La Gazzetta Veneta: N. 66
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Nível 1
N.o 66.
Sabbato addi 20. Settembre 1760.
Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’ cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.Nível 2
Adi 14. del corrente Mese fu aperta pubblicamente la nuova Chiesa della Pietà, e ne fu con Nobile Solennità fatta la benedizione da Monsignor Primicerio. Venne dalla vecchia Chiesa in essa trasferito il S. S. e le Reliquie, che quivi si posavano. Con l’assistenza de’Governatori d’esso Pio Luogo, fu cantata la Messa nella mattina medesima, con la Musica del Signor Maestro Gaetano Latilla, terminata la quale i Governatori condussero di sopra Monsig. Primicerio, e gli diedero un nobile rinfresco, dove intervenne una compagnia di Dame e di Cavalieri.
Il dopo pranzo il Padre Vallatelli Cherico Regolare Somasco fecevi un eloquente Sermone; e fu dalle Figlie d’esso Luogo cantato un Dialogo in Musica, intervenendovi tuttavia i Governatori; e fu chiusa per quel dì la Sagra Funzione, con la benedizione data da Monsig. Primicerio col S. S. terminata la quale di nuovo si diede un trattamento di rinfreschi.
Adi 15. Si cantò Messa la mattina alla presenza del Serenissimo Principe, e fu replicato il Dialogo in Musica dalle Figlie. Il dopo pranzo venne cantato il Vespro Solenne.
Adi 16. Di nuovo si cantò una Messa, e un Vespro Solenne con la Musica del Signor Latilla, il quale sì di questa sua fatica, come dell’altre venne grandemente lodato; e dalla gentilezza de’Governatori largamente rimunerato. Di rara bontà furono le Sinfonie, ed i concerti, ne’quali le Giovani d’esso Luogo si diportarono egregiamente; e non minore perizia mostrarono nell’arte loro quelle che cantarono; fra le quali si distinsero le due novelle Cantanti Elena e Giuseppa, nel duetto del Magnificat, confortò gli animi universalmente, il sentire la chiara, armonica riuscita, che fa in quel nuovo tempio la Musica, e sempre più s’accresce perciò il buon concetto del Signor Massari Architetto, il quale seppe con tanta destrezza, e invenzione, far servire l’arte sua anche a tale necessità, oltre a tante altre avvertenze da lui avute per la regolarità, e ornamento di quella Chiesa, la quale fu da noi pienamente descritta ne’Fogli 30. e 31.
Le Figlie del Coro vennero abbondantemente regalate di varie cose commestibili, e di rinfreschi, da Dame, e da Cavalieri, e finalmente ognuno mostrò compiacenza di così bello, e ben condotto edifizio.
Domenica ventura verranno replicati la Messa Solenne, ed il Vespro. Lunedì dopo il Vespro vi sarà un Concerto di violino, suonato dalla Celebre Chiaretta, giudicata nell’arte sua peritissima universalmente; e il Sabbato di sera vi sarà cantata una Compieta, col concerto detto del Principe. Compieta, e Musica saranno del Signor Maestro Latilla.
Fedelissimo è l’amico nostro di Venezia nel proseguire a darci ragguaglio del viaggio di S. A. R. e quanto ci duole sì è, che egli non abbia potuto seguirlo più oltre, che a Casal Maggiore, dove termina il suo racconto. Promettemi però di farmi anche avere quanto è accaduto in Mantova, e in Castel Novo; e io non mancherò di ragguagliarne il Pubblico.
Adì 9. Dunque la mattina vi fu gala in Corte; dopo pranzo passeggio nel Giardino, e Opera la sera.
Adì 10. Gala in Corte, baciamano a S. A. R. l’Archiduchessa di tutta la Nobiltà, e Comunità dello Stato, Capi di Religione, Collegio di Medici, e Avvocati per la partenza del Sig. Principe di Lichtenstein: e conversazione a Palazzo la sera.
Adì 11. Gala in Corte la mattina, Corso di Carrozze sulla strada di S. Michele dopo pranzo, e Opera.
Adì 12. Gala la mattina, dopo pranzo passeggio, una breve conversazione la sera, dopo la quale tutti si ritirarono nel Gabinetto di S. A. R. Don Filippo, Madama Isabella, e verso le ore undici andarono al riposo.
Adì 13. Fu la partenza verso Casal maggiore nel modo, che segue.
