La Gazzetta Veneta: N. XCI

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N.° XCI.

Mercoledì addi 17. Decembre 1760.

Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

Citação/Lema

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Fine delle Osservazioni sulla lettura del Dizionario Istorico Critico~i di Pietro Bayle~i.

Metatextualidade

Non è cosa difficile l’immaginarsi, che le osservazioni sopra la lettura del Dizionario del Bayle, saranno riuscite secagginose alla maggior parte de’Leggitori della Gazzetta. A molti avranno dispiaciuto, perchè non n’erano interessati, e molti le avranno riprovate, come declamazioni pedantesche. L’osservatore, che le tronca, per far piacere agli uni, ed agli altri, chiede perdono del tedio e della noja recata; loda la vasta erudizione del Bayle, ma conferma la sua proposizione, con cui asserisce.

Nível 3

Citação/Lema

Che la lettura del Dizionario Storico Critico~i di Pietro Bayle~i è pericolosa per tutti quelli, i quali non sono provveduti d’altra erudizione, e d’altre nozioni, fuori di quelle sole che vanno procacciandosi con tale lettura.
Nelle osservazioni v’è la verità, se poi questa dispiace, non è colpa dell’osservatore. Ma, non era materia da Gazzetta; dirà tal’uno. E (sic.) vero: la moda è di dilettare, e non di giovare.

Citação/Lema

All’invittissima città di Venezia~k
L’abate Frugoni~k fra gli Arcadi comante eginetico,
Che dopo molti anni tornato a rivederla,
nuovamente ne parte.

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Exemplo

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Citação/Lema

Sonetto~k.
Restar potessi, ove Tu guidi, e reggi In lieto stato la fedel tua Gente, O sempre invitta in Terra, e in Mar possente Città, che Atene, e Roma in un pareggi. Te Saggia onoro fra quei Patrj seggi Dove al Tuo meglio, ogni voler consente, Tutta valor, tutta consiglio, e mente Forte d’Armi, e di Navi, e d’auree Leggi. Qual ti lasciai, tal ti riveggo, e tale Te vedran tutti i Secoli vestuti, O d’Adria~k cara al Ciel Donna immortale. E s’io torno a lasciarti, a Te devoti Torneran sempre sulle fervid’ale I miei dolci sospiri, ed i miei voti.
Questo sì è uno di que’moderni Poeti, che possono servire di guida agli animi, e a agl’intelletti di coloro, che seguono le Muse. Chi bene considera questo Sonetto ritroverà, che il sentimento del cuor di lui è dipinto, ed espresso con una verità, ch’è visibile a ciascheduno. Vedi nobilissimo legame, che v’ha fra il suo cuore, e la mente. Quello è tutto desiderio, e amore per Venezia, ma vedesi, ch’è stato mosso dalle riflessioni della mente, la quale ha considerato il lieto stato di lei, la gente fedele, la sua potenza, e grandezza. L’intelletto ha veduto qual si ritrova al presente, ed il cuore esce con quella affettuosa scappata, nobilitata da un annunzio non meno nobile, che affettuoso. Qual ti lasciai tal ti riveggo, e tale ec. L’ultima terzina, fatta quasi per iscusa di sua partenza è tutt’anima ed affezione. Queste sono di quelle picciole Statue, ch’hanno in sè ogni bella armonia, e proporzione, e mostrano la squisitezza del sentimento, e l’immaginativa fervida e giusta. L’espressioni sono robuste, molto contenenti in breve, e chiarissime. In somma questo è il pensare, e lo stile, che fa onore a’Moderni Poeti.

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Al gentilissimo signor Aretofilo~k
Fronimo Salvatico. S.

