La Gazzetta Veneta: N. 82

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Livello 1

N.o 82.

Sabbato addì 15. Novembre 1760.

Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

Livello 2

Sua Eccellenza D. Lodovico Rezzenico partitosi adi 5. del corrente a Venezia giunse in Ferrara, dove fu raccolto con gran magnificenza, con le Mute dei due Eminentissimi Cardinali, Soldati in arme, spari della Fortezza, e alloggiato dall’Eminentissimo Cardinale Crescenzi. Adi otto fu fatta il giorno una Corsa di Barberi, e la sera una Festa di Ballo nel Teatro. Lunedì si partì per proseguire il suo viaggio alla volta di Roma.

Livello 3

Eteroritratto

La sera del passato Mercoledì si cominciò la rappresentazione dell’Opera nel Teatro di Sant’Angelo. Il Dramma piacevole Intitolato l’Amore contadino~i è del Signor Dottor Goldoni; e riesce naturale, e pieno di quegli arteficii da teatro, che sono proprii di tale Autore. La Musica, ch’è del Signor Maestro Lampugnani l’ha vestito d’un’armonia, che viene aggradita dal Pubblico, ed è molto bene eseguita da’Signori Cantanti; fra quali è grandemente grato agli Uditori quegli che fa la parte di Clorideo, e vien per soprannome detto lo Schioppettiere. Bellissimo è l’apparato delle Scene, e con ogni finezza ritrovato ed eseguito il Vestiario. Sopra ogni cosa hanno incontro i Balli, ne’quali si vede una graziosa maestria nell’invenzione; e un’esecuzione tutta grazia, gagliardia, e sveltezza. Essendo un Gondoliere invitato alle Nozze di certi suoi Congiunti qualche tempo fa, chiese licenza al suo Padrone di potervi andare, e l’ottenne. Ma perch’egli non avea da poter comparire a quelle Nozze attillato, com’egli avrebbe voluto, pregò, oltre alla licenza del potervi andare, il suo Padrone, che gli prestasse un mantello; ed ebbe anche questo; ch’era buono, di panno, non uscito allora allora delle mani del Sarto, ma nè manco vecchio, o intarlato. Partitosi dunque il Gondoliere di là tutto lieto, dopo d’aver fatto un affettuoso ringraziamento al Padrone della prestanza, che fatta gli avea, andò a casa sua a ripulirsi, e raffazzonarsi quanto seppe. Se non che al mettersi sulle spalle il tabarro gli parve troppo lungo, e chiamate a consiglio certe sue Donne di casa, tutte ad una voce gli dissero, ch’esso era un mantello da Cieco, e che vi si vedea la prestanza mille miglia da lontano. Ad ogni modo, diss’egli, il mio Padrone, me l’ha dato, perchè mi debba servire; e alla restituzione io non sarò il primo, che restituisca qualche cosa meno di quello, che gli fu dato. Quà le forbici. E come ebbe le forbici in mano, cominciò a tondere da piede, tanto che il mantello parve fatto per lui, e ne andò alle Nozze, che parea un Paladino di Francia. Passata la festa, nel vegnente giorno, restituì il mantello al Padrone, e caldamente ne lo ringraziò, e gli disse, che per la bontà di lui s’era fatto molto onore. Ognuno sa che a questi dì, noi siamo stati, come l’anitre, sempre coperti da un diluvio di pioggia. Il Padrone chiese dunque il suo mantello, e postolosi indosso, sentì l’orlo di sotto a battersi poco più giù, che le cosce, là dove prima gli solea picchiare le polpe. Che sarrocchino è questo, grida, da andare in pellegrinaggio? Che diavol sarà? Non si ricordava più delle Nozze. Infine gli venne in mente. Ma non fu a tempo di sgridare il Gondoliere, il quale pochi giorni prima, trovate certe sue cagioni, gli avea chiesto licenza, e avea scambiato padrone.

Livello 3

Lettera d’un incognito.

