Référence bibliographique: Cesare Frasponi (Éd.): "Lezione CCCLXXIV", dans: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\374 (1730), pp. 149-155, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4340 [consulté le: ].


Niveau 1►

Lezione ccclxxiv.

Agli Innamorati non corrisposti.

Citation/Devise► Tantum inter densas, umbrosa ca-
cumina, fagos
Assidue veniebat: ibi hac incondita
solus
Montibus, & silvis studio jastabat in-
nani.

Virg. Eclo. II.3. ◀Citation/Devise

Niveau 2► Metatextualité► E’ Qualche tempo, che ho ricevuta la seguente Lettera, la quale potrà non essere disgradevole alli miei Leggitori di cuore tenero, e di poche facende. ◀Metatextualité

[150] Niveau 3► Lettre/Lettre au directeur► Signor Filosofo.

Nella settimana passata morì un mio Amico d’una Febbre cagionatagli dal passeggiare troppo tardi, all’aria serena frà suoi mietitori. Debbo avvertirvi, che era molto inclinato all’Agricoltura, ed a’Giardini; e che ne formava le sue più care delizie. Aveva qualche traverso, che pareva non quadrasse col suo per altro egli buon senno. Benche fosse civilissimo, e molto ben’ educato, non poteva trattenersi di mostrare la sua inquietezza, quando si ritrovava in compagnia di Donne; e l’attenzione di scansare certa camminata del suo giardino, una volta da lui la più frequentata, diè luogó a molte vane conghietture nel villaggio dove faceva la sua dimora. Dopo la sua morte furegammo nelle sue scritture, e ne scuoprimmo la ragione, da [151] lui mai insinuata, nè meno a’ suoi migliori Amici. Era stato nella sua prima gioventù appassionato Amante, come si raccoglie dalle Lettere, che ha lasciate. Vi mando una copia dell’ultima, che ha in tal proposito scritta; e vedrete, che vi nasconde il vero nome della sua Innamorata, sotto quello di Zelinda.

͈Niveau 4► Lettre/Lettre au directeur► La lunga assenza di un mese mi riuscirebbe insopportabile, se l’affare, che mi occupa, non fosse per servigio della mia cara Zelinda; e di tale natura, che me ne risveglia la memoria ad ogni momento Ho ammobigliata la mia Casa, giusta il vostro gusto, ò se volete, giusta il mio, già che mi sono avvezzato a non approvare se non ciò che a voi piace. L’appartamento destinato a vostro uso è una sì esatta copia di quello in cui abbitate, che sovente, quando mi abbatto d’entrarvi, stando sovra pensiero, credo [152] essere presso di Voi; ma sospiro, allorchè non vi ritrovo quella che deve goderlo. Dalla Finestra del vostro Gabinetto avrete la più graziosa vista, che mai possano somministrare li nostri Paesi. Ne avrei almeno questa idea, se la estesa, e la varietà de’ villaggi, non mi suggerissero subito la distanza, che frà di noi si ritrova.

I Giardini sono di grande vaghezza: tutte le Siepi sono guernite di Caprifoglio: Vi sono delle Pergolate, e delle Arcate, in ciascuno degli angoli; E ne ho formato d’intorno al mio soggiorno un picciolo Paradiso Terrestre. Ho ordinata una camminata, per due Persone, dove mi lusingo di godere, col mezzo della vostra conversazione, mille, e mille piaceri. Di già vi passeggio tutte le sere; ed ho formato un sentiero vicino alla Siepe di questa picciola camminata, sul gradi-[153]to pensiero, in cui ero, che voi mi camminaste a fianco.

Mi sono più volte trattenuto in questa gradita Ritiratezza con voi, dove stanchi dal passeggiare, ci siamo affisi in una Camminata di Gelsomini. I trasporti di gioja, ne’quali lascio cadermi tra queste immaginarie conversazioni, mi hanno da qualche tempo, reso il soggetto delle ciarle. Un Giovane Contadino, che fa l’amore alla Figlia del mio Gastaldo, mi ha scuoperto, e ne ha sparso per ogni contorno il rumore.

Per quello riguarda le fruttifere Piante, non ho trascurati i Persici da voi tanto amati. Ho fatta piantare una camminata di Olmi, lungo il Fiume, e vi ho fatte seminare da per tutto delle Primavere, sulla speranza debbano gradirvi al pari di quelle, che si veggono alla vostra moderna Casa di Campagna, avendovi [154] qualche volta udita a parlarne.

Oh! Zelinda, quale piano d’una vita felice, non ho io, nella mia immaginazione tracciato! A quai sogni non mi abbandono io, anche vegliando! Quando saranno passate le sei settimane, che mi tengono lontano dalla felicità, di cui mi lusingo!

Come potete voi sì bruscamente interrompere la vostra ultima Lettera, e dirmi, che dovete aggiustarvi, per andare ad una Conversazione? Se amaste quanto io amo, non ritrovereste più compagnia nella folla, di quello ritrovi io nella mia solitudine.

Sono & c. ◀Lettre/Lettre au directeur ◀Niveau 4

Sul roverscio della Lettera, aveva il Difonto scritto di propria mano il fatto, che siegue.

“Memoria. Dopo avere, una settimana intera, aspettata la [155] risposta a questa Lettera, corsi alla Città, e ritrovai, che la perfida aveva sposato il mio Rivale. Tollererò questa disgrazia da uomo ragionevole; e cercherò di rendermi felice in seno di questa solitudine, che avevo, con tutta la maggior diligenza, ornata per una Indegna, ed Ingrata. ◀Lettre/Lettre au directeur ◀Niveau 3 ◀Niveau 2 ◀Niveau 1