Alle ore nove si posero in fila i Soldati della Fanteria dal Palazzo Ducale fin fuori della porta, dove ritrovavasi similmente in fila ordinata la Cavalleria: e alla detta ora S. A. R. l’Arciduchessa Isabella andò ad udire la Messa nella sua Galleria, che guarda in Chiesa de’RR. PP. Domenicani del Rosario; terminata la quale fu fatta l’esposizione del Santiss. è data la benedizione. Essa preso il Cioccolatte si ritrasse in un Gabinetto col Padre, e dopo un quarto d’ora in circa uscì nella Sala, e quivi trovò le Dame, e i Cavalieri destinati all’accompagnamento, i quali l’attendevano. Salì nella sua Carrozza alle ore dieci di Francia, e partì di Parma, preceduta, e seguita da Cavalieri.
Era la strada del Palazzo, e fuori della Porta, per lungo tratto piena di Genti. Io avea già sentite a narrare molte particolarità della bontà, e umanità di tal Principessa. Ma tanto più mi confermai di tal verità, quando udii fra quella innumerabile quantità di persone alzarsi un certo universale mormorio misto col singhiozzo, e vidi gli occhi di tutti pieni di lagrime per la sua partenza, e parte per l’allegrezza del suo maritaggio; e mi venne in mente il provverbio, voce di Popolo, voce di Dio, sentendo a darle tante benedizioni.
L’ordine del cammino era tale.
Corrieri a cavallo. Una Carrozza a quattro, nella quale erano le Cameriere Tedesche. Una Carrozza a sei col Maggiorduomo di settimana, e il Signor Segretario Duprè destinato Commissario pel Rogito della consegna. Una Carrozza con S. E. il Sig. Conte Jacopo Sanvitali Governatore della Casa Reale, e ministro destinato per la consegna di S. A. R. la Principessa Sposa, Mons. Antoine, e il Conte Ribaldesi Gentiluomini di camera. M. la Rosset primo Ufficiale di Scuderia con due Subalterni tutti è (sic.) tre a cavallo.
Guardie Reali a cavallo. Una Carrozza a sei, con S. A. R. la Principessa Sposa, Madama Gonzales, e Madama di Sessa. 2. Esenti delle Guardie Reali, Cavallerizzo di campo, e altre 4. Guardie. 24. Palafrenieri a cavallo, con altre persone da servigio anch’esse a cavallo. Un’altra Carrozza a sei con quattro Dame di Palazzo, cioè la Marchesa Pallavicini di Roma, la Contessa San Secondo, la Marchesa Brigida Scoti, e la Principessa Soragna. Un’altra Carrozza a sei, con quattro Gentiluomini, il Marchese Pallavicini, il Conte Sanvitali il giovane, il Marchese Rosa, e il Principe Soragna. Un’altra Carrozza a sei con quattro Gentiluomini, anch’essi di Palazzo. Un’altra a quattro con le Cameriere Italiane. Un’altro Cocchio a 4. con Mons. Coulon Guardagioje. Dopo questi vennero, un Corriere a cavallo, quattro Lacchè vestiti di scarlatto guernito d’argento, e un bellissimo Carrozzino da viaggio a 4. cavalli, Postiglioni con Livrea simile di scarlatto, e argento, sulla scierpa due Mori vestiti con la medesima Livrea, e nel Carrozzino erano i Signori Conti Ottavio Trento, e Pietro Caldogno Cavalieri Vicentini, i quali per loro diporto, vanno accompagnando la Principessa per lungo tratto di strada; avendo essi dalla Corte ricevuto segni di gran distinzione, per aversi fatto molto onore nell’occasione delle Nozze Reali.
All’ore 12. e minuti 15. giunsero a Casal Maggiore, smontarono al Palazzo destinato, dove da S. E. il Signor Conte Jacopo Sanvitali fu fatta la consegna a S. E. il Sig. Principe di Lichtenstein, il quale spiegò prima il suo Diploma contenente la facoltà del ricevimento datagli dall’Arciduca Giuseppe. Andò S. A. R. sul Trono, e dopo steso il Rogito dal Commissario Duprè, ammise al bacio della mano i suoi Cavalieri, e le Dame; e con gli occhi bagnati di lagrime diede loro congedo, e gli regalò. Essi ritornarono la sera a Parma, e continuamente vengono Staffette, e Cavalieri per render conto dello stato della Serenissima Arciduchessa. Questa mattina de’dì 15. è partita da Casal Maggiore alle ore 8. di Francia, e si fermerà fino il Mercordì a Mantova, di là passerà a Castelnuovo al Rinfresco, indi proseguirà il suo viaggio per Roveredo, e anderà sollecitamente a Vienna.