Lettera/Lettera al direttore

« Il vedere, che Voi nella vostra Gazzetta rispondete ai varii quesiti, che per Polizze vi vengono fatti, mi mette stimolo a somministrar materia alla vostra penna, col proporvi ancor io il presente, al quale mi do a credere, che tanto più volentieri condescederete, quanto più esso è confacevole al genio vostro. Si dimanda in che precisamente consista il carattere della Poesia Petrarchesca, quali sieno i particolari pregi, e bellezze, per cui lo Stile Lirico Petrarchesco è nel suo genere riputato più maraviglioso, e pregevole degli altri Stili de’Poeti Lirici; ed appresso perchè la maniera del Petrarca sia riputata piana troppo, ed asciutta da certuni, ch’amano lo Stile fiorito, e pomposo. Mi farete grazia a rispondere qualche cosa in questo particolare, e sono tutto di voi Amico N. N. ».
Amico mio, chiunque voi vi siate, ora mi fate entrare in una briga, che assai lungamente venne da molti scrittori dibattuta, e trattata più volte. Vi dirò brevemente quel ch’io ne penso, piuttosto così di passaggio, ch’entrando profondamente in tal materia. In che consista il carattere della Poesia Petrarchesca, è la vostra prima domanda. Voi sapete quell’antica deffinizione (sic.), e da me tante volte ripetuta: Che la Poesia è imitazione di Natura, ed è, come chi dicesse Pittura di quello, che in natura si vede. Gl’ingegni, secondo i diversi gradi di loro qualità si danno ad imitare chi l’una cosa, e chi l’altra.

Livello 3

Esempio

Se voi leggete Teocrito trovate negl’Idillii suoi tanti quadri della vita Pastorale. Capanne, boschi, greggie, fontane, rivoli, pasturaggi, canestri di fiori, vestiti semplici, canti innocenti, e somiglianti cose appartenenti alla vita de’Pastori. In Omero leggete reggimento d’Eserciti, Battaglie, azioni grandi, ire, e valore da Eroi, perchè il Poeta ha preso a dipingere mirabilità, e cose grandi, e i quadri suoi rappresentano i maggiori aspetti di Natura.
Così andate osservando di genere in genere di Poesia, e troverete, che i buoni Maestri, e Modellatori si prendeano ad imitare qualche parte di natura o grande, o innocente, o orribile, o piacevole, secondo che piegava il loro umore. E da tali diverse inclinazioni presero il carattere quelle diverse qualità di Poesia, che furono dettate.

Livello 3

Esempio

Vegnamo al Petrarca. Egli fu un uomo, nel cui cuore signoreggiò principalmente la passione amorosa; la quale tanto potè in lui, che obbligò l’ingegno suo a scrivere amorosamente, a dispetto d’una profonda dottrina da lui acquistata con lunghissimo studio, e con indicibili veglie, e fatiche. Di che fanno fede tutti gli altri Libri scritti da lui oltre al suo Canzoniere. Preso egli dunque dall’amore della sua bella, e vezzosa Laura, e stimolato dentro da’sentimenti, che destava in lui la bellezza di quella, l’amor suo divenne entusiasmo, e cominciò a dipingere, e ad imitare con Poetiche parole, e con armonia di Versi tutti gli effetti, che in un animo produce l’amore. Di che nasce il carattere della Poesia Petrarchesca, il quale è amoroso. Per qual cagione poi lo Stile Lirico Petrarchesco sia nel suo genere riputato più maraviglioso, e pregevole degli altri, è facile l’avvedersene. Quanto l’imitatore nelle sue imitazioni, ritroverà nel genere suo le maggiori bellezze della natura, tanto si dovrà stimarlo più ingegnoso, e pregiato. Avendo dunque il Petrarca con la squisitezza de’sentimenti suoi come ognuno che legge il suo Canzoniere può giudicare, conosciuti, e imitati i più nobili, i più squisiti, e i più dilicati effetti dell’amore, e lasciati indietro tutti quelli, che ogni uomo di mezzano intendimento potea imitare, è da conchiudersi, che lo Stil suo sia perciò più di tutti gli altri maraviglioso, e da tenersi in pregio. Perchè poi la maniera del Petrarca sia riputata piana, ed asciutta dagli amanti dello Stile fiorito, e pomposo, io non potrei addurre altra ragione, fuorchè la volubilità delle cose. Avviene delle forme dello scrivere quello, che accade dei vestimenti. La gente se ne infastidisce col vedergli a lungo, e si cambiano fogge. Oltre a ciò i Versi del Petrarca sono maravigliosamente artifiziosi, e con le diverse giaciture degli accenti sono variati, per isprimere con maggior evidenza i pensieri. Quest’arte, che fu sempre stimata una delle più singolari in tutte le Lingue, oggidì non è più curata; ed in iscambio d’essa è amata una continua sonorità, e un rovinoso romore. Gli orecchi di chi ascolta vi si assueffanno facilmente, e chi scrive si tien d’assai nel poter sempre continuare col rimbombo.

Livello 3

Lettera d’una Donna.

