Référence bibliographique: Cesare Frasponi (Éd.): "Lezione CCCLXVII", dans: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\367 (1730), pp. 101-106, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4333 [consulté le: ].


Niveau 1►

Lezione ccclxvii.

A quelli che si dilettano di Scrivere Lettere in versi.

Citation/Devise► Neque enim concludere versum
Dixeris esse satis; neque, si quis scribat, uti nos,
Sermoni prepiora, putes hunc esse Poetam.

Hor. L. I. Sat. IV. 40. ◀Citation/Devise

Niveau 2► Niveau 3► Lettre/Lettre au directeur► Sig. Filosofo.

Alcune goffe, e pedantesche lettere, sparse per la Città, mi hanno somministrata occasione di offrirvi qualche riflesso sopra l’arte di scrivere Lettere in versi. Questa è una sorta di appartata Poesia, della quale non credo, che nissuno scrittore dell’arte Poetica abbia mai detta una sola parola. O pure dirò, che non vi è stato nè Secolo, nè Nazione, in cui sia sta-[102]ta si coltivata come gli altri Generi di Poesia. Puole, se gli aggrada, un uomo di talento scrivere Lettere in versi sopra ogni Soggetto capace di essere abbellito, o co’tratti d’ingegno, o colla beltà della figura, e renderle col nuovo giro, che gli dà gradite al gusto di tutto il mondo. Quando parlo della Epistolare Poesia non intendo se non di que’ Scritti, che sono stati in uso presso gli Antichi; e che alcuni moderno hanno voluto immitare. A due Classi puole ridursi questa sorta di scritti: In una vi pongo le Lettere Amorose, le Lettere che riguardano l’Amicizia, e le Lettere che versano sopra soggetti lamentevoli, e fastidiosi. Pongo nell’altra quelle, che si ponno intitolare Famigliari, Critiche, e Morali, ed a queste si ponno aggiugnere le Lettere, nelle quali regnano la giovialità, e l’ingegno. Ovidio nelle prime; ed Orazio nelle altre sono i migliori [103] ginali che ci rimangono.

Chi cerca di riescire nella maniera di Ovidio, ma però con più onestà, deve prima esanimare il proprio cuore, per vedere se le passioni dalle quali è animato, particolarmente quelle di tempra più dolce, giuocano a loro aggio, e con qualche specie di regolarità; mentre non è l’ingegno, ma la tenerezza, e la delicatezza de’ sentimenti, che dee muovere i Leggitori. La versificazione pure de’ essere Naturale, e dolce, con tutti i numeri correnti, ed armoniosi.

Le qualità ricercate, per iscrivere Lettere giusta il modello di Orazio, sono di tutt’ altra Natura. Chi vuole spiccare in questo genere, de’ avere un gran’ fondo di buon senno maschio, e vigoroso; vi de’ aggiugnere una profonda notizia degli uomini, come pure degli affari del secolo, in cui si ritrova; e de’ costumi, che regnano. Bisogna, che abbi la mente provveduta, de’ Precetti più ap-[104]plauditi nella morale, e piena, di delicati pensieri, sopra i luoghi luminosi, ed oscuri della vita umana. Dee possiedere lo scherno più fino, ed intendere le delicatezze, come pure le assurdità della Conversazione. De’ avere un timore di spirito vivo, con una maniera facile, e concisa di esprimersi Non dee dire niente, che senta l’aria d’un solitario, ma dee comparire in tutto uomo del mondo, che respira un aria libera e disinvolta. Le sue illustrazioni, i suoi Paragoni, e la maggior parte delle sue immagini, debbono esse pigliate dall’ordinario tenore di questa vita. I tratti di Satira, e di Critica, come pure gli Eloggi frammischiati, per così dire di passaggio, ed in giudiziosa maniera, animano, e molto adornano le composizioni di questa natura. Ma il nostro Poeta di Lettere, per quanto sieno famigliari, s’arricordi sempre, che scrive in versi, e che per conseguenza, dee stare attento di non [105] cadere nella Prosa, nè alcuna volgare Dizione, quando la natura del soggetto di tutta necessità, noll’essiga. Alcuni Critici pretendono, che Orazio si sia nel proposito un pò troppo allargato, ed abbi assai trascurato il verso; il che pare abbi riconosciuto egli stesso.

Aggiungo alle due accennate maniere di Scrivere Lettere, che se le persone dotate delle qualità necessarie vi applicano, ponno riescire gradite, ciascheduna nella propria specie, al pari d’ogn’ altra sorta di Poesia; e che la ultima, ben maneggiata, puole diventare molto istruttiva, a differenza della prima, che per lo più riesce lubrica, e perniciosa all’onestà.

Sono & c.◀Lettre/Lettre au directeur ◀Niveau 3

Mi fo lecito di aggiugnere una o due riflessioni, a quelle del mio ingegnoso corrispondente; ed osserverò da principio, che i soggetti più sublimi ponno trattarsi con vantaggio, in forma di Let-[106]tere, come nella famosa di Orazio ad Augusto. Ci sorprende, il Poeta col suo stile pomposo, e pare, che il caso gli abbi somministrato l’assunto, senza verun premeditato disegno. Si rassomiglia ad un Rè, che viaggia incognito, con una mescolanza di famigliarità, e contegno, quando la dignità del soggetto strascina il Poeta a qualche descrizione, o a qualche sentimento, direste, che il tutto nasce da sè, e che è animato da una specie di Entusiasmo; ritorna poscia, e con buona grazia, ricade nello stile naturale di Lettera. ◀Niveau 2 ◀Niveau 1