Carta/Carta ao editor

Io non sò quello, che vi debba per la vostra condizione civile, poichè la nostra corrispondenza è in ispirito, per parte di cui tutti gli uomini sono eguali; ma sò, che per questo verso, ancora, io debbo alla gentilezza vostra moltissimo, e riconosco in voi talenti maturi, e fecondi, come debbon essere riconosciuti da tutti quelli, che leggono, o la vostra assennata Prosa, o la vostra sugosa Poesia. La pazienza, che dite d’aver avuto di tradurre in Versi sciolti Italiani, il Saggio sopra l’Uomo~i, del celebre Pope, profondo ne’suoi pensieri, e massiccio ne’suoi versi, sarebbe di gran piacere a tutti i veri conoscitori del buono, se ne faceste, a pezzi almeno, un regalo al Pubblico, che da lungo tempo desidera, di vedere tradotto, e non parafrasato; come molti hanno fatto; quel capo d’opera di Filosofica Poesia. So che non avrete potuto vedere senza sdegno, certe Lettere Filosofiche in Versi Martelliani. In esse il Pope, e (sic.) difformato; e il nuovo Poeta Filosofante non smentisce la confusione della propria fantasia. Nè vi venisse talento di scusarvi colla età vostra tenera, perchè quelli, che s’è cimentato col Pope nell’originale Inglese, e che porta, meritamente, il nome d’Aretofilo~i, da a divedere, che la virtù, nelle anime bennate, non aspetta il numero degl’anni. Felice voi, Aretofilo Gentilissimo, che così per tempo vi siete procacciato capitali ubertosi, di cognizioni, e d’idee, colle quali non correte rischio d’inciampare nelli pregiudizj del Mondo Civile, nè nelli vizj del Morale! Felici quelli, che hanno vegliato alla vostra educazione, e che hanno saputo coltivare la rara fecondità de’vostri talenti, e dare il vero tuono al vostro felice ingegno! Quale mai non sarà la vostra riconoscenza, e qual mai non sarà il loro compiacimento? Potevate, con tutti i doni del Cielo ricevuti, cadere fra le mani di qualche material Pedante, che v’avesse riempiuta la testa di cose mal’assortite, ma non v’avesse insegnato a ragionare. In quale, ed in quanto vostro grave danno sarebbe ridondato questo pernizioso; ma pur troppo usato, metodo, voi ve ne potete accorgere. Privo dell’uso, e dell’esercizio della facoltà estimativa, ogni lampo d’idea, avreste preso per idea perfetta, ogni embrione di qualche cognizione, avreste creduto cognizione completa; e quindi, quanti mostruosi errori d’intelletto, e quanti viziosi atti di volontà, non sarebbon mai derivati? Chi v’avrebbe preservato dal prurito di parlare senza meditazione? Chi avrebbe ordinato il filo de’vostri ragionamenti? Chi avrebbe sgomberati dalla vostra mente i paralogismi? vi sarete accorto a questa ora, e nel produrvi nel gran Mondo sempre più v’accorgerete, che per mancanza di buona facoltà estimativa, gli uomini sposano delli falsi principj, e colla miglior’intenzione del Mondo, e fanno, e dicono delle assurdità. Povera Gioventù ammaestrata a macchinalmente parlare! Felice voi, uso ed esercitato nel ben pensare! Vi chiedo scusa, Aretofilo gentilissimo, se parlando con voi di queste cose, porto l’acqua al Mare. Nè io sono da tanto, di dar consigli, nè voi avete bisogno di riceverli; onde non è altro lo scopo mio, se non che di congratularmi con voi, di compiangere gli altri, e di pregarvi a voler, per grazia, continuare verso me nella amicizia, che m’andate dimostrando per vostra gentilezza.

Cose da vendere.

In Montagnana ritrovasi una rara, scelta, e ottima qualità di vino, tratto da un terreno, ch’è nominato le Figare, celebrato per li squisiti vini, che produce.

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Narração geral

Questo però è fatto con particolari diligenze dal Sig. Girolamo Lazzari Chirurgo, abitante in Piazza di Montagnana. Viene tenuto in fiaschetti, e in bottiglie ancora, e si dà ad un prezzo convenevole. Il Sig. Formey Filosofo, il quale come si vedrà, consola le persone infermiccie, e insegna loro sobrietà, e infinite cautele, non avrà mai tanto concetto, e applauso quanto questo vino, il quale veramente si dice, che sia ottimo, e atto a tentare ogni custode più cauto della sua salute, a farne la prova; e chi sa che non sia anche migliore di tutte le consolazioni Filosofiche, per discacciare la malinconia, e qualche disagio dai corpi umani. Gli Antichi approvano talvolta il cioncare.

Citação/Lema

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Citação/Lema

Non festa luce madere
Est rubor, errantes et male ferre pedes.