Lettera/Lettera al direttore

« Non vi dico chi sono, nè lo saprete mai. Questo non è mio carattere. Ho portato la Lettera io medesima, sola, travestita, e trasfigurata in modo, che guardandomi allo specchio, non conobbi me stessa. Sicchè non fantasticate, che lo fareste senza frutto. Sarebbe troppa mia vergogna, che si sapesse, che una Donna maritata dodici anni fa, amasse ancora suo Marito affettuosamente, e cercasse di far mettere sui vostri Fogli la sua contentezza. Sì, Signore, dopo dodici anni, l’amo ancora, e desidero, che si sappia la cagione.

Livello 4

Eteroritratto

Egli è un Uomo non solamente dabbene, e di buon carattere; ma quello, che mi piace di lui, è che in ogni luogo, dove io vado, sento a lodarlo di qualche buon’azione, ch’egli ha fatta ogni giorno; ora di qualche spiritosa risposta, ch’egli ha data, e talvolta di qualche buon consiglio dato agli Amici, o ajuto prestato a quelli. Quando io gli parlo, ascolta volentieri le mie parole, e se dico male non mi rimprovera, ma cerca di persuadermi, e se dico bene accetta il mio parere; e non si vergogna di dire in presenza delle Persone ho fatto la tale, e la tal cosa per consiglio di mia Moglie, e m’è riuscita. Per essere in casa, e con domestichezza, non si dimentica d’una certa non affettata pulitezza di vestire, o di parlare, tanto meco, quanto con tutti gli altri di casa.
« Questa cosa non l’ho veduta in molti altri; i quali nelle conversazioni, o dove sono in pubblico hanno un linguaggio civile, e da Persone bene allevate, ma a pena entrati in casa propria, prendono un altro tuono, e pare che si vogliano sfogare d’essere stati oppressi in altri luoghi. Dica che vuole il Mondo ho piacere, che sia fatta questa picciola testimonianza nei vostri Fogli. Se la stamperete, farete una grazia ad una Persona, che non vi dice chi è; ma qualunque essa sia vi sarà sempre obbligata.
Case da Fittare. Casa d’affittar in Ruga de’due Pozzi a Santa Soffia con due camere, cucina, e un canevin, con Pozzo d’acqua buona, paga all’anno Duc. 30. E in disparte, un camerin con suo fogher, e comodo di soffitta, paga Duc. 15. Chi le vuole dimandi il Sig. Guarinoni, nella sudetta Ruga. Legni arrivati. Adì 7. Novemb. Pieligo, Patron Battista Bressan, venuto da Spalatro, Tràu, e Zara, con 4. Miera Fighi. 1. Fag. Rame vecchio. 2. cassette Candelle di Seo di Tramesso. 1. Fag. Bechine, e Boldroni. 3. Bar. Cebibo. 100. Oche Miel. 1. Rodolo Rassa in più cavezzi. 3. cai Oglio. Detto. Galion nominato Madonna delle Grazie di Mazotbo, Sant’Iseppo, e le Anime del Purgatorio, Capitan Marco Gabiato, manca da Santa Maura 33. giorni, e da Corfù li 7. Ottobre, Parcenevole D. Conte Giambattista Cogò Sordina, e Compagni, con 233. Moza Sal. 9. car. Oglio. 33. Barille Vin. 900. Libre Formaggio. Detto. Fregadon nominato Madonna del Rosario, e le Anime del Purgatorio, Capitan Mattio Tarabochia, manca da Santa Maura 30. giorni, e da Corfù 25. giorni, Parcenevole D. Conte Demetrio Perulli, con 258. Moza Sal. 36. Bar. Vin. 100. cadi Semenza di Lin. Detto. Nave nominata Amore, Capitan Guglielmo Bras Olandese, manca da Svara 6. Settimane, raccomandata a sè medemo, con 309. Caffis, e mezzo Sal. Detto. Nave nominata Madonna delle Grazie di Mazorbo, e le Anime del Purgatorio, Capitan Domenico Ventura Picello, manca da Corfù 27. giorni, Parcenevole D. Conte Giambattista Cogò Sordina, e Compagni, con 42. Botte, e 8. car. Oglio. 225. Moza Sal. 30. Barille Vin. 84. Miera, e 274 Libre Valonia. 800. Libre Olive. 200. Libre Formaggio. Detto. Polaca nominata Madonna di Megaspileo, Capitan Piero Zala, manca da Salonichio 52. giorni, e da Corfù 26. giorni, raccomandata a sè medemo, con 440. Balle Lana, 2. Balle Cera. 120. Balle Gotton. 10. Balle Salonichi. 6. Miera Fighi. Detto. Polaca nominata Madonna dei Carmini, e Sant’Antonio, Capitan Mattio Cobovich Raguseo, manca da Cipro li 17. Agosto, da Rodi li 4. Settembre, e dal Zante li 5. Ottobre, raccomandata D. Piero Pelegrin Tironi, con 48. cai, 1. Botta, 25. car., 1. Barilotto, e 5. Barille Vin di Cipto (sic.). 8000. Libre Uva. 5. Barilotti Moscato di Cipro. 18. Miera Pippe di Stanchio. Detto. Pinco nominato Immacolata Concezion, e S. Iseppo, Capitan Antonio di Rosa Napolitano, manca da Terra Nova in Cicilia 40. giorni, raccomandata a sè medemo, con 1960. cantara Cenere in Sachi a reffuso. 130. Pezze Formaggio. 3. cantara Suro. Detto. Tartana nominata Immacolata Concezion, e S. Iseppo, Capitan Piero Maresca Napolitano, manca da Trapano li 12. Settembre, e da Messina li 20. detto, raccomandata a sè medemo, con 424. Salme Sal. 4. ceste Pasta. Detto. Galion nominato Santissima Concezion, e S. Iseppo, Capitan Domenico Picello, manca da Santa Maura 33. giorni, e da Corfù 25. giorni, Parcenevole D. Conte Giambattista Cogò Sordina, e compagni, con 250. Moza Sal. 5. car. Oglio. 2. colli, e 1. cassa cera. 9. Balle, e 1. Fagottin cordoani. 1. collo cera Vergine. 1. caston, e 13. colli Grana. 1. cassa Libri. 4. colli Montonine Rosse. 1. Fagotto Pelami. 3. Sachi Zorzolina. 1. Balletta Retaggi di Pelle. 1. Bar. Rame vecchio. 5. Miera Olive negre di Salona. 1. Mier, e mezzo Uvapassa. 44. colli, 1. Ballotto, e 1. Fag. Seda. 68. colli Filadi. 28. Sachi di Zenia vecchi in Fagotti 1. 1. cassetta Arme di ritorno. 21. Balla, e 10. colli Sachi di Zenia. 34. Balle, e 10. Pezze Sangona. 1. Pezza detta bianca.

