose l’altra, me lo fà esigere con premura. Già che la pigliate su questo piè, concluse la Povera, sappiate, che io sono la Sposa legitima del Conte N. N., che ho prima di voi diritto sopra di lui, il che voi, senza dubbio non avete saputo; e se si fosse degnato somministrarmi il [214] semplice sostenimento, le mie querele non avrebbono denigrato il suo Carattere, persuasa, che il mio risentimento, non avrebbe prevenuto la sua colpa, e che voi non siete rea di verun mancamento, poiche la voce della mia morte vi giustifica. Ed io avvezza a fare della sua volontà la regola delle mie azioni, che lo riguardano, avevo conseguito sopra di me la forza di compiacerlo, anche in questo, e di non aprire mai la bocca, come avrei fatto, se un assoluta necessità, non mi avesse costretta di venirne allo scoppio.

Signora, ripigliò la ingannata Sposa, saprò prima che venga la notte, la verità del fatto, e se sarà tale quale lo dite, siate certa, che, non solamente abbandonerò il Letto del Conte, ma impiegherò tutti i miei sforzi per la vostra riconciliazioine con lui. L’aspetto, a momenti, nè sarebbe a proposito, che quì vi ritrovasse al suo arrivo. Così vi priego dirmi dove alloggia- [215] te, affinche non riesca inutile la mia buona intenzione per voi; degnatevi pure, vi supplico, d’accettare questa borsa, dove ritroverete di che sovvenire a vostri bisogni. ◀Dialogue ◀Niveau 5

Appena partita la Dama, gionse il Conte, e sorpreso dalla oppressione, in cui vide la moglie, le ne dimandò subito la cagione: Niveau 5► Dialogue► Conte, gli disse, un doloroso avvenimento poco fa mi ha scuoperto un grave segreto sopra di cui, sono per farvi una inchiesta, e vi prego rispondere, con quella verità, con cui sarete obbligato, un giorno rispondere dinanzi a Dio. La vostra prima Sposa per anco, sen vive? Dopo alcuni momenti di silenzio; Che, rispose, avete forse udito parlare di lei? Non è per anco un’ora, soggiunse ella, che ho pagato un debito per cavarla dalle mani de’ Birri che la conducevano prigione, che le hanno lacerate le vesti, e l’hanno assai maltrattata, perche resisteva [216] d’andarvi. Dalla sua propria bocca ho inteso il di lei stato, e la di lei qualità. Parmi eziandio, me lo palesasse con tutta la repugnanza, sul timore d’inferire qualche pregiudizio al vostro onore. Così, Conte, io non vi farò più niente in avvenire, benche sempre, disposta a servirvi in tutt’altro, che dipende da me; nè avrò mai riposo, fino che non siate riunito colla vostra prima, e vera Sposa. ◀Dialogue ◀Niveau 5

Abbandonò in fatti la Casa, e da lui ottenne, che ripigliasse la sua Moglie, la quale per i buoni ufficj dell’altra visse con lui il rimanente de’ suoi giorni in pace. Morì poscia questa, ed il Conte ripigliò, morendo anch’egli, una vitalizia pensione di mille cinquecento Scudi, ch’era il più potesse fare a tenore delle proprie facoltà.

Questa illustre Vedova ne destinò mille all’anno ad un Ramo [217] della Famiglia più vicina del Conte decaduto, riserbandosi i cinquecento, per vivere, ritirata con qualche onestà. Sono pochi anni, che ha terminata una vita, la quale ha edificati tutti quelli, che ebbero la forte di riconoscerla. ◀Exemplum ◀Niveau 4

Vi ho esposta la verità tutta nuda; e dovete esserne persuaso sulla parola di chi & c. ◀Lettre/Lettre au directeur ◀Niveau 3 ◀Niveau 2 ◀Niveau 1