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Exemplo

E Ippocrate Maestro della Medicina (chi lo crederebbe?) da per sovrano rimedio al mal d’occhi il bere del vino; e alcuni Medici Inglesi dicono, ch’è validissimo rimedio il bere assai, contro a’pedignoni, da noi detti Buganze. Quando il vino facesse qualche giovamento agli occhi, o anche alle calcagna, e alle dita, io lo metterei fra le consolazioni Filosofiche per le persone infermiccie.
Libri da vendere. Certi argomenti di Libri pieni di promissioni strane, che non fanno algi Uomini, nè bene nè male sono inutili al Mondo; e peggiori sono quelli ancora, che insegnano pazzie, stravaganze, sottigliezze, ch’escono della via della verità, e vogliono provare, che la bugia, e (sic.) verità. Dio ce ne guardi. All’incontro i veri Libri, e degni d’esser letti da ciascheduno sono quelli, che mostrano una continua intenzione di giovare al prossimo, e trattano di cose effettive, reali, e danno ajuto allo spirito, e al corpo. Oh! quanti argomenti ci sarebbero di tal qualità se gli Uomini di lettere, e di dottrina stabilissero in cuor loro, che la vera gloria nasce dal giovamento che s’arreca altrui! Ma che? dappoichè si sono fatte comuni le stampe, a pena nasce un capriccio, un grillo, o una farfalla nel cervello, è tenuto per argomento a proposito da farne un Libro in più Volumi, con lettere Dedicatorie, Prefazioni, Dissertazioni, Tavole di cose notabili, e leggi leggi, n’hai cavato quel sugo alla fine, che n’avevi acqusitato prima d’aprire il Libro, o perchè la cosa era piú alta dell’intelletto umano, o perchè la materia non avea che fare con gli Uomini, o perchè tutto era aria e vento, sicchè tu avrai manco quel tempo, ch’hai speso a leggere, e que’danari, ch’hai sborsati al Librajo. A questi dì è uscito un picciolo Libretto, il quale all’incontro tratta una materia utilissima, e può arrecare giovamento a un gran numero di Persone. Il titolo suo è questo. Consolazioni per le Persone infermiccie. Opera del Signor Formey, tradotta dal Francese. In Venezia 1760. in 12. Appresso Simone Occhi.

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Exemplo

Il Signor Formey adopera nel Trattato suo le ragioni Filosofiche solamente. Dimostra, che mal si querelano alcuni della debolezza del corpo Umano, il quale non potea essere altrimenti, per que’nobili ufficii a’quali dee servire: che poi non è in effetto debole, come altri si crede; ma che divien tale per la poca cura che ce ne prendiamo, e per li varii disordini; insegna come si debba avvezzare, e custodire. Dimostra la necessità di que’corpi, che sono infermi nel Mondo. In breve con molte buone, e solide ragioni ammaestra ognuno a ritrovare di che confortarsi del proprio stato; avendo tratte le osservazioni da sè medesimo, che, non è, com’egli afferma, nè robusto, nè sano. Questi è veramente un dabbene Filosofo, e non una Maschera di Filosofia, qual fu Seneca, il quale predicava altrui, che si dispregiassero le ricchezze; e nuotava nell’oro fino alla gola, facendo, come chi sta al piano, e conforta i Cani ad andare all’erta; e come i grassi, che non credono a’guai de’magri.