Livello 3

Al suo caro Salvatico Fronimo~k.

L’Autore de’Fogli.

Lettera/Lettera al direttore

Ho ricevuta una vostra Lettera; ma tardi per poterla pubblicare. Pel Foglio, che uscirà Martedì la consegnerò al Marcuzzi. In verità, ch’io non posso abbastanza esprimervi l’obbligo mio, vedendo, che continuate ad arricchire queste carte con le vostre fatiche. Non potreste credere quanto mi consoli a pensare, che ci sia uno al mondo, che due volte la Settimana pensi qualche ora a me. V’assicuro, che dovunque io vado odo, che si fa giustizia alla vostra maniera di pensare, e di scrivere. Anche lo stare occulto si rivolta in vostra lode. Si conosce da ciò, che non scrivete per vanagloria; ma per passare le ore con frutto degli Amici vostri. Voi riderete, s’io vi dirò, che sempre ho intorno alcuno, che mi domanda chi siete, e vuole a forza, ch’io glielo dica; e si sdegna, perchè giuro di non saperlo. Quello che so lo dico. Cioè, che siete un uomo di Lettere, e di giudizio, che da nel segno, come può vedere ognuno, che legge le cose vostre. Ma non basta. Vogliono sapere il nome, il cognome, la statura, in qual Contrada abitate; come se nome, cognome, statura e Contrada facessero l’uomo. Sia come si vuole, vi dico di nuovo, io vi sono obbligato, e di voi chiunque vi siate, sarò sempre Amico, e Servidore.

Cambj per le Piazze Estere, corsi addi 14. Novembre 1760.

Lione Ducati- 59 Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno. Bolzano Soldi- 132 ½ per un Scudo da Carantani 93. Roma Scudi Oro Stampe 63 7/8 per Ducati 100. Banco. Napoli Ducati Regno 122 ¼ per Ducati 100. Banco. Firenze Scudi- 80 ¼ Oro da Lir. 7 ½ per Ducati 100. Banco. Livorno Pezze da 8/r 104 ½ per Ducati 100. Banco. Milano Soldi- 154 ½ per un Scudo di Soldi 117. Imperiali. Genova Soldi- 93 ¼ per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco. Anversa grossi- 94 ¼ per un Ducato Banco. Amsterdam grossi- 91 ½ per un Ducato Banco. Amburgo grossi- 84 per un Ducato Banco. Londra Sterlini- 53 per un Ducato Banco. Augusta Taleri- 100 7/8 per 100. Ducati Banco. Vienna Fiorini- 193 ½ per Ducati 100. Banco.

Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.

A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian. In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo. Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo. In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore. Con Privilegio.