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Retrato alheio

La Temi Veneta~i uscita a questi giorni, e che viene dal Pubblico accettata con molta bontà, e gentilezza, è uno di que’Libri, che costano infinita fatica, e pensieri a’raccoglitori delle notizie che si ritrovano in essi. Talvolta non basta la più accurata diligenza. Fra tante, e così varie date, nomi, nascimenti, morti, parentele e altre cognizioni, può un Uomo solo ingannarsi, e se non viene avvertito, durerà l’inganno suo, perchè da sè solo non può avvedersene. Questo Libretto dee uscire ogni anno, e il merito suo consiste nella purgatezza, e nella correzione. Il Pubblico solo può giovare a queste due qualità, se ciascheduno il quale l’ha per le mani, e vi troverà per caso qualche difetto, si compiacerà di notarlo, e farne partecipe Paolo Colombani Librajo in Merceria all’Insegna della Pace. Di ciò prega l’Autore d’esso Libro, sperando ogni cosa nell’altrui gentilezza, e assicurando, che non c’è il miglior modo per far che l’opera sua riesca qual egli la brama, e quale dee essere bramata da tutti.
Avviso È uscito il Tomo secondo dell’Opere dell’Abate Curel Parisot Platel, detto già il Padre Norberto, e vendesi dal Colombani L. 2. Case da Fittare. Casa d’affittar grande con Magazino per Merci, ed altri luoghi terreni, posta in Contrada di San Cancian, vicino il Palazzo di Kà Vidman, paga all’anno Duc. 185. Bottega d’affittar sotto li Portici di Rialto in faccia Corderia con Volta di sopra, e Fossa di sotto, le chiavi sono in mano del Botter in faccia, e chi la vuole prendere ad affitto parli con l’Illustiss. (sic.) Sig. Sebastian Millioni, stà alla Madonna dell’Orto in Campo de’Mori; paga all’anno Duc. 40. Casa d’affittar con tutte le sue comodità in corte di Kà Lezze al Ponte dell’Aseo in Contrada di San Marcuola, paga all’anno Duc. 40. Chi applicasse parli col Signor Specier da Medicine che è vicino al detto Ponte. Casa d’affittar sopra Canal Grande in calle della Riosa a San Cassan, con molte buone camere, e tutto il suo bisogno, e le sue comodità, con Riva, e acqua buona, vicino a Kà Corner in calle della Regina; chi vi applicasse parli col Sig. Paolo Colombani Librer in Merceria, paga all’anno D. 80. Legni arrivati. Adi 28. Novembre. Pieligo, Patron Iseppo Bergamin, venuto da Marcasca, Spalatro, e Zara, con 6. Miera Fighi. 3. Bar. Gripola. 1. Fag. Gala. 8. Balle Bechine, e Boldroni, e Scorzi di Pecora a reffuso. 9. Bar. Miel. 2. casse Candelle di Seo di Tramesso. 4. cai Oglio. 4. Quarte Semenza di Lin. 2. cassette Rosolin per Transito. 26. Bar. Sufini. Detto. Pieligo, Patron Stefano Genova, venuto da Parenzo, con 18. Bar. Miel. Detto. Trabacolo, Patron Giacomo Predolin, venuto da Traù, con 1. Sacco Cera. 20. Miera, e 1. Mogliazzo Fighi. 3. cassette candelle di Seo. Detto. Pinco nominato Madonna del Lauro, e Sant’Iseppo, Capitan Francesco Caffiero Napolitano, manca da Trapano 57. giorni, raccomandato a sè medemo, con 300. Salme Sal. Detto. Pinco nominato l’Anzolo Custode, Capitan Agostino Caffiero Napolitano, manca da Palermo li 13. Ottobre, da Lipari li 16. detto, e da Messina li 7. Novembre, raccomandato a sè medemo, con 80. Bar. Tarantella. 35. Bar. Inchiò. 1994. Pezze Formagio di Sicilia. 50. Mazzi Suro a refuso. 779. Bar. Uva da Lipari. 85. Sachi, e 99. Salme Noselle a reffuso. 48. Sachi Mandole. 134. casse Limoni. 1. Specchio in casette 1. di ritorno. 4. Bottarghe in cassette. 1. 3. Miera Fighi. Detto. Tartana nominata Madonna delle Grazie, e le Anime del Purgatorio, Capitan Luigi Romano Napolitano, manca da Cività Vecchia li 20. Settembre, da Castel Mare li 2. Ottobre, e da Soriento li 3. detto, raccomandata a sè medemo, con 200. Caratade Porcelana. 550. Cantara Uva di Calabria in ceste, e in Barili. 100. ceste, e 6. Fag. Pasta. Detto. Tartana nominata Gesù, Maria, e Giuseppe, Capitan Giambattista Ravena Genovese, manca da Palermo li 9. Settembre, da Trapano li 14. detto, e da Marsala li 27. detto, raccomandata a sè medemo, con 2160. cantara cenere. 150. Mazzi Suro. 1. Sachetto Scagiola. 4. Bar. Ritorno. Detto. Pieligo, Patron Zorzi Prodanzan, venuto da Piran, con 4. cai Oglio. Detto. Nave nominata l’Austria, Capitan Giambattista Repetto Imperial; manca da Svara 2. Mesi, e dalli Scarcani nel Stato di Tunesi li 8. Ottobre, raccomandata a sè medemo, con 272. Caffis Sal. Detto. Pinco nominato Sant’Antonio di Padova, e le Anime del Purgatorio, Capitan Bortolameo Fighera Maltese, manca da Malta il primo Ottobre, da Sicugliana in Sicilia li 4. detto, da Giorgenti li 9. detto, e dall’Augusta li 14. detto, raccomandata a sè medemo, con 3. Balle Filadi. 60. Bar. Inchiò. 50. Bar. Tarantella. 1. Salma Senape. 2. cantara Gala. 940. cantara cenere. 35. cantara Formaggio. 25. Miera Mandole Dolce. 5. Miera dette Amare.

Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.

A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian. In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo. Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo. In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore. Con Privilegio.